90. Una Vita Ad Aspettarti.
Erano passate due settimane dalla morte di Niccolò, i suoi cari avevano aspettato poco tempo prima di celebrare il suo funerale, giusto il tempo di far allontanare la peste.
Noah era a pezzi, ancora non riusciva a realizzare cosa fosse successo e perché fosse successo, perché a lui.
In quelle settimane si preoccupò solo di tener d'occhio sua figlia e non farle mancare niente, l'unica sua distruzione.
Fortunatamente c'era Steve che le stava accanto, che non perdeva occasione per farla sorridere e farla tornare a vivere anche solo per qualche minuto.
Stette anche accanto alla sua ormai moglie Zaira, la quale quel giorno dovette assistere al secondo funerale di una delle sue persone preferite.
L'unico in grado di rivolgerle la parola in quella gabbia, l'unico in grado di farla sorridere, l'unico a farle da luce in quei momenti bui.
Esther era forse messa peggio di tutti.
Non appena seppe la notizia, cadde nella disperazione più totale. Niccolò era suo fratello, un fratello che per molti anni le ha fatto da padre e persino da madre; insomma, Niccolò era tutta la sua famiglia e ora, proprio in quel momento, si sentí orfana, sola al mondo.
Non si tolse nemmeno per un secondo la chiave che le aveva donato il fratello l'ultimo giorno che la vide, mai. Era l'unico modo per tenerlo vicino, l'unico modo per saperlo ancora al suo fianco, ancora con lei.
Evitò di mangiare per i primi 4 giorni, poi però pensò a tutte le prediche che le faceva il fratello per farla mangiare, a quanto ci tenesse quest'ultimo a vederla in salute e si convinse, ricominciando pian piano a prendersi cura di sé, sperando che il suo Orso, da lassù, fosse fiero di lei.
Adriano si sentiva preso in giro.
Ce l'aveva col mondo intero, con tutto l'universo e persino con i fantomatici dei che governavano da lassù.
Se davvero esistevano come dicevano, allora perché erano così stronzi? Perché togliere la vita ad un povero ragazzo che non aveva mai fatto niente di male? Anzi, lui il male cercava sempre di evitarlo, di mandarlo via.
Si ricordava ancora della promessa che gli aveva fatto in guerra "se muori, non te lo perdonerò mai" e paragonarla a tutta quella situazione non gli faceva altro che male. Era vero, non era successo per via della guerra e di conseguenza non poteva prendersela con lui, sarebbe stato inutile e immaturo, ma come poteva superarla una cosa del genere?
Il popolo quella notizia non la prese per niente bene, avevano perso due re, nel corso di un anno, dove sarebbero andati a finire? Chi si sarebbe occupato del regno? In che mani sarebbero capitati?
Ma ormai non aveva più senso farsi mille domande e cento paranoie, ormai erano lì, ormai era tardi.
Mancava poco al momento del discorso e Noah si era concesso quei pochi minuti di "intervallo" per prepararsi un discorso degno di lui. Mentre ripeteva quello che avrebbe dovuto dire, si imbattè nella tomba del padre e lì approfittò dell'occasione per sfogarsi e buttare fuori almeno un minimo del dolore che provava.
-sei soddisfatto? O sei solo dispiaciuto che un lurido ratto abbia portato a termine ciò che progettavi da mesi, ma che dico? Anni! tu lo odiavi! Avresti ceduto la corona pur di vederlo soffrire su un trono di spine! - urlò la fanciulla puntando un dito contro la lapide, mentre una lacrima salata le rigava la guancia.
Sapeva in fondo, nel cuor suo, che non era colpa di suo padre questa volta. Niccolò stesso le aveva dato conferma, riferendole ciò che gli era stato detto quel giorno; e lei si fidava di lui, ciecamente. Eppure, sentiva il bisogno di prendersela con qualcuno, a tal punto da sentire persino la voce di colui che stava incolpando.
