Cioccolata Calda

Lance era appena tornato da una faticosa giornata all'Accademia, era stanco e non voleva saperne neanche per sbaglio di muoversi da sopra il divano su cui, con malagrazia, si era lasciato cadere pochi attimi prima dopo aver avuto la forza di farsi una doccia veloce.
Keith, invece, era stato a casa tutto il pomeriggio e sembrava fresco e riposato, un sorriso gentile e riservato dipinto sulle labbra e gli occhi pieni di curiosità e, quando il cubano lo vide, non poté fare a meno di pensare a quanto dovevano essere vivaci quegli occhi quando era più piccolo.
Lance sorrise un po' di più notando che Keith indossava una delle sue felpe, era azzurra, mentre si avvicinava a lui con un passo leggero  e Lance non riusciva a capire come facesse ad essere così dannatamente silenzioso da sembrare invisibile.
-Come stai?- Chiese sedendosi accanto a lui con tutta la delicatezza che era mancata a Lance pochi attimi prima.
Il cubano sbuffò. -Sono stanco.- Rispose appoggiando la testa sullo schienale del divano.
-Ho notato.- Rispose il corvino, le mani affondate nelle tasche e un ginocchio piegato sul divano mentre l'altro penzolava distrattamente fino a sfiorare la stoffa morbida del tappeto.
Lance fissava il soffitto con fare afflitto mentre cercava di recuperare un po' di energie, non voleva essere così indifferente alle domande del corvino, ma non ci riusciva.
Senza che Lance potesse rendersene conto, Keith circondò con un braccio le spalle di Lance e se lo tirò contro, portò l'altra mano sulla sua spalla e strinse la maglietta tra le dita con poca grazia, mentre faceva scontrare le loro labbra.
Fu un bacio dolce, lento, ma anche carico di aspettative.
Quando si allontanarono Keith appoggiò la testa sulla spalla del cubano e si accoccolò accanto a lui e Lance lo strinse a sé.
Erano quasi due anni che stavano insieme e ogni volta che Keith lo baciava gli sembrava di scalare una montagna fino ad arrivare in Paradiso da quanto era contento, ogni volta gli faceva venire la tachicardia e gli faceva nascere un nuovo sorriso sulle labbra, sempre visibilmente più felice del precedente.
Lance inclinò il capo verso di lui, aveva gli occhi chiusi e sembrava davvero tranquillo, gli lasciò un leggero bacio tra i capelli e ridacchiò.
-Che c'è?- Chiese Keith in un sussurro.
-Hai un sapore strano.- Rispose l'altro con lo stesso tono di voce, come se non volesse disturbare quella quiete che si era creata.
-In che senso?- Chiese ancora Keith sistemando il modo in cui era seduto per stare un po' più comodo.
Ogni volta che i suoi occhi indugiavano sul corpo di Keith, sul suo viso, sui suoi occhi, Lance capiva per quale motivo si era innamorato di lui; per la sua semplicità, la sua sensibilità, la sua naturalezza.
-Sei dolce.-
Keith si allontanò un poco, per studiarlo con gli occhi scuri velati di curiosità.
Poi Keith sorrise. -Ho mangiato del cioccolato.- Disse con naturalezza prima di riappoggiarsi al corpo caldo del cubano che scosse il capo.
Rimasero lì, seduti uno accanto all'altro, per un po'.
Ad interrompere quella situazione di estrema calma fu proprio il corvino portandosi in piedi davanti a Lance con un enorme sorriso sulle labbra e prendendogli una mano.
-Ti ho preparato la cioccolata calda.- Disse il corvino, come se lo avesse appena ricordato, facendo sbocciare un'ampissima piega orientata verso l'alto sul viso abbronzato di Lance.
-Come mai?- Chiese con la felicità che cominciava a scaldargli il petto.
Keith si strinse un poco nelle spalle. -So che ti piace.- Fu la risposta che Keith gli diede e Lance, in quel gesto, riconobbe Keith in tutto e per tutto.
Perché Keith, nonostante quello che tutti dicevano di lui, era il ragazzo più dolce che si potesse desiderare, uno dei pochi che riusciva a capire ogni cosa che Lance provava e desiderava, l'unico che faceva dei piccoli gesti per il puro gusto di farli, senza cercare altro.
Bevvero la loro cioccolata chiacchierando tra loro, si raccontarono cose che si erano già raccontati mille volte e, come le altre novecento novantanove prima le ascoltarono col sorriso sulle labbra e la risata pronta.
Dopo aver finito la cioccolata tornarono sul divano e accesero la TV, dovevano aspettare Hunk per cenare e, visto che erano le sei, decisero di prendersela con calma, solo non contarono che la stanchezza e la bevanda calda avrebbe suscitato in loro il tepore necessario per appisolarsi.

Quando Hunk arrivò a casa li trovò addormentati sul divano, con le gambe intrecciate e le mani congiunte, i visi tranquilli e i corpi rilassati.
Una volta preparata la cena li svegliò e Lance si accorse che Keith aveva rimasto un po' di cioccolato attorno al labbro e, dopo avergli calorosamente sorriso, gli lasciò un bacio sulle labbra che lasciò il corvino sorpreso.
-Io lo avevo detto che sei dolce.- Disse il cubano prima di tirare su Keith dal divano e farlo arrivare addosso a sé.
Keith, dopo avergli circondato il collo con le braccia sorrise e restituì il favore lasciandogli un leggero bacio sulle labbra.
-Ho imparato da te.- Disse prima di staccarsi velocemente e raggiungere Hunk in cucina per aiutarlo ad apparecchiare la tavola.












Il seguito di "Al di là della paura" lo posterò entro settembre perché ultimamente ho alcune cose da fare e sistemare sia con la mia vita che con la mia famiglia.
Scusate davvero.



Makotojj questo è uno dei capitoli del 2017.

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