Spiaggia (Klace) [Dopo Malinconia]

Erano appena finiti gli esami estivi, Lance e Keith avevano davanti a loro tutta l'estate e stavano decidendo come passarla; non che Keith avesse molte pretese, ma Lance ci teneva particolarmente a passare quei mesi di riposo insieme e così si ritrovò ad ascoltarlo mentre gli descriveva ogni possibile località.
-Oh... E poi... Sì...- Improvvisamente aveva cominciato a parlare a bassa voce, come se fosse incerto.
-Cosa?-
-Beh... Potremmo andare a Varadero... Dalla mia famiglia...-
Keith non disse nulla, lo guardò e cercò di capire se a lui facesse piacere portarlo da loro, sapeva perfettamente quanto amasse quelle persone, ma non sapeva cosa pensavano loro del fatto che uscisse con un ragazzo da più di un anno ormai.
-A te va?- Chiese infine il corvino.
-Beh certo! Voglio dire, poter stare con la mia famiglia e con te al tempo stesso sarebbe fantastico. E a te?-
-Certo.- Keith sorrise e così Lance chiamò sua madre, stavano arrivando, sarebbero partiti a giorni.

**

All'aeroporto, a prenderli, c'erano Benjamin e la madre a prenderli, erano entrambi felicissimi di vederlo e Keith si rese conto di quanto fosse imbarazzante assistere a scene d'affetto quando non si fa parte della scena.
Arrivarono alla casa, era in una piccola cittadina nella periferia di Varadero, tra casa McClain e il mare c'era solamente uno spiazzo d'erba e la spiaggia, si sentivano le onde e la brezza carica di salsedine, proprio come Lance gli aveva detto.
Quel posto gli piaceva, e non solo perchè piaceva a Lance.
-Comunque questa è casa nostra.- Disse Lance distraendo il corvino che stava osservando in giro con occhi meravigliati.
-E' davvero... Un bel posto...- Disse.
-Hai sempre vissuto in città?- Chiese Benjamin.
-Ehm... Sì...- 
-Fa sempre questo effetto quando lo vedi per la prima volta.- Continuò lui.
Keith trovò una marcata somiglianza tra Lance e Benjamin ma, per qualche motivo, non riusciva a vedere Benjamin come carino, o meglio, oggettivamente lo era, ma non lo era abbastanza da attirare la sua attenzione, al contrario di Lance.
Entrarono in casa e Lance gli fece vedere ogni centimetro di quel posto, a partire dallo scalino d'ingresso su cui, a sette anni, era inciampato e aveva così perso il suo primo dente, fino alla camera da letto, che condivideva con il fratello Benjamin ma che, per l'occasione, si era trasferito sul divano per far sì che Keith e Lance dormissero nella stessa stanza.
-Ora, dopo questo lungo viaggio, puoi scegliere se dormire un po' o andare a farti una doccia.- Disse Lance.
-Credo che dormirò.-
-Perfetto, io vado a farmi una doccia.-
Lance uscì dalla stanza e, quasi senza accorgersene, Keith si addormentò.
Quella sera, a cena, incontrò tutta la famiglia al completo, ma c'erano anche due bambini di cui non ricordava di aver mai sentito parlare e che chiamavano Lance tìo.
Lance era seduto accanto a lui, a capotavola c'era il padre di Lance, Jaime, e vicino all'uomo c'era Rosa, la madre di Lance.
-Lei è Veronica, mia sorella, e loro sono Mateo e Celia, i miei nipoti.- Disse Lance a bassa voce, in modo che solo Keith lo sentisse.
-Certo... Quel bambino mi fissa.- Rispose.
-Gli piaci.-
-Mi inquieta.-
-Hai fatto cose molto più spaventose di sopportare lo sguardo di un bambino.-
-Non esiste nulla di più spaventoso dei bambini.-
Lance ridacchiò.
-Pensa a mia sorella che li ha anche partoriti...- 
Keith si guardò la pancia e poi guardò Veronica e, per qualche strana ragione, si immaginò con una pancia enorme e si immaginò la sensazione di aver appena terminato il pranzo di Natale preparato da Hunk, solo che doveva mantenere quella sensazione ogni giorno per nove mesi. 
