Chloé Bourgeois
Marinette era entusiasta per il pomeriggio passato con Adrien. Si sentiva che stava facendo la cosa giusta, che quello fosse il modo migliore per iniziare bene le scuole superiori.
Anche Adrien ne era felice. Si era fatto un amica e non era una cosa che accadeva tutti i giorni per lui. Ma nonostante questo, si presentò a scuola con un espressione in viso spenta e triste.
Una ragazza con lunghi capelli biondi legati in una coda, vestiti alla moda e viso bello e perfido allo stesso tempo, era accompagnata da una ragazza più bassa, con capelli rossi e occhiali che le davano un'aria studiosa. Erano Chloé e Sabrina.
Erano state l'incubo di Marinette da sempre e dopo ben tre anni passati sotto le loro torture ne avrebbe dovuto passare altri cinque. Cinque.
La prima tra le due si avvinghiò ad Adrien appena lo vide, stritolandolo fino a levargli il respiro.
«Adrienuccio, sei contento di rivedermi?» chiese la ragazza con una voce prettamente acuta.
«Si, Chloé.»
Era una di quelle domande a cui dovevi rispondere obbligatoriamente "Si" se non vuoi ferire i sentimenti degli altri.
Chloé, appena arrivata in classe, ebbe la brillante idea di dare in mano alla serva la chewing-gum che aveva appena masticato. La gomma venne riposta con brutalità sulla sedia di Marinette in modo tale da poterle augurare buon anno.
L'azzurra entrò. «Ciao Adrien!» esclamò, felice di rivedere l'amico.
Lui non rispose ma abbassò lo sguardo, aggrottando le sopracciglia.
«Ehm... Adrien? Tutto bene?» chiese Marinette, preoccupata.
«Io...si, sto bene...» rispose Adrien, parlando con voce sottilissima che a stento si sentiva.
«Ne riparliamo dopo ok?» concluse Marinette, decisa a scoprire cosa si nascondesse dietro quel muso lungo.
Chloé osservava la scena con i suoi occhi da volpe, che, al contrario di quanto lei volesse dimostrare, si facevano notare da chilometri.
«Che c'è Chloé?» disse Marinette, partendo forse col piede sbagliato.
«Oh nulla. Siediti e calmati, piuttosto.»
L'azzurra la guardò con occhi fulminei e se ne andò senza continuare la discussione.
«Oddio, scusa il ritardo Marinette!» esclamò Alya.
«Mi sono svegliata tardi e...»
«Ehi non sono mica un'insegnante!» la punzecchiò amichevolmente la ragazza.
«Comunque, raccontami tutto di ieri!»
Marinette le raccontò il bellissimo pomeriggio passato con Adrien e la risposta dell'amica fu «Complimenti!».
«Agreste?» fece l'appello la professoressa.
«Si?» rispose Adrien.
«Adri, devi dire 'presente'.» consigliò Nino.
«Ehm.. PRESENTE!» scattò in piedi causando una risatina compassionevole da parte dell'insegnante.
Dopo un po' arrivò a «Dupain-Cheng» e Chloé non perse occasione per sentenziare. «È il quarto anno che ti vedo e non sei ancora caduta!»
Lei e Sabrina si misero a ridere, forse quest'ultima lo fece solo per non essere punita. Marinette le guardò male e si girò.
«Ignorale.» consigliò Alya.
«Sono abbastanza esperta in materia.» rispose Marinette.
«Driiiiiiin» suonò la campanella della ricreazione.
Marinette fece per alzarsi, quando notò di essere come attaccata alla sedia. Chloé. Incassare, incassare e continuare a restare inerme di fronte a tutto questo. Ci provò varie volte ma ogni tentativo fu vano.
«Marinette, la sedia si è innamorata di te? Beh, è l'unica persona che potrebbe farlo!» esclamò, con la sua servetta alle calcagna.
«Chloé.»
Una voce esterna si intromise nella frecciatina, una voce che Marinette non sentiva dal giorno prima.
«Adrienuccio, cos'hai?» chiese la biondina, sviando dall'argomento.
«Volevo chiederti perché tratti così questa ragazza.» disse Adrien, con toni di sfida.
«Perché se lo merita. Le sfigate come lei se lo meritano.» una risposta immediata, concisa, ma non per questo facile da digerire. Marinette temeva che Adrien si unisse a lei.
«Come reagiresti se lo facessero a te?» domandò il biondo, con aria apparentemente tranquilla. L'azzurra era stupita da questa sua reazione.
«Bene, saprei di essere considerata da qualcuno di molto più importante di me.» un'altra risposta semplice ma dolorosa fu quella di Chloé.
«Bene».
Prese un braccialetto giallo e verde e lo buttò a terra. Fu una soddisfazione vedere l'espressione della reginetta, piangente e tremante, che farfugliava parole probabilmente di vendetta.
«Adrien... come hai potuto?» appuntò la bulla.
«COME PUOI PREFERIRE LEI A ME?»
«Al contrario di te lei i più deboli li aiuta, non li prende in giro.»
Si abbassò per riuscire a parlare faccia a faccia con Marinette.
«Tutto bene? Hai bisogno di aiuto?» fece Adrien. L'azzurra venne folgorata da quegli occhi verdi, così sinceri e benevoli.
Alya e il biondo decisero di aiutarla, e alla fine riuscirono a liberarla, almeno dalla sedia.
Chloé correva verso il cortile dell'istituto, le lacrime negli occhi.
Si sedette su uno degli scalini fino a quando non vide una farfallina nera e viola. Era così leggiadra, inerme. Forse essere un animale era meglio di essere umani: non si provano emozioni e di conseguenza non si soffre.
«Ciao Chloé, io sono Papillon e ti darò la possibilità di vendicarti su quei due stupidi.»
Non fu facile per Gabriel affermare che il suo unico figlio fosse stupido. Ma doveva restare nella parte.
«Per riuscire a vendicarti però, Antibug, dovrai darmi i Miraculous di Ladybug e Chat Noir.» concluse.
«Si, Papillon.»
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