With you by my side I will fight and defend
-C'è troppa energia in questa città- affermo, mentre mi ritrovo in camera dei ragazzi per pianificare come muoverci sta sera. –E il passaggio delle meteore non aiuta affatto-
-Siete tutte bombe ad orologeria, che vi piaccia oppure no- Holden incrocia le braccia al petto. La Miller lo affianca, squadrandoci uno per uno, in particolar modo Daniel. –Ma dobbiamo comunque attenerci a piano. Abbiamo solo una settimana di tempo, e assolutamente nessuna idea di dove si possa trovare la bacchetta, quindi dovete assolutamente andare da Farmacon, prima che lo facciano gli Psuché-
-Okay, e dove si trova?-
-Nel tempio di Londra Daisy- Coral apre sul tavolo una mappa della città, poggiando un cristallo sopra di essa. –Il problema è che nessuno è in grado di rintracciarlo. Odia così tanto il Consiglio e le persone, che ha fatto in modo di isolarsi da tutti. Solo in casi straordinari ha deciso di farsi vedere, come per esempio durante la battaglia con Morsein, o quando qualcuno, estraneo alla cerchia dei più potenti, gli ha chiesto aiuto-
-Rose è una maga, dovrà pur servire a qualcosa di tanto in tanto-
-Dimentichi chi ha salvato Daniel, Skyler-
-E' la tua unica argomentazione-
-Non me ne servono altre. Senza contare che ho rischiato la vita, pur di spegnere il fuoco che Marcus ha causato due settimane fa-
-Avete finito di fare le prime donne voi due? Stiamo parlando di qualcosa che non ha a che vedere con le vostre scaramucce da adolescenti-
-Si è comportata peggio di noi in passato-
-Adesso giuro che...-
-Rose, Coral finitela, ora- Holden blocca sia me che la Miller, mentre io roteo gli occhi al cielo. –Dobbiamo cercare di capire come arrivare al tempio. Nessuno di voi sente qualcosa?- ci guardiamo negli occhi, eppure non uno di noi risponde all'appello, non uno si muove. –Mike? Tu ti muovi in una dimensione diversa dalla nostra-
-I miei poteri sono limitati, da quando Rose mi ha riportato qui-
-Rose? Tu sei una maga come lui-
-Di solito è come se avessi un radar, soprattutto per i problemi di questo tipo, ma questa volta devo dare esito negativo anche io, non ho percepito il minimo cambiamento, anche perché è difficile, visto la quantità di vibrazioni della città e dello sciame di meteore che si appresta ad attraversare il cielo-
-Seth? Fiuti niente?-
-Solo la terribile acqua di colonia di Albus, mi sta facendo soffocare-
-Va' al diavolo- non hanno mai avuto interazioni in tutti questi anni, anzi, credo che questa sia la prima. –Dobbiamo trovare un modo il prima possibile. Gli Psuché non se ne staranno con le mani in mano ad aspettare che facciamo la prima mossa-
-Forse ho avuto un'idea- tutti si voltano verso di me, ed ricordo quanto mi infastidisca essere osservata tanto da vicino. –Prima avete detto che lui si mostra solo a chi ne ha bisogno, o sbaglio?-
-E se ti trovi a Kensington Park, vicino alla statua di Peter Pan- precisa Holden, spingendo gli occhiali rotondi sulla punta del naso.
-Allora non dobbiamo fare altro che trovarci lì e desiderare ardentemente di trovarlo-
-E' assurdo. Pensi davvero che sia così facile?-
-Hai un'idea migliore Skyler?- la ragazza si ammutolisce, anche se sono sicura che, nel suo intimo, spera che prima o poi io ci lasci le penne.
-Allora andiamo, che stiamo aspettando?- Audrey scatta come una molla, dando l'input a tutti gli altri di fare lo stesso. –Forse è meglio che voi aspettiate qui. E' stato un Protettore a fare la spia al Consiglio su Farmacon e la sua fidanzata-
-Chissà perché non mi stupisco- incrocio le braccia al petto. La Miller è una spina nel fianco che, col passare del tempo, si sta conficcando sempre di più nella carne tenera.
-Ancora una parola e giuro che ti faccio pentire di essere nata-
-E lei si ricordi che mi basta una sola parola per farle perdere il posto e farla escludere completamente dall'insegnamento- a quel punto la donna mostra segni di cedimento, mentre Daniel, al mio fianco, diventa nervoso.
