Unconditional Love
Storia scritta per la AkaRen Week 2024
Day 4: Genderswap/Femslash | Roleswap | Folklore
NOTE:
Sono uscita dalla mia comfort zone e ho deciso di scrivere la mia prima femslah /w
Non sono molto convinta e non ho avuto il tempo di betarla, ma spero possa piacervi lo stesso.
P.S. Anche il titolo mi convince poco. Non so se lo cambierò più avanti, con calma.
Kyojuro si trovava in procinto di spegnere il lume presente nella stanza, preparandosi per la notte, quando un fruscio delicato raggiunse le sue orecchie. Un sorriso spontaneo si dipinse sul suo viso, caldo e luminoso più della fiammella racchiusa nella lampada a cui si era avvicinata. Non ebbe bisogno di girarsi per capire chi o cosa avesse spostato lo shoji per introdursi furtivamente in camera sua: sapeva perfettamente chi era appena arrivato.
Anche se l'intrusa aveva ridotto al minimo l'intento omicida che contraddistingueva lei e tutti gli altri demoni, era come se ogni fibra del suo essere rispondesse al richiamo di quella presenza divenuta ormai tanto familiare. Avrebbe riconosciuto il suono dei suoi passi leggeri anche ad occhi chiusi, individuato il suo dolce profumo anche fra mille fragranze diverse; e benché continuasse a percepire distintamente il suo spirito combattivo, al Pilastro della Fiamma non serviva più farvi affidamento per capire con chi avesse a che fare.
Due braccia esili ma dotate di muscoli ben definiti le circondarono il busto coperto dallo yukata, mentre le mani dalle dita blu come la notte si andarono a posare sul suo petto, proprio ad altezza di cuore. Kyojuro appoggiò i propri palmi caldi sul dorso di quelle mani affusolate e ne strinse una tra le dita, portandosela poi alle labbra per depositare un bacio lieve come una piuma sulle nocche pallide. Sentì una risata cristallina levarsi nel silenzio della stanza, vibrando melodiosa nelle sue orecchie, e non riuscì più a resistere di fronte alla voglia che aveva di girarsi per guardare negli occhi la donna che amava. Così si rigirò in quell'abbraccio, sorridendo raggiante quando vide il viso perfetto di Akaza.
«Ti sono mancata?» Chiese il demone, ricambiando il sorriso con espressione divertita, alzandosi appena sulle punte dei piedi nudi per avvicinarsi al volto del Pilastro della Fiamma e strofinare giocosamente il naso contro il suo mento.
«Come sempre.» Le rispose lei con dolcezza, appoggiando una mano sulla sua testa per poi passare le dita tra le lunghe ciocche rosa.
Il Pilastro della Fiamma adorava accarezzare i capelli setosi di Akaza: erano folti ma morbidi come freschi fili d'erba, perfetti per essere intrecciati e acconciati con delicati fiori variopinti – a differenza dei suoi, sempre così disordinati e indomabili tanto da sembrare la criniera di un leone. Ogni volta che le sue dita si perdevano in mezzo alle ciocche lisce, queste le scivolavano tra le mani come la più pregiata delle stoffe, senza nodi o ciuffi ribelli fuori posto. Kyojuro amava anche quel particolare e avrebbe passato ore intere ad accarezzare i lunghi capelli della Terza Luna Crescente; come quando se ne stavano sdraiate sul suo futon dopo un'intensa notte passata ad amarsi e lei poteva giocare pigramente con quelle ciocche morbide fino a che il sonno non sopraggiungeva.
Continuando ad accarezzare la testa di Akaza, il Pilastro della Fiamma affondò maggiormente le dita in quella chioma setosa e le sfiorò la nuca con i polpastrelli, massaggiando lievemente quella zona che sapeva essere molto sensibile. La Terza Luna Crescente chiuse istintivamente gli occhi e si lasciò andare a un sospiro di piacere, abbandonando la testa contro la mano delicata e un po' callosa della propria donna. Si beò dei brividi che le percorsero il corpo per intero, sentendo già il calore crescere dentro di sé in ondate lente e formicolanti, concentrandosi in un punto ben preciso nascosto tra le sue gambe.
