Only see myself when I'm looking up at you

-E il trentesimo è qui- un mazzo di rose compare davanti ai miei occhi, seguito da un rumoroso bacio sulla guancia. –Buon mesiversario- prendo i fiori e mi volto verso Daniel, che allarga le braccia e scoppia a ridere. Lo abbraccio, affondando il volto nel suo petto come faccio sempre, forse per sentirlo più vicino.

-Lo sai, detto da te sembra quasi una presa in giro-

-Me ne rendo conto, stavo quasi per vomitare nel farlo- alzo lo sguardo verso di lui. Si abbassa per darmi un bacio ma, come al solito, veniamo interrotti.

-Manson, Greyson, andateci piano. E Daniel, ti aspetto tra quindici minuti sul campo, sabato abbiamo la prima partita-

-Sì coach- il ragazzo continua a tenermi stretta tra le sue braccia, mentre il coach gli riserva un'ultima occhiata tra il divertito e lo scocciato. –Ho preparato tutto per questa sera-

-Sperando che non succeda niente. Ti ricordi in che mese siamo?-

-Donna di poca fede- Daniel mi passa un braccio intorno alle spalle, mentre ci incamminiamo ognuno verso le rispettive aule. –Nessuno ha accusato problemi seri quest'anno, nemmeno tu, che sei praticamente ancora una novellina e hai ancora l'autocontrollo di un cucciolo di cane che deve cercare di non fare pipì per tutta la casa-

-Fingerò di non aver sentito a cosa mi hai appena paragonato perché è il nostro primo mesiversario, ma sappi che preferivo la linea dei cigni di cristallo così fragili da aver paura persino di toccarli-

-Ciao brontolona- mi dà un rapido bacio sulle labbra e corre verso la palestra, rischiando di mettere sotto un bel po' di persone, visto che siamo nel corridoio della Marymount, e non in un campo sportivo. –Passami gli appunti, mi raccomando-

Entro nell'aula di matematica e mi siedo al mio solito posto. Nessuno dei ragazzi oggi ha lezione, sono tutti esonerati per via della partita di questo weekend. Avrei dovuto concentrarmi di più sullo sport e meno sulla cultura.

-Anche Daisy, Diana e Skyler sono giustificate per la partita, pare che saremo solo io e te- Audrey mi si siede accanto, storcendo la bocca per il disappunto. –Non è giusto che loro abbiano sempre queste agevolazioni. Quando, lo scorso anno, hai partecipato al Decathlon scolastico, non mi pare che tu abbia ricevuto lo stesso trattamento-

-Perché solo gli sfigati partecipano al Decathlon scolastico, come ogni bravo stereotipo americano che si rispetti, non provo nemmeno a combattere contro questa imposizione della società-

-Va tutto bene?-

-Sì- mi guarda con un sopracciglio alzato, sbuffo. –Cioè, non del tutto. Oggi io e Daniel festeggiamo il nostro primo mese insieme, e se lui si aspettasse...come dire, ha capito no?-

-Di andare a letto insieme? Ti conosce, sa benissimo che non sei pronta, fidati. E poi, anche se si atteggia a duro della situazione, si vede lontano un miglio che è innamorato perso di te, e che non farebbe niente per ferirti, non intenzionalmente almeno. Non l'avevo mai visto così tanto di buon umore e per un periodo tanto lungo di tempo, ed io lo conosco da quando avevamo tre anni-

-Litighiamo ancora qualche volta, ma ci stiamo lavorando-

-Beh mi stupirei del contrario, la maggior parte delle volte siete su fronti opposti-

-E' vero- sorrido. Eppure, non cambierei né Daniel né il nostro rapporto con nessun altro al mondo.

Il professore entra in aula e, dopo essersi abbondantemente lamentato del fatto che non trovi corretto che gli atleti perdano tante lezioni, scrive un paio di problemi alla lavagna e ci concede il resto dell'ora per risolverli.

-Come fai a finire sempre prima di tutti? E' irritante-

-Non lo faccio di proposito, te lo posso assicurare, ma se vuoi favorire...- allungo il quaderno nella sua direzione. La ragazza, in un primo momento, fa la sostenuta, poi lo trascina direttamente nella sua direzione ed inizia a copiare ogni cosa, quasi fosse un amanuense.

