There's no ever after

-Era da tanto che volevo tornare. Da quando avete lasciato San Francisco, per me è diventato più difficile potervi rintracciare. Ho dovuto aspettare oggi per poter venire da voi, e per mettervi a vostro agio, ho cercato di assumere la forma che avrei avuto se non fossi morto-

-Okay, sto per svenire di nuovo-

-No no no- Daniel sorregge mia madre, cercando di farle vento con la mano. –Coraggio Isebelle, ce la puoi fare-

-Mi hai lasciato con un bel po' di interrogativi papà- il mio corpo è incapace di muoversi anche solo di un millimetro, assumendo la consistenza di un pezzo di legno.

-Lo so tesoro, e mi dispiace ma, con ciò che era successo in passato, ho preferito tenerti lontano dal mio mondo. Per anni gli Psuché e lo stesso Morsein hanno cercato di carpire il mio potere, la mia natura di ibrido per loro era qualcosa di eccezionale, e pensa che cosa avrebbero potuto fare con te, che sei per metà mortale. In questo momento, che sei riuscita persino a far venir fuori la tua natura, sei l'essere più fragile del nostro mondo-

-Ops, non abbiamo fatto un buon lavoro allora- la mia migliore amica si morde il labbro, rendendosi conto di aver fatto tutto fuorché tenermi al sicuro.

-No Daisy, avete fatto proprio un lavoro da cani-

-Un attimo, lei mi conosce?- riduce le palpebre a due fessure, confusa dall'intera situazione.

-Daisy, Audrey, Albus, Chris, Mike, Seth, Skyler e Daniel- l'ultimo chiude gli occhi per un attimo, con l'espressione di chi sta per prepararsi alla bufera. –Anche se non sono potuto essere qui fisicamente, ho osservato ogni cosa in questi anni-

-Quando dice ogni cosa, intende proprio tutto?-

-Tutto tutto Daniel-

-Sono fottuto- sibila il ragazzo, passandosi una mano sul volto. –Sono davvero fottuto-

-Quindi è vero, io ho i tuoi poteri-

-Sì, li ho trasferiti a te prima di morire. Quando hai compiuto quattordici anni, però, la tua aura magica ha iniziato a funzionare, e sei diventata facilmente rintracciabile. Per questo sono comparso in sogno a tua madre e le ho suggerito di trasferirsi a New Orleans. La città era più piccola e sapevo che c'era stato un alto tasso di natalità di esseri immortali durante il tuo anno di nascita, il Consiglio ti avrebbe affidato a loro. Non avevo messo in conto che l'età e gli ormoni avrebbero potuto rendere le cose più complicate-

-Noi faremmo davvero meglio a svignarcela- Daniel si china indietro verso Albus. Non riesce a stare fermo, deve per forza muovere qualche parte del suo corpo.

-Avete infranto davvero molte regole in questi anni. Dico sul serio. Entrare in un Animus, mettersi in contatto con i fantasmi, fare guerra ai lupi, andare dai Guardiani...cosa diamine vi passava per la testa?-

-La maggior parte delle volte nulla, questo glielo posso assicurare- tutti ci voltiamo verso Chris, intimandogli di non dare fiato alla bocca. –Che c'è? Almeno sono l'unico tra tutti i ragazzi che non l'ha ferita-

-Christopher- Daniel schiocca le dita e il rosso cade per terra, con un sonoro tonfo. –Sta' zitto, ti prego-

-Non avete una festa tra un po', comunque?- si gira per guardare l'orologio. Sembra così reale, come se non se ne fosse mai andato. –Va' a prepararti. Sarò qui quando ritornerai. Rimarrò fino a quando non ti avrò spiegato un po' di cosette. Ma, almeno questa sera, divertitevi, prima di dover ritornare nel mondo reale-

Daniel

-Il padre di Rose che è ritornato dall'oltre tomba ti ha fatto davvero un certo effetto- butto giù il secondo bicchiere di birra constatando come, negli anni, il mio livello di sopportazione del tasso alcolico sia aumentato notevolmente.