Quando poi avvertì le dita di Kyojuro stringersi attorno ai suoi capelli, tirandoli appena per farle reclinare il capo all'indietro, Akaza si morse il labbro inferiore nel tentativo di tenere a bada un gemito acuto, fallendo miseramente per la gioia della spadaccina. Quello era un altro dei tanti motivi per cui il Pilastro amava follemente la lunga chioma rosa del demone che adesso fremeva tra le sue braccia, sospirando sommessamente, in attesa di poter avere ciò per cui si era presentata lì anche quella notte.
Lasciandosi scappare una risata bassa e roca, Kyojuro si abbassò lentamente sul viso attraversato dalle linee blu della Terza Luna Crescente e si impossessò delle sue labbra, baciandola sin da subito con passione. Akaza rispose con altrettanto ardore, circondando il collo della spadaccina con entrambe le braccia e aggrappandosi alle sue spalle forti come fosse la sua unica ancora di salvezza. Insinuò per prima la lingua tra le labbra schiuse dell'altra donna, smaniosa di assaporarla e di esplorare la sua bocca che le era mancata così tanto durante la giornata.
Sospirò soddisfatta quando sentì la lingua del Pilastro andare incontro alla sua e si strinse maggiormente a lei, ingaggiando così una lotta umida e passionale e avvertendo distintamente i fremiti che percorrevano il colpo caldo di Kyojuro. Anche se ormai stavano insieme da anni, andando contro ogni logica e senso morale, non si sarebbe mai davvero abituata all'effetto che quella giovane donna aveva sul suo intero essere demoniaco.
All'inizio, non era stato per niente facile conquistarla – soprattutto dopo che aveva provato a ucciderla, lasciandola priva di un occhio e con diversi organi interni compromessi –, così come non era stato facile scendere a patti con sé stessa e con quei sentimenti tanto umani ed estranei. Non le piaceva sentirsi debole e non lo era mai stata fino a quando non aveva incrociato il cammino di quel giovane Pilastro. Per lei aveva quasi perso il senso della ragione, trovandosi ossessionata al punto da pedinarla e proporle incessantemente di diventare un demone per averla sempre con sé – venendo rifiutata con fermezza ogni singola volta.
Nemmeno per Kyojuro era stato semplice accettare quei sentimenti insoliti e sconvenienti che aveva cominciato a provare nei confronti del demone. Inizialmente, aveva fatto di tutto per allontanare la creatura che l'aveva lasciata in fin di vita sul campo di battaglia, piena di ferite potenzialmente mortali, ma ogni tentativo era stato vano. Quando si era ripresa dal lungo periodo di convalescenza, Akaza aveva cominciato a presentarsi da lei senza alcun preavviso e si erano così ritrovate a scontrarsi più volte con l'intento di uccidersi a vicenda.
Poi un giorno, mentre parava prontamente un attacco a sorpresa da parte dell'altra donna, si accorse con immenso stupore che aveva smesso di percepire l'intento omicida di Akaza e le cose tra di loro avevano cambiato rotta prima che il Pilastro potesse rendersene conto. Un po' per volta, avevano iniziato a conversare pacificamente, oltre che combattere, e la spadaccina aveva così scoperto di non disprezzare la compagnia della Terza Luna Crescente.
Da lì in poi era stato un crescendo di emozioni che l'avevano destabilizzata e fatta sentire in colpa nei confronti dell'associazione ammazza demoni e di tutti quelli che erano morti per la causa comune che perseguivano. Kyojuro aveva passato mesi interi a cercare di rinnegare ciò che provava stando insieme ad Akaza finché, dopo uno scontro piuttosto impegnativo ed elettrizzante, non si era ritrovata troppo vicina al suo viso e non ci aveva capito più niente. La baciò senza pensarci due volte, poi ancora e ancora, venendo ricambiata con impeto e sentimento. Quella sera fecero l'amore per la prima volta, mettendo definitivamente da parte le loro divergenze e lasciandosi andare incondizionatamente, dimenticandosi di tutto il resto – anche di essere un demone e una ammazza demoni.
Akaza smise di baciare le labbra di Kyojuro e si liberò delicatamente dalla presa con cui continuava a tenerla a sé per potersi dedicare a un'altra parte del suo corpo. Con le dita scure dalle unghie perfette e rosa come i propri capelli, allargò la chiusura dello yukata del Pilastro per mettere a nudo la pelle del collo e delle clavicole, scoprendo lievemente le curve piene del suo seno prosperoso. La sfiorò lascivamente, passando il palmo freddo sui muscoli guizzanti e ben definiti delle spalle, facendo scivolare ancora di più la stoffa leggera della veste da notte fino a che non le mise completamente a nudo il torace.
