83. Ogni re ha bisogno di una regina al suo fianco
Il funerale si tenne dopo due settimane, giusto il tempo per far diffondere la notizia tra gli abitanti e digerirla per bene.
Eppure nessuno sembrava aspettarsi una notizia del genere, nessuno sembrava essere pronto; o meglio, quasi nessuno. Molti abitanti del villaggio, valle compresa, tornarono a casa col sorriso e festeggiarono con i loro familiari dopo aver comunicato loro la notizia; persino alcuni servitori che alloggiavano al castello sembravano essere felici dell'accaduto, tirando qualche esclamazione sottovoce per non farsi udire dalla regina che, al contrario, stava vivendo forse i giorni peggiori della sua vita.
Dopo che il ragazzo uscì dalla stanza, lei si precipitò immediatamente dinanzi il letto di suo marito, capendo a malincuore il tragico evento che la segnò per tutta la vita.
Lo strazio delle sue urla perforarono le pareti del castello e l'udito della povera Noah che preoccupandosi di sua madre in quello stato provò ad entrare nella stanza per controllare cosa fosse successo, ma venne bloccata dalle braccia di Niccolò che, intuendo la situazione e collegando le ultime parole del re, aveva già capito tutto e voleva evitarle ulteriore dolore.
"mi dispiace principessa, le nostre condoglianze" furono le parole del medico di corte a recapitarle il messaggio e furono sempre le stesse parole a farla sbiancare di colpo.
La cosa che più la logorava dentro era che non sapeva come reagire a quella notizia. Una persona normale si sarebbe sicuramente messa a piangere e a disperarsi per la perdita del proprio padre, invece lei se ne stava lì, incapace di reagire, indecisa su come reagire.
Restò ferma, immobile, talmente a lungo da far preoccupare il ragazzo che ancora la stringeva tra le braccia. Egli le prese il viso tra le mani e la guardò fisso negli occhi, cercando qualche possibile spiegazione al suo comportamento. La fanciulla scosse la testa e si limitò ad abbracciarlo e stringerlo forte, capendo che il miglior modo per reagire sarebbe stato solo accanto a lui.
Nonostante non si fosse disperata o non avesse dato cenni di cedimento come la madre, a Noah cominciavano a dare fastidio le voci che giravano e si ripetevano per il regno su suo padre.
Persino il giorno del funerale le voci non cessavano, nessuno sembrava essere serio o almeno nessuno si impegnava a fingere di essere serio e mostrarsi dispiaciuto per la perdita del proprio re.
Noah non pretendeva che tutti si mettessero a piangere come bambini, non pretendeva le finte condoglianze e non pretendeva i grandi manifesti fuori le porte, ma avrebbe gradito almeno un po' di rispetto. Si trattava comunque di suo padre; si trattava del re e si trattava comunque di un funerale e non di una festa in piazza.
-che ti ha detto quel giorno mio padre?- azzardò una volta uscita dalla chiesa a fine messa, volendosi togliere dalla testa quell'enorme dubbio.
-si è scusato per tutte le sue malefatte e mi ha raccontato cose che non avrei mai pensato- raccontò Niccolò prendendo un sospiro.
A Noah le si illuminò lo sguardo e il ragazzo se ne accorse, lanciandole un'occhiata stranita.
-cosa ti ha detto? - domandò timorosa della risposta
-ha detto che la mia famiglia è stata sterminata per via di vostro zio e che io dovrei essere l'attuale re del nord. Ma tu questo già lo sapevi, non è così?- spiegò poi rivolgendosi a lei guardandola torvo.
-Io...ecco sì, sapevo del trono ma non sapevo che dietro tutto questo ci fosse mio zio. Devi credermi- lo implorò con gli occhi che cominciarono a luccicare. Era già abbastanza difficile sopportare quello che sopportava, non voleva che anche Niccolò si aggiungesse per aggravare la situazione, al massimo potrebbe solo migliorarla.
-perché non me l'hai detto?- rincarò la dose avvicinandosi a lei usando un tono per niente calmo.
