14 - Tradimento
31 maggio 2021
Era nervoso, più del solito. Aveva evitato di incontrare Yoongi da quel maledetto pomeriggio. Ogni volta che lo incrociava, la sua mente materializzava quel dannato bacio.
«Perché lei mi fa sentire vivo.» Lo aveva detto a testa alta, fissando Si-Hyuk dritto negli occhi senza remore. Namjoon alzò il viso, aprì la bocca lasciando che l'acqua tiepida della doccia gliela riempisse fino a sgorgare dalle labbra. Voleva annegare nel suo dolore, cancellare quella fitta che gli stava dilaniando il petto. Se Eve lo faceva sentire vivo, perché si sentiva morire dentro?
«Joonie, non è la persona che tu credi sia.»
«Fanculo!» Colpì il muro piastrellato della doccia con le mani chiuse a pugno. L'acqua continuava a scorrere sul suo corpo, disegnando rivoli che scivolavano lenti sul viso, sulle braccia, sui pettorali, sulla schiena. «Perché hanno indagato su di lei?» Si strofinò con forza i capelli quasi volesse strapparli via. Erano ormai di un beige sbiadito, pronti per accogliere il giallo acceso da sfoggiare al concerto.
Se non l'avesse mai portata al dormitorio... No, l'agenzia avrebbe indagato ugualmente. Loro, i sette ragazzi d'oro che avevano esportato la hallyu, la korean wave, su scala mondiale erano sempre e costantemente sotto l'obiettivo dell'opinione pubblica, Hybe compresa.
Chiuse l'acqua e uscì dalla doccia. Si posizionò di fronte lo specchio, nel riflesso il proprio viso stravolto dalle ore di sonno arretrate. Dormiva sempre meno e i pochi istanti in cui sveniva sul letto erano agitati.
Dormire poco e male. Perfetto, un ottimo duo per un artista che doveva dare il trecento per cento sul palcoscenico.
La porta del bagno si aprì. Yoongi fece il suo ingresso, pronto per fare una doccia e lavarsi di dosso la stanchezza di quella giornata pesante, piena di allenamenti senza sosta.
«Gli altri due sono occupati, i maknae si stanno truccando manco dovessimo presentare i Grammy.» giustificò la sua presenza.
Namjoon lo vide spogliarsi degli abiti e dell'intimo. Per un istante gli guardò il pene, confrontandolo con il suo. Sapeva di essere stato baciato da madre natura, ma si chiese ugualmente il perché le fan preferissero di più trascorrere una notte di sesso con Yoongi rispetto a lui. Le fan. Le donne. Eve.
«È inutile che mi guardi il cazzo.»
Touché. Namjoon sentì il volto divenire bollente dalla vergogna. Yoongi si avvicinò a lui mentre si sfilava gli anelli e gli orecchini per riporli sulla mensola dello specchio. «Non è la dimensione che conta, ma come lo utilizzi. O almeno questo è quanto mi ha riferito Eve.»
«Hyung, per favore.»
«Potrai essere anche il più dotato di tutti dopo Tae, ma...» Yoongi finì di riporre i gioielli sul mobile. Guardò beffardo l'amico negli occhi attraverso lo specchio. «Eve non è interessata alle nostre dimensioni, quindi rilassati.»
Gli mancò l'aria. Namjoon afferrò uno degli asciugamani piegati sul mobile. Si accorse che le mani gli tremarono, per rabbia e per delusione. «Hyung.» Si morse il labbro inferiore. «Avrei voluto saperlo direttamente da te e non da quella fotografia.»
«Mi dispiace, Joonie.»
Affranto, si legò veloce l'asciugamano attorno alla vita e uscì dal bagno per rinchiudersi nell'intimità della propria camera da letto. Sentì il fragore di un tuono che squarciò il cielo. Si avvicinò alla finestra, posò la fronte sul freddo vetro e osservò in silenzio la pioggia. Non si sentiva mentalmente pronto per rivedere Eve, non dopo aver scoperto quel livello di intimità con il suo migliore amico.»