-Non oseresti-
-Mi sfidi-
-Okay, adesso dobbiamo andare- Chris mi afferra per le spalle e, senza aggiungere altro, mi spinge fuori dalla stanza. –E voi seguitemi. Dobbiamo fare questa cosa adesso-
-E' arrivato il momento di spiccare il volo- Daniel dispiega le maestose ali, fiero di averle riottenute, e tutti lo seguono a ruota.
-Non avrai intenzione di trasformarti qui, vero?- domando, notando gli occhi di Seth colorarsi di un giallo acceso.
-Perché? Che c'è di male?-
-Fuori di qui, o potresti causare l'isteria generale- gli indico l'uscita, e lui sbuffa, scocciato. –Che qualcuno vada con lui-
-Ci penso io- Daisy fa un passo avanti, prendendo un respiro profondo. –Se fa qualcosa, lo metto fuori gioco-
-Ah sì? E come hai intenzione di fare?- la ragazza poggia due dita sul collo di Seth, il cui corpo viene scosso da convulsioni, prima di ricadere sulle ginocchia. –Okay, lezione imparata. Mai spezzare il cuore ad una strega-
-E non hai ancora visto niente, ora andiamo. Ci vediamo a Kensington Park-
-Sì, ci vediamo lì- mi volto verso Daniel, che mi fissa con le braccia incrociate. –Devi proprio riproporre quella storia ogni volta che puoi-
-Ho una sola arma contro di lei, e intendo sfruttarla al massimo-
-Anche se questo implica mettere in mezzo me?- mi fissa negli occhi, con le iridi che stanno diventando viola per la rabbia.
-Non farei mai niente che ti possa mettere nei guai te lo giuro- assottiglia le labbra e mi prende in braccio, senza aggiungere altro. –Lo sai che non ti ferirei mai di proposito-
-La Rose di una volta, quella che aveva paura persino di parlare, di lei sarei stato sicuro al cento per cento. Di quello che ho davanti adesso non tanto- spicchiamo il volo nel cielo, ritrovandoci tra le stelle di questa notte londinese, con gli altri che ci seguono. –Lo scorso anno hai sviluppato una vena sadica e crudele che non pensavo tu potessi avere. A volte fai paura persino a me-
-Baggianate- replico, offesa da quelle insinuazioni che mai avrei pensato che proprio lui avrebbe potuto rivolgermi.
-No invece. Hai deciso che devi vendicarti di tutti coloro che ti hanno ferito, senza guardare in faccia niente e nessuno, ed io ho davvero paura di questo-
-Scusami se te lo dico, ma tu non sei esattamente nella posizione giusta per potermi criticare-
-Buffo come i ruoli si siano invertiti, vero?-
-Non capisco davvero dove tu voglia andare a parare-
-Vorrei semplicemente che smettessi di rinfacciarmi tutti i miei errori passati, tutte le mie storie...sì, lo ammetto, sono stato a letto con tantissima gente, ma non per questo devo sopportare che tu lo ripeta ogni volta per poter girare il coltello nella piaga, perché neanche Rose Greyson è stata uno stinco di santo in questi anni. Devo ricordarti di quando tu volevi stare con me, nonostante Albus fosse scomparso?-
-Questo è davvero un colpo basso, persino per te. Sai benissimo quanto ci ho sofferto, quanto mi sono fatta del male perché sapevo quanto fosse sbagliato, quindi non venirmi a fare la morale, perché non lo accetto proprio- tace per qualche minuto, prima di aumentare la velocità di volo ed iniziare a fare slalom tra le nuvole. –E sto anche per vomitare-
-Non volevo riferirmi a quello, mi dispiace. Sai che non girerei mai il coltello nella piaga del suicidio-
-Ah ah- dico, non troppo convinta. Ho visto Daniel perdere la pazienza un milione di volte e sputare sentenze di cui, poco dopo, si è pentito. Quindi, tutta questa sicurezza, ora come ora, non ce l'ho proprio.
Rimaniamo sospesi in aria per altri quindici minuti, prima di atterrare proprio vicino alla statua di Peter Pan.
Con mia sorpresa, Seth e Daisy sono già arrivati, e lui è bloccato da un incantesimo della ragazza, che lo obbliga a rimanere fermo, come se fosse stato incatenato.
-Avete dei modi davvero poco ortodossi- brontola lui, facendo fatica a camminare.
-Devo ricordarti che hai detto a tutta la scuola che eravamo andati a letto insieme, quando l'idea di sfiorarti mi fa solo venire il voltastomaco?- tendo una mando verso il ragazzo. Il suo corpo si alza di qualche centimetro da terra, e si contorce su se stesso.
