Natale (Klance)
Nota: A Natale non farò nulla ma magari voi sì (sempre nel rispetto di tutte le norme mi raccomando) perciò vi lascio questa storia qualche giorno prima.
A presto
Era quasi Natale, e quello sarebbe stato il primo Natale che Keith e Lance passavano da fidanzati.
-Quindi... Quando parti?- Azzardò Keith mentre Lance si apprestava a tirare fuori qualcosa dalla stanza che usavano come sgabuzzino.
-Per dove?- Era chiaramente sovrappensiero.
-Per andare dalla tua famiglia.-
-Oh... Non vado.-
Keith rimase in silenzio un attimo, aveva ancora la cannuccia del suo bicchiere di Coca Cola tra le labbra, fece gorgogliare il liquido scuro pensando a ciò che Lance gli aveva appena detto.
-Sai, visto che tu resti qui da solo, ho pensato che sarei potuto restare con te.- Disse Lance facendo il suo ingresso nel salotto con un'enorme scatola di cartone piena di nastro da pacchi rovinato.
-Cosa...-
-E' Natale.- Disse semplicemente Lance cominciando a tagliare lo scotch.
Keith lo guardò in silenzio armeggiare con le forbici e la scatola fin quando non riuscì ad aprirla e sul viso del castano si dipinse un'espressione di puro orgoglio.
Infilò le mani nella scatola e cominciò a rovistare tra tutto ciò che c'era dentro, cianfrusaglie, pensò Keith.
Finalmente Lance tolse le mani dalla scatola e tra di esse reggeva un groviglio infinito di lucine di mille colori e, improvvisamente, Keith desiderò che Lance andasse via da quella casa per passare il Natale con la sua famiglia.
-Mi aiuti a sgrovigliarle?- Lance sorrideva, sembrava un bambino a... Natale.
-Cosa ci devi fare?-
-Metterle sull'albero.- Disse Lance con ovvietà.
-Non c'è un albero in questa casa.- Obiettò Keith, ma Lance non si scompose e, scrollando le spalle, rispose al corvino.
-Lo porterà Shiro questa sera.-
Keith sospirò mentre Lance, ancora inginocchiato davanti alla scatola, si sporgeva in avanti per fargli prendere quell'infinito groviglio di fili che sembravano più un cespuglio di rovi con tutte quelle lucette che spuntavano da ogni dove. Keith afferrò quel groviglio, controvoglia, ma col desiderio di non vedere Lance intristirsi e, con molta pazienza, iniziò a cercare uno degli inizi dei fili come punto di partenza. Lance, nel frattempo, prese a tirare fuori ghirlande, rametti di vischio vecchi di anni, palline di tutti i colori e fatture possibili, da quelle in plastica a quelle in vetro passando per quelle che avevano delle forme strane.
Per quale motivo Lance ha una decorazione a forma di Babbo Natale? E perchè così brutto? Pensò Keith che si era perso a fissare il suo magnifico fidanzato occupato nel decorare ogni punto della casa.
Quando Lance finì il suo lavoro, Keith era in piedi in mezzo al salotto, quasi a metà di quel groviglio di fili e con la testa che scoppiava; come se non bastasse era ricoperto di cavi con le lucine che gli si erano attorcigliati attorno alle braccia e alle gambe.
Lance, avvicinandoglisi, ridacchiò appena.
-Se ti diverte così tanto puoi farlo tu.- Borbottò arrabbiato Keith.
-Sei carino, sai?- Disse Lance abbracciandolo da dietro e appoggiandogli la testa sulla spalla.
Keith emise un brontolio di disappunto, ma non disse nulla, troppo concentrato su quel passaggio cruciale per sgrovigliare le lucine.
-Vuoi una mano.-
-Ma no, ti pare?- Chiese ironico lui.
-Sì, in effetti sei molto bravo ad usare la mani.-
Keith, nonostante tutto, non era ancora abituato a quei doppi sensi che, invece, piacevano così tanto a Lance, e il suo viso si accese di un'insolita tonalità di rosso che, nonostante si abbinasse perfettamente al maglione che Lance gli aveva regalato l'anno prima e che lui stava indossando anche in quel momento solo per fargli un piacere, era troppo evidente sulla sua carnagione lattea.