-Non so come comportarmi Al. Voglio dire, devo presentarmi? E se in tutti questi anni ha davvero visto ogni cosa, mi ucciderà non appena ne avrà l'occasione-

-In effetti nessuno dei due è stato uno stinco di santo- Chris mette in bocca una quantità spropositata di popcorn, masticando con la bocca aperta. –Ma ehi, se vi può consolare, credo che Seth sia il primo nella lista di persone da uccidere dal padre di Rose, non vi preoccupate-

-Si chiama Ron, comunque. Ron e Isebelle uguale Rosebelle, dopo tutti anni dovreste saperlo- la ragazza entra in cucina, già arrabbiata, già turbata per qualcosa che io ignoro, ma seguita a ruota da Audrey. –Ho lasciato Daisy con Seth a chiarire finalmente la loro situazione, e ho paura che possa far esplodere qualcosa- si aggrappa agli stipiti, solleva una gamba e guarda fuori, prima di chiudere la porta e di afferrare la bottiglia di tequila. –Questo è l'Halloween più strano di sempre, e ne abbiamo avuti di molto movimentati- riempie un bicchiere di birra con l'alcolico e lo tracanna in un colpo solo, stringendo le palpebre subito dopo.

-Vorrei evitarti di mandarti agli alcolisti anonimi- la raggiungo e le tolgo tutto dalle mani. Lei scrolla le spalle, e si appoggia al bancone della cucina.

-Sapevate che i miei genitori si sono cosciuti al penultimo anno di college e che, da quel momento, non si sono lasciati più? Sono stati insieme per undici anni, prima che lo uccidessero, contro nonna Cece, soprattutto. Non poteva sopportare che il suo adorato figlio sposasse una comune mortale, non dopo che aveva salvato tutte le creature magiche- dà un leggero colpo al tavolo. Io, Chris ed Albus ci guardiamo per un attimo. Non è ubriaca, non è arrabbiata. E' sotto shock per aver rivisto il fantasma di suo padre dopo quindici anni. –L'ho obbligato a raccontarmi un paio di cosette prima di uscire. Non potevo sopportare di passare ancora delle ore senza sapere la verità, e poi domani siamo a pranzo dai tuoi nonni, quindi dovrò sopportare la Miller e te con gli occhi perennemente viola-

-Rose, se devi piangere, fallo. Siamo tuoi amici, e nessuno di noi ti giudicherà per questo-

-E perché dovrei farlo Albus? Perché mio padre ha deciso di ricomparire solo adesso, quando dobbiamo salvare in mondo, invece di farlo nel momento in cui ho deciso di togliermi la vita?- nessuno di noi tre fiata, non sapendo bene che parole usare o che tasti toccare. –Ed io ho appena fatto la figura della pazza isterica ancora una volta. Devo uscire, mi manca l'aria- gesticola, e la porta della cucina si spalanca immediatamente. –Ah, sono tornati, che bello-

-Dovresti seguirla-

-Lo so- piego leggermente la testa di lato. Esco dalla cucina e la trovo tra la folla. La raggiungo e la stringo tra le mie braccia, facendo in modo che la sua schiena aderisca con il mio petto, prima di teletrasportarmi nel giardino di inverno di casa mia.

-Ma che cavolo fai? Credi che io sia la tua bambolina? Che puoi prendermi e spostarmi a tuo piacimento?- inizia a tirarmi pugni sul petto. Indietreggio, cercando di calmarla senza farle del male. –Sono la vostra pedina, non fate altro che comandarmi come meglio credete-

-Okay adesso smettila- afferro le sue braccia e la scuoto leggermente. I suoi occhi, per un attimo, sembrano dimenticarsi chi si sta trovando davanti. –Smettila Rose, sono io, sono Daniel- sospira, e abbassa il capo. –Che ti è successo?-

