01.

Trieste20 settembre 2016Ore 7:30

Beep Beep!
No...
Dannata sveglia! Oltre a quello, il mio coinquilino sta facendo anche la spremuta con lo spremiagrumi elettrico che gli ho regalato quando sono venuta a vivere qui.
Ci mancasse che ho la mano addormentata. Spengo la sveglia e mi tiro su.
Sciolgo i capelli, mi alzo e vado ad aprire la finestra per arieggiare la stanza. Una lieve brezza fresca accarezza il viso addormentato mentre dei raggi di sole cominciano a splendere tra le foglie dei rami degli alberi che ho di fronte a me.
Mi affaccio e guardo in basso, sentendo le risate e urla dei bambini che stanno andando a scuola.
Vedo anche negoziai che aprono le saracinesche dei loro negozi o semplicemente persone che vanno a spasso con il loro cane.
Mi siedo sulla cassapanca imbottita di cuscini e peluche e chiudo gli occhi. Prendo la spazzola sulla mia scrivania e mi pettino i capelli.
Ops! Mi sono dimenticata di presentarmi...
Mi chiamo Romilda, ma tutti mi chiamano Milda o Romy, ho diciotto anni e sono alta un metro e settanta. Sono piuttosto magra e proporzionata - infatti, mangio porcherie senza ingrassare - ho i capelli viola scuro a caschetto medio e gli occhi piccoli grigi.
Ho due piercing: uno sulla narice sinistra, l'altro è sull'ombelico che l'ho fatto a diciasette anni come regalo di compleanno. I miei non mi hanno detto nulla e apprezzano i piercing che ho fatto.
Sono nata il tre di luglio del 1998 e ho origini slovene. Infatti, mio padre è madre lingua slovena, e voleva che io portassi avanti la dinastia dei miei antenati. Non mi pesa per niente portare avanti questa tradizione, anche perché a Trieste si parla tanto lo sloveno.
Nella vita lavoro come commessa part time in un negozio di fumetti in via XXX Ottobre chiamata Nerd World; ho iniziato a lavorare a giugno per mettermi via dei soldi e fare esperienza nel campo delle vendite
Faccio part-time, e di sera, vado a scuola, dato che quest'anno, mi attende con pura ansia la maturità. Nel tempo libero, gioco ai videogiochi, leggo i manga - i fumetti giapponesi per chi non lo sapesse - e guardo anime - le serie tratte dai manga - o serie tv. Oltre ai manga, leggo anche i libri normali - fino ad ora, ho letto tutta la saga di After di Anna Todd - e adesso sto leggendo il primo libro di Fallen dato che hanno annunciato il film.
Ma passiamo oltre, ho una vita piuttosto strana: convivo in un appartamento con un mio compagno di scuola (che se è stato bocciato) Miguel, ma lo chiamiamo Kuzco per via della sua assurda somiglianza con il protagonista de Le follie dell'imperatore. Ci siamo conosciuti l'anno scorso, e abbiamo legato tipo fratello e sorella. Lui lavora come addetto alle vendite in un negozio di videogiochi e CD in via Giulia.
Sembra strano ma vero; convivo con un ragazzo e lo conosco da un anno grazie a scuola. Diciamo che quando Miguel ha trovato questo appartamento, cercava qualcuno che lo aiutasse con le spese, dato che aveva due camere e due bagni, e quando mi ha proposto l'offerta, l'ho accettato.
I miei genitori erano titubanti all'inizio, ma alla fine, erano felici che me ne andassi via di casa.
«Milda! La colazione è pronta!» esclama Miguel.
«Arrivo!» gli rispondo finendo di truccarmi. Metto via la cipria dentro la trousse insieme al pennello e mi dirigo in cucina. Si sente fino a qui il profumo di caffè.
Entro, saluto Miguel mentre mette sulla mia tovaglietta blu degli M&Ms  dei biscotti con le gocce di cioccolato che ho preparato io di recente e il caffè nella mia fidata tazzina dei Minions e un bicchiere ricco di spremuta d'arancia.
Davanti a me, c'è la Monster di Miguel e una fetta di pane tostato con la Nutella sopra.
«Dormito bene?» mi domanda mentre apre la sua lattina e gioca con il cellulare.
«Bene, avrei dormito fino a tardi» gli rispondo tirando uno sbadiglio pari a quello di un leone. Mentre facciamo colazione sul nostro tavolo alto con sgabelli, guardo i raggi solari che entrano nella cucina, portando calore e luce.
Tra poco, vedo la Madonna.
«Come ti è parso Evangelion?» mi chiede.
«Direi non male. Stasera, lo voglio continuare insieme a te» gli rispondo. Fino a che puntata sono arrivata? Ah già! La terza.
Però, quel Shinji Ikari mi ricorda molto una persona...
In quel momento di silenzio, suona il citofono. Vado io. Mi alzo e vado a vedere chi è alla porta: Dario! Oddio! Di prima mattina?! Mi sistemo i capelli e gli apro.
«Buongiorno!» lo saluto con vivacità.
«Buongiorno a te, stellina...» mi saluta lui con aria rilassata e mi mette la mano sui capelli.
Lo invito ad entrare e si siede vicino a me. Gli offro della spremuta e dei pancakes.
Dario è il nostro vicino, ed è anche il nuovo compagno di classe di Donnie.
Diciamo che ho una cotta per lui. È un ragazzo alto, magro con i capelli corti castani e gli occhi castani. Porta sempre un cappello per la classica scusa dei capelli disordinati, ma lo adoro così com'è.

