Al di là della paura (Hint Klance) (Shidge)
*in fondo ci sono le domande
Lance si stava allenando nella mira mentre Allura e Keith si allenavano nel corpo a corpo, il tutto sotto la supervisione di Shiro e la mente analitica di Pidge che stava studiando attentamente i loro movimenti e comportamenti per aiutarli a migliorare.
Ad un tratto Lance chiese una pausa e tutti furono d'accordo sul fatto che si meritavano un momento di ristoro dopo così tanto allenamento.
Lance si sedette a terra e, poco distante da lui, in piedi c'era Keith che beveva uno strano succo verde che il cubano, per qualche ragione, aveva associato al passato di piselli che sua madre gli preparava quando era malato e da cui stava sempre alla larga.
-La persona che mi ama dirà "cosa?"- Sussurrò il cubano mentre beveva dalla sua borraccia.
-Eh?- Keith si voltò verso di lui con sguardo interrogativo.
Lance, nonostante il fastidio dovuto al fatto che la sua battuta non era riuscita come voleva e la delusione dovuta al fatto che nemmeno in quel modo, un po' sulla falsa riga di strappare i petali dicendo "m'ama, non m'ama", era riuscito a farsi dire di essere ricambiato.
Pidge, ad diversi passi di distanza dai due, stava analizzando alcune riprese insieme a Shiro e, sentendo le parole dei due, le scappò un sorriso.
-Lo sai che a Lance piace Keith.- Lo stuzzicò la ragazza.
Shiro la fissò per alcuni attimi senza capire. -A Lance non può piacere Keith.- Sussurrò.
-Oh sì, è proprio così. Guardalo bene.- Anche in quel momento, infatti, Lance stava guardando Keith nello stesso modo in cui chiunque potrebbe osservare un'apparizione mistica mentre il corvino, dal canto suo, stava finendo il suo frullato-non-meglio-identificato.
-Non può piacergli davvero Keith.- Sussurrò ancora Shiro.
Nel suo tono non c'era rabbia e nemmeno invidia, solamente non riusciva a capire come ad un ragazzo come Lance che ci provava continuamente con le ragazze dell'Accademia.
-Se ci fai caso,- Interruppe i suoi pensieri Pidge. -cerca di non rimanere mai da solo con lui, cerca di non fare i corpo a corpo con Keith, addirittura quando è Keith a passargli gli oggetti se li fa appoggiare per non rischiare di sfiorargli le mani.- Disse la ragazza con assoluta certezza.
Shiro continuava a fissarli, quel ragazzo che aveva sempre trattato come un fratello e che, nonostante fosse cresciuto, continuava ad essere per lui un bambino da aiutare, difendere e proteggere, non poteva essere davvero arrivato a quel punto in cui sarebbe stato costretto a lasciarlo andare, non ci voleva credere.
-Ti prego solo di non uccidere Lance, è un bravo pilota.- Disse Pidge prima di fare qualche passo avanti e gridare. -Forza fannulloni, la pausa è finita!-
Dopo la fine degli allenamenti Shiro e Lance si allontanarono insieme e Keith si ritrovò da solo con Pidge e Allura che già prese singolarmente lo inquietavano, insieme lo mettevano a disagio anche se mai lo avrebbe dato a vedere.
Molto presto Allura disse di dover andare. -Ho un appuntamento con Lotor, vorrei almeno farmi una doccia.- Esclamò allontanandosi con una mano alzata in segno di saluto.
Pidge e Keith si guardarono per un attimo, entrambi già pronti per andare a casa.
-Andiamo insieme?- Domandò Keith con voce piatta.
Pidge alzò un sopracciglio da dietro gli occhiali. -Che c'è, soffri di solitudine?- Domandò con ironia.
Keith si sentì in parte offeso da quell'affermazione ma, purtroppo, era vero e Pidge si accorse immediatamente che qualcosa non andava per il verso giusto.
-Cosa c'è che non va?- Domandò facendogli cenno di incamminarsi con lei verso il palazzo in cui abitavano.
-Perchè dovrebbe esserci qualcosa che non va?- Chiese Keith mentre affondava le mani nelle tasche della sua giacca rossa.
Pidge lo guardò per un attimo, visto da quella prospettiva si notava chiaramente il fatto che nei suoi occhi ci fosse una strana scintilla, forse tristezza.
-Lo sai che ne puoi parlare.- Insistette Pidge.
Keith emise una risatina carica di nervosismo. -Così poi lo dirai a Shiro e verrà a farmi la paternale? No grazie.- -Perchè dovrei dirlo a Shiro?- Domandò lei.
Keith la guardò per qualche momento. -Credete davvero che siano tutti degli idioti?- Domandò.
