I have loved you since we were eighteen

Rose

-Daniel, Daniel svegliati, dai- il ragazzo strofina il volto sul cuscino, mugolando dei versi strani, prima di aprire i suoi grandi occhi azzurri. –Buon compleanno al mio angelo preferito- mi chino verso di lui e gli schiocco un bacio sulla guancia.

Lui si alza e si mette seduto, guardandosi intorno. Il volto presenta i segni del sonno, e delle poche ore in cui ha potuto riposare, visto che, insieme ai ragazzi, è andato a fare baldoria per i vari strip club della città. Ormai ha diciotto anni, e lì può tranquillamente entrare.

-Non la prendere a male Rose, ma non sono mai stato tanto scocciato di vederti in vita mia, volevo dormire ancora un po', dobbiamo affrontare un intero pranzo con la mia famiglia, non so se ti rendi conto- a quel punto schiocco le dita. La bacchetta compare tra le mie mani, ed io la agito, con un rapido gesto. La sua camera si riempie così di una pioggia di stelline luccicanti, che ricadono sulla sua pelle candida. –Due mesi e questo è il meglio che sai fare? Non la stai sfruttando al cento per cento Rosebelle-

-Oh fanculo Daniel, volevo fare qualcosa di carino per te- scoppia a ridere sonoramente, mentre mi avvolge tra le sue braccia e mi stringe a sé. –Ti odio-

-E' stato un pensiero davvero dolce amore, grazie mille- mi dà un bacio sulla tempia, ed io roteo gli occhi al cielo. E' stata una buona idea però, almeno non ho distrutto qualcosa.

-Ti sei lavato i denti ieri sera? Hai un alito che sveglierebbe anche i morti-

-Noto che ti sei svegliata col piede giusto oggi- scende giù dal letto e si dirige verso il bagno, chiudendosi dentro.

-Ieri sera io e le ragazze siamo state sveglie fino alle quattro per decidere i colori da utilizzare per i nostri rispettivi inviti. Diciotto anni si compiono una volta sola nella vita. Finalmente possiamo votare, possiamo far sentire la nostra voce, siamo svincolati dal potere genitoriale-

-E' soltanto una versione due punto zero dei sedici, non ti entusiasmare così tanto-

-Però, questa volta, avrai qualcuno con cui fare il ballo- il ragazzo indossa un paio di jeans e un maglioncino del colore dei suoi occhi, scuotendo la testa.

-Diciamo che l'unico fattore positivo sei tu- si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia, per poi prestare la sua completa attenzione alla scrivania, su cui cerca freneticamente qualcosa. –Per il resto è tutto nella norma. A parte quando ho compiuto quindici anni, tutti gli altri miei compleanni sono stati un disastro, eri sempre arrabbiata con me-

-Guarda che abbiamo litigato anche quell'anno, quasi subito dopo essermi messa con Albus-

-Sì ma io ho perso la mia verginità quella sera, è stato di gran lunga il miglior compleanno nella storia dei compleanni- incrocio le braccia al petto e lo guardo con un sopracciglio alzato. –Okay, forse questa volta sono stato un tantino fuori luogo-

-Sei davvero uno stronzo-

-Scusa, però il senso è quello. Ogni volta che io compio gli anni, noi due, inevitabilmente, siamo in un brutto periodo-

-Non questa volta- faccio un passo verso di lui, passandomi una mano tra i capelli rossi con le punte arancioni. –Mi risulta che stiamo andando d'amore e d'accordo per ora, non litighiamo dalla gita a Londra-

-Sì, su questo hai ragione. Abbiamo fatto passi da gigante in questi quattro mesi che stiamo insieme- abbassa lo sguardo, rigirandosi, tra le mani, le chiavi della moto. –Non hai paura anche tu di tutta questa calma? Voglio dire, hai la bacchetta da novembre, e nessuno si è fatto avanti-

-Sono consapevole che, prima o poi, arriveranno, che mi piaccia oppure no. Ma, fino a quel momento, voglio solo godermi questa normalità, con i miei amici, con mia madre e col mio ragazzo- avvolgo le braccia intorno al suo busto. Finalmente mi regala un sorriso, ed il mio cuore esplode dalla gioia.