-Mi stavo riferendo proprio a questo prima. Non so se hai un lato oscuro ma, in questo momento, lo stai mostrando- Daniel sussurra appena quelle parole al mio orecchio ed io, sbuffando, lo lascio cadere al suolo.
-Voi siete tutti pazzi! Mi chiedo perché mi faccia ancora coinvolgere nei vostri assurdi piani-
-Oh sta zitto!- esclamiamo contemporaneamente sia io che Daisy.
-Quindi come funziona adesso? Dobbiamo semplicemente desiderare di trovarlo?- Diana gira intorno alla statua di Peter Pan, tastandola in più parti, sperando che si apra qualche porta o ci sia rivelato una qualche sorta di indizio utile alla nostra missione.
Guardo attentamente un punto di fronte a me, notando una sfera di luce che si muove in modo lento e sinuoso.
-Credo che lui abbia trovato noi- il corpo estraneo si allarga fino ad occupare tutta la nostra visuale. Al suo interno si può perfettamente scorgere un'imponente scalinata, decorata da un drappo blu che la ricopre.
-Questa è ufficialmente la cosa più assurda che io abbia visto in tanti anni di onesto servizio con voi pazzi- Chris guarda con gli occhi e la bocca sbarrati, catturato dalla bellezza e dalla forte aura magica di ciò che si sta presentando davanti ai nostri occhi.
-Avete intenzione di entrare o di rimanere a fissare la sala come tanti idioti?-
-Certo Harry Styles dell'aldilà, tu sei già morto, quelli che rischiamo la pelle siamo noi-
-Daniel, Mike, non cominciate- il mio ragazzo si volta verso di me. Gli occhi sono viola scuro, e parecchio arrabbiati. –Ho capito, vado io- prendo un respiro profondo e, senza pensarci due volte, mi lancio dentro il portale, atterrando sul pavimento impolverato del tempio.
I ragazzi mi seguono poco dopo, cadendo, proprio come me, alla base delle scale.
-Credo di essermi rotto qualcosa- Chris si rialza a fatica, tenendo una mano sulla schiena e arrancando fino al passamano.
-Sei atterrato su di me, mi hai praticamente spaccato in due- Mike si mette su due piedi, lamentandosi per la botta subita.
-Non è che io voglia dare ragione a Daniel, ma teoricamente sei morto, non dovresti sentire niente, o almeno non quanto noi-
-Grazie Daisy, è confortante avere finalmente qualcuno che la pensa come me-
-Fate sempre tutta questa confusione voi?- un uomo alto, dai lunghi capelli castani e gli occhi verdi compare alle nostre spalle, in cima alle scale. –Devo, per caso, pentirmi di avervi concesso di trovare questo posto?- rimaniamo a fissarlo a bocca aperta mentre, dentro la sua lunga giacca di velluto bordeaux e la sua camicia bianca, scende fino ad arrivare vicino a noi. –Bene bene bene, chi abbiamo qui?- ci gira intorno come uno squalo con la preda, captando l'odore di sangue e della paura. Non mi piace, non mi piace per niente. –Daniel Manson. Ha perso le sue ali nel momento in cui è stato morso da una vampira. Mediocre angelo custode, donnaiolo incallito, spina del fianco del Consiglio. Hai lasciato che la mente della tua protetta venisse manipolata da uno dei tuoi migliori amici, senza contare che hai avuto una relazione con la tua professoressa di lettere che è durata per mesi. Sei considerato la pecora nera dell'intera dinastia dei Manson, tanto che tua madre ti ha reputato uno spreco di spazio-
-Mi hanno definito in modi peggiori in questi anni-
-Ed è proprio per questo che ti adoro- sfodera un macabro sorriso. L'intera sala è immersa nella più totale oscurità, rischiarata solo dalla fioca luce delle candele, ed io faccio fatica a tenere gli occhi aperti. –Vedete, una volta arrivati nel mio santuario, dovete essere coscienti che verrà svelata ogni verità nascosta, quindi spero per voi che vi siate detti tutto-
-Non proprio, senza contare che non ci avevano avvertito di questa piccola condizione- la sua attenzione viene catturata da Albus, che comincia a sudare freddo. Lui, forse, ha più scheletri nell'armadio di tutti noi messi insieme.