-L'ho saputo dentro la cripta, nel bel mezzo di una guerra Ní, non mi sembrava il caso!- esclamò la fanciulla sulla difensiva allargando le braccia sui fianchi.
-sai una cosa? Tuo padre sarà stato anche un codardo a dirmi queste cose solo dopo avermi maltrattato e sul punto di morte, giusto per liberarsi dal peso dei sensi di colpa, ma almeno lui le cose me le ha dette!- le rinfacciò puntandole un dito contro e sputando quelle parole con tutta la rabbia che aveva in corpo.
-intanto l'hai perdonato riempiendolo di complimenti!- urlò in risposta incrociando le braccia sotto al seno, ammettendo inconsciamente di aver per caso udito l'ultima parte della conversazione.
-hai origliato?- sibilò confuso e allo stesso tempo deluso
-no, solo l'ultima parte e a quanto pare non mi sbagliavo- ammise senza peli sulla lingua.
-e cosa avrei dovuto fare? Insultarlo, prenderlo per il culo mentre stava pian piano morendo davanti i miei occhi? Sì è vero, ha tentato di farmi fuori più volte, ma non avrebbe avuto senso continuare a portargli rancore! A cosa sarebbe servito?- domandò in sua difesa ottenendo solo del silenzio da parte della bionda. Aveva ragione, a cosa sarebbe servito? Inoltre lei era anche l'unica, insieme a sua madre, a pretendere un po' di rispetto e sicuramente rinfacciargli tutto sul punto di morte non sarebbe stata la migliore delle idee.
-a cosa sarebbe servito? - ripeté il moro insistendo sulla domanda, volendo una risposta.
-a niente- sussurrò la fanciulla mantenendo lo sguardo basso dalla vergogna
-ma adesso che tu quelle cose le sai, cosa ci hai guadagnato?! Non era di vitale importanza saperlo! O forse sei propenso a trasferirti lì?- gli domandò alzando improvvisamente lo sguardo, con una certa ironia nella voce che però il ragazzo sembrò non cogliere.
Niccolò tacque e toccò a lui abbassare il capo, facendo scorrere lunghi attimi di silenzio tra i due, fino a quando la bionda non proferí parola:
-tu ti stai tanto arrabbiando con me, che non hai nemmeno fatto caso al fatto che stiamo ad un cazzo di funerale! Di mio padre per giunta!- esclamò ferita con le lacrime agli occhi. È vero, forse suo padre non era stato uno dei migliori uomini presenti sulla terra, non le aveva mai dato un abbraccio e non le aveva mai detto "ti voglio bene", ma era pur sempre suo padre e ha cercato di tenerla protetta e al sicuro fino alla fine, nonostante i suoi metodi e intenzioni fossero forzate e violente. E per quanto si sforzasse a mostrarsi indifferente e ad impegnarsi a non importarsene, non riusciva comunque a raggiungere il risultato che si era prefissata.
-hai ragione scusa, ne riparliamo dopo.- tagliò corto Niccolò. Nonostante sapesse che il discorso l'avesse aperto lei, aveva ragione. Non era il momento di parlare di certe cose e non aveva la minima intenzione di mancare di rispetto a lei e alla sua famiglia, soprattutto se in testa continuava a pulsare l'idea della proposta con il permesso del re.
Aspettarono che tutti se ne ritornassero a casa e ne approfittarono per continuare la discussione precedente, nonostante la fanciulla non fosse nelle migliori condizioni.
Niccolò se ne accorse e tentò quindi di essere più cauto possibile, tentando anche di rimandare il discorso a un'altra volta, nel caso la fanciulla non se la sentisse, ma ella esitò, volendola portare a termine in quel preciso istante, ormai arresa a tutto.
-sei ancora arrabbiato con me? Hai intenzione di tornare al castello nero e governare lì?- iniziò Noah tentando di mostrarsi indifferente e nascondere la paura nella voce
-non sono arrabbiato con te, ero solo...amareggiato, confuso dal fatto che certe cose me le abbia dette lui, capisci?- domandò ottenendo un semplice cenno da parte della fanciulla, prima di continuare a parlare.