-hai detto bene, odiavo. Sai? Col passare del tempo le cose cambiano-
-ma una persona no. - obbiettò Noah guardando la tomba in malo modo.
-che succede Noah? Sei arrabbiata con me? Pensi sia colpa mia se dei ratti hanno invaso il villaggio e infettato gli abitanti?! - domandò retorico alzando la voce. Stava cominciando ad innervosirsi . Era solo una voce frutto della sua coscienza frastornata, eppure sembrava così reale.
-Da re quale eri avresti dovuto prenderti cura del tuo regno, evitando che succedessero certe disgrazie! - lo incolpò ancora alzando la voce e lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
-Che sei arrabbiata col mondo perché ti hanno portato ingiustamente via il ragazzo che amavi... Lo capisco. Ma non posso permetterti di essere arrabbiata con me dato che questa volta sono innocente-
-come Niccolò era innocente il giorno in cui lo hai accusato davanti tutto il regno di essere un furfante disgraziato? Innocente come lo era Niccolò mentre le tue guardie lo portavano verso la morte?! - domandò retorica la ragazza ricordando con occhi lucidi tutte le scene orribili di allora, allargando le braccia sui fianchi e pentendosi di aver iniziato quella bizzarra conversazione
-Sono altri tempi Noah... E anche se fosse è stato portato verso la morte da un sudicio ratto, non pensi sarebbe stato più dignitoso morire per mano di una guardia? - domandò ironico sperando di allentare la tensione, ma riuscì soltanto a far innervosire di più la bionda. Seppur tutto ciò non fosse reale, sapeva perfettamente come avrebbe risposto suo padre in questi casi e l'avere sempre la sua risposta pronta, quel giorno, la stava facendo impazzire
-tu non lo stai dicendo sul serio... Tu.. Non stai dicendo proprio niente, come Niccolò, nessuno di voi due può più dire nulla ormai...- sussurrò in lacrime mentre scuoteva lentamente la testa, accasciandosi per terra ormai senza più le forze di reggersi.
-se ne avessi parlato prima...lui...lui non avrebbe sofferto per tutto questo tempo. Lo capi...lo capisci che tu e tuo fratello gli avete rivinato la vita? - singhiozzò ancora, pensando a quanto il ragazzo avesse sofferto in passato per via della sua famiglia.
Non si preoccupò nemmeno di pensare ad una sua possibile risposta, sospirò e si diresse da Adriano che nel frattempo la stava aspettando per quel maledetto discorso. Non appena l'occhio della fanciulla cadde sulla bara di Niccolò però scoppiò in un altro pianto, più forte del precedente.
-Noah... - la chiamò Adriano accarezzandole la schiena che sussultava per via dei singhiozzi
Ella non rispose e posò la testa sulla sua spalla, bagnandola di lacrime.
-coraggio... Niccolò non avrebbe mai voluto vederti così, lo sai meglio di me... - le sussurrò provando a risollevarle il morale. Aveva promesso a Niccolò, insieme a Steve, che avrebbe fatto di tutto per prendersi cura di lei, Esther e Alba se ce ne fosse stato bisogno, ed era quello che aveva intenzione di fare.
-I...io non ce la faccio Adrià... Non riesco a dirgli addio... - singhiozzò a fil di voce
-nessuno di noi ci riesce, me compreso. Ma ormai è andata così e penso che almeno un addio da parte nostra se lo meriti, soprattutto il tuo- le alzò delicatamente il volto per asciugarle le lacrime come si deve.
-mamy...- una vocina sottile attirò l'attenzione della bionda, abbassò lo sguardo e sforzò un sorriso nel vedere sua figlia tirarle la punta della gonna per chiamarla e farsi prendere in braccio.
Noah l'accontentò e la strinse forte, sforzandosi di non piangere di fronte a lei.
-papà lí? - domandò la piccola con innocenza indicando la bara in lontananza, contenente effettivamente il corpo del padre.
