Dark times, you can always find a bright side

-Sei davvero bellissima amore mio- mia madre poggia entrambe le mani sul mio volto, scrutandolo con gli occhi lucidi e commossi di chi, lo scorso anno, ha quasi rischiato di perdermi per sempre. –Sono così fiera di te-

-Ti voglio bene mamma, e scusa se non te lo dico spesso-

-Vieni qui, su- mi abbraccia stretta a sé. Soltanto adesso realizzo il dolore che posso averle dato in passato, quando la incolpavo di avermi nascosto una parte della mia vita. Stava cercando di proteggermi, di proteggermi da un mondo che non conosceva e di cui non sapeva niente. –Ricordati che non importa quanto grande diventerai, dove andrai o quanto diventerai importante, sarai sempre la mia bambina, ed io ti proteggerò, qualsiasi cosa accada, anche se dovesse trattarsi di tutte quelle robe magiche che non capirò mai-

-Posso unirmi a questo amorevole quadretto di famiglia?- nonna Cece e nonno Alfred fanno il loro ingresso in sala. La donna tiene il capo leggermente sollevato, nella sua solita aria austera e pomposa. –Che c'è? Pensavate che sarei mancata al diciottesimo compleanno della mia unica nipote?-

-Più che altro ci speravo- nonna Lily si schiarisce la voce e sorride. E' insieme a mia zia Amelia, non ricordo nemmeno l'ultima volta che l'ho vista. –Allora Rose, non vieni a salutare la tua nonnina preferita?-

-Non mettermi davanti ad una scelta del genere, quando lei può tranquillamente incenerirmi-

-Non lo farà- stringe le mie guance con una mano e mi guarda sorridendo. –Diventa ogni giorno sempre di più la tua fotocopia Isebelle è impressionante-

-Sciocchezze, è identica a Derek-

-E' mia sorella Cece, dacci un taglio- zia Amelia mi sistema i capelli, sorridendo con le labbra contratte. –Allora, questo famoso Daniel dov'è?-

-I ragazzi hanno avuto un piccolo incidente di percorso, pare che Chris abbia forato ad una manciata di chilometri da qui- Daisy ripone con cura il cellulare nella pochette. E' davvero bellissima. –Ma niente di preoccupante, arriveranno qui, in un modo o nell'altro-

-Okay...credo- prendo un respiro profondo. Ricordo che, quando ho compiuto sedici anni, mi sentivo soffocare nel vestito, trovando difficile muoversi o persino respirare.

-Al massimo si teletrasportano- Diana ruba una tartina e si stringe nelle spalle. Audrey, appena uscita dal bagno la incenerisce con lo sguardo. –Non mi dire che loro non sanno niente-

-Siamo a conoscenza di tutto, anche del fatto che la mia nipotina ha sviluppato la loro stessa condizione- nonna Lily mi sistema i capelli. Perché ne sono tutti ossessionati questa sera? –E dire che l'avevi portata via da San Francisco proprio per evitare una cosa del genere-

-Non avevo contato loro, quanto New Orleans fosse piena di creature magiche e Daniel, soprattutto Daniel. E anche Albus, a dir la verità, ma Daniel è senz'altro il nome che ho sentito più ripetere in quattro anni-

-Isebelle aveva qualche sassolino nella scarpa a quanto pare- Daisy si china verso di me e mi sussurra all'orecchio, ridacchiando subito dopo.

-Un sassolino di nome Daniel a quanto pare-

-Dovevi aspettartelo prima o poi, avete rotto non poco le scatole in questi anni-

Gli invitati cominciano ad arrivare lentamente, ed io mi ritrovo improvvisamente a stringere mani, a baciare guance e a scartare regali in un turbinio continuo.

La luna è alta nel cielo e, nonostante sia ancora il primo di maggio, l'aria è calda e frizzante.