-Sai già che cosa ha in mente l'angelo più irrequieto del mondo per questa sera?-

-Non ne ho idea, è più muto di un pesce-

-Sono sicura che ti lascerà senza parole-

-E' proprio di questo che ho paura- mi fa la linguaccia. Davanti a tutti quei numeri, a quella serie di espressioni, i miei pensieri diventano più chiari e più nitidi, e fluiscono direttamente verso la bocca. –A volte mi sento strana, a stare con Daniel intendo. Per tutto questo tempo siamo stati amici, abbiamo avuto tante di quelle incomprensioni che nemmeno mi ricordo e temo che non possa funzionare-

-E' naturale avere dei pensieri del genere. Tra voi due ci sono state molte incomprensioni, e Skyler, e tutto il resto. Ma lui ti ama, e anche tu lo ami, anche se non riesci a dirglielo. Quindi devi solo calmarti, nessuno te lo porterà via, nessuno si metterà tra voi due. Le cose andranno bene, te lo assicuro, respira-

-Rebecca era praticamente perfetta, così come Skyler, se non metti in conto che erano due psicopatiche e che la prima lo ha trasformato in un vampiro-

-E tu lo sei. Non sei brutta Rose, non lo sei mai stata. E neanche grossa. Semplicemente, non sei magra come tutte le altre, è una cosa diversa-

-Vorrei riuscire a crederci anche io, risolverebbe molti dei miei problemi. Ma non ho mai avuto grande autostima, e non credo che le cose possano cambiare in un futuro prossimo-

-Abbi fede. Già è un miracolo che nessuno abbia fatto saltare in aria niente, visto che siamo ad ottobre. Ogni anno è come giocare a battaglia navale, non sai chi verrà colpito o se verrà affondato, puoi solo continuare ad andare avanti e sperare che tutto vada per il meglio-

-Aaaah non vedo l'ora che sia sta sera- scuoto velocemente la testa, ridendo. –Cosa potrà mai inventarsi Daniel Manson?-
-Non ne ho la più pallida idea onestamente, però penso che sia adorabile vederlo preoccuparsi così tanto di queste cose. Non farti troppe domande, viviti il momento e amen. Te lo meriti, soprattutto per quel che è successo lo scorso anno-
-Alle volte sembra che non sia accaduto a me, ma a qualcun altro- mormoro. –Voglio dire, sapevo che mi sarei ripresa prima o poi, solo che non pensavo...-
-Io penso che, più che altro, tu stia guarendo. E' un processo lungo, ma penso che sei sulla buona strada-

Daniel

-Manson dove hai la testa? Passa quella palla!- il coach Harrison mi urla in un orecchio, prima di fischiare violentemente. Preferivo quello che c'era prima, era meno...rozzo. –Come pensate di vincere il campionato in queste condizioni? Siete un branco di mammolette!-

-Perché vuole uccidermi proprio oggi? Ho da fare questa sera- mi chino e poggio le gambe sulle ginocchia, respirando profondamente.

-E' un mese, vero?- non riuscendo a pronunciare una singola parola, mi limito ad annuire a Chris, che mi dà una pacca sulla spalla. –Buona fortuna-

-Perché mi dici così? Me la sono sempre cavata benissimo con le ragazze-

-Non con lei. Hai sempre combinato un casino dopo l'altro, è un miracolo che ne voglia ancora sapere di te, dopo tutto quello che avete passato-

-Abbiamo avuto anche dei bei momenti, se è per questo-

-Okay, riposatevi un quarto d'ora, fate davvero schifo- non me lo faccio ripetere due volte, e mi lascio andare sulla panchina. Mi slaccio il casco e lo lancio davanti ai miei piedi, beandomi della sensazione di aria fresca sul mio volto madido di sudore.

-Noi non dovremmo stancarci, eppure stiamo morendo- Albus si getta l'acqua sul viso, per poi berne un bel sorso. –Anche tu hai un brutto aspetto, per essere uno che hanno già fatto fuori- Mike ci riserva uno sguardo carico di odio. Non gli piacciamo, non sopporta nessuno di noi. Per lui conta solo Rose, e questa cosa sta iniziando ad infastidirmi.