-Ammiro tua sorella.-
Lance ridacchiò di nuovo.
-Bene, ecco a voi la cena!- Disse Rosa portando in tavola piatti pieni di pietanze dall'odore sublime e da un aspetto che non era da meno. La donna si sedette al proprio posto e poi sorrise in direzione dei due ragazzi. -Bene, cosa ci racconti Lance? E tu Keith?-
-Io voglio sapere come vi siete conosciuti!- Si intromise Celia, che dai suoi soli otto anni era piena di curiosità.
-Noi... Beh... Andiamo a scuola insieme...- Sintetizzò Lance, mentre Keith guardava Jaime.
Quell'uomo non sembrava essere triste di vedere il figlio, ma probabilmente non era felice di vedere lui, era come se gli dicesse "Non ce l'ho con te, ma puoi andare".
La cena passò tra risate e schiamazzi, mentre entrambi rispondevano la verità, cercando di raccontare la verità senza entrare nelle cose imbarazzanti o troppo intime.
Alla fine della cena Lance e Keith aiutarono a sparecchiare e guardarono le ultime notizie in TV, mentre Benjamin lavava i piatti.
-Che ne dici di uscire?-
-Uscire?-
-Facciamo una passeggiata...- Il viso di Keith doveva esprimere una certa insicurezza. -Sono anni che non vivo qui, ma prometto solennemente che tornerai a casa sano e salvo.- Disse mettendosi una mano sul cuore.
-Una volta lo disse anche a me... Tornai a casa pieno di graffi, mi aveva fatto cadere dalla scogliera.- Disse Benjamin.
-Lance...- Keith era a metà tra il divertito e il sorpreso, non si sarebbe mai immaginato una cosa simile da Lance, ma lui non ci fece caso, alzò le spalle e fece un'espressione angelica, quella che faceva sempre quando chiedeva qualcosa a Keith, quella a cui non poteva resistere. -Andiamo.-
Lance si alzò con un'espressione vittoriosa sul viso, subito fuori dalla porta lo prese per mano e lo portò lungo la strada, seguendo il marciapiede. Camminavano in silenzio, Keith guardava il cielo, era scuro e le stelle brillavano prepotenti accanto alla Luna, era qualcosa di veramente magnifico e capì perchè a Lance mancava così tanto quel posto.
Ad un tratto sentì i piedi sprofondare e guardò le scarpe, erano immerse nella sabbia.
-Ricordi? Ti avevo detto che ti avrei portato a conoscere la mia famiglia, che ti avrei fatto vedere la spiaggia.- Disse Lance guardando verso le onde e continuando a camminare.
Si avvicinavano sempre di più alla battigia, ma si fermarono in un punto in cui le onde non arrivavano nonostante l'alta marea.
Lance si tolse le scarpe e invitò Keith a fare lo stesso, cosa che fece, malgrado non ne fosse troppo convinto, poi lance fece un passo avanti e un altro ancora, fin quando non arrivò a bagnarsi i piedi, Keith era un passo indietro e si guardò i jeans lunghi che stavano per bagnarsi inesorabilmente.
-Un attimo.- Sussurrò e si chinò. Arrotolò i jeans e fece quel passo che lo separava da Lance.
Fecero qualche altro passo, l'acqua salata del mare arrivava a metà del polpaccio e si fermarono a guardare l'immensa bellezza di quel cielo stellato.
-E' davvero bellissimo qui.- Sussurrò Keith.
-Già. Ci venivo sempre quando litigavo con... Quando litigavo.- Keith gli strinse un po' la mano. -O quando ero felice. Ma non ci ho mai portato nessuno... Nessuno con cui avevo intenzione di passare la mia vita, almeno.- Disse senza pensare, le parole erano uscite e lui non aveva neanche cercato di fermarle.
Keith si girò verso di lui e sorrise e Lance, per un'altra volta ancora, si riscoprì innamorato di quel magnifico viso.
-Ti amo.- Sussurrò prima di baciarlo.




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