-e no, non ho intenzione di governare al castello nero, ormai non mi appartiene più, non riuscirei a stare così lontano da casa mia per così tanto tempo. Anche se fosse...non riuscirei a governare neanche volendo, perlomeno non da solo. Ogni re ha bisogno di una regina al suo fianco.- rispose alla seconda domanda, mentre si inginocchiava e si perdeva in quelle iridi verdi stanche ed emozionate.
-sono consapevole che questo non sia un buon momento e che forse sono un po' troppo azzardato, ma...- premise prendendole delicatamente una mano- vuoi essere la mia regina?-
Una semplice frase, probabilmente anche molto azzardata e fuori luogo, fu in grado di cambiare l'atmosfera di quel giorno. Il viso della fanciulla si innumidí dalle lacrime e prima che se ne accorgesse prese a singhiozzare emozionata. Si portò una mano alla bocca incredula e annuì freneticamente, prima di tuffarsi tra le braccia del ragazzo che nel mentre si era messo in piedi e l'aveva stretta forte.
-ne sei davvero sicuro? Guarda che non è così semplice, servono molti permessi, ti assumerai molte responsabilità, crescerai prima che tu te ne accorga...- lo avvertì staccandosi appena e posando le mani sul suo petto, che subito lui afferrò prima di guardarla nuovamente negli occhi.
-riguardo i permessi ho avuto quello di tuo padre prima che mi lasciasse andare, credimi ero incredulo anch'io. Per quanto riguarda il resto...a me importa solo averti al mio fianco in ogni occasione, quindi sì, ne sono sicuro, sono sicuro e convinto di voler passare la vita affianco a te.- rispose accarezzandole una guancia quando vide i suoi occhi farsi lucidi.
-e tu? Sei sicura di voler portare al trono un povero ragazzo del villaggio?- rigirò la domanda cogliendola nuovamente di sorpresa.
-in fondo te l'avevo promesso, no? "insieme faremo scintille" ricordi?- domandò in risposta asciugandosi una lacrima che le era sfuggita
-perfetto allora, non vedo l'ora di sentirtelo dire davanti l'altare!- esclamò allegro mostrando finalmente un sorriso a trentadue denti e insieme a lui anche le sue immancabili fossette.
***
Nelle altre stanze del castello, le cose sembravano andare sempre meglio; non si trattava delle condizioni dei poveri soldati feriti in battaglia, ormai in gravi condizioni e con nessuna possibilità di salvezza, ma di coloro le cui ferite erano state ben medicate e avevano una grande speranza di vita; tra questi giaceva Steve che da poco aveva aperto gli occhi, notando come prima cosa il lucente sorriso di Zaira e il suo viso bagnato dalle lacrime.
-come stai?- domandò la ragazza asciugandosi le lacrime, avvertendo una leggera stretta alla mano destra e sorridendo alla vista della mano del ragazzo stretta alla sua.
-vivo, ti basta?- rispose ammiccando un lieve sorriso nella speranza di rincuorarla il più possibile
-tu piuttosto? Sei ferita? Sei stanca? Il bambino come sta? Non lo sento lagnare quindi mi devo preoccupare, perché è strano che non lagni- continuò il ragazzo partendo a raffica con le sue solite domande alimentate dalla solita parlantina mista alla lieve ansia che fecero ridere divertita la ragazza di fianco a lui.
-io sto bene, benissimo! E Gabriel anche, solo che qui non poteva entrare qui dentro, perlomeno così hanno detto le infermiere- rispose posando il mento su un palmo della mano e concedendosi quei piccoli attimi di tranquillità.
-che mi racconti? Cosa avete fatto nella cripta mentre ero via? Avete cantato i cori della chiesa e vi siete messe a cucire grembiuli per neonati?- la stuzzicò curioso, ottenendo un leggero schiaffo sulla spalla
-stupido!- sbuffò a bassa voce alzando gli occhi al cielo
-alcune lo facevano, io me ne stavo seduta in un angolo con Gabriel in braccio mentre stringevo il fazzoletto che mi avevi lasciato, A PROPOSITO!- esclamò alla fine slegando il fazzoletto che si era legata al polso porgendoglielo fiera. -sapevo avrei avuto l'occasione di rendertelo indietro- aggiunse soddisfatta mentre il ragazzo stringeva delicatamente il fazzoletto tra le dita e abbozzava un sorriso.
