Capitolo 27
Cat si stava vestendo in bagno quando sentì i genitori chiamarla.
Finì di vestirsi e scese dai suoi, che erano già alla porta.
«Cat, ricordati di non perdere mai di vista Carlos e di dargli da mangiare e la stessa cosa per Trixx 2.» le disse la madre.
«Tranquilla mamma, andrà tutto bene.» la rassicurò la figlia.
«In guartia, lupo cattivo!» urlava Carlos, dalla stanza della sorella.
«Sentite? Sta giocando con Trixx 2.» ipotizzò Cat.
Si irrigidì quando sentì il bambino fare un urlo seguito da un "Lasciami giù!". Le stava venendo un dubbio...
Fece una risatina nervosa «Ha davvero tanta fantasia!».
Le sue domande ebbero una risposta quando vide la cucciola di cane-lupo avvicinarsi alla porta.
«E-eh, a dopo ciaociao!» disse tutto d'un fiato, per poi chiudere velocemente la porta, non lasciando nemmeno il tempo ai suoi genitori di ricambiare il saluto.
«E ora andiamo a vedere di che lupo si tratta...».
Salì velocemente e andò verso la sua camera con passi pesanti. Il suono rimbombava nella casa, insieme alle risate di Carlos.
Aprì la porta decisa ma si immobilizzo quando vide quella scena: The Wolf stava "combattendo" con suo fratello e lo teneva a testa in giù.
«Oh, ciao principessa.» disse il ragazzo-lupo.
La ragazza non rispose, era pietrificata. Aveva dei dubbi di chi fosse il "lupo" di cui parlava il bambino, ma credeva fossero ladri o solo la sua immaginazione. Non credeva fosse l'eroe parigino che affiancava nei panni del suo alterego, anche se un po' lo sperava.
«Non sapevo che tuo fratello fosse così vivace!- continuò The Wolf, tenendo il bambino con le braccia tese -...O che tu avessi un fratello...».
«En guard!» urlava Carlos, cercando di colpirlo con la sua spada giocattolo.
«C-c-che ci f-fai qui, T-The Wolf?» riuscì a dire Cat.
Nella stanza entrò la cucciola Trixx, che si avvicinò curiosa all'intruso.
Quest'ultimo mise a terra il bambino e si inginocchiò per accarezzare il cane-lupo.
«Ti piaccio così tanto che hai preso un cucciolo uguale a me?» chiese il ragazzo-lupo, facendo un sorrisetto diretto alla ragazza, che arrossì.
«È femmina e ce l'avevo già da prima!» esclamò, prendendo velocemente Trixx in braccio.
The Wolf ridacchiò. Cat arrossì ancora di più dall'imbarazzo: avrebbe voluto tanto sprofondare nella terra.
Il ragazzo-lupo se ne accorse e le chiese come si chiamasse la cucciola, per spezzare un po' il ghiaccio.
«...Trixx...» rispose la ragazza.
«Trixx? Ahah, che nome strano!» la prese sul ridere l'eroe parigino.
Si sentì un piccolo rumore proveniente dal cassetto del comodino, ma l'unica che lo notò fu Cat. Ipotizzò che fosse stata la sua kwami, nascotasi nel cassetto per non evitare di farsi vedere.
«Eeeeh? Allota tu tei Te Wolf!» esclamò meravigliato Carlos.
«In persona.» disse orgoglioso il ragazzo-lupo.
"Fortuna che Charlotte è fuori, o avrebbe seriamente pensato che io e lui avessimo rapporti intimi" pensò la ragazza.
«Aaaaah! Te Wolf è a cata mia! Non ci creto!» esclamava esaltato il bambino, saltellando.
The Wolf e Cat ridacchiarono.
«Carlos...». La ragazza si avvicinò al fratello, inginocchiandosi per stare alla sua altezza. Il bambino si fermò, guardandola. «...mi devi promettere che non dirai niente a nessuno di The Wolf...».
«...niente a nettuno?...» replicò Carlos, interrogativo.
«Sarà il nostro piccolo segreto.» quasi sussurrò Cat, sorridendo e mettendo l'indice davanti alle labbra.
Al bambino brillarono gli occhi, facendo anche un piccolo urletto di gioia.
«Ora vai a prendere qualche giocattolo.» continuò la sorella.
Carlos annuì.
«Vato!» esclamò prima di correre con direzione la sua cameretta.
Cat si rimise in piedi.
«È davvero simpatico quel bambino. Quel...ehm...Carlos.» ammiccò il ragazzo-lupo, incrociando le braccia e facendo un sorrisetto divertito.
«Non hai ancora risposto alla mia domanda.» disse la ragazza, facendo la stessa cosa del ragazzo mascherato che aveva di fronte.
«Ovvero?...» chiese quest'ultimo, porgendosi verso di lei.