-Albus StCloud. La tua perfezione sfiorava quasi l'irritante, fino a quando non ti sei macchiato della colpa peggiore per un angelo: uccidere il proprio protetto-
-Il piccolo Louis stava male e i suoi genitori se ne fregavano, l'ho ripetuto un migliaio di volte-
-Poi c'è stato quel piccolo incidente con la soluzione argentea che ha portato alla tua presunta morte. Eri destinato ad essere il migliore, e sei caduto dal piedistallo- il ragazzo assottiglia le labbra. Per la prima volta realizzo quanto Albus abbia incasinato la sua vita in questi anni, sconvolgendo le carte in tavola come un uragano, e mi domando, ancora, se avessimo potuto fare qualcosa per impedirlo. Ma, d'altronde, fino ad un anno fa, io non sapevo nemmeno avesse ucciso il piccolo Louis.
-Daisy Blossom- passa al prossimo, la situazione sta diventando inquietante. –Non hai ancora capito in che modo funzionino i tuoi poteri, per questo continui a creare situazioni imbarazzanti per tutta la stirpe da cui discendi. Sei promettente, hai studiato, ma non hai proprio idea di dove mettere le mani. E nonostante siano passati quasi due anni, hai ancora il cuore spezzato da Seth Carlson-
-Non riesco a capire l'utilità di questo discorso- alza una mano verso Daniel per invitarlo a fare silenzio, mentre si dirige verso la prossima vittima.
-Ed ecco qua colui che, per ben due volte, è riuscito a mettere in difficoltà l'intero gruppo- spalanca le braccia in direzione del ragazzo che, tuttavia, ostenta fiero questo suo riconoscimento. D'altronde è sempre stato questo il suo obiettivo, non lo ha mai nascosto. –Seth Carlson. A differenza di tutti loro, tu non discendi da una stirpe di lupi mannari, ma sei stato morso da uno di essi quando avevi solo sei anni. E' stata una delle amanti di tuo padre, vero? Una sorta di vendetta perché l'aveva lasciata nonostante fosse incinta del suo bambino- gli occhi del diretto interessato brillano per un secondo. In quel preciso momento realizzo che, di lui, non sappiamo proprio niente, se non quelle piccole cose che ci ha riferito Daisy quando ancora stavano insieme. Ci siamo sempre concentrati sul fatto che ci avesse messo i bastoni tra le ruote, ma non ci siamo mai chiesti per quale motivo lo avesse fatto. –Nella tua vecchia scuola, il branco non ti aveva accettato perché non eri un purosangue così, non appena sei arrivato a New Orleans e hai notato la quantità di esseri immortali che erano presenti in città, hai ben pensato che avresti formato il tuo personalissimo branco, formato dai più potenti tra le nuove leve. E quando Daniel ha detto di no, hai scatenato la tua ira. Hai persino raccontato di essere andato a letto con Rose, è stata una mossa avventata-
-Lui non si è mai fatto problemi ad umiliarmi, a combattermi, ed io dovevo restituirgli pan per focaccia. Per distruggere Daniel, devi estirpare il suo piccolo e prezioso fiore, è l'unica cosa di cui gli importa-
-Infatti ti ho riempito di botte per l'ennesima volta, avevi dimenticato che io conosco Rose come le mie tasche-
-Hai dubitato in realtà- esclama Farmacon. –Sei volato fino da lei per chiederle se fosse vero- Daniel sposta lo sguardo, assottigliando le labbra. –Per un attimo hai ceduto-
-Penso di aver reagito normalmente, come avrebbe fatto qualsiasi persona-
-Audrey Carter- ignora spudoratamente quello che il biondo stava sottolineando, e si dirige verso la mia amica. –Sei stata piuttosto insignificante in questi anni. Calma, tranquilla, discreto controllo dei propri poteri, fino a quando non hai scoperto un curioso interessi nei confronti delle ragazze. Non avevi mai avuto un fidanzato, vero?-
-Che senso ha tutto questo?-
-Tranquilla Rose, arriverò anche a te- io e Daniel ci lanciamo uno sguardo d'intesa. Gli equilibri che ci legano sono ancora molto precari e, un solo passo falso potrebbe far perdere tutto il duro lavoro che abbiamo fatto. –Eppure sono stupito che tu la difenda visto che, mentre tu eri impegnata a combattere contro il mondo, lei aiutava Skyler a tenerti lontano da Daniel. Come l'hai definita? Ah sì, una principessa capricciosa abituata ad ottenere tutto ciò che voleva solo per la storia del padre-mi limito a tenere lo sguardo fisso verso il vuoto. Lo scorso anno è stato davvero un casino, eppure, per qualche strano e assurdo motivo, ho imparato a rimanere di ghiaccio davanti a certe cose, ad evitare che mi scalfiscano (anche se poi, in privato, mi distruggevo le braccia).