Non lo fece nemmeno rimanere nudo o coperto da un solo panno bianco.
Decise di farlo vestire con degli abiti reali intonati sull'azzurro, in modo da dargli quella vaga idea da principe.
-si tesoro mio, papà ora è lì dentro...- rispose con voce inclinata, fissando il punto indicato e la piccola scese subito dalle braccia della madre e corse ad abbracciare la bara in legno, lasciandosi sfuggire qualche lacrima.
- papi... - sussurrò suscitando commozione tra i presenti e, senza far caso a loro, lasciò un piccolo bacio sulla fredda superficie prima di correre e rifugiarsi tra le braccia di zia Esther, anche lei con le guance rigate dalle lacrime. Probabilmente quello voleva significare un "addio" o un "ti voglio bene" o addirittura un "mi mancherai". Chissà cosa avesse capito la bambina in quel momento, fatto sta che Noah si convinse ancora di più delle parole di Adriano. Niccolò meritava un'addio come si deve.
-prima di morire... Mi ha affidato le sue poesie e ha detto che devo saper riconoscere quelle che lui avrebbe scelto di regalarti- Adriano riprese il discorso precedente tentando di far riprendere un po' Noah, tanto da riuscire a farla sorridere leggermente.
-non possiamo permetterci di restare qui tutta la vita, dobbiamo avere il coraggio di dirgli addio e di ricordarlo come si deve, devo ancora dirti tante cose che ha detto di te in tua assenza quei giorni... E per farlo dobbiamo portare avanti questo funerale- le sussurrò con voce rotta e la fanciulla si limitò ad annuire e tirare su col naso.
-hai ragione... Merita un addio fatto come si deve... - rispose decisa asciugando le lacrime e dirigendosi, seguita dal moro, verso la bara del suo ragazzo per poi aprire la bara con attenzione e accarezzare delicatamente il ciuffo disordinato del ragazzo.
Il viso che prima mostrava un colorito vivo e abbronzato, era stato sostituito da un volto consumato e olivastro; gli occhi non erano più contornati da quelle solite occhiaie dovute alla fatica del lavoro, ma chiusi e scavati dalla morte; le labbra, quelle labbra che avevano sempre poggiato su quelle della fanciulla, quelle labbra che ogni volta che facevano fuoriuscire parole per cui il cuore della ragazza batteva, in quel momento erano serrate e screpolate, prive di quel rosa vivo che gli contornava quel splendido sorriso.
A vederlo così le si spezzò il cuore e fece leva su tutte le sue forze per non piangere di nuovo.
Nemmeno nella bara quel ciuffo è in grado di restare fermo al suo posto
Pensò sorridendo tristemente.
Si tirò su e posò gli occhi sulla folla che aspettava impaziente.
-buongiorno a tutti... Oggi, come ben sapete, siamo qui riuniti per salutare Niccolò, ma prima di questo... Chi era veramente Niccolò Moriconi? Per alcuni era il loro re, per altri un comune ragazzo del villaggio, per altri ancora il mercante che vendeva attrezzi al mercato... Niccolò era tante cose, e non parlo dei mestieri, Niccolò era anche un padre, un padre gioioso e rispettoso, nei confronti della nostra piccola principessa: Alba. Niccolò era un fratello, un fratello per Esther che oggi è forse la più forte tra tutti noi, perché per lei non era solo un fratello, bensì tutta l'intera famiglia. Niccolò era un fratello anche per i suoi amici, che sono oggi qui presenti insieme a noi, soprattutto per Adriano che da quanto ho saputo l'ha accompagnato in guerra, per aiutarci nella vittoria. Perché questo era Niccolò, un amico, un compagno, un marito, un padre, una persona perfetta insomma. Lui era semplicemente perfetto nonostante ogni volta che glielo ripetevo stentava a crederci. - parlò asciugandosi le lacrime e scambiando uno sguardo con Adriano che sforzò un sorriso per darle forza.
