Il Tempio

                            Tibet, 1 luglio 2014
«Finalmente siamo arrivati!» sospirò Gabriel Agreste. Era un uomo alto, con capelli biondo platino e occhiali che lo distinguevano. Stringeva a sé una donna minuta, dolce ma anche altrettanto bella; era sua moglie, la cosiddetta Madame Agreste. Era splendida: i suoi capelli biondi si muovevano ritmicamente con il vento, ricordando un campo di grano più che rigoglioso. Anche i suoi occhi di un verde intenso ricordavano una coltivazione dei fiori coltivati da suo padre. Era come al solito molto elegante, e non poteva non esserlo. Il marito era uno stilista e ci teneva molto a non fare una brutta figura.
Avevano deciso di fare una vacanza in Tibet, lasciando il figlio, Adrien, da solo. Aveva appena compiuto 14 anni e nonostante se ne fossero andati da solo qualche ora, mancava già tanto ad Elene.
«Tesoro» disse la moglie «dove vuoi andare?».
«Qui vicino dovrebbe esserci un Tempio semi-abbandonato. Ti va di andarci?» chiese entusiasta Gabriel.
Elene amava gli edifici antichi e la storia, perché credeva che dai popoli antichi possiamo solo imparare.
Per questo Gabriel non fu stupito dal «Si!» entusiasta della moglie.
Si avviarono verso il tempio, tra le montagne. Lui non era un uomo sedentario a causa del suo lavoro, mentre lei era così eccitata della vacanza che correva contro il vento, quasi a fargli capire che non poteva fermarla.
A un certo punto, videro una costruzione ergersi davanti a loro, e si accorsero solo leggendo il cartello davanti ad essa di avere appena trovato il Tempio.
Entrarono. Era distrutto, ma si evinceva la sofisticatezza del luogo. Tutto era curato nei minimi dettagli, e questo entusiasmò non poco Elene.
Entrarono in una stanza rimasta intatta. Era dorata, e presentava varie statue verde acqua rappresentanti sette animali. Davanti all'altare, si trovavano una coccinella e un gatto enormi. Tenevano in mano un gong con il simbolo dello yin e dello yang.
Nel muro si trovava una nicchia di forma pentagonale, e nel momento in cui Elene si mise a guardare il foro, sotto di esso una luce blu si illuminò, facendo diventare blu l'oro che possedeva la sala.
Elene svenne. Suo marito andò subito da lei ma notò che si stava dileguando. I suoi capelli sparivano, diventando parte di qualcosa di più grande. «Elene! ELENE!» urlò Agreste, le lacrime agli occhi.
Sentì la terra tremare e prese tutto ciò che vide: una spilla, un fermaglio e un grosso libro.
Tornò subito a Parigi, e studiò per mesi ciò che riportavano quelle pagine, quando capì.

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