-E' vero?- mi limito a domandare. Voglio sentirmelo dire in faccia.
-Mi dispiace Rose, è stato un periodo...particolare-
-E ti dirò di più! E' stata lei a dirle della tua festa di compleanno, nonostante sapesse ciò che ti aveva fatto. Dovevi essere davvero innamorata, visto che hai anche accettato che i tuoi genitori ti ripudiassero- Audrey si morde il labbro e trattiene le lacrime come meglio può. Spero davvero che questa gogna collettiva porti a qualcosa di buono, perché sto davvero facendo fatica a trattenermi.
-Mi chiedo per quale motivo ci ritroviamo sempre in situazioni del genere-
-Tranquillo, adesso arrivo anche a te, Christopher Damien-
-Ma perché non mi sto mai zitto- il ragazzo rotea gli occhi al cielo e si passa una mano sul volto, consapevole di essersi appena buttato la zappa sui piedi.
-Sei sempre stato geloso di Albus e Daniel. Loro ottenevano tutto quello che volevano, avevano più potere, più ragazze, ed angeli, non come te. Tuo padre è umano, giusto?-
-Sì- sibila, a denti stretti. –Non vedo, però, cosa c'entri con tutto questo-
-Sanno che è stato intenzionale, il fatto che Rose scoprisse di Daniel e della Miller?-
-Che cosa?- esclamiamo sia io che il diretto interessato, rivolti a pel di carota.
-Chris dimmi che non è vero-
-Ero davvero stufo di te e di Albus e delle vostre stupide battaglie per Rose. C'eravate solo voi, senza contare che il nostro angelo perfetto si era dimenticato che io avevo una piccola cotta per Diana, mentre andava a letto con lei-
-Questo sì che è un colpo di scena!- Daisy alza il tono della voce, beccandosi le occhiatacce da parte di tutti noi.
-Tu lo sapevi?-
-E' ovvio che non lo sapesse- Chris risponde per Diana, non dandole la possibilità di spiegare il suo punto di vista. –Per lei esisteva soltanto Daniel e i modi per ferire Rose e poter arrivare, così, a lui. Ed io ero davvero stanco di essere messo in secondo piano da voi, come se non fossi alla vostra altezza. Quindi, stanco di essere offuscato, ho cercato di togliervi l'unica cosa per cui so che sareste stati male-
-Non ci siamo parlati per cinque mesi! Non potevi semplicemente affrontare la situazione come una persona matura? Era così difficile Chris?-
-E per quel che ne posso sapere, non mi risulta che tu ci abbia mai detto che ti piaceva Diana-
-Oh sì che l'ho detto, solo che entrambi avete fatto orecchie da mercante, come sempre quando si tratta di me-
-Dove vuoi arrivare?- mi intrometto nuovamente nella discussione. Il mago mi sorride sornione, i suoi piccoli occhietti brillano di un blu acceso, freddo e raccapricciante.
-Skyler Matthews. Uno dei più promettenti angeli della sua età. E' arrivata a San Francisco nell'estate del duemilatredici e, immediatamente, ha legato con Daniel, che ha aiutato ad accettare la sua natura e a controllare i propri poteri. Sembravano destinati ad essere la coppia reale del nostro mondo, se non fosse stato per quella piccola rosa tatuata sul braccio-
-Come avresti reagito, se fossi stato al mio posto?-
-Per questo hai pensato che fosse una buona soluzione dire alle tue amiche che ci aveva provato con Daniel, o sbaglio?-
-Allora sei stata tu a far partire la voce! Mi hai rovinato la vita!-
-E tu la mia, siamo pari-
-Io ho tentato il suicidio- esclamo, arrabbiata.
-E questo ti ha riportato Daniel. Mettiti in testa che, tra noi due, la vittima sono sempre stata solo io- roteo gli occhi al cielo. Tuttavia, non mi sento nelle condizioni per contraddirla, nonostante sia stata persino una di quelle che mi ha picchiato. Prima che lo allontanasse da me, Daniel, per quanto limitatamente, correva da me, se chiamavo aiuto.