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«Posso offrirvi qualcos'altro?»
Baek si stava asciugando le mani con un canovaccio. Eve era mostruosamente in ritardo a causa di un imprevisto sul posto di lavoro e i ragazzi si erano trovati da soli con lui.
«Siamo a posto così. Grazie, Baek-ssi.» Seokjin si inchinò leggermente.
«Mi dispiace per questo contrattempo. Eve ci teneva a prepararvi la cena, ma a questo punto ci conviene ordinare qualcosa.» L'uomo si voltò verso la vetrata del salone ad osservare il violento temporale che imperversava su Seoul da ore. «Spero che abbia portato l'ombrello con sé.»
Namjoon notò la preoccupazione dell'uomo. Non sapeva se parlargli delle indagini che la Hybe aveva condotto su Eve o meno. Cercò negli sguardi dei suoi fratelli una risposta, ma tutti e sei gli fecero capire di non condividere quell'informazione.
Arrivò il suono di una notifica. Baek si sfilò il cellulare dai jeans e avviò un messaggio vocale ricevuto. Una voce femminile riecheggiò nella stanza e Namjoon riconobbe con fatica Eve. La sentì nervosa, col fiato corto e il tono di voce più profonda. Non capì una singola parola di quella lingua straniera.
«Ma, era lei quella?» Hoseok guardò Baek cercando in lui una risposta. L'uomo rise.
«Sì, era Dalì ed è nera. È quasi arrivata, mi ha avvisato di ordinare la cena.»
«Caspita, non l'ho mai sentita parlare nella sua lingua. Cos'era quello, tedesco?» Jimin si rivolse a Jungkook e Taehyung che cercavano su Naver una parola captata da quel vocale sperando di capirne l'idioma.
«Non sprecate il vostro tempo su internet. Quando Dalì è in modalità berserk comincia a mescolare le lingue tra loro, come stasera.» Baek aprì l'applicazione del delivery e cominciò a sfogliare il menù per la cena. «Avete preferenze?»
I ragazzi si unirono a lui per leggere le pietanze proposte dal ristorante selezionato. Optarono per il classico pollo fritto con miele e i japchae mentre Baek ordinò per Eve tteokbokki e mandu fritti di bulgogi.
Seokjin sgranocchiò una patatina alla paprika. La masticò lentamente, il tempo necessario per osservare il resto della band: erano tutti a disagio. Volle tentare di rompere il ghiaccio. «Baek-ssi. Eve è forse a dieta? Hai ordinato pochissimo cibo per lei.» schioccò la lingua per il pizzicore provocato dalla spezia.
«Quando è nervosa tende a mangiare poco.» Baek si versò del vino bianco in un calice. «Ultimamente è peggiorata. Non va bene. È forse successo qualcosa?»
Jungkook si grattò la guancia, pizzicandosela. «Ha litigato con Rapmon-hyung.»
Si voltarono tutti verso Namjoon, che cercò di dissimulare il suo disagio bevendo la prima bibita trovata sottomano.
«Temo che ci sia molto di più di un semplice litigio. Dopo cena mi sente quella peste.» Baek sputò quelle parole con la medesima rabbia di un padre di fronte all'ennesima marachella della figlia. Si alzò da tavola per prendere altri spuntini in attesa della cena.
Finalmente Jungkook poté rilassare le spalle, cercò uno sguardo di conforto nei visi dei loro hyung, invano.
Non si sentiva a proprio agio in casa di Eve senza lei. Si era affezionato alla sua Noona, così gentile, allegra e a volte fuori di testa. Aveva instaurato un rapporto speciale costellato di lunghe chiacchierate tramite KakaoTalk. Parlavano di cinema, gli aveva dato dei consigli utili per i suoi brevi video e si entusiasmava quando lui le raccontava delle piccole bravate che compiva insieme ai suoi amici della 97line.