-E non c'entra niente il fatto che tu sia stata ammessa ad Harvard con una borsa di studio per i tuoi meriti accademici o che la preside ti abbia chiesto di tenere il discorso alla cerimonia, visto che ti diplomerai cum laude?-

-Dimentichi anche che Daisy ed Audrey sono state prese alla Columbia, Diana andrà alla NYU e Albus e Chris frequenteranno Yale. Possiamo prendere una casa a New York, ci sono treni che, per arrivare ad Harvard ci mettono un'ora e mezza, e trenta minuti per New Haven. E' tutto perfetto, non dovremo dividerci-

-E' un piano davvero fantastico, ma hai dimenticato me-

-Una volta, se non sbaglio, hai detto che mi avresti seguito ovunque avrei deciso di andare. E' sottinteso che seguirai i corsi con me ad Harvard-

-Dovrò comprarmi il posto, sono l'unico che non ha ricevuto notizie. Ora capisco perché, in tutti questi anni, mi hai sempre rotto le scatole con il discorso dello studio-

-Intendi dire che aspetti una lettera come questa?- schiocco le dita e, nel palmo della mia mano, compare un'enorme busta bianca. –Me l'ha data Derek non appena sono entrata, voleva che te la portassi io-

-Quando sono così grandi possono solo essere buone notizie- l'afferra al volo e la apre voracemente.

I suoi occhi percorrono le righe alla velocità della luce, credo di non averlo mai visto tanto attento in vita mia. –Rosebelle, hai davanti una matricola della classe duemiladiciannove di medicina di Harvard-

-Sapevo che ce l'avresti fatta- lo abbraccio, e lui mi solleva. La differenza d'altezza, ormai, è diventata davvero visibile. –Sono davvero orgogliosa di te tesoro mio, sei cresciuto tantissimo in questi anni-

-Sembri mia madre in questo momento- si stacca da me, guardandomi come un'aliena. –Ma ehi, tutto questo è stato solo merito tuo. Non sarei mai arrivato ad un punto del genere, se tu non fossi entrata a prepotenza nella mia vita-

-Non dire idiozie. Sei intelligente Daniel, ce l'avresti fatta anche da solo-

-No, se tu non mi avessi spronato. Quante volte hai dovuto insistere, pur di farmi studiare?-

-Credo che la lode al mio diploma sia dovuta anche a questo- ci guardiamo e scoppiamo a ridere. In questo momento non ci sono angeli, bacchette, vampiri o Psuché, ci sono solo due ragazzi normali che si stanno godendo il tempo della loro vita.

–Sto morendo di fame-

-E' quasi mezzogiorno, dobbiamo andare a pranzo dai tuoi nonni, ricordi?-

-Oh- Daniel porta entrambe le mani sul viso, distrutto da questa notizia. –Non possiamo rimandare ancora? Lo abbiamo fatto per mesi-

-No, dai. Di cosa hai paura? Ci sono io a difenderti-

-Questa è proprio bella- gli faccio la linguaccia.

Scendiamo le scale, con il biondo che continua a borbottare su quanto detesti questa cosa.

-Auguri figliolo!- Derek lo accoglie a braccia aperte e lo stringe a sé. I miei occhi si riempiono di lacrime. Dopo tutto quello che hanno passati, dopo che, per anni, sono stati come degli sconosciuti, finalmente hanno trovato il modo per comunicare. Ed io stavo per rovinare ogni cosa per colpa della mia stupida gelosia. –La busta di Harvard...-

-Sono stato preso papà. E lo so, è davvero assurdo-

-Vieni qui tu- l'uomo mi indica ed io riduco le palpebre a due fessure. Prima che capisca di cosa si tratti, prende il mio volto tra le mani e stampa un bacio sulla mia fronte, allegro e contento. –E' riuscito non solo ad entrare in un college, ma in uno dell'Ivy League, ad Harvard, ti rendi conto? Non ci avrei scommesso nemmeno un soldo-

-Grazie papà-

-Così non ci dovremmo separare- dico io, nella mia ingenuità, arrossendo vergognosamente. Perché per me è impensabile cominciare un nuovo capitolo della mia vita senza di loro. –E poi Daniel, se ci si mette, è davvero bravo. Potrebbe avere i miei stessi voti, se smette di rispondere ai professori in tono saccente e aprisse di più i libri-

-Ma sono migliorato, rispetto al primo anno, no?-

-Auguri Daniel!- Coral che, stranamente, ancora mancava all'appello, lo abbraccia, e gli stampa un bacio proprio sulla guancia. –Oh scusa, ti ho lasciato il segno del rossetto- gli pulisce lentamente il punto interessato, ed io vorrei soltanto incenerirla all'istante. –Non sapevo che venissi pure di tu- dice poi, rivolta a me.