-merito mio che sono sopravvissuto alla battaglia!- si vantò fingendosi altezzoso prima di scoppiare a ridere insieme alla ragazza.
-sì, almeno tu sì- si lasciò sfuggire quest'ultima, pentendosene subito dopo aver visto la reazione del ragazzo
-perché? Chi non è sopravvissuto?- domandò confuso
-il re ci ha lasciati due settimane fa...- rispose con cautela vedendolo accigliare lo sguardo. Quasi gli dispiaceva e ancora non ci credeva, l'uomo che da quando aveva dodici anni sembrava essere immortale, se n'era andato senza dire niente a nessuno. Quasi si dispiaceva soprattutto perché era come se l'avesse "cresciuto" lui, aveva passato una vita intera nel castello di quell'uomo riferendogli notizie e discutendoci la maggior parte delle volte; ma d'altronde si aspettava che questo giorno prima o poi sarebbe arrivato, si aspettava che uno dei due fratelli avrebbe vinto prima o poi, quello che non si aspettava era che il fratello perdente sarebbe stato Gualtiero.
***
-Adrià! Adrià sei svejo? Sei vivo Adrià?-
Niccolò entrò come una furia nella stanza dove riposava l'amico. Pronto a dargli la notizia e curioso di vedere la sua reazione, ma lo trovò a dormire distrutto dalla fatica della guerra senza avere voglia di svegliarsi, o meglio, sperava stesse solo dormendo.
Tirò un sospiro di sollievo quando lo sentí mugolare e quasi si sentí in colpa nell'averlo svegliato così brutalmente dopo averlo spinto a sacrificare la sua vita in battaglia.
-che vuoi?- domandò quest'ultimo a fil di voce, ormai abituato ai dispetti del moro e troppo stanco per arrabbiarsi
-scusa forse potevo aspettare a dirtelo...- si scusò Niccolò in preda ai sensi di colpa mentre si grattava nervosamente la nuca
-sì, avresti potuto aspettare ma ormai mi hai svegliato quindi muoviti dimmi che vuoi- rispose tentando di mantenere la mente lucida e abbioccarsi all'improvviso, mentre si passava esausto le dita sulle palpebre.
-diventerò re!- andò dritto al punto prendendo un grosso respiro e trattenendo una risata alla reazione dell'amico
-Ní ma che cazz...- borbottò confuso
-le ho chiesto di sposarmi-
-seriamente? E lei ha detto sí?- domandò Adriano sorpreso ma allo stesso tempo contento per lui
-e certo! Che per caso pensavi succedesse il contrario?- lo prese in giro fingendosi offeso ottenendo un cenno di dissenso da parte del riccio
-ao senti sto mezzo rincojonito, nun me stressà!- lo riprese facendolo ridere
-aspè, ma come farai a diventare re se il trono è già occupato?- domandò poi
-semplice, il trono non è occupato.- rispose con un'alzata di spalle sotto il suo sguardo confuso
-come sarebbe a dire scusa...e il re? Non dirmi che è morto già-
-e invece...sì, ci ha lasciati due settimane fa e non fare commenti o battutine perché Noah lo trova irrispettoso- rispose riprendendolo in partenza, prevedendo una delle sue solite uscite fuori luogo
-quindi se sopravvivo sarò invitato al matrimonio del futuro re?-
-che domande! Se sopravvivi, e sopravvivrai, sarai il testimone del futuro re! Te e quell'altro che ancora non sappiamo che fine ha fatto...- rispose riferendosi poi a Gianmarco con tono preoccupato
-nel caso mancasse ci saranno gli altri miserabili, no?- tentò di smorzare la tensione, ottenendo un semplice sospiro da parte del moro
-vabbe, mo te lascio riposà. A dopo cassiolí- lo salutò Niccolò dopo attimi di silenzio uscendo dalla stanza e dirigendosi da quella che sarebbe diventata presto sua moglie.
Ciao ciao❤️
-Fla :)
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top