In lei trovava sempre le risposte ai suoi dilemmi esistenziali così come li trovava nel suo leader. Non si stupì quando capì che Namjoon se ne era profondamente invaghito.
Per Jungkook, loro due erano perfetti insieme, una bellissima coppia, ma quella maledetta foto aveva rotto il suo bellissimo sogno.
Eve aveva scelto Yoongi, e Namjoon si stava autodistruggendo lentamente.
La serratura della porta d'ingresso scattò, Hoseok allungò il collo e vide Eve rincasare, completamente zuppa d'acqua piovana.
«Ciao ragazzi!» sibilò verso i suoi ospiti. Stava trattenendo tra i denti la chiave magnetica della porta mentre stringeva tra le braccia una precaria scatola di cartone, bagnata e mezza rotta. Lanciò le ballerine nere all'ingresso insieme alla borsa monospalla. Namjoon balzò in piedi, correndole incontro per aiutarla a sorreggere il peso di quella scatola.
«Dalla pure a me, non preoccuparti.»
«Grazie, Joonie.» gli sorrise.
Gli si fermò il respiro. Dopo un'interminabile settimana d'inferno, Namjoon rivide il dolce sorriso di Eve e quella fossetta solitaria sulla guancia. Dio se gli era mancata!
Si sporse per prendere la scatola dalle mani di Eve, ma l'acqua aveva danneggiato fin troppo la cellulosa e il cartone si ruppe, riversando a terra il contenuto.
«Ma porca di quella troia! Che giornata di merda!» strillò fuori sé Eve, lanciò il contenitore ormai vuoto e si chinò per recuperare gli oggetti caduti, aiutata da Namjoon.
«Dalì, calmati dai. Non è successo nulla di grave!» Baek fece capolino dalla cucina e la osservò a braccia conserte, con l'espressione di uno abituato ad assistere a simili scenate.
«Calmati un cazzo!» il petto le si gonfiava ritmicamente, aveva il fiato corto e si morse più volte il labbro. Namjoon vide che le tremavano le mani mentre lanciava quelle cose in un sacchetto di plastica recuperato dalla borsetta, gettandole come se fossero spazzatura.
Si fece coraggio e la prese per un polso. «Ehi, se vuoi finisco io. Vai pure a farti una doccia, rischi un malanno.» La vide annuire, in silenzio. Eve alzò lentamente, si sfilò la giacca del tailleur, noncurante della trasparenza della camicetta bianca bagnata incollata al sottostante reggiseno verde e si trascinò verso la porta bagno.
Yoongi, la raggiunse sull'uscio del corridoio che separava la sala dalle altre stanze, fermandola per un braccio. «È quello che penso io?»
«Sì.» rise nervosa, si sfilò dal collo il tesserino aziendale e glielo consegnò. «Ho lasciato il lavoro. Alla fine, hanno avuto quello che volevano, no?»
Il ragazzo sospirò. «Allora, accetterai la mia proposta?» con due dita le spostò una ciocca di capelli bagnati dalla fronte per proseguire sulla guancia, accarezzandola amorevolmente.
«Ne parliamo dopo cena. Ho bisogno di una doccia calda.»
I ragazzi parlottarono tra di loro, osservando la scena come se fossero spettatori di un drama. Baek scosse la testa e tornò in cucina imprecando contro la sua amica.
Namjoon alzò il capo e li guardò. Yoongi non era mai stato propenso al contatto fisico ed effusioni pubbliche, ma ora era lì, vicino ad Eve ad accarezzarle il viso fregandosene della presenza di altre persone. Era la prima volta che li vedeva insieme dopo la riunione con Si-Hyuk. Osservò piccoli dettagli mai notati fino a quel giorno. Yoongi era più sorridente vicino a lei ed Eve sembrava in completa sintonia con lui.