-E' il mio ragazzo, sai com'è-

-Ah già, vero- fa un gesto con la mano e mi supera. –Allora andiamo?-

-Sì arriviamo- Derek la segue. Un braccio si posa sulle mie spalle. Daniel mi guarda con le labbra serrate ed un'espressione buffa sul volto.

-Dammi almeno un buon motivo per cui non debba farla cadere, o colpire da un fulmine-

-Per i miei due ultimi compleanni sono stati uno schifo. Ed un cinquanta percento è stata anche colpa tua-

-Non è affatto vero! Stavi con Skyler lo scorso anno-

-E chi era che si aggirava depressa per New Orleans?- sbuffo. Daniel si china e mi dà un bacio sulle labbra. –Ti amo tantissimo, lo sai-

-Sei fortunato che io sia innamorata di te, o avrei usato i poteri della versione due punto zero della Bacchetta di Sambuco su di te-

-Come farei, se tu non ci fossi- gli faccio la linguaccia ed usciamo pure noi.

Saliamo tutti sulla macchina, con Daniel preoccupato per i risvolti che possa avere il tenere me e la Miller in uno spazio tanto stretto.

-Mi fa male la testa- mormora il ragazzo accanto a me. –Non potevate svegliarmi direttamente questa sera?-

-A che ora sei rincasato Daniel?- Derek lo guarda dallo specchietto retrovisore, prima di mettere in moto.

-Non sono mai uscito-

-Smettila. Sono anni che ti sento uscire di nascosto quasi ogni notte-

-Ero da Rose come sempre- mente, sfruttando l'alibi che si è, ormai, consolidato nel tempo.

-Sì, fino a mezzanotte, poi te ne sei andato a fare baldoria con gli altri Tre Moschettieri in giro per gli strip club-

-Daniel!- esclama l'uomo, passandosi una mano tra i capelli biondi. –Non cambierai mai, vero?-

-Rosebelle!- urla invece il diretto interessato, con gli occhi fuori dalle orbite. –Da che parte stai?!-

-Dalla tua tesoro mio, però tu e gli altri idioti potevate organizzare qualcosa che coinvolgesse anche noi ragazze, invece di pensare sempre con l'altro cervello-

-Io...- non continua la frase, e incrocia le braccia al petto, imbronciato. Derek, invece, sta cercando in tutti i modi di non scoppiare a ridergli in faccia. –In mia difesa dico soltanto che è stata un'idea dei ragazzi-

-Certo, perché siccome tu non sei il tipo che controbatte quando qualcosa non gli va a genio. Sono la tua ragazza, volevo passare la sera del tuo compleanno con te-

-C'è sempre il tuo-

-Va' al diavolo, andremo anche noi dagli stripper, cosa credi, che ti lasci sempre vincere?-

-Farò finta di non aver sentito nessuno dei due- Derek scuote la testa. Per un attimo, mi sono dimenticata della sua presenza, e anche di quella della Miller.

-Ma se posso darvi un consiglio spassionato...-

-No papà, ti prego, risparmiatelo- Daniel chinala testa indietro, chiudendo le palpebre.

-Non fatevi i dispettucci a vicenda, avete un bel rapporto e...-

-Okay, basta così- il ragazzo poggia entrambe le mani sui sedili davanti e si tira verso di essi. –Papà...dico sul serio, niente discorsi sul nostro rapporto, va bene?-

-Stavo solo cercando di aiutarvi-

-E' troppo strano, dico sul serio, non ti sei mai interessato, non iniziare adesso-

-Oh andiamo Danny- Coral passa una mano tra i capelli di Derek. Io ed il biondo ci guardiamo, imitando un conato di vomito. –Stava semplicemente cercando di trasmettervi un po' della sua saggezza. Sono stata tanto fortunata a trovarti- di nuovo ci fissiamo. Daniel poggia la sua testa sulla mia spalla, indeciso se ridere o urlare contro di lei.

-Fatemi uscire da questa macchina, vi prego-

-Rilassati, o la prossima volta ti anestetizzo- sbuffa, e ritorna seduto composto.

Non spiaccica una parola per il resto del viaggio fino a Kenner, cosa davvero strana per uno come lui, che ha sempre qualcosa da dire o su cui controbattere.