-E' tornato ed io...- scuote la testa. Stringe le palpebre e mi abbraccia. –Pensavo di essere più forte Daniel, più forte di questo, ma non è così. Ho sempre desiderato rivedere mio padre, però speravo che non tornasse soltanto per dirmi di trovare quella stupida bacchetta-

-Non credo che sia ritornato solo per questo. Sai, quando le anime dei morti o dei fantasmi decidono di manifestarsi sotto i nostri occhi, devono impiegare un gran quantità di energia che, come tu ben sai, puoi essere facilmente captata. Io penso che lui non si sia mostrato prima davanti ai tuoi occhi per paura di metterti in pericolo, e per concedere a tua madre una seconda possibilità per essere felice, lontana da tutte le convenzioni e gli obblighi che il nostro mondo le attribuisce. E fidati, è la più grande prova d'amore che potesse regalarvi-

-Secondo te è davvero così?- alzo lo sguardo verso di me. Le sue guance sono rosse per il pianto, i suoi occhi ancora umidi.

-Ti ho mai mentito?-

-Sì, un'infinità di volte-

-Credo che tu abbia ragione, non era la domanda più adatta da fare- le passo una mano tra i capelli rossi e arancioni, mentre nasconde il suo viso contro il mio petto.

L'ultima volta che l'avevo vista tanto debole, è stato quando ha tentato il suicidio. –Adesso me lo fai un sorriso? Non ce la faccio più a vederti in questo stato- ridacchia appena, ma mi basta per sentirmi meglio.

-Mi dispiace di aver fatto quella scenata prima, ci sono stati un po' troppi avvenimenti per i miei gusti oggi-

-Tranquilla, avrei dato anche io di matto, però c'era bisogno che uno dei due facesse il cavaliere dalla lucente armatura, e in questo caso ero io-

-Sei un idiota- mi pizzica il fianco, per poi scoppiare a ridere sonoramente. –Ma sei venuto subito a prendermi, e questa è una cosa dolcissima-

-Sono il tuo ragazzo Rose, quando te lo farai entrare in quella testolina bacata che ti ritrovi?- premo l'indico contro la sua fronte, e lei sorride. –Credi che tuo padre voglia uccidere me ed Albus?-

-Che cosa?-

-Ma sì- mi stacco da lei ed inizio a camminare avanti e indietro per la terrazza. –Per via di quello che ti abbiamo fatto in passato, siamo stati davvero stronzi con te-

-Beh su questo non ci piove. Però sta' tranquillo, non penso che avrà tempo di perseguitarvi. Tra due giorni svanirà, e tutto tornerà come prima. Tranne per il fatto che dobbiamo trovare una bacchetta praticamente mitologica-

-Dicono che solo i grandi maghi siano in grado di maneggiarla-

-Nemmeno mio padre è riuscito a trovarla, mi chiedo cosa possiamo fare noi, che non riusciamo a portare a termine una missione senza incasinare tutto-

-Oh quanto siete carini- io e Rose ci voltiamo contemporaneamente, notando Marcus risalire dal basso, con le sue scarne ali nere che lo sorreggono. –Sorpresa, pensavate di avermi eliminato del tutto?-

-Pensavo di averti grigliato per bene, se devo essere sincera-

-Invece no. Hai ucciso molti dei miei compagni, questo te lo devo concedere, ma non me, ho la pellaccia più dura di quel che tu possa pensare-

-Che cosa vuoi?- mi intrometto io. Il mio primo istinto è quello di pararmi davanti a Rose, di farle scudo col mio corpo, anche se so che è in grado di proteggersi da sola.

-Restituirvi il favore- i suoi occhi si anneriscono e, in un attimo, siamo circondati dal fuoco.

Dal piano inferiore provengono urla disperate, mentre osservo casa mia che viene avvolta tra le fiamme. –Benvenuti all'inferno, godetevi il panorama- il ragazzo scompare, con la sua risata che riecheggia in lontananza.