Cat fece un sorrisetto e gli mise un dito sul naso, allontanandolo.
«Che ci fai qui?» ripeté.
«Beeeh...- iniziò The Wolf, mettendo l'indice sul mento e fissando un punto a caso nella stanza -...oggi è sabato, niente scuola, niente impegni e...mi annoiavo.».
Alzò le spalle, ridacchiando.
«Oh, perfetto...» disse quasi sussurrando la ragazza, avvicinandosi lentamente a lui.
Il ragazzo-lupo sgranò gli occhi mentre vedeva quelle iridi color cioccolato avvicinarsi sempre di più ai suoi occhi gialli. Non si muoveva, non ci riusciva. Era come pietrificato.
Erano a pochi millimetri di distanza, i loro nasi si sfioravano.
Già sentiva come sarebbero state le sue labbra: morbide e soffici...al sol pensiero gli veniva voglia di morderle e assaporarle.
Socchiuse di poco gli occhi, aspettando che quelle ambite labbra si possassero sulle sue.
«......avevo proprio bisogno di un aiutante cambio-pannolini.» continuò Cat, allontanandosi e uscendo dalla stanza.
Lasciò The Wolf da solo nella stanza, con i suoi occhi che raggiungevano grandezze smisurate e con le guance come il colore dei pomodori.
«...CHEEEEEE?!».
«Grrr! Nessuno si avvicinerà mai alla mia principessa!» esclamò con tono mostruoso The Wolf, aggirandosi intorno a Cat con fare protettivo.
«Aiuto! Per favore, principe Carlos, salvami!» disse quest'ultima.
«Ti talverò io! AAAAAAAAAH!» urlò il fratello, correndo verso il ragazzo-lupo. Tentò di buttarsi su di lui e farlo cadere, ma ebbe l'effetto contrario: The Wolf riusciva a stare in piedi anche contro le sue insistenze. I pugnetti che gli dava sull'addome non gli facevano molto male.
Il ragazzo-lupo guardò titubante Cat, che gli fece cenno di cadere.
Dopo un po' capì e fece finta di cadere, esclamando prima un teatrale "Oh! Mi hai sconfitto!".
Carlos andò da sua sorella e le prese la mano.
«Ora tei libera, mia principetta! Antiamo verto il tramonto con il mio cavattino!» esclamò, indicando Trixx, travestita con del cartone a forma di testa di cavallo in testa.
La cucciola mosse la testa, togliendosi il costume.
«Che tai, Tritt?!» la rimproverò il bambino, dirigendosi dalla cagnolina.
Cat ridacchiò mentre The Wolf si rimise in piedi.
«Ammettilo, anche tu vorresti un principe azzurro che ti salvasse da una torre.» ammiccò il ragazzo-lupo, mettendosi una mano sul mento e facendo un sorrisetto.
«Il principe azzurro è solo un puffo troppo cresciuto.- disse in tutta risposta la ragazza, mettendo le mani sui fianchi -E poi posso sempre scendere dalla torre con le scale.».
The Wolf rimase sorpreso dalle sue parole.
Nel corso della sua vita aveva sempre conosciuto ragazze alla ricerca del principe azzurro che le salvassero da torri, mostri o altro.
Avvolte è stato costretto ad essere il loro "principe" e quindi diventare un'altra persona. Tutto perché glielo ordinava suo padre.
Erano sempre ragazze fissate con la moda, i capelli, il trucco, la popolarità. Doveva sopportare le solite domandine "Ma secondo te mi sta meglio questo o questo?" oppure "Secondo te questa foto va bene per il mio profilo?".
"Che ho fatto di male?" si ritrovava a pensare, ogni volta che subiva quelle torture al centro commerciale.
Fingeva di ascoltarle ed esserne interessato.
Fingeva......come sempre.
Fingeva di essere un intellettuale.
Fingeva di essere un principe.
Fingeva di essere quello che non era...
Ma con Cat era diverso.
Lei non era come le altre.
Sia come Alex sia come il suo alter-ego l'aveva potuto notare, anche se in modi diversi.
Con Alex, lei era combattiva. Quasi gli teneva testa. Ma era anche fragile e indifesa, cose che a lui facevano sempre perdere la testa.
Con The Wolf ha visto il suo vero carattere. Dolce, divertente, forte, un po' timida.
E con lei finalmente non fingeva. Nei panni da supereroe -quando era con lei- poteva finalmente essere sé stesso.
Niente padre.
Niente missione.
Niente passato.
Niente presente.
Niente futuro.
Nient'altro importa.
Ad accompagnare i suoi pensieri fu il ritmo dei battiti veloci del suo cuore.
"Io la amo...e questa volta non fingo...".
Spazio Autrice
Mi scuso subito se non sono riuscita ad aggiornare sabato ma sono piena di impegni! Credo che verso gli inizi di novrembre le cose cambieranno.
Comunque, alla prossima!
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