-Scusami per il ritardo, c'è stato un piccolo inconveniente- mi volto, Daniel è proprio lì, bello come sempre nel suo abito nero, che sorride. –Visto? Fiore rosa come il tuo vestito-

-E' rosa antico- lo correggo, passando la mano sopra la cintura di strass viola che mi avvolge la vita. –Ma devo ammettere che è uguale-

-Buon compleanno amore mio- mi abbraccia, posando il mento sul mio capo. Se c'è una cosa che ho imparato ad amare in questi anni, oltre lui, sono i suoi abbracci, quel tipo di stretta che riesce a fonderti con un'altra persona, e che ti impedisce di scappare via, anche se tu non lo hai mai voluto. –'Non arriverò mai al college'-

-Sei davvero uno stronzo- lo spingo via. E' la prima volta che Daniel riesce a scherzare sul suicidio e, considerando che è passato ormai un anno, sono davvero contenta che lo abbia fatto. –Va' da Isebelle, mi stai antipatico in questo momento- non se lo fa ripetere due volte e, dopo avermi dato un bacio sulla guancia, si dirige a passo svelto verso la donna in questione. -Idiota- borbotto. Ma è felice, felice perché è finalmente tornato a casa dopo quasi quattro mesi, ed io non posso fare a meno di esserlo per lui.

-Certe cose non cambieranno mai- mi volto. Albus sta a pochi passi di distanza da me, con le mani nelle tasche dei pantaloni. Teme di avvicinarsi, teme ciò che potrebbe causargli la vicinanza dei nostri corpi, un tempo vicini, così come i nostri cuori. –Ancora tanti auguri Rosebelle-

-Grazie Al-

-Se mi permetti, volevo dirti una cosa-

-Sì certo, spara-

-Volevo soltanto ringraziarti per avermi permesso di rimanere nella tua vita. So benissimo di non essermi comportato egregiamente nei tuoi confronti negli anni passati, e mi sono reso conto che non ti ho mai chiesto scusa. Ero così tanto impegnato a mantenere le apparenze, a preoccuparmi di essere sempre perfetto di essere sempre migliore di Daniel, che non mi sono preoccupato di essere una persona vera con te. Per voglio che tu sappia che, quando ti ho detto che ti amavo, ero serio. Sei l'unica persona per cui ho provato un sentimento tanto forte in tutta la mia vita, ma so benissimo di non essermi preoccupato di curarlo come avrei dovuto. Mi chiedo solo se staremmo ancora insieme, se mi fossi comportato diversamente- i miei occhi si inumidiscono ritrovando, per un momento, quel dolore che ho provato un paio di anni fa, quando avevo scoperto che mi aveva tradito con Diana. Ma puoi guardo di nuovo Daniel, che sorride allegro con tutti, e tiro su col naso, sapendo bene cosa dire.

-Nel bene e nel male, tu sei importante per me Al. Ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò. C'è stato un tempo in cui ti avrei dato perfino la luna, se avessi potuto, però devi capirmi, se non posso smentire o confermare ciò che hai detto prima. Non posso e non voglio ferire né te né Daniel, e il mio unico desiderio è che voi due possiate cessare le ostilità una volta per tutte-

-Lo ami davvero tanto, vero?- non rispondo, ma osservo gli occhi del ragazzo di fronte a me velarsi per le lacrime. –Sai, per tutta la vita ho sempre desiderato essere al posto di Daniel per un mucchio di cose, ma mai come adesso. Pensavo di poter ritornare qui e di poter sistemare ogni cosa, invece qualcuno ci aveva già pensato-

-Io cadevo a pezzi e tu non c'eri, non c'era nessuno a dir la verità. Ho dovuto ricompormi con tanta fatica, e con l'aiuto di qualcuno-

-Auguri- Chris mi abbraccia, eppure io non riesco a distogliere lo sguardo da Albus, e dal dolore che prova in questo momento. –Ehi, nessuna faccia triste, abbiamo portato anche il fantasmino!-

-Non riesco a capire per quale motivo non siano capaci di fare le cose senza urlare o mettersi sotto i riflettori- il ragazzo sembra trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. –Buon compleanno Rosebelle, sono contento di vederti tanto raggiante