-Di solito vi risponderei, ma non ho abbastanza fiato per farlo-

-Devo ancora organizzare tutto per questa sera, non può ridurmi così-

-Che succede questa sera?- mi mordo il labbro. Abbasso la testa e guardo Albus. Lui china il capo e sorride. –Oh, ho capito-

-Mi dispiace se ci stai ancora male-

-E' okay, spero solo che non entrerai in competizione col mio fantasma. Sono sempre stato abbastanza romantico, spero che questo non ti creerà dei problemi-

-Credo di essermela cavata bene, non ti preoccupare- gli batto una mano sulla spalla. La competizione che si è creata è sottintesa, perché adesso le nostre due relazioni possono davvero essere messe a confronto.

-Non lo so amico. Voglio essere sincero con te, perché ci conosciamo da quando sono nati e sei come un fratello per me, ma il fatto che battibeccate in continuazione non è molto positivo. Forse avete frainteso tutto la storia del legame angelo custode-protetto per amore, magari non è destino che voi due stiate insieme- mi limito a ridere nervosamente, appoggiando le spalle alla panchina. Vorrei davvero rispondergli che no, non è affatto così, ma ho promesso che non mi sarei più accapigliato con Albus per questa storia, visto che la situazione deve trovare una stabilità, in un modo o in un altro.

Poi sento una risata, una risata che conosco abbastanza bene. Corrugo la fronte e mi alzo di scatto, ripetendomi che non può essere, che non dovrebbe essere qui.

E invece, seduta sugli spalti, Rose sorride raggiante, insieme ad Audrey, tenendo le gambe nude al petto e cercando di non far volare troppo la gonna.

-Ehi, che ci fate qui?-

-Ciao- Rose si avvicina alla ringhiera. Con un salto, mi arrampico, tenendomi ad essa. –Stai attento-

-Lo sai che non posso farmi niente-

-Ma io mi preoccupo lo stesso- le sorrido, e cerco di sollevarmi maggiormente. –Non devi spiccare il volo-

-Ho tutto sotto controllo Rose, tranquilla-

-E' ottobre, Daniel-

-R-i-l-a-s-s-a-t-i- gonfia le guance e sospira. Audrey, alle sue spalle, mi sorride. –Non hai risposto alla mia domanda, comunque-

-Holden si è unito alla lunga schiera di professori che si sono lamentati del fatto che manca metà classe, e ha deciso di darci le sue due ore libere-

-Quindi farai il tifo per il tuo ragazzo- il suo volto diventa rosso come i suoi capelli, tradendo ancora quell'imbarazzo di quando aveva quattordici anni.

-Non mi vedrai mai in gonnellina ad agitare i pom pom per te-

-Per un attimo ci avevo sperato, grazie per aver infranto i miei sogni- rotea gli occhi al cielo. E' irrequieta, lo posso sentire chiaramente. –Che succede Rose?-

-Niente di che, ho solo una brutta...-

-No!- la blocco prima che possa aggiungere altro, posando la mano sulla sua bocca. –Ogni volta che finisci questa frase, accade sempre qualcosa-

-Neanche tu mi sembri tanto tranquillo però-

-Io riesco a sentire quello che provi, tu che scusante hai?-

-Che ti conosco come le mie tasche- non mi sento nelle condizioni di contraddirla, sapendo bene che ha imparato ad amare e sopportare ogni singola parte del mio essere, anche la più odiosa. –Sputa fuori il rospo Manson-

-Credi che quello che c'è tra noi due sia vero, o sia stato solo dettato dai fatti? Dal nostro legame, dal mio essere il tuo angelo custode?-

-Risponderti a questa domanda è facilissimo. Tu mi ami, giusto?-

-Certo che ti amo-

-Ed io, anche se ho ancora problemi a dirtelo, ti ho ridato le ali. O sbaglio?- a quel punto, davanti a certe constatazioni innegabili, non posso fare altro che sorridere, e darle un bacio sulle labbra. –E' stato Albus a metterti in testa una cosa del genere?-

-Stai diventando davvero brava-

-Conosco semplicemente bene i miei polli- guarda oltre le mie spalle, probabilmente alla ricerca del diretto interessato. –Per poter funzionare, dobbiamo tenere tutti gli altri lontano. Solo così possiamo andare avanti, senza ricadere nelle vecchie abitudini

-Di solito sono io quello sicuro, tra i due-

-A volte i ruoli si possono invertire- si stringe nelle spalle, sorridendo.

