Amore ancestrale

ATTENZIONE! Contiene spoiler sulla trilogia di Silvana de Mari "L'ultimo Elfo" "L'ultimo Drago" e "Gli ultimi incantesimi". Se non li avete letti e avete intezione di farlo, NON CONTINUATE NELLA LETTURA! (TheSweetieMad , questa è vietata per te). Se l'avete letta/non volete leggerla... buon divertimento! :3

L'amava. L'amava in modo così profondo, ancestrale che a malapena si rendeva conto che non si farebbe fatto scrupoli a sacrificarsi per salvare la sua vita. Era un concetto nato all'inizio dei tempi, come la necessità di respirare, come la sua innata capacità di vedere la preda un attimo prima che essa si muovesse.
Quella notte, finalmente, aveva potuto sentire che le loro anime erano unite; i loro corpi si erano sfiorati, attratti desiderosi, la voce di lei aveva chiamato il suo nome per invitarlo a unirsi a lei nell'orgasmo, unico atto mortale che confermasse l'unione eterna che solo l'amore poteva creare. Aveva sfiorato le scapole di Aurora, l'aveva stretta a se, posato le sue mani troppo grosse sui suoi fianchi delicati, aveva posato le sue labbra scure su quelle delicate e morbide della principessa di Varil. Aveva ringraziato tutti gli Dei che c'erano al mondo per quel dono celeste, per le sue curve, per i suoi capelli setosi, per il suo corpo flessuoso, per la fertilità del suo ventre, per il sangue che era stato sparso tra le lenzuola senza che nessuno si fosse ferito.

Un pallido raggio di sole era passato attraverso le tende, svegliandolo. Era così surreale aprire gli occhi e trovarsi dopo mesi e mesi di guerra e sangue sotto le coperte di un letto morbido, con le braccia intorno al corpo esile della sua novella sposa ancora dormiente. La sua mano sinistra era posata sul petto ampio di lui, mentre la candida mano destra era appoggiata sotto il suo volto, ad accarezzargli la barba rada.
I suoi capelli erano scompigliati, quasi a creare un'aureola bionda che le circondava il capo.
Era possibile che una creatura eterea come Aurora si fosse concessa a lui, Rankstrail, il Capitano mezzo Orco che sapeva solo guidare un esercito e cacciare con l'arco? Possibile che una elfa, no, un angelo, avesse ripudiato la sua vita di intoccabile principessa per unirsi a lui, figlio bastardo di una lavandaia e di una creatura immonda e assassina che perpetuava da anni i territori di Varil?
Che tutto quello fosse un sogno? Un'illusione?

Il Capitano accarezzò i le gote pallide di Aurora. No, non era un sogno: la sua pelle soffice stava davvero venendo sfiorata dalle sue dita rozze e segnate dalle ferite, dal cuoio dei manici delle spade, dal sangue, dalla fame, dalla disperazione.
Gli occhi di lei si schiusero, sbattendo le palpebre varie volte. Quei meravigliosi occhi si aprivano su un mondo crudele, un mondo di guerra. Rankstrail avrebbe voluto tenerla per sempre fra le sue braccia, pur di proteggerla.
«Rankstrail...? Dobbiamo alzarci?» chiese con voce lamentosa e quasi bambinesca la sua sposa. Benché entrambi fossero abituati a svegliarsi all'alba fin dalla giovinezza, nessuno dei due voleva lasciare quel letto che aveva accolto il loro amore e i loro corpi giovani e innamorati «No Aurora» la rassicurò lui con un sussurro.

Passarono alcuni minuti prima che Aurora aprisse bocca «Rankstrail» lo chiamò spalancando gli occhi, guardandolo nella sua interezza di uomo, nella sua anima, non per come lo chiamavano o per i suoi genitori «Grazie» concluse solo, stringendosi a lui «Grazie di avermi amata» aggiunse, quasi fosse un addio, una promessa disperata ma determinata.
Rankstrail ne fu certo, in quel momento: Aurora esisteva, si amavano e nemmeno la morte li avrebbe mai separati.

Io
Io amo troppo questi due persone
Vi prego salvatemi da questa ship
QUESTA SHIP È SATANA
NON POSSO NON PENSARE A LORO TUTTO IL GIORNOOOOO

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