-Grazie mille Mike-

-Okay, adesso la prendiamo noi- Daisy e Diana compaiono al mio fianco, intrecciando le loro braccia con le mie. –Ci vediamo più tardi- mi trascinano lontano dal gruppetto, lontano persino da Daniel. –Asciugati gli occhi e non ci pensare, Albus non poteva scegliere momento peggiore-

-Come...?-

-Non sono stata io, fortunatamente noi streghe siamo fuori da questa cosa del leggere della mente, ma mi preoccuperei di più del tuo ragazzo, lui non l'ha presa molto bene-

-Devo parlargli-

-Diamine no- Diana mi dà un pizzicotto sul fianco, impedendomi di tornare indietro da lui. –Per una volta nella tua vita non pensare a Daniel Manson, sopravvivrà-

-Ha ragione, è la tua serata, devi essere tu a stare bene, non lui. Vieni prima tu Rose, quando te lo vorrai mettere in testa?-

-E chi lo sa. Credevo di avere imparato la lezione lo scorso anno, invece no-

-Avresti dovuto farlo- Audrey ci affianca. E' quasi un anno che i suoi genitori non le parlano, però so che verranno al diploma, ho fatto due chiacchiere con loro dopo aver sistemato Derek e Daniel. –E, per caso, hai visto i miei recentemente?-

-Non so di cosa tu stia parlando- afferro un calice di bevanda analcolica e lo tracanno giù, sorridendole subito dopo. –Dico sul serio-

-Non me la bevo Rosebelle-

-Volevo sistemare tutti i conti in sospeso prima di compiere diciotto anni, chiudere tutte le porte che, durante la mia adolescenza, erano rimaste aperte. Ho fatto in modo che Seth si scusasse con Daisy, che Derek e Daniel creassero di nuovo un contatto, che i tuoi genitori ti accettassero, che Mike rivedesse la sua amata Liz, anche se soltanto in foto, che Albus si sentisse di nuovo parte del gruppo, e che Chris capisse di essere speciale. Ve lo dovevo, visto che, a modo vostro, avete cercato di difendermi da ciò che ero in realtà, anche se questo ha creato mooolti problemi, dovete ammetterlo-

-Sì, diciamo che non siamo stati proprio i migliori-

-Non mi sono dimenticata di te- rispondo a Diana, che mi guarda confusa. –L'unica cosa che avrei potuto fare, sarebbe stato trovarti qualcuno per cui avresti finalmente dimenticato Daniel, ma non sarebbe stato giusto. Sei una ragazza formidabile Diana, un ottimo angelo ed una bellezza della natura. Sei forte, caparbia, sai benissimo quel che vuoi e non hai bisogno di me per trovare qualcuno che sia alla tua altezza. Sei migliore di quel che pensi, nonostante tu abbia tentato di strozzarmi un paio di volte-

-Ecco, a proposito di questo piccolo dettaglio, mi dispiace, non ne vado molto fiera. Raggiungere i livelli di Skyler è davvero degradante-

-E' buffo che tu l'abbia nominata proprio adesso- Daisy fa un lieve cenno col capo e noi tre ci voltiamo. La diretta interessata ha appena fatto il suo ingresso, racchiusa in uno striminzito abito fucsia con le paiettes. –Qualcuno sta cercando di rubarti la scena-

-Non la scena, solo Daniel- simultaneamente, per la seconda volta, ci giriamo verso Audrey. –Ha stilato tipo un piano in diciotto punti per riprenderselo-

-Ha intenzione di giocare col fuoco per caso?- distendo il palmo della mano, rivelando la bacchetta, sempre pronta ad entrare in azione.

-Rilassati Terminator, e metti via quell'arma impropria- Diana poggia una mano sul mio polso, e l'oggetto scompare. –Ce ne occuperemo noi, tu pensa solo ad essere...splendida, ecco tutto-

-Ehi- Daniel si avvicina a noi. –Perché mi guardate in questo modo?-

-Niente- dicono le mie tre amiche, pronte a dileguarsi. –Ci vediamo dopo- Daisy prende le altre due per i polsi e le trascina via.