Kyojuro emise un verso di apprezzamento e la guardò intensamente con l'unico occhio che le era rimasto, l'iride vermiglia che brillava di desiderio e la pelle attraversata dai brividi. I capezzoli del Pilastro della Fiamma divennero subito turgidi, spiccando scuri sulla sua pelle chiara e attirando l'attenzione della Terza Luna Crescente che sorrise maliziosamente fino a mettere in mostra le zanne appuntite. Sporgendosi lievemente in avanti, sostituì con le proprie labbra i polpastrelli che avevano lasciato scie di fuoco sul petto della spadaccina, posandosi avide sul seno destro e cominciando sin da subito a succhiare il capezzolo sensibile.
Kyojuro reclinò la testa all'indietro e gemette rumorosamente, sentendo il piacere correre lungo ogni terminazione nervosa fino a raggiungere le sue zone più intime. Percepì chiaramente le pareti del proprio sesso contrarsi per il piacere e i primi umori riversarsi senza controllo, bagnando abbondantemente il fundoshi che indossava al di sotto dello yukata. Infilò nuovamente le dita tra i capelli di Akaza e le accarezzò la testa esercitando una lieve pressione sulla sua nuca, invitandola a spostarsi anche sull'altro capezzolo rimasto insoddisfatto. Il demone non se lo fece ripetere una seconda volta e accontentò la tacita richiesta della sua donna, puntando le iridi gialle sul suo viso per guardare come si contorceva grazie al piacere che le stava donando.
La Terza Luna Crescente succhiò la tenera pelle scura e sensibile finché non sentì le mani di Kyojuro scendere lungo la linea sinuosa del collo per infilarsi dispettose al di sotto del corto haori che portava. Con movimenti circolari, il Pilastro massaggiò le scapole della sua amata; poi fece scorrere la stoffa dell'indumento lungo le sue braccia muscolose, sfilandolo del tutto con un unico movimento e mettendo completamente a nudo il seno abbondante di Akaza – non che normalmente servisse molto per farlo, dato che l'haori riusciva a coprirlo a malapena.
Kyojuro portò entrambe le mani sul petto tatuato del demone e le chiuse a coppa sui seni pieni, pizzicando lievemente i capezzoli che si erano induriti grazie alle sue carezze. La Terza Luna Crescente gemette sulla pelle dell'altra donna, provocandole dei brividi di piacere quando il fiato caldo andò a incontrare la zona dell'areola resa umida dalla saliva che vi aveva depositato sopra. Continuarono a toccarsi a vicenda per minuti lunghi come ore, eccitandosi e sentendo il desiderio crescere a dismisura ogni secondo sempre di più.
Con il sesso pulsante e la voglia alle stelle, Akaza si mosse nuovamente per prima e si allontanò dai seni di Kyojuro solo per afferrare la cintura dello yukata e tirarla via. Con un movimento fluido, scoprì completamente il corpo scolpito dell'altra donna, dedicandosi subito a toglierle pure il fundoshi per poterla ammirare in tutta la sua seducente bellezza. Adorava come le curve morbide dei fianchi e delle cosce si sposassero perfettamente con i muscoli del ventre e delle braccia che aveva sviluppato in anni di allenamenti e di combattimenti. Kyojuro fece lo stesso con lei, togliendole i larghi pantaloni bianchi e stringendola dalla vita per tirarsela addosso e riprendere a baciarla con passione e desiderio.
I loro corpi nudi e prosperosi entrarono finalmente in contatto, cosa che le portò a gemere all'unisono e a ricercarsi con più impeto. Le mani della Terza Luna Crescente corsero subito ad afferrare i glutei tondi e sodi del Pilastro, pizzicandoli e massaggiandoli con dedizione; quelle della spadaccina, invece, allentarono la presa dai fianchi del demone e si spostarono lentamente verso il basso, scendendo in una carezza languida sulle cosce toniche decorate dai segni scuri come la notte. Da lì risalirono verso l'interno, andando dritte verso quella dolce meta che la stava chiamando a gran voce come una sirena ammaliatrice.