Si sentì un perfetto idiota. Sentì gli occhi pizzicare. Deglutì la saliva e si concentrò sugli ultimi oggetti sparsi per terra: penne, quaderni, oggetti di cancelleria e una fotografia incorniciata spuntare da un ulteriore sacchettino di stoffa. Quest'ultima lo incuriosì. La raccolse e quando vide l'immagine custodita in quella spessa cornice di vetro, sentì la rabbia attanagliarli lo stomaco.
«Joonie, tutto bene?» Hoseok si era inginocchiato vicino a lui. Fu attirato dalla fotografia che Namjoon teneva stretto tra le mani e spalancò la bocca quando vide l'immagine di Eve insieme al suo ex.
«È questo il bastardo che l'ha mollata?» assottigliò gli occhi rendendoli due fessure. Con un dito picchiò contro il volto di quell'uomo moro, con gli occhi azzurri e un sorriso smagliante. «Pidocchio! Joonie, sei decisamente meglio tu!»
«No Hoba, è Yoongi il migliore...»
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«Lo sapevate che ogni volta che sono triste leggo il mio gruppo sanguigno?»
«Vediamo. Perché è... B positive?»
Seokjin scoppiò a ridere. Alzò la sua terza bottiglia di birra in direzione di Baek, felice di aver trovato un degno compagno per le sue dad jokes.
Namjoon masticò lentamente un pezzo di pollo. Eve si era seduta al suo fianco, rilassata. La vide divertirsi alle stupide battute di Seokjin e Baek, unirsi a loro mentre addentava con gusto i mandu. Gli era mancata averla vicina e si sentì uno stronzo nei confronti di Yoongi, seduto dall'altra parte della tavolata.
«Jin, non ti conviene metterti contro di lui. È imbattile con quelle freddure.» Eve si cacciò in bocca l'ultimo tteokbokki piccante. Leccò la salsa dalla bacchetta e trattenne tra le labbra punta metallica mentre osservava i vari piatti vuoti sul tavolo.
«Cerchi qualcosa, Noona?»
«Sì, Kookie. Cibo.» Le cadde l'occhio sul piatto di Namjoon, ancora pieno di deliziosi e invitanti bocconcini di pollo fritto. Ridacchiò e allungò veloce le bacchette per rubarne un pezzo.
«Ehi, ma che fai?»
«Non lo vedi? Mangio.» Eve si succhiò il dito sporco di salsa al miele. «Siete peggio delle cavallette, avete spazzolato tutto.»
Il ragazzo stirò le labbra, scocciato per il maltolto. Senza pensarci due volte, le rubò la bottiglia di birra ancora intonsa e ne bevve un sorso. All'espressione di lei, rise beffardo e si concesse un secondo sorso. «Sai, avevo sete!»
Eve si riprese la bottiglia, portandosela alle labbra per bere. Era tornata quella di sempre, allegra, sfacciata, come se gli ultimi giorni di silenzio non fossero mai esistiti.
Jungkook diede una piccola gomitata a Taehyung, indicandogli con il mento i due ragazzi che si pungolavano a vicenda. Aveva notato un celato malumore di Yoongi che, raccolto nel suo silenzio, osservava da lontano la coppia di amici. «Tae, hai scoperto qualcosa?»
Il moro scosse la testa. «No, solo che Yoongi-hyung vede Eve tutti i giorni. Credo stiano insieme, ormai.»
«E lui?» il maknae rivolse un'occhiata furtiva verso il leader.
«Non lo so, ma temo abbia perso la sua occasione.» Taehyung picchiettò una bacchetta contro il bordo di un piatto vuoto. «Non mi aspettavo questo colpo basso di Yoongi, mi ha deluso.»
La cena proseguì tra le battute di Seokjin e Baek, scambi di piccoli aneddoti del passato dei Bangtan e altro alcool. L'atmosfera era leggera, goliardica ed Eve rideva fino alle lacrime di fronte alle buffe espressioni facciali che Taehyung le mostrava.
«Ah, cavoli! Mi sono dimenticata del dolce!»
