84. Noi
17 Maggio 1280
Era ormai giunto il grande giorno; il giorno in cui Noah avrebbe finalmente indossato un abito da sposa per suo volere e non per far contento qualcun altro, il giorno forse più atteso da sua madre la regina, il giorno in cui il villaggio avrebbe accolto un nuovo re.
-è agitata, mia Signora?- domandò una delle sarte mentre preparava il vestito addosso alla sposa che, nel mentre, si reggeva i capelli e si fissava allo specchio.
-non immagini quanto- confessò tirando un sospiro prima di voltarsi e permettere di far prendere le misure per la gonna dell'abito
-sarà favolosa mi creda!-
-non avremmo dovuto provvedere prima alla preparazione del vestito?- domandò timorosa la fanciulla. Non avrebbe mai voluto arrivare tardi il giorno delle sue nozze.
-forse, ma col funerale di suo padre e la ristrutturazione del castello, abbiamo avuto l'ordine di rimandare- spiegò tagliando il filo che poco prima le sue dita stringevano, con i denti.
-chi vi ha dato l'ordine?-
-sua Altezza la regina, mia Signora- rispose una delle ancelle entrando in camera con vari accessori per i capelli e Noah alzò gli occhi al cielo. Come al solito si erano prese decisioni senza interpellarla e questo a lei infastidiva da sempre.
Menomale che tra non molto le decisioni potrò prenderle io, o meglio, noi.
Un sorriso le si dipinse sulle labbra alla parola "noi", incredula di stare per sposare l'unico ragazzo del regno in grado di farla sentire amata, unica, senza doppi scopi in mente.
Preparare le nozze non fu così preoccupato come credeva. Il villaggio accolse bene la notizia, curioso e speranzoso che il nuovo re fosse stato paziente e comprensivo verso il proprio regno. La lista dei nominativi degli invitati al matrimonio fu molto ristretta, non volendo rischiare di ritrovare nemici o sconosciuti all'interno del castello durante un giorno così importante, evitando così l'invito a casate esterne e sconosciute. Solo alcuni duca e persone care ebbero la fortuna di rientrare in quella lista, tra questi non poterono mancare gli amici di Niccolò che non appena seppero la notizia urlarono e festeggiarono come matti.
L'invito arrivò persino a casa della famiglia Borghi e a casa della signora Contessa, dove Alex, Alan ed Esther reagirono in modi differenti l'uno dall'altro.
"che bello andremo al castello della principessa!"
"siamo stati invitati al matrimonio della principessa! Capisci? Quante possibilità c'erano?"
"scusate in che senso mio fratello si sposa?"
Quel giorno dovevano essere tutti impeccabili, o perlomeno secondo la madre di Alexandro che da quando aveva ricevuto l'invito, non gli dava un attimo di tregua.
-ti ho detto che dobbiamo essere impeccabili! Guai a te se ti trovo con un capello fuori posto. Chiaro?- lo raccomandò nervosa mentre gli sistemava il completo e i capelli con poca grazia. Nel frattempo Alex si limitava a stare in silenzio e sopportare quelle piccole e fastidiose attenzioni da parte di sua madre
-la principessa sta per diventare regina e conosceremo il nuovo re, devi essere ordin- continuò a borbottare ma la interruppe
-io lo conosco già-
-sì, certo - rispose a caricatura alzando gli occhi al cielo
-ma è vero! È il fratello di Esther-
-figurati se ora la fanciulla del regno sale al trono con un-
-povero del villaggio, sì sì dite tutti così, ma poi perché lo dite? Insomma vedi che i mercanti sono benestanti eh- la interruppe Alexandro cercando di capire perché il ragazzo avesse preso quella nominativa, ma ottenne solo silenzio da parte del suo interlocutore
-fatto sta che i futuri regnanti del regno si stanno per sposare e dobbiamo fare bella figura- ripeté per la centesima volta, facendo sbuffare il figlio
-ma si stanno sposando loro, non io! Smettila con questa "bella figura", alla gente non importa di come sei vestita tu, come non importa di come sono vestito io. E poi stiamo bene così, guarda! - esclamò ormai stufo di sentire le stesse cose, provando anche a convincerla di essere elegante anche col vestito che aveva addosso, ottenendo però un sonoro schiaffo sulla guancia destra.
-non rivolgerti mai più così a tua madre- lo rimproverò schietta prima di lasciare la stanza accompagnata dal riecheggiare del suono dei suoi tacchi.