Le dita di Kyojuro si insinuarono tra le pieghe umide della vagina di Akaza, andando a stuzzicare sin da subito il clitoride turgido e spingendosi lievemente tra le piccole labbra grondanti di umori. La Terza Luna Crescente si lasciò andare ad un gemito lungo e acuto, stringendo le gambe attorno alla mano della compagna per farle capire di continuare a toccarla in quel modo. La spadaccina la accontentò senza smettere di esplorarle la bocca, stimolandola doppiamente quando fece sprofondare del tutto le proprie falangi all'interno del suo sesso bagnato.
Un altro gemito si levò alto nel silenzio della stanza, interrotto solo dai loro respiri pesanti e dai suoni umidi delle loro labbra che si univano in baci profondi come il mare stesso. Akaza si lasciò toccare finché non si sentì troppo vicina all'orgasmo per permettere a Kyojuro di continuare in quel modo. Non voleva venire così e nemmeno essere l'unica a godere: anche lei voleva dedicarsi al piacere della sua amata, vezzeggiarla e portarla verso le più alte vette del piacere per poi cadere insieme in quel turbinio di emozioni e sensazioni che provavano subito dopo essersi unite.
Stringendo delicatamente il polso del Pilastro, la Terza Luna Crescente allontanò la sua mano dalla propria vagina e si portò le dita alle labbra, leccandole e succhiandole una per volta, assaggiando il suo stesso sapore senza distogliere lo sguardo da quello languido dell'altra. Kyojuro deglutì rumorosamente e sentì i propri umori bagnare ancora di più l'apertura nascosta tra le cosce, le pareti che si contraevano spasmodicamente e che desideravano ardentemente di sentire la lingua del demone scorrere proprio lì in mezzo. Come avendola letta nel pensiero, Akaza smise di succhiare le dita della spadaccina e le sorrise maliziosamente, trascinandola con sé fino a che non finirono entrambe sdraiate sul futon, una sull'altra.
Portandosi tra le sue gambe e sovrastandola con il proprio corpo altrettanto sinuoso e muscoloso, la Terza Luna Crescente baciò e leccò lentamente il ventre scolpito di Kyojuro, scendendo sempre più giù e accarezzandole la pelle accaldata con i lunghi capelli setosi. Il Pilastro si contorse e inarcò la schiena quando sentì il respiro di Akaza infrangersi contro il suo inguine umido. Alzò appena la testa per guardare la propria amata e allungò una mano per sfiorarle delicatamente una guancia pallida; poi un gemito strozzato le risalì in gola quando la vide sprofondare con il viso tra le sue cosce, percependo chiaramente la sua lingua premere con decisione sulle piccole labbra fino a insinuarsi all'interno del suo sesso pulsante.
Gli occhi gialli di Akaza non si scollarono mai, nemmeno per un momento, dal volto stravolto dal piacere di Kyojuro. La guardò socchiudere la palpebra e mordersi il labbro inferiore ogni volta che la penetrava con la punta della lingua, il petto prosperoso che si alzava e abbassava ad un ritmo frenetico, il respiro spezzato dai gemiti sconnessi che non riusciva a trattenere. La leccò con attenzione, soffermandosi sui punti più sensibili che sapeva l'avrebbero fatta gridare e tremare in preda all'estasi, succhiando il clitoride turgido e usando le dita scure per stuzzicarle le labbra gonfie e sempre più gocciolanti.
Mentre si dedicava a donarle piacere, il demone si portò una mano tra le gambe e cominciò a masturbarsi da sola, sentendosi pienamente soddisfatta e pronta a raggiungere l'orgasmo insieme alla sua donna. Abbassando nuovamente lo sguardo sul viso di Akaza, Kyojuro la vide compiere quel gesto e si affrettò ad allungare un braccio per fermarla. Non voleva che venisse in quel modo e glielo disse candidamente, senza troppi giri di parole.
«No, aspetta. Voglio essere io a farti venire e voglio farlo usando la mia lingua. Lo sai che amo il tuo sapore e che mi piace sentire come pulsano le tue labbra quando ti penetro durante gli ultimi spasmi di piacere.» Disse in un sussurro roco, facendo mugugnare Akaza che si sentì pericolosamente vicina all'orgasmo solo per averla ascoltata pronunciare quelle parole così sporche.
La Terza Luna Crescente si allontanò dalla vagina di Kyojuro e si allungò nuovamente sul suo corpo morbido per baciarla con trasporto, facendole assaggiare il suo stesso sapore. Le mordicchiò lievemente il labbro inferiore, stando attenta a non ferirla con le proprie zanne e la baciò ancora, sentendo di non averne mai abbastanza.