-E adesso arriviamo a te, Rosebelle Greyson. Tuo padre ha sconfitto Morsein ed è diventato un eroe nel nostro mondo, insieme a tutti coloro che hanno combattuto per sconfiggere gli Psuché. Hai manifestato per la prima volta i tuoi poteri lo scorso anno e, da quel momento, hai solo voluto vendetta verso chi ti ha fatto del male. Per quanto hai desiderato che Daniel ed Albus provassero quello che hai provato tu ogni singolo momento in cui hanno giocato con i tuoi sentimenti?-
-Lo scorso anno ce l'avevo persino con mia madre per avermi nascosto la verità, non è stato un bel periodo-
-Certo, bisogna dire che sei sempre stata leale, sincera e con un ligio senso del dovere. Peccato per quella piccola crepa nell'autostima, sennò saresti stata perfetta. Eppure, per quanto possa sembrare assurdo, hai un lato oscuro che sta cercando di venire fuori sempre di più. Forse hai un potere troppo forte da gestire, dopotutto hai persino evocato un fantasma, o sbaglio?-
-Sono l'unico che è riuscito a saltare tutto questo?- domanda Mike, cercando un qualche segno di solidarietà da parte degli altri.
-Sei pressoché inutile. Ho davanti un diamante grezzo in questo momento. Credo che queste tenebre che hai dentro possano essere state create dal dissidio interiore con cui hai combattuto lo scorso anno-
-Ossia?-
-E' sbagliato volere Daniel dopo aver amato Albus e, soprattutto, dopo che è scomparso?- non rispondo perché so che è la verità. Perciò mentre cerco accuratamente di evitare lo sguardo di entrambi, prendo un respiro profondo e cerco di temporeggiare.
-Siamo venuti qui per un altro motivo-
-La bacchetta degli angeli, lo so. So anche che tua nonna ha voluto mandare voi perché non l'avrei mai ceduta a qualcuno del Consiglio, non dopo quello che hanno fatto alla mia adorata Rosalinda- i suoi occhi verdi, per un secondo, sembrano spegnersi. Saranno passati quasi due secoli, ma non credo che saranno mai abbastanza per dimenticare ciò che gli hanno fatto. –Dammi un solo buon motivo per cui io dovrei aiutarvi-
-Io non sono mia nonna, e non sono il Consiglio. Per anni l'ho visto bacchettarci quando commettevamo un errore, e non sapere dove mettere le mani quando si trattava di situazioni importanti. Hanno permesso che l'urna con le ceneri di Morsein venisse presa senza battere un ciglio però, non appena Daniel sbagliava qualcosa, lo rimproveravano come dei maestri severi- Farmacon mi guarda, non ancora convinto di ciò che gli stia dicendo. -Non lavoriamo per il Consiglio. Se siamo qui oggi, è perché la nostra vita di tutti i giorni sta rischiando di essere messa in pericolo per gli errori degli altri. Quindi, se noi possiamo fare qualcosa, se possiamo porre rimedio a ciò che loro hanno combinato, perché rimanere fermi a guardare?-
-So cosa vuol dire amare qualcuno che loro non approvano- la voce di Daniel riecheggia per le pareti di quel posto, forte e sicura come lo è sempre stata. –Quando ero al primo anno, mi sono innamorato di una vampira e, sin dall'inizio, mi hanno messo i bastoni tra le ruote. A volte penso che, se loro non fossero intervenuti così tanto, lei sarebbe ancora qui con me, non sarebbe scappata- mi mordo il labbro. Sentir parlare in questo modo il proprio ragazzo, dopo ciò che è successo negli anni passati, è un colpo al cuore fortissimo o, almeno, a ciò che ne rimane. Eppure continuo a rimanere nella solita posizione. Schiena dritta, testa alta, come se potessi davvero reggere altri colpi.
-Credevo che non fosse lei il tuo grande amore-
-Non sappiamo come sarebbe andata a finire, se lei fosse rimasta. Amavo Rebecca alla follia, avrei fatto di tutto per lei-
-Ti riporteremo la bacchetta, comunque, giusto il tempo di sistemare le cose- cerco di sviare il discorso su qualcos'altro, su qualcos'altro che non mi provochi così tanto dolore. –Hai la mia parola- l'uomo mi guarda insospettito, non convinto da ciò che gli sto dicendo.
-E' stata forgiata da polvere di ali d'angelo, irrobustita dalle sue lacrime e contenente una piuma di fenice. Può essere maneggiata non solo da un mago, ma da qualsiasi creatura abbastanza forte da poterla possedere e credo che, quell'individuo sia qui al mio cospetto. La bacchetta non tornerà mai nelle mie mani, perché troverà ben presto il suo nuovo padrone- Daniel. Sta sicuramente parlando di lui. E' il più forte tra di noi, l'unico in grado di poter gestire una forza più grande di lui. Per due anni ha dovuto convivere con due nature totalmente opposte, riuscendo a destreggiarsi con maestria per non dover cedere alla sete di sangue. E' lui il prescelto, non ci sono dubbi. –Tra di voi c'è qualcuno che il Consiglio deve temere, il degno avversario di Morsein, che mi venga un colpo, come ho fatto a non accorgermene prima?-
-Okay, ma chi di noi?- Skyler fa qualche passo avanti fino ad affiancare Daniel.