-Benvenuti all'inferno- scende giù dalla macchina e riduce le palpebre a due fessure, ispezionando la villa che si trova di fronte ai nostri occhi.

-Ehi- lo affianco, e intreccio le mie dita con le sue. –Andrà tutto bene, ci sono io qui con te-

-Mi descriveranno come un mostro-

-Ho a che far con te da quattro anni ormai, credi davvero che ci sia qualcosa che possa spaventarmi?-

-Effettivamente non hai tutti i torti- roteo gli occhi al cielo. Finalmente il ragazzo si decide a dirigersi verso la casa, con i nervi a fior di pelle.

-Daniel, le tue iridi sono viola, cerca di calmarti, dai-

-Scusa- sbatte un paio di volte le palpebre, passandovici sopra i polpastrelli. –Sono tornate normali?- storco la bocca, mi metto in punta di piedi e gli schiocco un bacio sulla guancia.

-Adesso sì- mi sorride, e prende un respiro profondo. La sua famiglia è sempre stato uno dei sue punti dolenti, sin da prima che sua madre se ne andasse. Il suo temperamento non troppo calmo non è ma stato visto di buon occhio, eppure rimane sempre un ragazzino indifeso.

-Tesoro mio!- nonna Marianne gli corre in contro e lo abbraccia fortemente. E' decisamente più affettuosa di Cece, che assomiglia tanto ad un pezzo di ghiaccio. –Auguri amore, sei talmente bello- prende il suo viso tra le mani e lo squadra, piena di gioia. –Ciao Rose, è un piacere rivederti-

-Signora Manson- sfodero il sorriso migliore che ho, sperando di far dimenticare tutta la storia tra me ed Albus. Insomma, come puoi spiegare alla tua famiglia che stai con la ex del tuo migliore amico? –Signor Manson- il nonno di Daniel spunta alle della donna, con le braccia dietro la schiena e il volto già corrucciato.

-Come è possibile che tu sia così potente da poter utilizzare la Bacchetta degli Angeli?- assottiglio le labbra. Non mi aspettavo, di certo, chissà quale accoglienza, ma almeno un saluto.

-Dalle un po' di tregua papà, è il diciottesimo compleanno del tuo primo nipote- anche Derek sembra essere più preoccupato di quel che vuole dare a vedere, il che è davvero strano.

-Festeggerò nel momento in cui avrò la certezza che è maturato. Farsi trasformare da una vampira, sei davvero uno stupido-

-Oh nonno, mai quanto voi che vi siete fatti rubare l'urna di Morsein da sotto il naso-

-Dopo che io sono stata messa in punizione per mesi per averla recuperata- mormoro. Alla fine non si è rivelata una cattiva idea, se solo loro l'avessero saputa gestire meglio.

-Che ne dite di entrare dentro? Il mio bambino sarà molto affamato- Daniel sorride. Si volta verso di me e mi fa cenno di seguirlo in casa, un'enorme villa coloniale che sembra appena uscita da uno dei film di Nicholas Sparks, con il patio totalmente bianco e grandi tende dello stesso colore scosse leggermente dal vento.

-Adesso sì che mi sento davvero in Lousiana- Daniel mi pizzica la gamba, intimandomi di comportarmi bene.

-Eccolo, il rubacuori più conosciuto da tutto il Consiglio- un uomo biondo, molto simile a Derek, abbraccia il ragazzo, scompigliandogli i capelli. –Cavolo, sei un uomo adesso, le ragazze ti si getteranno praticamente addosso-

-Zio Eric, lei è Rose, la mia...-

-Salve- non aspetto che finisca di parlare, e gli porgo la mano, stringendogliela. –E' un piacere conoscerla-

-Quindi tu sei la famoso Rose, ho sentito molto parlare di te-

-Devo preoccuparmi?- domando, spontaneamente. L'uomo, invece, scoppia a ridere sonoramente. Assomiglia a Daniel in una maniera assurda, pure nei gesti e nelle azioni.

-Ho sentito solo cose meravigliose sul tuo conto, rilassati. Anche se sono un po' deluso dal fatto che il mio nipote prediletto abbia deciso di mettere la testa al posto così presto-

-Smettetela di parlare e sedetevi, su, o si fredda il cibo- la nonna di Daniel ci spinge entrambi per spalle verso il tavolo da pranzo. Il ragazzo accanto a me sembra essersi un po' rilassato, come dimostrano le iridi chiare e quasi al loro colore naturale.