«Va bene, ma anche io voglio fare lo stesso e raggiungere l'orgasmo insieme a te.» Rispose il demone, guardando la spadaccina dritta nell'unico occhio vermiglio che le era rimasto.
Kyojuro annuì e aspettò che Akaza cambiasse posizione, osservandola impazientemente mentre le si metteva a cavalcioni sul viso. Si ritrovò così a tu per tu con il suo sesso gonfio e bagnato, cosa che la fece deglutire a vuote e la portò a leccarsi le labbra come se avesse davanti la cosa più buona del mondo. Circondandole i fianchi con le braccia, tirò verso di sé il suo bacino e cominciò a leccarle la vagina con movimenti circolari, stimolando le grandi labbra e il clitoride per poi spingersi in profondità dentro la piccola apertura che aveva già avuto modo di toccare ed esplorare svariate volte, nel corso di quegli anni. Akaza gemette sonoramente e reclinò la testa all'indietro mentre si godeva quelle attenzioni così piacevoli ed eccitanti.
Rimase ferma in quel modo per alcuni istanti, totalmente concentrata sulle sensazioni che Kyojuro le stava donando con la lingua e con le dita affusolate che avevano iniziato a sfregarle il clitoride con insistenza; poi si piegò nuovamente in avanti, sprofondando il viso tra le cosce divaricate del Pilastro per riprendere a leccare e succhiare la pelle sensibile e turgida del suo sesso grondante. Continuarono a toccarsi e a penetrarsi a vicenda con la lingua finché non si sentirono entrambe vicine al limite, e anche quando l'orgasmo esplose dentro di loro con la forza di un grosso fuoco d'artificio, facendole tremare come foglie al vento, non si fermarono. Continuarono a lambire lentamente la pelle dei rispettivi sessi diventata ancora più recettiva, raccogliendo fino all'ultima goccia gli umori trasparenti che si erano riversati sulle loro labbra piene.
Quando le sue gambe smisero di tremare e gli ultimi residui di piacere scemarono con languida lentezza, Akaza si spostò dal viso di Kyojuro e la guardò con il sorriso sulle labbra. Il Pilastro ricambiò il sorriso, l'iride vermiglia colma di amore e il corpo pervaso dall'improvvisa stanchezza dovuta all'orgasmo appena raggiunto, e allargò le braccia in un chiaro invito. Il demone non se lo fece ripetere una seconda volta e si sdraiò accanto alla propria compagna, appoggiandosi delicatamente con la testa sul suo petto e circondandole la vita con un braccio. Ascoltò il battito del cuore che galoppava furioso dentro la sua cassa toracica e si lasciò avvolgere in un abbraccio caldo e rassicurante. Si sarebbe addormentata volentieri in quel modo, se avesse potuto farlo.
Kyojuro cominciò ad accarezzare i lunghi capelli rosa di Akaza, attorcigliandoli tra le dita e lasciando che le scorressero tra le dita come un manto pregiato. Di tanto in tanto, il Pilastro depositava dei piccoli baci sulla testa della sua donna, mentre la Terza Luna Crescente disegnava cerchi immaginari su uno dei suoi fianchi nudi. Si abbandonarono a quelle dolci carezze per un tempo indefinito, scambiandosi degli sguardi silenziosi ma carichi di significati profondi come l'oceano stesso. Quando infine il sonno prese il sopravvento sul corpo stanco di Kyojuro, Akaza la sistemò meglio sul futon e coprì entrambe con il lenzuolo un po' sgualcito.
Rimase sdraiata sul suo petto, cullata dal suono ritmico del cuore che aveva ripreso a battere normalmente; quello stesso cuore che ormai le apparteneva e per cui aveva deciso di morire quando sarebbe arrivato il momento di dire addio alla sua amata. La guardò dormire finché il sole non cominciò a rischiarare il cielo con i suoi raggi; poi si rivestì velocemente, le depositò un bacio leggero sulle labbra e uno sulla fronte e corse via, felice come non mai. Non vedeva l'ora che arrivasse di nuovo la sera per poter tornare tra quelle braccia che la stringevano sempre con tanta dolcezza, donandole un profondo senso di amore e appartenenza.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top