La Soluzione
Adrien aveva già un mente un piano per gestire al meglio la situazione.
Avrebbe dato il Miraculous della Tartaruga a Nino, mentre il Miraculous del Pavone doveva restare nelle sue mani, come il Libro che aveva trovato dietro il quadro di sua madre... ma perché era lì?
Non era il momento di pensare a come suo padre avesse ottenuto quel libro.
Doveva fare attenzione a tenere bene il Miraculous.
Uscì dalla casa, e si avviò verso casa di Nino.
«Tikki, ho la soluzione!» esclamò Marinette, correndo entusiasta verso casa.
«Ti ricordi di quando Adrien mi aveva dato una possibilità di lavoro come stilista?»
«Sì» rispose, provando a riprendersi, Tikki.
«Devo farmi prendere davvero a lavorare, così sarò lì e potremo assicurarci che il Miraculous del Pavone sia a Villa Agreste!» disse, tutto d'un fiato.
«Si, ma io... non posso venire...» disse, ansimante, il kwami.
«Perché Tikki?» chiese ingenuamente Marinette.
«Perché quel posto mi fa male. Il Miraculous del Pavone manda delle vibrazioni negative che mi fanno male. È come se la mia testa stesse esplodendo. E stare vicino a qualcosa di negativo ti fa diventare negativo.» spiegò col fiato in gola lo spiritello.
«Va bene, Tikki... Ma dove ti lascio? Chloé non deve sapere il mio segreto.» obbiettò Marinette.
«Lasciami dentro un cassetto in camera tua... non so, vedi un po' tu.» rispose.
«Va bene, va bene.»
«Driiin!»
Nino andò ad aprire la porta e si ritrovò davanti il suo migliore amico: Adrien.
«Ehy, amico, che ci fai qui?»
«Niente, sono venuto per darti questo» rispose il biondo, porgendogli il Miraculous della Tartaruga, che si trovava dentro una scatolina.
«Cos'è?» domandò, sconvolto, Nino.
«Una cosa che... ha comprato mio padre in Tibet, un souvenir!» disse, fingendo normalità.
L'amico lo guardò male e lui, di tutta risposta, se ne andò via, congedandosi con un "A domani".
Tutto era buio... non riusciva a distinguere nulla... tranne le sagome lucenti dei suoi compagni.
Una figura alta e magra su avvicinò a una delle sagome, quella che emanava luce arancione.
Le sue mani ottennero un contatto quasi a distanza di atomi tra lui e la sua collana, quando le sussurrò all'orecchio «Abbiamo un patto».
Si svegliò spaventata, nell'oscurità della notte, dove, come nel sogno, non riusciva a distinguere niente... un sogno premonitore? Non ne era sicura, ma temeva con tutta sé stessa che Alya fosse in pericolo.
Quel giorno il sole splendeva luminoso per le larghe strade di Parigi, invadendo i percorsi che l'asfalto tracciava.
Alya camminava, andando verso la scuola, tranquilla e felice. Il sole la rendeva particolarmente felice, ed era contenta di tornare a scuola. In effetti, i suoi unici amici erano lì. Marinette e Nino.
Un velo di tristezza avvolse il suo volto, quando cadde nel nulla.
«C'è nessuno? Dove sono?» urlò la ragazza, spaventata.
«Sì, e stai per scoprire qualcosa che non ti piacerà, portatrice.» rispose una voce profonda, perfettamente in grado di incutere timore.
📖 | SPAZIO AUTORE | 📖
Ciao! Scusate il capitolo corto, ma volevo portarvelo il prima possibile. In effetti è più una prima parte di un solo capitolo che potreste unire con il prossimo, che però ho preferito separare. Questi due capitoli saranno un po' "filler" ma tranquilli, servono per preparare la prossima parte di storia, che sarà più emozionante e interessante.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e buona lettura! ❤️📖
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