-Continuo a non capire.-
-Ho visto come vi guardate, come parlate, il fatto che ogni due per tre sia a casa tua, che quando entra in qualche stanza controlla se ci sei... L'altro giorno sono andato a cercarlo ed è rimasto deluso che fossi io e non tu.- Disse Keith, forse una nota d'invidia nella voce ma Pidge non riuscì a capirlo.
Keith, in fondo, era una persona che metteva tutto alla luce del sole, non nascondeva nulla e questo, probabilmente, perché non faceva nulla che valesse la pena mascherare e il fatto che ogni cosa che lo riguardava fosse così facile da raggiungere metteva Pidge in difficoltà, proprio come in quel momento; era palese che Keith fosse irritato dalla relazione che c'era tra i due, eppure sul suo viso quel sentimento non veniva riflesso e ciò mandava la ragazza in confusione.
Una cosa, però soprese Pidge, Keith era stato l'unico ad accorgersi che tra lei e Shiro c'era qualcosa e questo la sorprese, non si aspettava che osservasse così attentamente ciò che lo circondava.
-Comunque. Di cosa volevi parlare?- Interruppe i pensieri della ragazza il corvino.
-Di te e Lance, ad esempio.- Disse Pidge con sicurezza dato che ormai era tornato su un terreno confortevole per lei.
Keith si prese qualche attimo per riflettere. -Cosa vuoi sapere di me e Lance?- Domandò con tranquillità.
-Tipo cosa c'è tra voi.-
-Rivalità e... Forse amicizia. Credo che siamo diventati amici... Viviamo nello stesso appartamento da mesi ormai.- Disse Keith senza staccare gli occhi dalla strada.
Pidge scosse la testa. -Intendo dire di più. Lance ti guarda in modo... Strano. Per lui non sei solo un amico.- Disse Pidge.
-Un migliore amico?- Domandò Keith confuso.
Pidge si dovette ricredere, forse non era così attento a ciò che aveva attorno, o forse non voleva vederlo.
-Ti ho visto, sai.- Disse Pidge aggiustandosi gli occhiali. - Tu e Lance affrontate l'amore in maniera completamente differente.-
-Non c'è amore, non possiamo affrontarlo.- Disse Keith.
-Assi? E come mai tu cerchi sempre di stare nelle stesse stanze in cui si trova lui? E lo aiuti quando ha bisogno?-
-È mio amico.-
-Anche Allura è tua amica, eppure con lei non ti comporti così.-
-Perché non vai a fare questo discorso a Lance visto che è lui quello innamorato?- Domandò spazientito il corvino.
Pidge esultò interiormente, quel cambio di tono era chiaramente un segnale di aver colpito nel segno. -Volevo solo dirti che, se non glielo dici tu glielo dico io.- Disse Pidge che, però, non si era accorta che Shiro e Lance li stavano raggiungendo.
-Cos'è che Keef deve dirmi?- Domandò passando un braccio attorno alle spalle di Pidge con fare giocoso.
-Keith.- Quasi ringhió il corvino.
Lance mosse la mano in aria come per scacciare quelle parole. -Quindi?- Domandò.
Pidge guardò Keith con uno sguardo che lasciava intendere molte più parole di quelle esistenti.
-Non osare.- Sibilò con freddezza.
Pidge rimase in silenzio per un po', indecisa se osare così tanto o no, poi guardò Lance, era davvero incuriosito da quella mistica cosa che non doveva assolutamente sapere.
-Quindi? Dovrò morire senza saperlo?- Domandò Lance scherzosamente.
-Sì.- Rispose bruscamente Keith allontanandosi a passo svelto subito seguito da Shiro che lo osservava con sguardo preoccupato.
Pidge e Lance rimasero indietro e la ragazza decise di tacere.
Shiro raggiunse Keith in pochi passi anche se il corvino era già parecchio distante e non accennava a rallentare.
-Ehi, Keith, che succede?- Domandò appoggiandogli una mano sulla spalla.
-Lo vuoi sapere? Va a chiederlo a Pidge, sono sicuro che ti dirà tutto ciò che hai bisogno di sapere.- Sibilò Keith, quelle parole bruciarono sulla pelle del maggiore.
Shiro non seppe rispondere ma continuò a seguirlo fino a quando non trovò le parole.
-Cosa sai?- Domandò a voce bassa e grave.
-So solo che l'altro giorno sei rimasto deluso nel vedere me e non lei.- Ringhió.
Shiro rimase stupito al sentire quelle parole. -Come puoi pensare una cosa del genere?-
-Io? Pensavo almeno di meritare di sapere che tu, l'unica persona a cui abbia mai voluto bene per davvero e a cui ho sempre detto tutto, mi abbia tenuto nascosto che esci con Pidge. Me lo sarei aspettato da chiunque, davvero, ma non da te.- Disse, nella sua voce c'era risentimento e, mentre lo diceva, lo guardava negli occhi.