-Sai che non mi piace mostrare la mia parte debole e vulnerabile, è una cosa che odio-

-Siamo solo io e te. Mi hai visto dopo che mi ero appena tagliata le vene, ed io ti sono stata accanto quando Rebecca ti ha lasciato e stavi per trasformarti. Abbiamo visto il peggio, quindi non capisco perché tu debba così tanti problemi-

-Deformazione professionale. Grazie comunque-

-Manson! La smetti di farti distrarre dalle ragazze?- roteo gli occhi al cielo per le urla del coach. Rose ridacchia, e strizza la palpebre.

-Ti giuro che lo odio-

-Va', su, corri come un agnellino nel prato-

-E' una vendetta per quel che ti ho detto prima, vero?-

-Vedi? Anche tu mi conosci molto bene-

-Ci vediamo dopo, non combinare guai nel frattempo-

-Di solito sono io che ti dico una cosa del genere- scuoto la testa e le do un rapido bacio sulle labbra. Con un balzo salto giù, e corro verso i miei compagni di squadra. Albus è di fronte a me e non è per niente contento di ciò a cui ha appena assistito. Eppure, quando loro sono ritornati insieme, io non ho detto una parola, sapendo che, per qualche strano e assurdo motivo, era giusto così.

-E' arrabbiatissimo- mormora Chris a denti stretti, senza distogliere lo sguardo dal diretto interessato. –E il coach te lo ha messo contro. Non credo che ne uscirai vivo- a questo punto, non mi resta che sorridere bonariamente, incrociando lo sguardo del mio migliore amico.

-Che i giochi abbiano inizio-

Rose

-Non solo mi hai fatto accompagnare da Chris, ma mi ha persino tenuta bendata! Devo preoccuparmi Daniel?-

-Su, quante storie- mi aiuta a compiere un altro paio di passi, prima di fermarsi definitivamente. Non so nemmeno dove siamo, dove mi abbia portato, se siamo ancora a New Orleans o da qualche altra parte, visto che, per quanto ne so, potrebbe anche aver volato. –Ho solo cercato di fare le cose per bene- la benda scivola finalmente via dai miei occhi, rivelando che il posto x altro non è che il giardino di casa di Daniel, opportunamente sistemato per l'occasione.

I numerosi alberi che lo circondano sono percorsi da scie di luci, uguali a quelle che, ogni volta, fa comparire quando qualcosa lo turba e ha bisogno di calmarsi.

E poi, proprio in mezzo, un enorme gazebo bianco, alle cui travi sono intrecciate piante rampicanti che terminano in esplosioni di fiori dai mille colori.

-Hai preparato tutto questo per me?-

-Ci ho messo un bel po', per questo sono dovuto fuggire prima quasi ogni pomeriggio. Avrei potuto usare la magia, ma non mi sembrava giusto. Dopo tutto quello che hai passato in questi anni, principalmente per colpa mia, meritavi qualcosa di speciale, qualcosa alla tua altezza, e che comprendesse tanto sudore e tanto lavoro-

-Oh mio dio Daniel- porto entrambe le mani sulla bocca, per poi scoppiare a piangere come una bambina. –Nessuno aveva fatto qualcosa di tanto bello per me-

-Sono lacrime di gioia quindi?- rido, e gli getto le braccia al collo, stringendolo forte. –E' davvero una bella sensazione-

-Sei davvero...fantastico- mi bacia. E' assurdo come, dopo così tanto tempo, io possa sentire ancora le farfalle nello stomaco. –E' tutto perfetto-

-Sono contento che ti sia piaciuto, anche perché ho cucinato io, e su questo sono abbastanza titubante-

-Aspetta, tu hai fatto cosa?- scrolla le spalle e mi sorride. Daniel Manson è cambiato sul serio, non me lo sarei mai aspettato. –Sei sicuro che non ti abbiano scambiato mentre eri a Copenaghen?-

-Divertente. Ora vieni, dai- ci dirigiamo fino al gazebo, al cui interno è stato posizionato un tavolo bianco abbellito con fiori e con le candele.