Lance ridacchiò nuovamente.
Ogni volta che Keith arrossiva, Lance capiva di essersi innamorato della persona giusta e scopriva di amarlo un po' di più di quanto credesse.
-Mettile giù, dai, finiamo dopo.- Disse Lance.
-Mi piacerebbe... Mi si sono attorcigliate addosso.- Disse accennando alle proprie gambe e braccia.
Lance lo guardò dolcemente e gli lasciò un bacio sulla guancia.
Aveva le labbra bollenti e, a contatto con la pelle fredda del viso di Keith, il corvino si sentì squagliare la zona a contatto, mentre il suo naso era gelato, per qualche motivo ignoto, ma Keith non ci fece caso.
-Vieni.- Sussurrò Lance tirandolo per la vita finché non andò a sbattere con le gambe contro il divano, e poi vi si lasciò cadere sopra tirando con sé anche Keith.
Si scambiarono qualche bacio, sul viso, sulle labbra, sul collo, e alla fine, a forza di contorcersi, si ritrovarono sdraiati sul divano.
Keith era ancora avvolto dalle lucine ma non sembrava importare a nessuno dei due; Lance aveva la schiena contro i cuscini del divano e Keith premeva la schiena contro il petto di Lance e non cadeva dal divano solamente perchè Lance lo teneva stretto a sé.
Quasi senza accorgersene, entrambi, si appisolarono in quella posizione tutt'altro che comoda.
Quando quella sera Hunk rincasò facendo entrare anche Shiro, trovò la casa perfettamente addobbata a festa, c'era una strana sensazione di calore che veniva emanata da tutti quei gingilli colorati che Lance aveva sparso in giro, ma soprattutto rimasero sorpresi nel trovarli ancora assopiti e abbracciati.
-Dici che dobbiamo svegliarli?- Bisbigliò Hunk.
-Lance è ingestibile quando lo si sveglia...- Rispose Shiro.
-Vero... Ma è molto peggio Keith quando si alza dopo aver dormito male...- Disse Hunk indicandolo e lasciando che Shiro si avvicinasse dopo aver appoggiato a terra un piccolo alberello finto.
Shiro si avvicinò al divano e li fissò per un attimo.
Quei due, insieme, erano la personificazione perfetta dell'amore. Erano riusciti a passare sopra alle differenze, ai litigi, alle somiglianze, erano riusciti a fondersi in ogni ambito e in ogni modo, e questo Shiro non lo pensò solamente perchè erano raggomitolati su quel divano tenendosi stretti come se in realtà fossero una cosa sola, ma perchè li aveva visti anche nei loro momenti peggiori fin da quando si conoscevano, ed erano sempre riusciti ad andare avanti, senza mai smettere di restarsi accanto.
Hunk non era così romantico, non come Shiro almeno, per lui vederli abbracciati che dormivano sul divano o da qualche altra parte era la normalità, era il loro coinquilino, perciò andò a preparare la cena lasciando l'amico a guardarli con sguardo sognante.
-Dove trovo delle coperte?- Chiese Shiro.
-Nella credenza sotto la TV.- Rispose Hunk dalla cucina.
Shiro aprì le ante del mobile e prese una delle coperte multicolore che, poteva metterci la mano sul fuoco, aveva comprato Lance visti gli abbinamenti eterocromatici quasi imbarazzanti, e la spiegò sopra ai due ragazzi facendo attenzione a non svegliarli.
-Ciao Hunk, ci vediamo.-
-Buona serata Shiro!- Salutò il giovane cuoco con un sorriso mentre sventolava un mestolo dalla cucina.
Shiro uscì dall'appartamento e salì le scale, c'era Pidge che lo aspettava per cenare insieme, era felice e vedere i suoi due amici felici, vedere Keith rilassato e tranquillo, lo fece sentire meglio.
Keith era come un fratello minore per lui, ne aveva passate tante, e finalmente anche lui stava capendo che c'è sempre qualcuno che ci ama nel mondo.
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