-Questo non lo so. Tutti i vostri poteri, in questo momento, formano un turbinio confuso tra cui, però, uno spicca in particolare. Non se ne vedeva di tanto potenti da un bel po' di tempo-
-Davvero rassicurante- mormoro. Non dico ad alta voce quel che sto pensando, meglio che ognuno di loro pensi di essere lui il prescelto, eviterà le discussioni.
-Comunque, visto le circostanze inconsuete...- schiocca le dita. Una nuvola bianca esce dalle sue mani e, quando scompare, notiamo un'anonima bacchetta di legno, come quelle di Harry Potter. –Cambia forma e colore in base a chi la possiede- ce la porge, ma nessuno di noi si avvicina per prenderla. –Allora? Chi sente un forte legame con essa?- ci guardiamo, senza ottenere risposta. –Questo è molto confortante devo dire-
-La prendo io- nel momento in cui l'afferro, però, prendo la scossa. –Auh!-
-Abbiamo capito che non si tratta di Rose- Skyler sghignazza divertita, mentre io metto quell'arnese nella tasca posteriore dei pantaloni. –Spero che il vero proprietario di quella cosa venga fuori, non mi sento sicura, sapendo che ti hanno affidato la bacchetta più potente del mondo-
-Fossi in te mi guarderei le spalle, non si sa mai mi passasse per la mente di vendicarmi dello scorso anno-
-Dovresti solo provarci, ti brucerei come un piccolo e insignificante insetto al sole-
-Okay- Daniel si mette in mezzo, riservando ad entrambe un'occhiataccia di disprezzo. Ha ragione, sto lasciando che la parte più buia di me, quella che ha iniziato a vedere la luce più dodici mesi fa, prenda il sopravvento. –Ti ringrazio Farmacon, sei stato molto gentile, nonostante tu abbia esposto molti dei nostri segreti-
-Devo sapere chi mi trovo davanti- sorride sornione ed apre un varco dietro le nostre spalle. –Ma ora dovreste andare. Tutta questa energia mi sta facendo venire mal di testa- si massaggia le meningi mentre ci incita a lasciare quel posto. Questo tizio è davvero strano. –E non ti preoccupare per la tua Rebecca, è più vicino di quel che pensi-
-Manca solo lei in un momento del genere- borbotto. Sono la prima ad uscire da quel posto, e a respirare a pieni polmoni l'aria di Kensington Park.
-Sono davvero contento che certe cose della mia vita siano venute fuori, non c'è che dire- Seth si avvicina verso di me, ringhiando arrabbiato. –E' tutta colpa tua, solo colpa tua-
-Ehi, lasciala stare- Daniel lo afferra per il bavero della maglietta e lo trascina lontano da me. –Non è stata una sua idea-
-Hai notato che, ogni volta che c'è di mezzo lei, succede sempre qualcosa?-
-Non te lo ripeterò una seconda volta, lasciala stare. Abbiamo la bacchetta, adesso dobbiamo solo preoccuparci di ritornare a casa sani e salvi-
-La pioggia di meteoriti- mormoro, con gli occhi puntati verso il cielo. La tasca posteriore dei miei jeans inizia a bruciare così, per non scottarmi, prendo la bacchetta tra le mani. A quel contatto, essa cambia forma, colorando l'asta di azzurro e la base di nero, da cui parte un ramo che l'avvolge interamente e che termina con una rosa. –Questo è strano-
-Che è successo?-
-Niente- mi affretto a rispondere a Daniel e a riporre l'oggetto con cura nello stesso posto in cui era prima. –Meglio tornare in albergo, prima che la situazione ci sfugga di mano-
-Troppo tardi- Seth si piega in due e cade sulle ginocchia, urlando per il dolore. –Sto per trasformarmi e non ho il controllo della situazione. Se fossi in voi, scapperei- le sue orecchie diventano appunta, il suo volto viene circondato da una leggera peluria e, dalla sua bocca, escono i canini appuntiti.