-Sei preoccupato che io possa fare il paragone con Albus-

-No, che dici-

-Non era una domanda la mia- ci sediamo l'uno accanto all'altra. Daniel abbassa lo sguardo, i capelli biondi gli ricadono sugli occhi. –Non lo farei mai, lo sai-

-Non sono una persona insicura, però...-

-Anche io ho paura del confronto con Rebecca, e la Miller, e Skyler, e tutte le migliaia di ragazze che hai avuto in questi anni-

-Non sono state poi così tante...credo. Non le ho contate- Daniel poggia le mani sul tavolo e si rialza. Rischia di incastrarsi con le luci, ed io cerco di non ridergli in faccia. –Nessuna di loro può essere paragonata a ciò che provo per te-

-Non mi dire bugie. Amavi Rebecca più di qualsiasi cosa al mondo, lo sapevamo tutti-

-E' vero. E' stata la prima ragazza che mi abbia spinto ad avere una relazione seria, senza contare che il sesso era...-

-Andiamo Daniel- piego la testa indietro, osservando tutte quelle luci su di me. –Quante volte ti ho detto di non parlarmi di queste cose? Sono facilmente impressionabile-

-Vado a prendere la cena, non ti muovere- si dilegua come un fulmine, mentre io rimango in giardino. Mi ricorda quello del Lago dei cigni, il posto incantato in cui Odette e il principe si sono incontrati e hanno danzato.

Non posso ancora credere che abbia organizzato tutto questo per me, lo stesso ragazzo che, non appena mi ha conosciuta, ha sottolineato quanto la mia presenza forse pressoché inutile. E la cosa più assurda è che, nonostante tutto, mi ama.

-Scotta, scotta, scotta, scotta- Daniel corre verso il tavolo, con un paio di presine rosa sulle mani. Fa cadere la pentola sul tavolo, e alza le braccia alla testa. Sorrido, quando noto come il sudore abbia bagnato le sue ascelle, ma decido di non dirgli niente, visto l'impegno che ha messo per organizzare tutto questo.

-Quindi hai cucinato da solo-

-Consuelo mi ha passato le ricette, però sapevo che eri sicuramente fissata con la dieta e tutto il resto, quindi ho preparato le braciole, erano sulla graticola in cucina- solleva il coperchio, rivelando gli involtini ben cotti. –Accompagnati da un tripudio di verdure trifolate-

-Sei pazzo-

-Sto facendo del mio meglio, e dico sul serio- Daniel diventa serio. Si morde il labbro, e si siede a capo tavola. –La mia prima relazione, quella con Rebecca, era disfunzionale. Io mi ero innamorato di lei, era più grande, ed esercitava un controllo su di me più grande di quel che volessi ammettere, e quando mi ha lasciato ero distrutto, sia perché mi aveva trasformato in un mostro, sia perché la amavo. Mia madre, a quel punto, non ci ha pensato due volte ad andarsene. Sono passati più di due anni, ma io ancora non l'ho superata, e non penso che lo farò mai. Ha abbandonato suo figlio senza pensarci due volte, chi lo farebbe?- non trovo una risposta a sensata alla sua domanda, e vorrei davvero essere in grado di dirgli qualcosa o, per lo meno, di alleviare il dolore sordo che, ancora, gli logora il petto. –Poi c'è stata la Miller. Non so nemmeno io perché ho iniziato una relazione del genere ma, quando tu ed Albus vi siete lasciati, ed io mi sono accorto di provare qualcosa per te, non sono riuscito a gestire tutto, ed ho perso quella che poteva essere la persona più importante di tutta la mia vita- alza lo sguardo, gli occhi sono lucidi. Sorride tristemente, mostrandosi, forse per la prima volta, senza alcuna maschera. –Mi avete abbandonato. Nessuno di voi mi parlava più e, sinceramente, è stato il periodo peggiore. Perché hai permesso una cosa del genere Rose? Volevo solo morire, neanche mio padre mi voleva accanto a sé- il mio cuore si chiude in una morsa, impedendomi di respirare. –E quando ho cercato di sistemare le cose con te, Albus è scomparso, ed io non mi sono sentito di tradirlo. Questo ha portato alla relazione con Skyler, e a buona parte del male che hai subìto. Cercando di salvare me stesso, ho sacrificato te, e non hai idea di quanto questo mi dispiaccia. Ma quando hai tentato il suicidio, una parte di me è morta con te, e mi sono ritrovato a piangere come un bambino. In quel momento ho realizzato cosa volesse dire davvero tenere ad una persona come io tengo a te. Per questo, dopo aver visto ogni mia singola relazione naufragare, a partire da quella con Albus e a finire con quella con mio padre, devo tenerti al sicuro come meglio posso, o non potrei mai perdonarmelo- sorrido. Allungo la mano verso i suoi capelli, e lascio che le mie dita si incastrino tra di essi, giocandovi come meglio credono. –Ti amo Rose-