Abita al piano di sotto del nostro appartamento e lavora nello stesso negozio di sigarette elettroniche dove lavora Miguel.
Intanto che i due chiacchierano di sigarette elettroniche e liquidi vari, mi alzo e vado in camera mia a prendere lo smartwatch e accendo il cellulare. Nessuna notifica. Torno in cucina e mi siedo mentre finisco la colazione. Vediamo quanti Pokemon troviamo oggi...
Oltre a lavorare, ho passato il resto dell'estate a giocare a Pokemon Go. Insomma, quella famosa applicazione per cellulare che ha causato polemiche ed è ancora l'applicazione più scaricata ovunque. Io e Miguel abbiamo vinto anche vari tornei insieme a vari eventi - dei semplici buoni sconto da Mediaworld - e ho girato tantissimo nella settimana di Ferragosto, dove nessuno lavorava e ho cercato Pokemon anche a Lubiana, ma senza risultati.

Chiudo l'applicazione, poso il cellulare e spruzzo del profumo di Zara che mi hanno regalato al mio compleanno. È così buono che lascia una scia profumata. Chiudo la finestra, sistemo il letto e metto nella borsa il romanzo che sto leggendo. Controllo di aver preso tutto... LE CHIAVI! Eccole! Le prendo e le infilo in borsa.
«Kuzco, io vado! Ci vediamo stasera a scuola!» lo saluto prima di lasciare l'appartamento insieme a Dario. Ho il cuore che batte fortissimo quando sono insieme a lui. 
«Sai che a breve avremo due nuovi compagni di classe?» annuncia lui mentre scendiamo le Davvero? Sai per caso i loro nomi?» gli chiedo mentre metto via le chiavi di casa.
Non ancora...»
Uffa... mi fai stare sulle spine...» Sbuffo il ciuffo di capelli e lui scoppia a ridere.
Te lo giuro. Non so niente di loro. L'insegnante di diritto e relazioni internazionali ha detto che iniziano le lezioni appena tra qualche giorno.»
Tienimi aggiornata, ok?» Raggiungiamo il portone. Lo apro con il pulsante di apertura che si trova di fianco e lo apro.
Va bene. A stasera e buon lavoro.» Ci salutiamo mentre lui si incammina verso il suo negozio. Rimasta da sola, mi metto le cuffiette e ascolto qualche canzone che ascoltavo da bambina.

Mentre mi incammino verso il lavoro, mi fermo in un bar a bere caffè che ci andavo quando ero piccola insieme a mio nonno. Ad accogliermi, è un barista anziano dai capelli corti grigi
Saluto il barista e ordino un capo in b - ovvero il cappuccino in bicchiere tipico caffè triestino - e alzo lo sguardo verso un animatronico di Paperino che mangia un gelato. Da piccola ero terrorizzata da un robot del genere. Mi domando se funziona ancora...
Il barista mi porge il caffè e gli chiedo: «Scusami se le chiedo...»
«Mi dica pure»
«...ma funziona ancora quel robot di Paperino?»
«Ma certo!» Si dirige verso il frigorifero dove c'è il robot, attacca la spina e preme l'interruttore. Funziona!
Prendo il cellulare, faccio un video e lo mando a mia nonna. Ringrazio ancora il barista e prendo il portafoglio.
Metto via il cellulare, cerco il portafoglio e toro fuori le monete: un euro e dieci centesimi.
Lo ringrazio, prendo lo scontrino ed esco, mentre tiro di nuovo fuori le cuffiette e faccio ripartire la canzone.

Arrivo giusta sul lavoro, quando mancano esattamente dieci minuti all'apertura e incontro il mio responsabile, Christian - o semplicemente Chris - , e il mio collega Giacomo, o come lo chiamiamo io e gli altri Jack. Li saluto sorridendo dalla felicità di vederli, ed entriamo in negozio. Rispetto a me e Jack, Chris è il più anziano e con il fisico più robusto; ha quasi trent'anni, ma ne dimostra ventisei ed è di origini brasiliane. Gli unici tratti che lo rendono un uomo affascinante sono gli occhi scuri che hanno uno sguardo molto incoraggiante, e il suo sorriso con dei denti così bianchi, da far invidia a tutte quelle modelle, che vedi nelle pubblicità dei dentifrici sbiancanti. 
Jack, invece, ha un anno in più di me, anche se tutti gli dicono che sembra più giovane data la sua statura bassa, e il viso angelico. Indossa spesso gli occhiali quando deve stare davanti al computer o cerca qualche fumetto per il negozio. Ha i capelli corti neri con la base nera, molto simili a quelli di Duncan della serie animata A Tutto Reality. Anche se tutti lo vedono carino e coccoloso, ma se si arrabbia, sono guai per tutti. Ancora mi domando come fa a cacciarsi più volte nei guai. Scherzi a parte, siamo ottimi colleghi e gli voglio tanto bene. 
«Come sta andando a scuola? mi domanda Jack mentre si toglie la sua felpa con raffigurante il Joker.
«Tutto ok, ti ringrazio gli rispondo.
«Sei in ansia per la maturità?
«Al momento no. Poi, si vedrà...
«Sei hai bisogno di aiuto, chiedimi. Ho finito scuola anni fa, quindi, non mi causi disturbo.»
Guardo l'orologio, sono le dieci in punto e direi che è ora di aprire.
Diamo il massimo!

Spazio Autrice

Una nuova versione di Undead Boys ha inizio! Cosa ne pensate di questo cambiamento? Sarà tutto diverso rispetto alla versione precedente e spero che vi possa piacere.
Detto questo, tenetevi aggiornati sul mio profilo instagram per sapere l'uscita dei prossimi capitoli e altro!
Al prossimo capitolo!


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