-cercavo solo di essere gentile...- borbottò il rosso prima di sbuffare e sdraiarsi sul letto, addormentandosi poco dopo con la consapevolezza che la madre l'avrebbe accolto con un brutto risveglio, incolpandolo di arrivare tardi alle nozze.
A casa Borghi, era tutto più tranquillo. Alan poté riabbracciare il proprio padre, contento di passare una serata in compagnia della propria famiglia e approfittarne per restare qualche giorno in più. Esther si trovava lì con lui, ansiosa di poter rinfacciare un "te l'avevo detto che saresti stato un principe perfetto" al fratello. Purtroppo non riusciva ad immaginarselo vestito di tutto punto con un sorriso impresso sulle labbra e gli occhi lucidi, ma poteva ben immaginare il suono vivido della sua risata allegra mentre danzava al centro della sala e il suono squillante che assumeva la sua voce ogni volta che era felice; e a lei bastava questo, che lui fosse realmente felice.
Intanto a casa Moriconi la situazione era pressoché molto comica, dato che non sie era capito chi dei presenti avesse maggiore ansia.
-eddaje Niccolò, la stai a fa tragica! Che vuoi che sia un matrimonio?- esclamò Adriano dopo che l'amico fece l'ennesimo giro della stanza sbuffando e scompigliandosi i capelli che poco prima i suoi amici aveano cercato di aggiustare.
-e smettila de scompijarte i capelli, c'avemo messo na mattinata per darte un garbo!- lo riprese Gabriele, un altro membro dei miserabili.
-ao regà steteve zitti, questo è er giorno mio e ho tutto 'rdiritto de agitamme, chiaro?- rispose nervoso bloccando i suoi passi per un secondo
-almeno vestiti, non vorrai far aspettare la tua sposa- lo prese in giro Tiziano passandogli il vestito e spingendolo vero la stanza, convincendolo a cambiarsi.
L'avevano costretto ad indossare quell'uniforme aderente e fastidiosa che non avrebbe mai creduto di poter indossare; gli diedero dei guanti ricoperti d'oro e diamanti incastonati, in più qualche medaglione per fare scena. La cosa che più lo rattristiva era non poter indossare la sua amata chiave, o meglio, la indossava, ma la teneva nsscosta sotto la maglia. Sulle spalle poggiava un mantello nero, il colore per richiamare le sue origini e l'uso per chiudere quel matrimonio. Non c'era lo scambio delle fedi, ma all'occasione il re avrebbe dovuto poggiare il mantello sulle spalle della sua sposa, in segno di protezione e fedeltà.

(è un po' cringe come immagine, lo ammetto, ma era per sfamare la fame dei curiosi)
-o sai che la corona la devi indossa' quando vai là, vero?- gli chiese Adriano divertito
-la volevo prova', pesa nbotto. Come me sta? Nun è che sembro ncretino?- chiese paranoico tentando di aggiustarsela con le mani
-statte fermo che stai bene e poi devi farce l'abitudine, questa la dovrai portare molto spesso- gli ricordò Gabriele mentre si legava i polsetti della camicia
-mo levatela, te la metti lì se te dà fastidio- propose Adriano prendendola tra le mani e posandola sul cuscinetto apposito, non prima di averla osservata per bene con occhi sognanti
-nun te dà una sensazione de potere?- domandò quest'ultimo incuriosito
-è solo npeso sta roba, me sa che dopo stasera nun m'a metto più. Tanto sposo Noah per amore, non per potere- rispose Niccolò ottenendo un cenno d'approvazione dai ragazzi, mentre Adriano si limitò a restare in silenzio
-'nnamo adesso, è lo sposo che deve aspetta' la sposa, non viceversa- ordinò Tiziano dirigendosi con i ragazzi alla carrozza che Sarabi aveva lasciato appositamente per loro.
-come mi sta?- domandò Noah facendo una giravolta su sé stessa davanti a Steve che si limitò a sorridere emozionato

-io l'ho vista tante volte vestita da abiti larghi e sviziosi, mia principessa. Ma questo qui la rende semplicemente meravigliosa- rispose in totale sincerità prima di essere stretto tra le braccia della fanciulla che sentí il bisogno di stringerlo forte, come per esprimergli tutto il bene che non si sono mai detti.
-lo sai che mi accompagnerai tu all'altare, vero?- gli disse poi, allargando il sorriso sulle sue labbra
-e chi altri sennò? -
***
-eccoce...- sospirò Niccolò posizionandosi davanti l'altare
-mettite qua e sta calmo- raccomandò Gabriele prima di raggiungere Adriano tra i testimoni.