-quando...quando gli dissi di essere incinta era un momento delicato, ma mi è bastato il suo sguardo per capire l'agitazione che provava, le domande che cominciavano a sorgergli nella mente e sopratutto la paura di non riuscire ad essere un buon padre- continuò senza, ovviamente, ottenere risposta e una risata nervosa lasciò la sua bocca.
-poi però si è ricreduto, ricordando a come ha cresciuto la piccola Esther, che ora non è poi così tanto piccola, è diventata una ragazza giovane e bella, forte e con sempre il sorriso sulle labbra, la sua piccola pulce, proprio come lo era lui...- si lasciò sfuggire un singhiozzo e lasciò che un'infinità di lacrime le bagnasse il viso, ma nonostante ciò volle continuare col suo discorso d'addio.
-io non avrei mai voluto che questo giorno arrivasse Nic... Mai. Perlomeno non così presto... Perché? Perché ci hai lasciati così presto? Non hai avuto nemmeno il tempo di viverti una vita con noi, me e la tua principessa, nel castello, da re, come te la meritavi! Perché?!- esclamò stringendo i denti e facendo fuori uscire molte altre lacrime.
Proprio non se lo spiegava, non riusciva a capacitarsi del fatto che una "banale" pandemia gli portasse via il suo piccolo mondo.
-lo so, lo so che non è colpa sua... Non voglio che si senta in colpa, d'accordo?- precisò di fronte gli sguardi impietositi che aveva davanti.
-Ricorda che dovunque andrai, noi saremo con te, come tu sarai con noi. Infondo l'hai detto tu, no? "a me va bene anche distanti, tanto ti porto con me"- gli ricordò con un sorriso bagnato dalle lacrime -ed io ti porterò sempre con me, Niccolò. Sempre. Rimarrai sempre in quel posto dentro me- promise sottovoce, ma con un tono abbastanza alto da farsi sentire.
- e m iraccomando... non dare troppa confidenza alle anime che incontrerai lassù, che io qui ti tengo d'occhio! - finí il discorso smorzando una risata e liberando altre lacrime mentre si accasciava sul suo petto inerme e piangeva come non aveva mai fatto in vita sua. Adriano provò con tutte le sue forze a darle sostegno, ma gli occhi lucidi e la vista del suo migliore amico in quelle condizioni lo tradirono e si lasciò andare anche lui in un pianto silenzioso.
-ma cosa vado a pensare... so bene che tu non ne saresti mai capace di fare una cosa del genere- si riprese la ragazza alzando il busto e tirando sul col naso -E sappi che non lo farò nemmeno io, non toccherò o guarderò nessun uomo che non sia tu. Ti aspetto qui, al costo di farlo per tutta la vita. Resterò una vita ad aspettarti se ce ne sarà bisogno. Hai la mia parola.- gli promise ancora prima di alzare gli occhi al cielo e perdersi tra i nuvoloni grigi che coprivano il suo manto azzurro
-che gli dei ti proteggano Niccolò- e così dicendo lasciò un ultima carezza sul volto giovane del ragazzo per poi posare per l'ultima volta le labbra su quelle rosee ormai screpolate del suo amato.
È una storia bizzarra e magari un giorno nessuno verrà a conoscenza della loro storia d'amore, d'altronde chi mai crederebbe ad una relazione tra un comune mercante del villaggio e una nobile principessa di sangue reale? Eppure fu così...
Magari tra qualche secolo ogni loro traccia sarà svanita assieme al loro ricordo, ma di questo nessuno può esserne certo.
Ci sono mille ipotesi e mille interrogativi che potremmo porci, ma la certezza rimarrà sempre e solo una: nessuna coppia al mondo, nel corso della storia, si è mai amata come quei due.
Fine

Ok, ha fatto più male del previsto scrivere questa parola.
Ciao ciao 💔
-Fla :(
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