«Ecco per chi era quella torta di mele!» Baek si stiracchiò le braccia, mostrando per la prima volta la stanchezza di una lunga giornata lavorativa.
«Se l'hai toccata giuro che ti ammazzo!» Eve si alzò, raccogliendo le stoviglie vuote aiutata da Yoongi. «Certo, se i ragazzi fossero venuti ieri sarebbe stata più buona, calda e appena sfornata.»
«L'hai cucinata tu?» chiese il rapper, curioso.
«Sì.» Annuì con il capo. «In più ho preparato una sorpresa per te. Vieni, te la mostro.»
Namjoon seguì con lo sguardo l'amico sorridente seguire Eve in cucina prima di volgere l'attenzione su Baek che lo stava fissando con un cipiglio severo. Si sentì doppiamente di merda. L'uomo le aveva affidato Eve, gli aveva raccomandato di avvisarlo qualora ci fosse stato qualcosa di strano in lei e invece lui l'aveva spinta tra le braccia del suo migliore amico dopo averla insultata.
Yoongi tornò dai ragazzi con un enorme sorriso stampato in viso e una bottiglia arancione stretta tra le mani.
«Hyung, cos'è quella?»
«Liquore al mandarino!» esultò felice, stappando la bottiglia per annusarne l'aroma. «Ah, è profumatissimo! Sarò sicuramente ottimo!»
«Uh? Perché non lo assaggiamo? Sono curioso!» Hoseok si sporse per prenderla, ma Yoongi si allontanò rapido come un bambino che non voleva farsi soffiare il giocattolo nuovo. «No, questa è mia. L'ha fatta Eve con le sue mani appositamente per me.» scandì lentamente quelle ultime parole fissando Namjoon, che gli rispose un sorriso tirato.
Eve raggiunse la tavola reggendo un vassoio con la torta di mele già tagliata in nove parti e una ciotolina colma di crema chantilly da accompagnamento. «Peggio dei bambini. Hobi, non ascoltarlo. Ne ho anche per voi. Oppa, vai a prendere la bottiglia più grande? È quella nel secondo ripiano in basso, in frigo.» cominciò a servire i piattini con il dolce, dando a Jungkook la fetta più grande di tutti. «E questa è per il mio piccolino, che deve ancora crescere.»
Il maknae si mise a ridere, arricciando il naso come un coniglietto. «Yoongi-hyung. Alla fine, sono io il suo preferito!» affondò la forchettina nella fetta di torta, annusando il profumo prima di portarsela alla bocca. «Noona, posso chiederti una cosa? Oddio, è fantastica questa torta!»
«Se vuoi la ricetta puoi scordartela.»
Il maknae sbirciò furtivamente Jimin e Taehyung. «Chi è il tuo bias tra noi BTS?»
«Ma che razza di domande le fai?» Namjoon fulminò il minore. Aveva capito le intenzioni di Jungkook e degli altri due disgraziati vicino a lui, ma non voleva creare altre incomprensioni con Yoongi, non in presenza di Baek e per di più in quella casa.
Eve gli strinse la spalla invitandolo a stare tranquillo. «Biscottino, è molto semplice. Non posso giudicarvi artisticamente dopo aver visto un solo video. Come liberi cittadini vi adoro tutti e sette. Siete delle splendide persone anche se...» Mangiò una forchettata di torta, leccandosi il labbro inferiore per raccogliere due briciole. «... quando sono con voi mi sembra di essere Biancaneve con i sette nani. Vi comportate come bambini troppo cresciuti, soprattutto Jin! Sei amorevolmente insopportabile!»
Come prevedibile, Jimin scoppiò in una risata incontenibile trascinando con sé Hoseok, Seokjin e Taehyung. Alzò lo sguardo verso Yoongi intento a sorseggiare il suo liquore personalizzato e gli puntò un dito. «Ecco Pisolo!»
«Ha parlato Mammolo.» rispose ingoiando in un unico sorso un bicchierino di liquido arancio, tossendo a causa dell'elevata gradazione alcolica.