-Andrà bene questa volta, te lo prometto. E anche con tuo padre le cose stanno migliorando, nonostante stia con...- a quel punto scuoto la testa, e mi ricordo di un piccolo dettaglio che avevo trascurato fino a questo momento. –A proposito, che fine ha fatto la coppia più bella del mondo?-

-Li ho mandati dai miei nonni per tutta la sera. Ho corrotto mio padre per tornare al mio segnale-

-Sai che ho appena realizzato di non averli mai conosciuti? Ci siamo incrociati per un attimo alla tua festa di sedici anni, e l'unica cosa che so è che tuo nonno era un pezzo grosso del Consiglio, e che è stato lui a fare in modo che mi affidassero a te-

-Wow, ti ricordi davvero ogni cosa- prende le braciole e le mette nel mio piatto, accompagnandole con le verdure. –Comunque non ti perdi davvero niente. E' stata una fortuna che il pranzo di quella domenica sia saltato, troppa pressione-

-Lo hanno spostato a dopo Halloween, te lo ricordi vero?-

-Procrastinare è il mio verbo preferito, farò in modo di farlo slittare ancora- ricade sulla sedia e mi versa l'acqua. –Mio padre ha una sorella, Kate, che ha due gemelli della mia età. Loro non hanno mai dato problemi, e la mia famiglia è talmente pomposa-

-Non sei la pecora nera, quante volte te lo devo ripetere?- scrolla le spalle e prende un boccone di carne, masticandolo un paio di volte. –E conosco Liam e Sam di sfuggita. Sono un po' inquietanti, a dir la verità-

-Sono perfetti, non può esserci competizione con loro. Sono anche migliori di Albus, ed io non lo credevo possibile-

-Smettetela di mettervi in competizione, smettetela di paragonarvi e basta! Ognuno è fatto a modo suo, basta. Ed io non voglio nessun altro a parte te- abbasso lo sguardo e la voce, quando pronuncio l'ultima frase, notando immediatamente il cambiamento di temperatura del mio viso.

-Sono passati quattro anni, riuscirai a non arrossire più o...-

-Non è carino farmelo notare sempre- brontolo, mangiucchiando la carne. Daniel ride, e poi mi porge un bloc notes abbastanza grande. –Se è quello che penso io, non ne vedevo uno dal primo anno di liceo-

-Ho smesso di disegnare da quando tu sei partita per San Francisco ed io ho iniziato a fare i conti con la mia natura da vampiro. Ho ricominciato mentre eri in ospedale e ti guardavo dormire, ho riempito tutti i fogli, anche mentre ero via. Pensavo che ti sarebbe piaciuto averli- apro il blocchetto ed inizio a sfogliare le varie pagine, ritrovando un bel po' di miei ritratti che, col passare dei giorni, hanno mutato espressione.

-Ero davvero triste-

-Molto, ed io non sapevo come farti sorridere, o come non farmi odiare. Tutto quello che dicevo o facevo era completamente sbagliato, e tu me lo facevi notare senza tanti giri di parole-

-Ero ferita, e arrabbiata, e volevo morire. Una combinazione micidiale. Ma ehi, i disegni sono bellissimi, sono davvero contenta che tu abbia scelto di darmeli-

-C'è anche un'altra sorpresa, se ti sbrighi a mangiare. E' mezz'ora che parli, e la carne è ancora nel piatto-

-Ne ho una anche io per te, aspetta- prendo un pacchetto dalla borsa e glielo lancio. Il ragazzo lo guarda con un mezzo sorrisetto, rigirandoselo tra le mani un paio di volte.

-Che cos'è?-

-Aprilo!- esclamo. Non se lo fa ripetere due volte e, senza curarsi della carta con cui lo avevo avvolto tanto minuziosamente prima.