La sala è piena di gente, c'è quasi tutta la scuola, eppure la mia attenzione è totalmente focalizzata su Daniel Manson.

-Cosa c'è che con va Rose?-

-Niente, perché me lo chiedi?-

-Perché ho letto nella mente di Albus, parola per parola, ogni singola cosa che ti ha detto-

-Hai mai pensato che questa è una sorta di violazione della privacy?- gira la testa di lato e si passa la lingua sulle labbra. –Sai, invece, che Skyler ha stilato un piano in diciotto punti per portarti via da me?- poggio le mani sui suoi fianchi e alzo lo sguardo. Daniel corruga la fronte, ignaro di questo piccolo particolare.

-Cosa? E' per questo che si è vestita in quel modo?-

-Audrey l'ha sentita parlare qualche giorno fa nello spogliatoio con le ragazze- il ragazzo ridacchia, per poi sfiorare il mio viso con le dita. –Lo trovi tanto divertente?-

-Sto solo pensando che le ragazze, durante questi anni hanno fatto davvero di tutto per stare con me, cioè non pensavo di avere così tanto successo, sono davvero fantastico-

-Sei incredibile! Ti stai davvero vantando di una cosa sim...- non riesco a terminare la frase, perché Daniel mi spinge contro le sue labbra, togliendomi il fiato e facendomi battere il cuore a mille.

Non pensavo che, dopo così tanto tempo, riuscissi a sentire ancora la pelle d'oca e le farfalle nello stomaco, eppure sta succedendo, succede ogni volta che lui mi sfiora.

-Sei abbastanza intelligente, per questo mi secco notare che non hai capito che sei tu, tu e solamente tu-

-Ti odio, ti odio davvero tanto- le sue mani mi sfiorano il volto, delicate e calde come sempre. –Dovevo lasciarti stare quando ne ho avuto l'occasione la prima volta, invece di intestardirmi con te per tutti questi anni-

-Non ci saremmo divertiti così tanto- roteo gli occhi al cielo. Poggio i palmi sul suo petto, come alzo lo sguardo, incontro i suoi meravigliosi occhi azzurri, e qualsiasi lotta, battaglia o problema sia comparso in mezzo al mio cammino, adesso non ha più senso. –Mi stai guardando in modo strano-

-Sto guardando le tue iridi, in realtà. Sono la prima cosa che ho notato, non appena ci siamo incontrati. E' sicuramente colpa di Zac Efron se io amo gli occhi chiari, ma tu hai davvero alzato il livello-

-Zac Efron eh?-

-E' stato il primo amore della mia vita, avevo il suo poster a grandezza naturale in camera-

-Tu hai poster di molta gente attaccati ai muri-

-Ho anche fotografie, se è per questo-

-Io ho la nostra sul comodino, la cosa sta iniziando a diventare strana-

-No- scuoto la testa. –Sei diventato un fidanzato modello, non ti resta che accettare la resa-

-Sì, me ne rendo conto- le note di Iris si diffondono per la sala. Mi volto, notando Daisy accanto al dj stringersi nelle spalle.

-Non è il momento del ballo, vado a dirgli di toglierla- mi stacco a malincuore da lui, diretta già verso la pista da ballo, quand'ecco che Daniel prende il mio polso, e mi riporta dove ero prima. –Che c'è?-

-Non c'è un momento perfetto per farlo, come non c'è stato per noi due quando ci siamo messi insieme- a quel punto distende una mano verso di me, fa un leggero inchino e si risolleva. –Non mi renderei ridicolo per nessun altra persona, è bene che tu lo sappia-
✨✨✨