I ragazzi cominciarono a elencare i nomi dei nani, concordando all'unanimità di affibbiare il nomignolo di Gongolo a Hoseok, il nano solare.
Namjoon si rilassò nel vedere tornata l'armonia all'interno del gruppo. Da tempo i Bangtan erano pressati dagli impegni lavorativi resi più duri a causa della pandemia: un tour mondiale ormai prossimo ad essere annullato, l'uscita di nuovi brani da sponsorizzare in streaming con una campagna pubblicitaria più intensa del solito per recuperare i mesi di perdita dell'anno precedente. Ed infine Eve, quella donna piombata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno che aveva stravolto gli equilibri del gruppo.
Si era ripromesso di non innamorarsi più nella vita, di accontentarsi di un affetto più lieve, di cercare con calma la sua anima gemella magari dopo il ritiro dalle scene, a riflettori spenti e spoglio delle vesti di RM, il leader dei BTS. Non dopo l'esperienza con Min-Hee.
Osservò Eve scherzare con i ragazzi come se fosse da sempre parte dei Bangtan. Pensò per un attimo alle parole di Si-Hyuk: lei era entrata con estrema facilità nelle loro vite, ma in realtà era stato lui a renderla partecipe. L'aveva inseguita per giorni per godere della sua compagnia per un pugno di secondi dentro un ascensore, era riuscito ad avere un dialogo con lei e l'aveva fatta entrare in quella sua famiglia speciale.
Se Eve era lì con loro, era solo e puramente colpa sua.
«A cosa pensi?» Namjoon trasalì. Eccola lì, la maga Circe, che lo osservava ad una spanna dal suo volto con quegli occhi dai colori screziati, curiosa come un ingenuo cerbiatto appena affacciato alla vita. Avrebbe tanto voluto abbracciarla, stringerla e confessarle quello che provava per lei, ma era troppo tardi. Eve apparteneva a Yoongi e lui non era così bastardo da fottere la ragazza al suo migliore amico.
«Alla fiaba.» la voce era bassa, simile a un sussurro. «Se tu sei Biancaneve, chi è il tuo principe?» Trattenne il respiro, pentito per quella domanda audace, ma doveva sapere la vera natura del rapporto tra lei e Yoongi.
La vide dischiudere le labbra per poi morderle. Si passò la lingua, visibilmente in difficoltà. Il suono di alcune notifiche ricevute la salvarono in corner.
Eve si alzò in fretta, quasi per scappare da quella domanda spinosa e recuperò il cellulare abbandonato vicino al sacchetto di plastica pieno di oggetti vari.
C'era qualcosa di anomalo in quel momento, Namjoon notò che sia Baek che Eve avevano ricevuto una notifica nello stesso istante e stavano leggendo il proprio smartphone. Baek sbiancò e si voltò verso la ragazza, sconvolto.
«Che succede, Nam?» Jimin bisbigliò nell'orecchio del ragazzo, in apprensione come il resto del gruppo.
«Non lo so, ma temo nulla di buono.»
L'atmosfera fino a quel momento leggera e allegra divenne all'improvviso pensante, gelida.
Namjoon notò l'espressione di Eve trasformarsi, divenire cupa quasi truce e la vide alzare lentamente uno sguardo omicida verso Baek. Senza dire una parola, Eve infilò il cellulare nella tasca posteriore dei pantaloncini e aprì il sacchetto di plastica per recuperare quella pesante cornice di vetro.
La strinse con forza fino a rendere le dita bianche, osservava quella fotografia con rabbia, delusione mentre le labbra si incresparono in una smorfia di dolore. All'improvviso, alzò le braccia e la scaraventò a terra con estrema violenza facendola esplodere in mille frammenti.
I ragazzi sobbalzarono sul posto, sia per lo spavento che per evitare quella pioggia di schegge. Eve, incurante del vetro a terra, corse rapida verso il mobile dell'ingresso aprendo un cassettino e afferrando il mazzo di chiavi dell'automobile, ma Baek la bloccò per i polsi.