-Ci hai messo davvero tanto impegno-

-E tu, come sempre, non ti sei fatto scrupoli a mandare tutto all'aria- appallottola la carta in una pallina e me la tira dritta in fronte, nonostante le mie proteste. –Ti odio-

-E' bellissimo- Daniel si rigira il bracciale tra le mani, prima di indossarlo. –E' un quarzo?-

-E' la pietra degli angeli o sbaglio?- il ragazzo annuisce, contento. –Mi hanno anche detto che dovrebbe essere una sorta di amuleto, per protezione, e con te non si sa mai-

-Un angelo custode all'angelo custode. Una cosa da Rosebelle Greyson-

-Mi conosci- scrollo le spalle. –E devo dire che la cena non è tanto male, temevo il peggio-

-Sono sempre contento di notare come pensi sempre il meglio di me- la serata passa piacevolmente, ritrovandomi nella quotidianità di tutto questo. Siamo ancora noi due, io e Daniel, non è cambiato niente.

-Okay, ma devi ammettere che per la Red Velvet ti ha aiutato Consuelo. Ci vogliono tre giorni di preparazione-

-Colpevole vostro onore- alza le mani e scoppia a ridere. –Credo di poterti dare il tuo regalo adesso- prima che io possa alzare lo sguardo verso di lui, è già sparito alla velocità della luce, ritornando, poco dopo, con un pacchetto in mano. –Non ti aspettare carte elaborate o cose del genere, la scatolina in sé fa più effetto-

-Tiffany...non dovevi-

-Già, a proposito di questo, dovresti vedere prima il regalo, ho paura che tu possa reagire nel modo sbagliato-

-Così mi fai spaventare-

-Aprilo, non dirò più niente- imita una cerniera che va a chiudere le sue labbra, ma il modo in cui i suoi occhi continuano a saettare da una parte all'altra della mia figura, mi fanno intuire che è qualcosa che potrebbe spiazzarmi.

Sciolgo il fiocchetto bianco e, con una delicatezza che non mi compete, sollevo la parte superiore. Adagiata su un cuscinetto, trovo una collana d'argento con un ciondolo a forma di cuore, su cui è incisa la frase 'I love you'.

-Prima che tu possa pensare che sono diventato troppo sentimentale, apri il cuore-

-Come sai che mi piacciono tanto le collane così?-

-Tutta la storia di Barbie e lo Schiaccianoci, me lo hai ripetuto un milione di volte...solo che lì dentro non ci andrà proprio una foto- lo guardo corrucciata, ma mi accingo a fare quello che dice. Una forte luce si sprigiona da esso e, poco dopo, una piuma argentea compare davanti ai miei occhi, bella e splendente come non mai. –In questo modo, potrò sempre sapere dove sei, e nessuno potrà attaccarti. Se qualcuno si azzarda ad avvicinarsi per farti del male, lo respingerà, e ti proteggerà-

-Il secondo dei doni celestiali. Sei davvero sicuro di quello che stai facendo?-

-Più di qualsiasi altra cosa abbia fatto nella mia vita- a quel punto, senza averlo minimamente previsto, scoppio a piangere come una bambina, tirando su col naso e senza riuscire a smettere. –Spero che siano lacrime di gioia-

-Lacrime, mancano solo quelle e saremo al completo-

-In realtà...- Daniel gonfia le guance e si gratta la parte posteriore della testa. –Ho pianto molto quando hai tentato il suicidio, e sono stato con te per tutto il tempo in cui sei rimasta in coma, e alcune di esse ti hanno sfiorato il viso, quindi...-

-Cosa?- si avvicina a me e prende il mio viso tra le sue mani. Lo sfiora appena, per asciugare le lacrime con i polpastrelli. -E questo che vuol dire?-

-Che sono legato a te indissolubilmente, qualsiasi cosa accadrà da oggi in poi. Dovrei soltanto scegliere di cadere, per farla completa-

-Non ti chiederei mai una cosa del genere-

-Non dovresti nemmeno farlo, in realtà. Ti amo davvero troppo Rose, e non c'è niente che non farei per te- 




Sbaaaam!

daniel e rose sono la coppa più bella del mondo ormai, inutile negarlo.

anyway, sono tornata a casa, non faccio niente dalla mattina alla sera e la notte non dormo più. che bello.

vi ricordo, comunque, che la storia è stata inserita nella long list di wattpad, quindi mi raccomando, continuate a leggere e a votare e, se vi va, passate anhe dalle mie due nuove storie, shadows e young blood.

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un bacio e a presto

rose xx

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