-Ho letto che un lupo mannaro fuori controllo arriverebbe ad attaccare anche la persona che ama-
-E sui tuoi cari libri non c'è scritto cosa fare in questi casi?- sputa acida Skyler, mentre Seth si rialza e ci guarda con occhi famelici.
-Correreeeeee!- urlo ed inizio a scappare il più veloce possibile. Improvvisamente, però, i miei piedi non toccano più il terreno, ed io tiro un sospiro di sollievo, sapendo che Daniel mi ha presa tra le sue braccia e mi ha portata su nel cielo. –In teoria non dovremmo lasciarlo in questo stato, potrebbe far del male a qualcuno-
-Prima metto al sicuro te, poi mi occupo di Remus Lupin fuori controllo-
-Okay, devi seriamente smetterla di dare soprannomi a chiunque-
-Se, dopo tutti questi anni, non hai capito che uso il sarcasmo quando sono in difficoltà, allora mi chiedo perché stiamo ancora insieme-
-Sto iniziando a domandarmelo pure io. Dopotutto, Rebecca è stato il tuo grande amore no? Non ci sarebbe stato un 'noi', se lei fosse rimasta qui, se il Consiglio ti avesse lasciato in pace-
-Rose mi stai davvero facendo un discorso del genere?- atterriamo quasi subito nella mia camera all'hotel. Daniel ritira le ali, ma non sembra affatto contento.
-Le cose che hai detto prima mi hanno ferito-
-Mi rifiuto di credere che una persona intelligente come te non abbia capito ciò che stavo facendo- sbatto un paio di volte le palpebre. Daniel si gira di spalle, e prende la ringhiera con entrambe le mani. –Gli ho detto quelle cose soltanto per farci dare la bacchetta. Aveva bisogno di qualcuno che lo capisse, qualcuno su cui riflettersi, ed ho sfruttato la situazione di Rebecca, semplice- le sue iridi sono di un viola accesso, ed è davvero arrabbiato, come forse poche volte in vita sua. –Il problema è che, quando la si nomina, tu stacchi il cervello e pensi solo ad essere un Terminator. Lo fai con qualsiasi ragazza mi si avvicini. Credi che tutto il mondo voglia stare con me-
-Ho i miei buoni motivi, se non ti dispiace-
-Sono davvero stanco di questa storia- rimaniamo a guardarci, senza che l'altro dica ciò che sta pensando davvero. –Se non riesci a superare il mio passato, se non riesci a smettere di odiarmi per averti ferita, allora non dovremmo stare insieme- non aspetta che io risponda, semplicemente mi passa accanto, sfiorandomi la spalla. E tutti gli anni che abbiamo trascorso insieme, inevitabilmente, ricompaiono davanti ai miei occhi, veloci e dolorosi, come lo sono sempre stati.
-Non voglio perderti- trovo il coraggio di dire, voltandomi verso di lui. –Non ho intenzione di perderti. Che cosa credevi, che sarebbe stato facile, con tutto quello che abbiamo alle spalle? Che sarebbe stata una passeggiata? Quando mai una cosa, nella nostra vita, è andata come volevamo? Sei davvero così codardo da gettare la spugna tanto facilmente?-
-Sai benissimo che non è vero- Daniel si gira e si avvicina di nuovo a me. –Io ti amo, e farei di tutto per far funzionare questa relazione-
-E allora fallo, invece di nasconderti dietro al mio caratteraccio. E' vero, sto sempre sull'attenti, ma questo perché ancora, dentro di me, sono la quattordicenne che è arrivata da San Francisco e che sa di non avere niente di speciale-
-E secondo te, se fosse davvero così, avrei mandato più volte la mia vita all'aria? Quando hai tentato il suicidio, ho passato un'intera giornata a piangere e ad incolparmi per ciò che ti fosse successo, perché sapevo che, se ti fossi rimasto vicino, avrei potuto evitarlo. Quindi non venirmi a dire che sono io quello che non vuole combattere- faccio un ulteriore passo verso di lui, in modo che i nostri nasi si sfiorino.
-Dimostralo Manson. Gettare la spugna adesso sarebbe un po' troppo facile, o sbaglio?- un sorrisetto sghembo, una risatina, gli occhi di nuovo azzurri.
-Non posso davvero credere di essermi lasciato fregare così-
Sbaaaaam!
tutti i segreti sono esposti, e questo porterà davvero tanti problemi.
e niente, la prima settimana di università è finita, mi hanno cancellato una lezione, e sono davvero stanca.
vi invito (come sempre) a passare anche delle altre mie due storie, sembra che non piacciono tantissimo.
ora mi dileguo,
un bacio
rose xx
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