-Wow, non vi ho mai visto tanto silenziosi- Holden entra in classe come ogni mattina eppure, oggi, c'è qualcosa di strano. Nessuno fiata, tutti stanno seduti composti, ed io tengo la schiena ritta per non scoppiare a piangere da un momento all'altro. –E' arrivato, alla fine. L'ultimo giorno di scuola- fa il giro intorno alla cattedra e si siede su di essa. Gli occhi sono lucidi, le labbra assottigliate e un'aria di malinconia si respira in classe. –Vorrei soltanto ringraziarvi. Siete stati i miei primi studenti, vi ho visto crescere, arrabbiarvi, innamorarvi, piangere, stare male...per questo una parte di me non vorrebbe lasciarvi andare, nonostante alcune di voi abbiano raggiunto degli ottimi livelli. Siete diventati parte di me ormai, e questo non penso che potrà mai cambiare. Mi sono affezionato ad ognuno di voi, anche a te Manson, sarà davvero strano non vederti più in giro per la scuola pensando di esserne il re-

-Pensarlo presuppone una condizione di incertezza, io lo considero un dato di fatto-

-Sei davvero un pallone gonfiato- mormoro io, che a stento continuo a trattenere le lacrime.

-Sono davvero colpito dal modo in cui hai articolato la frase, i miei complimenti Rosebelle, sei riuscito a non farlo diventare un totale analfabeta-

-Ehi!- Daniel allarga le braccia. Holden scoppia a ridere, così come il resto della classe. –Comunque mi mancherà anche lei, non ho più nessuno da punzecchiare-

-Sono sicuro che troverai ben presto qualcuno a cui dare grane-

-Spero di non essere io la persona designata- Daniel si volta verso di me. I miei occhi sono lucidi, e riuscire a controllarmi mi sta davvero venendo faticoso.

-Stai per scoppiare a piangere per caso?-

-Sì- il ragazzo sorride, e mi circonda con le sue braccia, stringendomi a lui. –Sono davvero triste Daniel. Lo scorso anno questo posto era diventato un vero inferno per me e, adesso, mi sento triste all'idea di lasciarlo. Abbiamo passato la maggior parte del nostro tempo, negli ultimi quatto anni, in questo posto, è stato il fulcro di ogni cosa, ed ora mi sembra davvero assurdo che tutto questo stia finendo. Una parte della nostra vita è giunta alla fine, stiamo per leggere l'ultimo capitolo del libro-

-Adoro la tua vena sempre positiva e sorridente alla vita-

-Sono realista. Nell'esatto momento in cui ci consegneranno il diploma, la nostra adolescenza finirà. A settembre cominceremo il college, in una nuova città, in un nuovo Stato, in un posto che non è New Orleans. Non dirmi che non ti fa paura-

-No, ma ci sei tu che hai abbastanza ansia per entrambi. Quello che si definisce una relazione equilibrata-

-Già, peccato che io stia con uno stronzo- mi stacco da lui e incrocio le braccia al petto, mettendo su il broncio.

-Pensa se fossimo finiti tutti in università lontane, che avresti fatto?-

-Non è un'ipotesi che mi piace contemplare a dire la verità-

-Non saresti sopravvissuta senza di me-

-Perché, tu ci saresti riuscito?- ridacchia. Daniel porta le mani dietro la testa e sposta il peso sullo schienale, in modo che la sedia si tenga in equilibrio soltanto sui due piedi posteriori. –Fai sempre lo spaccone della situazione, ha ragione Holden, credi di avere tutti ai tuoi piedi-

-Sei nervosa oggi, hai il ciclo per caso?-

-Fottiti Daniel- mi getterei nel fuoco per lui, senza pensarci due volte, eppure ci sono momenti in cui lo prenderei volentieri a schiaffi, visto che si atteggia come il ragazzino antipatico di quattordici anni che era convinto che tutto gli fosse dovuto.

