Il Primo Bacio

Chat Noir si avvicinava pericolosamente a Marinette. Lei indietreggiava, spaventata da ciò che avrebbe voluto farle.
I suoi già biondi capelli non facevano altro che far brillare la notte, riscaldati dalle luci della serata. La Luna si specchiava nel prato verde dei suoi occhi, quasi a voler accentuare tutti i suoi pregi.

«C-Ciao Marinette... è... da tanto che... non ci si vede!»
Il gatto era sempre stato estroverso, quasi sfacciato, ma quella sera era diverso. Tutto era diverso. Marinette lo percepiva. Percepiva come la luce dei suoi occhi brillava nel mare infinito dei suoi, che avevano l'enorme difetto di mostrare qualunque emozione più nascosta. Si guardavano, ma non riuscivano a parlare. Spendere fiato era inutile. I loro sguardi erano più chiari di mille parole.
«Ehm... si è vero!» rispose infine la ragazza «Ma dimmi, cosa ci fai qui?»
«So che posso parlarti. So che devo parlarti. Che ne ho un impellente bisogno.» confessò il gatto, continuando a osservala con quello sguardo così duro, ma anche dolce.
«Beh, in tal caso... seguimi.»

Chat Noir segui l'azzurra, che lo portò a sporgersi nel suo balcone.
«Allora... cosa dovevi dirmi?»
Marinette parlava con una voce stranamente paradisiaca e spesata, ma non ne capiva il motivo.
Sapeva solo che doveva vivere quell'attimo.
«Beh... vedi io ti conosco nella vita reale. Me lo sento. E so che sei una persona speciale. So che posso dirti tutto. Posso dirti ciò che provo, ciò che percepisco e ogni mio difetto».
Nella notte, le parole uscivano dalle labbra di Adrien come un fiume argentato, alla ricerca di un mare sul quale sboccare. Marinette era il suo mare. Erano legati da qualcosa di naturale, qualcosa di indissolubile.
Ma non c'era imbarazzo. Sembrava quasi che tutto attorno a loro fosse fermo, mentre loro due percepivano il tempo scorrere a ritmo dei battiti del loro cuore.

«Vedi, il problema è... Ladybug.» esordì l'eroe «Io non so chi sia ma sono innamorato di lei. Oggi ho quindi attuato una ricerca per capire chi fosse la mia insettina.»
Marinette iniziò a tremare. Forse era arrivato a scoprire la verità. Non sarebbe più stata Ladybug. Vedeva già la sua controparte dileguarsi dalle menti di tutti, lo scandalo della sua scomparsa. Probabilmente qualcun'altra avrebbe preso il suo posto. Ma Chat Noir forse non era arrivato a lei.

«Io ho finalmente capito chi è Ladybug: sei tu!» esclamò lui.
La ragazza iniziò a tremare ancora più violentemente, e la sua bocca farfugliava parole che neanche lei riusciva a decifrare.
«So che, se fossi tu, non me lo diresti mai. So che mi odi, per qualche motivo. Ma so anche che dove c'è odio c'è amore. Siamo come yin e yang: due opposti. Ma le nostre differenze non ci impediranno di essere una sola cosa, a formare l'equilibrio del mondo, vero?»

Smise di tremare. Chat Noir provava qualcosa di sincero nei suoi confronti. Ma lei non ne era sicura. Un movimento involontario e si avvicinarono. Sempre di più. Finché non si ritrovarono faccia a faccia e le loro labbra si unirono in un solo morso per niente doloroso. Era tutto così naturale, come se il destino avesse prefissato che questo dovesse accadere.
Quando il loro momento non fu rovinato da un boato.

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