Shiro gli appoggiò una mano sulla spalla ma Keith si allontanò di un passo, nei suoi occhi era chiara lo sconforto che provava in quel momento.
-Keith te lo avrei detto, volevo solo che fosse qualcosa di più... Stabile.-
-Lo dici come se ci fosse mai stato nulla di stabile nella mia vita.- Lentamente la rabbia stava lasciando il posto al dispiacere.
Shiro cercava di capire cosa stesse provando Keith ma, a quel punto, anche lui si sentì in diritto di sentirsi tradito, Keith non gli aveva parlato di quello che provava per Lance e, anche se senza attaccarlo, glielo fece notare.
-Tra me e Lance non c'è nulla.- Rispose secco il corvino.
-Non è questo quello che ti ho chiesto.- Disse quindi Shiro.
Keith distolse lo sguardo, era stato lui a iniziare quella conversazione sulle menzogne. -E cosa vuoi sapere quindi?-
-Se a te Lance piace.-
-No.-
Shiro lo guardò intensamente, il suo sguardo era severo ma non arrabbiato, anche lui ci aveva messo molto tempo per capire di amare Pidge e comprendeva la difficoltà dell'ammettere che gli piaceva un ragazzo nonostante quella non fosse una novità per il maggiore.
-No perchè è no la risposta o no perchè non lo hai ancora ammesso neanche a te stesso?- Domandò in modo alquanto retorico Shiro.
Keith, a quelle parole che, purtroppo per lui, corrispondevano alla verità, sbuffò infastidito.
-Non glielo devi dire, ti prego.- Si ritrovò a sussurrare Keith che, per un'altra volta ancora, si era accorto che Shiro lo osservava e si prendeva cura di lui come nessun altro aveva mai fatto.
-Non glielo dirò ma ti assicuro che lui ci spera.- Disse Shiro facendogli cenno di continuare la loro camminata verso casa.
Rimasero in silenzio per un po', poi Keith riuscì a formulare quella domanda che gli affollava la mente e pretendeva di ricevere una risposta.
-Perchè Lance ci spera?- Domandò mentre imboccavano la via dove si trovava l'appartamento di Keith, Lance e Hunk.
Shiro lo guardò dubbioso. -Davvero non te ne sei accorto?- Chiese poco prima si scuotere il capo. -E comunque oggi, quando siamo andati via io e lui, gli ho chiesto di te.-
-Di me?-
-Sì, cosa ne pensasse di te e... E se gli piacevi, ecco.-
-E lui che ha detto?-
-Che ci spera.- Rispose semplicemente Shiro con un sorriso gentile ad increspargli le labbra.
Keith salì al suo appartamento mentre Shiro andò tranquillamente verso casa sua.
Non fece in tempo ad entrare e appoggiare le chiavi sul mobiletto che Lance gli si fece incontro.
-Tutto bene? Sembravi arrabbiato prima.- Disse il cubano, mantenendosi però a debita distanza.
-Sì. Tutto bene.- Disse Keith squadrandolo attentamente mentre, nella sua testa, si ripetevano le parole di Shiro con un'insistenza tale da scavargli il cranio. -Senti... Non è che... Non lo so è... Hai voglia di parlare?- Chiese Keith in un sussurro mentre cercava di togliersi le scarpe come scusa per non guardarlo in faccia.
-Certo!- Disse Lance, forse con troppa enfasi e, senza sapere bene cosa dirsi e in che modo, cominciarono quella loro folle conversazione.
Ringrazio @Makotojj
E' una fonte d'ispirazione inesauribile e fantastica!!
In più avevo pensato ad un continuo se vi può andare, altrimenti la faccio finire così.
-Cosa fai nella vita?
Studio (sono seria), mi preparo psicologicamente per entrare all'Università, mi preparo per gli esami della patente (yuppie), lavoro un sacco ma tipo troppo (ma è un lavoro che mi piace e quindi ok) e poi vado a scuola e al cinema.
Cioè io vivo al cinema, ormai il tipo della biglietteria sa i miei gusti e se non mi vede alla prima uscita si preoccupa.
E basta.
-Ti piacciono gli ombrelli?
Devi sapere che ho due ombrelli, uno completamente nero e uno azzurro fluorescente. A seconda del mio stato d'animo uso o uno o l'altro e quindi chi mi conosce sa sempre come sto. (E sì, ce l'ho in borsa anche in estate perchè un acquazzone improvviso potrebbe sempre arrivare)
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