-Rose, stavo scherzando. Perché sei così permalosa?-

-Perché ho paura di ciò che mi aspetterà. Non ho mai preso bene i cambiamenti, non ero contenta di venire qui e l'anno scorso ho fatto fatica a risalire. Non ho idea di ciò che mi aspetterà a New York, non so se sarò abbastanza brava per Harvard, e questo fa davvero paura-

-Rosebelle Everly Greyson non sarebbe abbastanza intelligente per frequentare Harvard? Che assurdità, sono convinto che diventerà la padrona in men che non si dica-

-Lo pensi sul serio?-

-Certo che sì. Non mi stupirei se, tra qualche anno, dovessi diventare il primo Presidente degli Stati Uniti d'America donna, ed io il First Man-

-Sarebbe davvero figo- Daniel posa una mano tra i miei capelli e sorride. –Quindi stai ipotizzando che staremo ancora insieme-

-Sì beh probabilmente avrò uno stuolo di modelle che mi vanno dietro e...-

-Ed ecco che ci risiamo, non cambi mai- le sue labbra si dischiudono appena per parlare, ma io lo interrompo prima che possa aggiungere altro. –E ti giuro che se ti azzardi a dire 'deformazione professionale', ti tiro un pugno su quel bel visino d'angelo che ti ritrovi-

-Diventi davvero violenta a volte, devi imparare a controllare la rabbia-

✨✨✨

-Siete davvero bellissime- mia madre entra in camera mentre stiamo finendo di sistemarci.

Daisy si alza il vestito dal petto, scuotendosi appena, per poi applicare l'eyeliner con una precisione assurda. –Siete diventate grandi in un batter d'occhio- come volevasi dimostrare, si commuove, asciugandosi velocemente le lacrime che minacciano di rigare il suo viso magro.

-Oh andiamo Isebelle, non essere triste- Diana la abbraccia e la scuola appena. E' assurdo che, esattamente in questo momento, siamo tutte felici, senza nessun rancore, senza conti in sospeso. E' davvero arrivata la fine del cerchio, la fine di ogni cosa, degli anni di follia che ho vissuto in questa città. –Con noi e Rose via in quel di New York, potrai finalmente ricominciare. Ti frequenti con quel bel pezzo di manzo del dottore che ha salvato la vita al nostro fiorellino preferito, non è così?-

-Lo sapevo! Perché non mi hai detto niente?-

-E tu come fai a saperlo?- mia madre ignora completamente la mia domanda, preoccupata nel cercare di capire come Diana sia venuta a conoscenza del suo piccolo segreto.

-Vi ho visto l'altra sera al ristorante-

-Ah, quando mi hai detto che stavi andando a cena con le tue amiche! E poi ti lamentavi del fatto che fossi io a raccontare bugie-

-Sono tua madre, non devo darti spiegazioni-

-Ah ah- incrocio le braccia al petto e la guardo con un sopracciglio alzato. –Mamma, a me va benissimo che tu ti rifaccia una vita. Papà è morto da sedici anni, ed hai passato tutto questo tempo ad occuparti di me, te lo meriti-

-Dici sul serio? Avevo paura che reagissi nel peggiore dei modi. Insomma, non sei molto propensa ai cambiamenti-

-Lo so, ma sto crescendo, e come posso affrontare il trasferimento in una nuova città, se non accetto di poter mutare qualcosa nella mia vita?-

-Le mie ragazze, venite qui, su- la donna ci apre le braccia, e noi ci stringiamo a lei, ignorando i vestiti, i capelli, il trucco e tutto il resto. –Sono davvero orgogliosa di voi. Siete diventate delle fantastiche donne, ed io sono fiera di ogni traguardo che avete raggiunto in questi anni. Siete forti, caparbie e bellissime, non cambiate mai-

-Fortuna che vi ho fatto usare il mascara waterproof, o saremmo diventate tutti dei panda- Daisy si stacca e si asciuga la parte inferiore degli occhi. Il nostro ultimo ballo alla Marymount, non credevo che sarebbe mai arrivato un momento simile, un momento in cui avrei sentito un retrogusto amaro in bocca all'idea di dover lasciare un posto in cui, all'inizio, non volevo proprio venire.

-Questi devono essere i ragazzi- mia madre, ancora più elettrizzata di noi, batte le mani e si fionda giù alla velocità della luce.