-E adesso che facciamo?-

-Porta tutti via. Daisy dovrebbe conoscere un incantesimo di teletrasporto collettivo, basterà che faccia ricomparire tutti nel giardino di casa tua. Non appena io sarò ritornata, cancelleremo la memoria a tutti, e la festa potrà andare avanti-

-Aspetta, cosa vuol dire 'non appena io sarò ritornata'? Che hai intenzione di fare Rose?- la ragazza prende un respiro profondo e allunga una mano verso il fuoco. Inaspettatamente, le fiamme sembrano riconoscerla, e seguire i suoi comandi. –No, non te lo lascerò fare, è troppo pericoloso- si slancia verso di me e mi bacia, come se lo stesse facendo per l'ultima volta.

-Ho giocato con il fuoco per tutta l'estate, fidati di me, posso domare l'intero incendio, ma non posso correre il rischio che qualcuno ci lasci le penne, quindi ora va', su-

-Io rimango con te-

-No Daniel- mi spinge, risoluta. –Ho questa, ricordi? Mi proteggerà da tutto e da tutti- prende in mano il ciondolo della collana, mentre sento il mio cuore farsi sempre più pesante. –Fidati di me, so quel che faccio-

Rose

Mi ritrovo circondata dalle fiamme, con l'aria che, ogni minuto che passa, diventa sempre più irrespirabile.

Daniel e gli altri sono appena usciti dalla casa quindi, se voglio agire, devo farlo adesso.

-Okay Rose, concentrati- socchiudo le palpebre e tendo le mani verso l'esterno.

Una strana forza mi solleva a pochi centimetri da terra, mentre sento il calore del fuoco entrarmi fin dentro le vene.

Non mi sono mai esercitata su un incendio di tale portata, ma non posso rimanere ferma mentre qualcuno rimane ferito o ucciso.

Il mio corpo comincia a dolere sempre di più, non riuscendo a sopportare tutto questo. Gli allenamenti con nonna Cece hanno scandito ogni giorno della mia estate ma, per quanto i miei poteri possano essere forti, non possono sopperire al fatto che, per sedici anni, sono stati completamente assenti. Non si sono ancora del tutto sviluppati, e non so fino a quanto posso resistere.

Caccio un urlo disumano, stanca, stremata, prima di cadere al suolo, sentendo le mie ossa rompersi in alcuni punti.

Il fuoco è stato domato, e la casa, grazie ai miei poteri, sta ritornando come prima, senza che il fuoco l'abbia intaccata.

Sospiro, e chiudo gli occhi, sentendomi sollevata per essere riuscita a salvare la situazione da sola.

Rose Greyson non è più la damigella in pericolo, e lo ha appena dimostrato.
🎁🎁🎁

-La mia testa- alzo il busto e porto una mano sulla fronte. Daniel è di fronte a me, un po' triste, un po' sollevato. –Siamo a casa tua?-

-Dovresti conoscere la mia camera a memoria, ormai- mi sposta i capelli dal viso ed io tiro un sospiro di sollievo, portando le gambe al petto. –Ci hai salvato tutti Rose, sei stata una grande-

-Credo di aver premuto un po' troppo sull'acceleratore questa volta- osservo la parte interna delle mie braccia, notando come le mie vene si siano scurite, creando un netto contrasto con la pelle candida. –Non ho la dimestichezza che avete voi dopo anni a fare incantesimi e a stravolgere la realtà. E poi, sono entrata in contatto con una magia proibita. Ogni cosa che gli Psuché compiono è contro la legge, ed io ho davvero scherzato col fuoco questa notte-

-Ecco, non farlo mai più, ti prego- Daniel afferra le mie mani e le bacia, prima di stringerle tra le sue. -Ho rischiato di morire oggi. Quando il fuoco si è placato e tu non sei tornata...dio, mi è passata tutta la vita davanti, ho temuto di averti perso di nuovo-

-Ho la pellaccia dura, ci vuole ben altro per mettermi fuori gioco-

-Non tentiamo la sorte, okay?- si avvicina e mi lascia un bacio sulla fronte.