-Oooh è arrivato lo scherzo della natura- Liam e Sam si avvicinano a noi, sfoderando un sorriso sornione che mi fa accapponare la pelle. –Ha lasciato Albus alla fine? Hai fatto bene, ricordo quando l'ho beccato in bagno con Diana al loro sedicesimo compleanno-

-Ragazzi- la loro madre li riprende, mantenendo una compostezza glaciale. –Sedetevi adesso, su-

-Adesso sei convinta che non fosse per niente una cattiva idea?- guardo Daniel e sospiro, limitandomi ad annuire.

👼👼👼

-Io e Sam siamo stati accettati a Yale, smaniano dalla voglia di averci entrambi- Daniel rotea gli occhi al cielo, scocciato dall'ennesimo stratagemma di Liam per mettersi in mostra. E' da un'ora che va' avanti così.

-Bravi figlioli, sono davvero fiero di voi. E' un'ottima università, senza contare l'immancabile sfida di canottaggio con Harvard, dovete assolutamente entrare nella squadra-

-Spero che verrai a trovarci, Daniel. L'università di New Orleans è un po' lontana- Sam sghignazza e si batte il cinque col fratello. Mi volto verso il mio ragazzo, che mi fa cenno di tacere.

-Si può diventare importanti anche senza frequentare un college dell'Ivy League. E poi, mio nipote rimane comunque il membro più potente della famiglia- Eric batte una mano sulla spalla del biondo che, per un attimo, sembra essersi ripreso. E' davvero brutto vederlo in una simile condizione, quando vorrei soltanto sottolineare il fatto che nessuno di loro sa veramente quanto Daniel si sia impegnato in questi anni, ed i progressi che ha fatto, prima come persona e poi nello studio.

-Certo, dopo essersi fatto trasformare in un vampiro ed essere diventato la spina nel fianco del Consiglio-

-Ho di nuovo le mia ali, se è per questo- tutti i presenti si zittiscono, segno che il ragazzo aveva tenuto ogni cosa segreta.

-Tornerai ad essere un angelo per mano di una ragazza Daniel, ma non di Rebecca- sua nonna sgrana gli occhi ed io, improvvisamente, mi sento al centro dell'attenzione. E forse lo sono sul serio. –Quando è successo?-

-Quasi un anno fa, non c'è bisogno che faccia tuto il reso conto della mia storia con Rose- gli pizzico la gamba, sentendo le guance diventare rosse come due pomodori.

-Beh dai, almeno ha avuto questo. Spero che riuscirete a mantenere la vostra relazione nonostante la lontananza. Dove sei stata presa tu, Rose? Tornerai a San Francisco, giusto?-

-Andrà ad Harvard, ha ottenuto una borsa di studio- Daniel risponde al posto mio. Vorrei incitarlo a dire anche della sua accettazione, invece di prendere le mie parti. Perché non vuole far sapere quanto in alto sia arrivato?

-Bella e intelligente, sei fortunato cuginetto- Liam si passa la lingua sulle labbra. Daniel stringe i pugni, ed io poggio una mano su di essi. –Ma guarda, hai ancora quel tic che ti fa cambiare il colore degli occhi-

-Ehi adesso basta, lascialo stare- sua madre lo riprende. Il ragazzo ridacchia, ignorando che, se solo volessi, lo farei arrivare dall'altra parte del giardino semplicemente alzando il mento. –Come sta Albus? Ho saputo che è dovuto scomparire per dei problemi-

-Si sta riprendendo piano piano. Si è nascosto per un anno, e il Consiglio lo tiene sotto controllo per via di quel piccolo problema con la soluzione argentea-

-Era un ragazzo talmente promettente, sei riuscito a far marcire anche lui-

-Papà- Derek riprende il genitore. Daniel abbassa il capo, sconfitto, per la prima volta in tutta la sua vita. –Non è mica l'Anticristo-

-Nominami anche solo una cosa buona che ha fatto in tutti questi anni-

-Ha aiutato, con me, due fantasmi a ritrovarsi dopo quasi cento anni, ha combattuto gli Psuché per tenermi al sicuro, mi ha aiutata a trovare le ceneri di Morsein, mi ha salvato la vita, ha riportato qui Albus e ha recuperato la Bacchetta degli Angeli. Se queste non sono azioni degne di nota, allora il Consiglio potrebbe tranquillamente dimettersi-

-La Bacchetta degli Angeli, certo, e dove sarebbe finita?- Sam e suo fratello ridono. A quel punto, scocciata, schiocco le dita, e lascio che compaia sul palmo della mia mano. –Wow-

-Allora Cece aveva ragione, sua nipote era abbastanza forte da poterla maneggiare- suo nonno rischia quasi di strozzarsi con la coscia di pollo, tanto è scioccato dalla notizia che ha appena ricevuto.