«Dalì, sei forse impazzita?»
«Quando pensavi di dirmelo?» urlò roca con tutto il fiato in corpo. Gli sferrò una ginocchiata nello stomaco riuscendo ad allentare la presa dell'uomo e lo spinse a terra, piegato in due dal dolore. «Da quanto tempo lo sapevi?»
«Ci ho provato, ma non ho mai trovato l'occasione.» Baek abbassò rapido il capo per evitare di essere colpito da un soprammobile appena scagliato dalla ragazza. «Tesoro, ti prego...»
«Non chiamarmi tesoro, mi fai venire la nausea.» Indietreggiò verso la porta d'ingresso senza interrompere il contatto visivo con l'uomo. Si infilò rapida le converse rosse e prese un secondo mazzo di chiavi e una scatolina dal mobile, gettandole dentro la borsa. «E non ti azzardare a seguirmi!»
Uscì di casa, sbattendo la porta, sorda alle urla del suo amico.
«Porta puttana!» ringhiò Baek, una smorfia di dolore allo stomaco per il colpo ricevuto e rimesso in piedi grazie all'aiuto di Seokjin e Jungkook. «Ha preso anche quelle della moto.»
Yoongi recuperò la propria borsa con le chiavi della macchina, pronto per raggiungere la ragazza e fermarla, ma Namjoon fu più veloce di lui.
Si precipitò fuori dall'appartamento e non perse tempo nell'attendere l'ascensore. Prese le scale, correndo come un pazzo con l'alto rischio di cadere e spaccarsi l'osso del collo.
Il cuore batteva impazzito e la gola era secca: non aveva mai visto Eve arrabbiata in quel modo, trasformata completamente in un'altra persona.
«Joonie, non è la persona che tu credi sia.»
Fanculo a Si-Hyuk, fanculo a tutti. Eve e Baek avevano ricevuto il medesimo messaggio, un'informazione che aveva lacerato del tutto quella ferita che dilaniava da chissà quanto tempo l'animo della ragazza. Aveva riconosciuto quella smorfia di dolore dipinta sul suo viso, era la stessa che aveva lui quella dannata notte in cui il suo cuore si fermò per congelarsi del tutto.
La capiva, sapeva cosa provava anche se non era a conoscenza di quanto intenso fosse il dolore di Eve.
Arrivò senza più ossigeno al piano interrato, aprì con una spallata la porta antipanico ed entrò nel parcheggio sotterraneo. Si mise a correre tra le auto, in cerca di quella piccola trappola per topi azzurra marcata Hyundai. Sentì un rumore alla sua destra e vide, a distanza di una cinquantina di metri, Eve che cercava di mettere in moto l'auto.
«Oh, merda!» La raggiunse veloce, infilandosi come una scheggia nel posto passeggero nello stesso istante in cui il motore si accese. «Eve, fermati. Non puoi guidare in queste condizioni.»
«Scendi e levati dal cazzo!»
«Scordatelo.» Namjoon si allacciò la cintura di sicurezza e la fissò negli occhi. «Non me ne vado senza di te.»
Eve si girò verso il ragazzo, lo fissò intensamente prima di sbloccare il freno a mano e ingranare la marcia per uscire, a velocità sostenuta, dal parcheggio e immettersi nelle strade deserte di Seoul verso una meta non definita.
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Angolo Autrice
Ed eccomi qui con l'aggiornamento notturno, con uno dei capitoli che non vedevo l'ora di scrivere. Come sempre ho cancellato, riscritto, ricancellato e riscritto.
Doveva terminare con "la gita notturna" dei due, ma è un passaggio molto delicato, lungo e il capitolo rischiava di essere eterno e sviluppato male.
E così, posso prendere ampio spazio ne prossimo, dove ci saranno un bel po' di cose che verranno a galla.
Come sempre, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.
A presto!
Borahae 😊💜
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