-Non riesco a respirare-

-Nooo!- Daisy mi dà uno schiaffo sul braccio. Ultimamente ho notato che è diventata parecchio violenta. –Non ti azzardare a farti venire un attacco di panico proprio adesso, o giuro che ti ammazzo. Tra l'altro tu e Daniel siete candidati come re e reginetta-

-Non ci tengo più di tanto ad avere quella corona di testa, ad essere sincera-

-Perdonala Signore, non sa quel che dice- Diana poggia le mani sulle mie spalle e guarda costernata il cielo, e non mi stupirei se gridasse all'eresia.

-Smettetela di stressarla così tanto, dai-

-Ti ringrazio Audrey, sei ancora l'unica che ragiona qui dentro- afferro la gonna pomposa e azzurra con le mani, prendendo un respiro profondo. –E adesso io come scendo le scale senza fare un ruzzolone?-

-Ci penso io!- Daisy mi prende per il polso e, prima che io possa davvero realizzare cosa sta succedendo, mi ritrovo nell'androne di casa mia. –Visto? Cosa ci voleva?-

-Teletrasporto. Maledetto teletrasporto- porto una mano all'altezza dello stomaco, sentendo qualcosa smuoversi dentro che, spero per me, non sia la cena.

-Ti ho preso il corsage- Daniel mi porge il bouqet, composto da piccole rose blu e da tante margherite.

-E' perfetto- il ragazzo sorride, quello stesso ragazzo che, la prima volta che mi ha visto, mi detto senza mezzi termini che ero inutile. Quello stesso ragazzo che mi ha rubato il primo bacio, che mi ha fatto ridere, che mi ha allontanata, che mi ha salvato, mi ha spezzato il cuore, mi ha difeso, mi ha lasciata andare e mi ha amata, e tutto questo in quattro anni. Lo stesso ragazzo che ho visto trasformarsi da un idiota convinto che ogni cosa gli fosse dovuto, ad una persona che ha il coraggio di piangere quando le cose vanno male, e che non si vergogna di mostrare il cuore grande che ha.

Lo abbraccio. Daniel rimane stupito da quel gesto che, nel corso di tutta la nostra storia, è stato ripetuto un'infinità di volte. –Ti voglio tanto bene-

-Ti ha appena friendzonato- Chris ride sotto i baffi, trascinandosi anche tutti gli altri.

-Zitti- mi stacco da lui. Non ha messo la cravatta, e la camicia è aperta fino al terzo bottone. E' Daniel, e lo sarà fino alla fine. –Vogliamo andare? Ho una corona su cui mettere le mani-

-Potrei sempre vincere io. Sai, tutta la storia del rapimento, della mia ragazza che sta col mio migliore amico...-

-Quindi vuoi giocartela tutta sulla pietà-

-Ragazzi- riprendo sia Daniel che Albus. Fino alla fine, dovranno sempre dimostrare chi, tra i due, è il migliore. –Anche oggi?-

-Andranno avanti persino al college, fidati- non posso fare a meno di dare ragione a Chris. Loro due saranno sempre così, e nessuno potrà fare niente per cambiarli. Ci ho provato in tutti i modi, ma non è servito a niente.

-State diventando noiosi, ora andiamo, su- colpisco entrambi alle braccia ed esco fuori. A quel punto mi giro e sorrido ad Isebelle. –Ci vediamo più tardi mamma-

-Aspettate! Devo farvi una foto! Poi la manderò anche alle altre mamme!-

-Sono questi i momenti in cui ringrazio che la mia se la sia filata tre anni fa- mi avvicino al ragazzo, mentre aspetto che mia madre sistemi la macchina fotografica. –Stai tremando Rosebelle-

-Ho un po' di freddo, tutto qui-

-E' il quindici maggio, ci sono ventotto gradi, sicura di non avere la febbre?- 




Sbaaaam!

La storia sta per giungere alla conclusione, ed i ragazzi saluteranno New Orleans nel peggiore dei modi. Preparate i fazzoletti, ci sarà da piangere in questi ultimi capitoli.
Per il resto, chi avesse qualche rimedio per la sfiga, me lo faccia sapere, che ci sta accanendo su di me.
Detto ciò, per qualsiasi cosa mi trovate su
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Un bacio e a presto
Rose xx

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