-Strano ma vero, non ci credevo nemmeno io- Daniel sorride appena. Rigiro tra le dita la bacchetta, prima di farla scomparire nuovamente. –Il Consiglio non lo aveva calcolato-

-Voi giovani prendete troppo in giro un'istituzione che, per anni, ha mantenuto la pace nel nostro mondo-

-Un'istituzione che ha dato il potere a Morsein, che non è riuscita a contrastarlo e che si è fatta fregare l'urna con le sue ceneri. Oh sì, avete fatto davvero un gran lavoro-

-Sono riusciti a metterti in riga, almeno-

-Il motivo del mio cambiamento non è stato il Consiglio e tutte le baggianate che, in questi anni, ha attuato nei miei confronti, fidati- Daniel prende un sorso d'acqua. Non so fino a quando riuscirà a mantenere la calma, ed è proprio di quel momento che ho paura.

-Liam, fammi sapere quando inizierà la stagione di canottaggio, voglio venire a vederti- l'uomo cambia totalmente discorso, continuando a mangiare il pollo come se niente fosse successo.

-Sì certo. Ci sarai pure tu, vero Rosie? Anche se sei della squadra avversaria-

-Ovviamente. Non sta nella pelle al pensiero di assistere a me che ti faccio il culo alla regata-

-Che cosa?- Liam fa cadere rumorosamente la forchetta nel piatto.

Abbasso lo sguardo e sorrido sotto i baffi. Daniel Manson e le sue uscite ad effetto, dovevo aspettarmelo. –Guarda che stiamo parlando di Yale contro Harvard-

-Lo so. Siamo stati accettati tutti nella zona di New York, fatta eccezione per Albus e Chris che frequenteranno Yale ed io e Rose che andremo ad Harvard, sorpresa-

-Mio nipote nella prima università dell'Ivy Leauge! Dammi il cinque Danny, sei sempre il migliore- Eric ed il ragazzo festeggiano contenti. Liam e Sam, dal canto loro, stanno per esplodere per la rabbia. Non hanno ancora imparato che, con Daniel Manson, non puoi vincere. Lui cade sempre in piedi.

-Sono davvero orgogliosa di te amore mio- Marianne gli accarezza amorevolmente il volto. Il mio cuore si riempie di gioia, perché lui merita tutto questo, è molto di più.

E' davvero difficile spiegare al mondo come sia realmente, quanto complicata sia la sua mente e tormentata la sua anima. Io stessa, avendo a che fare con lui da anni, ignoro alcune parti del suo essere, per quanto possa essere complicato. E' come una poesia ermetica, non riesci a comprenderne il significato nell'immediato, ma devi rileggerla un bel po' di volte, per poter carpire ogni significato nascosto.

-Vorrei prendermi tutto il merito, però è successo grazie a Rose. Mi chiudeva in camera mia per farmi studiare, e lei se ne andava in cucina. La mia unica distrazione erano i libri-

-Era indispensabile. Avevi una soglia d'attenzione di un criceto-

-Harvard, non ci posso credere- Liam continua a balbettare, incredulo per la rivelazione. –Hai fatto schifo il primo anno, hai rischiato di essere bocciato!-

-Ma sono arrivato all'ultimo. Certo, non terrò il discorso, quello è il suo campo, ma nessuno dei miei professori si lamenta- si stringe nelle spalle e riprende a mangiare tranquillamente. –A parte Johnson, però lui odio sia me che Rose, e lei ha il massimo in tutte le materie- 



Sbaaam!

oggi esce la terza stagione di riverdale e un nuovo episodio di american horror story. che gioia.

ho fatto tre ore di lezione di una stessa materia, stavo per morire.

e niente, ora devo andare s tudiare, ho l'esonero settimana prossima e sono in alto mare.

spero che il capitolo vi piaccia, è abbastanza di passaggio, sigh.

ora mi dileguo, un bacio

rose xx

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