Si alza dal letto e si dirige in bagno, mentre si libera dei vestiti.

-Chi mi ha cambiato?-

-Daisy. Mi accorgo che, qualche volta, hai ancora paura quando ti tocco, e non sapevo che reazione avresti avuto, se lo avessi saputo- si lava i denti, rimanendo a fissarmi mentre sta appoggiato allo stipite. –Ho avuto paura Rose, una paura fottuta- sputa nel lavandino, l'acqua continua a scrosciare.

Mi alzo e lo raggiungo, avvolgendo le braccia intorno al suo bacino e poggiando la guancia contro la sua schiena.

-Ehi, di chi è lo spazzolino rosa?-

-Tuo. Ho pensato di prendertene uno per quando dormi qui, così non devi sempre portartelo da casa-

-Sai che questo è uno dei passi che si fa quando si sta per andare a vivere insieme?-

-So anche che non è normale che a due adolescenti venga concesso di passare la notte insieme l'uno a casa dell'altro, eppure i nostri genitori lo hanno sempre permesso-

-Perché ci hanno scoperto e non ce lo hanno più vietato, complice il fatto che, spesso e volentieri, ci fosse una causa sovrannaturale in mezzo-

-Questo è vero-

-Comunque è stato un gesto super carino, mi stai stupendo ogni giorno sempre di più- afferro lo spazzolino e gli rubo il dentifricio dalle mani. Daniel non dice niente, ma si limita a darmi un leggero colpo col fianco.

-Non prendermi in giro, tu hai fatto una grigliata di Psuché dopo che mi avevano torturato per tre giorni-

-E infatti non ho risolto niente- sputo e sciacquo la testina, ritornando a spazzolarmi i denti. –Credevo di aver messo la parola fine a questa storia, invece era solo un punto e virgola-

-Non prenderti colpe che non hai Rose, non puoi sempre salvare tutto da sola. A volte dimentichi di avere solo diciassette anni e di aver combattuto battaglie più grandi di te. Ricordati di prenderti del tempo per staccare la spina-

-Guarda che lo faccio- finisco di lavarmi i denti e ripongo lo spazzolino al suo posto. –Adesso sono qui con te-

-Sì, dopo aver rischiato di diventare uno spiedo di braciole-

-E le metafore colorite continuano-

-Sono serio Rose- le iridi diventano viola, mentre incrocia le braccia al petto.

-Lo so, hai cambiato colore degli occhi- scuote la testa, scocciato, premendo le dita sulle palpebre. –Ehi, rilassati- tocco il suo braccio e lo sposto, prendendo la sua mano con la mia.

-Dopo il tuo suicidio mi avevi promesso che ti saresti tenuta il più lontano possibile dai guai-

-E l'ho fatto, per cinque lunghi mesi, ed ora mia nonna ci ha sganciato questa bomba, che cosa dovrei fare?-

-Restare al sicuro, e lasciare che mi occupi io della faccenda-

-Sai che non posso-

-Sì sì, sei cocciuta, e testarda. Quando ti metti in testa qualcosa è impossibile farti cambiare idea-

-E' uno dei miei tanti difetti- mi supera e si getta sul letto. –Ho appena realizzato che la Miller partirà con noi in gita, sarà una settimana parecchio interessante-

-Ah non dirlo a me. Ma, in compenso, domani ci siamo scappottati per l'ennesima volta il pranzo in famiglia-

-Ormai sono convinta che non lo faremo più-

-Magari- mi sdraio accanto a lui, poggiando la testa sul suo petto. –Conosci bene da sola la storia della pecora nera della famiglia Manson, non c'è bisogno di specificarlo ulteriormente-

-La so a memoria, visto che sono stata tanto stupida da innamorarmi della suddetta pecora nera- passo una mano tra i suoi capelli biondi, osservando come le sue labbra si curvino in un sorriso. –E non potranno dire o fare niente che ti mostrino diverso ai miei occhi-

-Ti amo Rose, dico sul serio. Non ho idea di come io abbia potuto fare tutto questo tempo senza di te-

-In effetti me lo chiedo anch'io. Cosa ne sarebbe della tua vita, se io non ci fossi?-

-Probabilmente sarei finito in qualche posto losco, a strisciare per un po' di sangue, totalmente in balia della mia parte da vampiro-

-Una visione decisamente apocalittica- avvolge un braccio intorno ai miei fianchi, e mi schiocca un bacio sulla fronte.