Ormai la chiesa straripava di gente, tra volti conosciuti e non, però, Niccolò ancora non riusciva a riconoscere quello della sua sposa.
Ma dov'è finita?
Dei borbottii e bisbigli passarono da un presente all'altro, tutti curiosi che supponevano ipotesi sul possibile ritardo da parte della futura regina.
Persino Sarabi, seduta di fianco l'altare, che aveva mantenuto la calma fino a quel momento, si preoccupava per il futuro delle nozze.
D'un tratto le porte si aprirono, rivelando finalmente l'elegante figura di Noah, rossa dall'imbarazzo, con Steve di fianco che per poco non inciampava in uno degli scalini fuori dalla struttura, mentre dietro tre ancelle ricoprivano di fiori la strada che percorreva la fanciulla e stavano attente al lungo strascico che si portava dietro l'abito.
Sorrise osservando Niccolò già posizionato sull'altare con una faccia pari a "me volevi fa nvecchià?".
Finalmente lo raggiunse mettendosi di fronte a lui, mentre Steve si sedeva accanto a Gabriel tra gli invitati e lanciava un dolce sguardo a Zaira che si trovava tra i testimoni della regina, assieme alle altre due ancelle.
-ma dov'eri finita?- sussurrò Niccolò cingendole la vita per non farsi sentire dagli invitati
-mi si era incastrato il vestito in mezzo alla strada e per non rovinarlo ci abbiamo messo secoli per liberarlo con cura- confessò a bassa voce nascondendo le guance rosse dall'inbarazzo, mentre il moro alzò gli occhi al cielo nascondendo un sorriso divertito.
Celebrarono la messa e pronunciarono il giuramento, promettendosi amore e fedeltà davanti ai nuovi e vecchi dei e di appartenersi l'un l'altro, in salute e malattia.
-puoi posare il mantello sulla tua sposa- finalmente le parole del parroco chiusero la messa, dando l'opportunità a Niccolò di levarsi il mantello e porlo con attenzione sulle spalle di Noah, la quale si voltò di spalle, prima di scambiarsi il fatidico bacio e far applaudire tutti i presenti.
Aspettarono che la chiesa si svuotasse, in modo da uscire per ultimi e poco a poco restarono solo alcuni volti familiari, tra cui quello di Esther che si avvicinò al fratello accompagnata da Alex e Alan, mentre Noah ne approfittò per raggiungere i suoi vecchi parenti e coetanei, spinta dalla madre.
-ehi piccola pulce!- esclamò Niccolò andandole incontro e sollevandola in aria prima di baciarle la fronte con amore
-ma come siamo eleganti con questo vestitino sfizioso- la prese in giro osservandola per bene, facendola ridere
-sembro una principessa?- domandò la piccola che fino ad allora non si era per nulla interessata al vestito, offerto gentilmente dalla madre di Alan.
-la principessa più bella- affermò schioccandole un altro bacio sulla guancia
-Nicco, la mamma di Alex mi ha detto che dovevo farti l'inchino perché sei il re, ma io non lo so fare- ammise sussurrandogli all'orecchio
-tranquilla, nemmeno io ho mai imparato a farlo- confessò il fratello mantenendo lo stesso tono di voce, accompagnandola in una risata.
-tu sei felice?- gli chiese poi alzando la voce, cambiando totalmente discorso
-certo che lo sono- rispose sincero e la vide sorridere compiaciuta
-comunque te l'avevo detto che saresti stato un bellissimo principe- rinfacciò facendolo ridere
-ma io sono il re, non il principe quindi non vantarti troppo-
-entrambi portano una corona sulla testa quindi ho ragione io- concluse fiera -a proposito, tu ce l'hai una corona quindi?- domandò poi incuriosita e in tutta risposta Niccolò gliela porse sulla testa, con grande difficoltà dato che le stava grande, dandole un'aria buffa ma allo stesso tempo tenera.
-amore andiamo?- gli si affiancò Noah pronta per affacciarsi sul popolo per presentarsi come re e regina.
-sì, andiamo.- acconsentí Niccolò posando la sorella a terra e scambiando un cenno agli altri due bambini, prima di prendere la fanciulla per mano e affacciarsi alla grande porta.
Subito vennero accolti dal clamore e l'amore del popolo, mentre salutavano i propri sudditi con la mano libera.
Noah con un sorriso felice in volto e Niccolò con uno sguardo sorpreso, incredulo di essere arrivato lì, ma dopotutto contento di essere in compagnia della donna che amava e che l'avrebbe accompagnato nel corso di tutta la sua vita.
Ciao ciao ❤️
-Fla :)
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