-Quando sei andata a San Francisco è stato più o meno così. Io ed Albus abbiamo dato il peggio di noi, solo che, non appena sei tornata, io ho recuperato un po' di senso, mentre lui ha continuato ad autodistruggersi-

-A volte mi chiedo se non avessi potuto evitarlo. Se mi fossi concentrata di più su di lui, se non avessi pensato che era troppo perfetto per poter sbagliare, forse molte cose sarebbero state diverse. Probabilmente mi sentirò in colpa per tutta la vita-

-Non hai fatto niente di male Rose. Non puoi sempre salvare tutti, ognuno di noi deve anche prendersi un minimo di responsabilità. Anche io ho realizzato che il tuo malessere dello scorso anno, in parte, è stato pure colpa mia. Mi hai chiesto aiuto ed io ti ho lasciato sola senza pensarci due volte, e questo non me lo perdonerò mai. Ricordo quanto ho pianto quella notte, sperando che tu ti risvegliassi-

-E poi non mi hai più lasciata. Sai, qualche volta, quando ero ancora in cura, pensavo che mi fossi rimasto accanto solo per senso di colpa. Ritenevo che, se fosse successo niente di tutto quello, tu non saresti mai tornato da me-

-Invece lo avrei fatto. In questi anni, in un modo o nell'altro, ho trovato la via per ritornare da te. Dovevo solo aggiustare il navigatore-

-Come farei senza di te e le tue fantasiose metafore?- scoppia a ridere sonoramente, salvo poi fermarsi non appena sentiamo la porta d'ingresso sbattere. –Sono rientrati?-

-Sì, e spero che non capti la traccia che ha lasciato il tuo incantesimo, o dovremmo fornirli più spiegazioni di quante vorrei-

-Non vorrei essere pessimista, ma ho assorbito un incendio che aveva preso tutta la casa, e siamo a Halloween, è quotato mille che riuscirà a sentirne la presenza-

-Bene, preparati al terzo grado domani mattina, non avremo un bel risveglio-

-Spero che il mio di padre sia ancora lì quando ritorno, ho così tante cose che voglio chiedergli-

-Era proprio questo che ho sempre temuto. Quando la prima volta mi hai chiesto se potessi metterti in contatto con lui, sapevo che, prima o poi, saremmo arrivati a questo punto. Non volevo che tu soffrissi, ed è proprio ciò che sta succedendo adesso-

-Lo sto perdendo per la seconda volta, e fa davvero schifo- sbatto le palpebre, lasciando che qualche lacrima mi righi il volto. Spero che Daniel non se ne accorga, o mi vedrebbe di nuovo debole come prima.

-Ehi, non piangere, andrà tutto bene- non dico niente, e mi limito a stringermi al suo petto, sperando che il sonno mi colga presto e che, almeno per un paio di ore, possa evitare di pensare a tutto ciò che mi circonda. –Mi dispiace Rose, mi dispiace tantissimo, vorrei poter fare qualcosa-

-Spegni ogni cosa. Aiutami a spegnere i miei sentimenti, voglio riuscire a non provare niente per almeno un giorno-  




Sbaaam!
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Anyway, per ora c'è un ragazzo che mi dà il tormento senza capire i due di picche, aiuto.
Ringrazio tutte coi che leggete la storia e vi invito a passare dalle mie due muove creazioni, shadows e young blood.
Un bacio e a presto
Rose xx

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