71. Dove sei?

Al suo risveglio, Niccolò non trovò nessuno dall'altra parte del letto, o meglio, del divano.
Esther si era svegliata prima di lui e non riuscendo a svegliarlo decise di dirigersi a scuola in compagnia delle madri delle sue amiche e di quest'ultime che si erano gentilmente offerte di accompagnarla ogni mattina dato che passavano di lì.
Non trovando la fanciulla al suo fianco, pensò che probabilmente si trovasse ancora nella camera da letto a riposare e che fosse tornata mentre lui ancora dormiva.
Ancora intontito dal sonno e con la testa che gli martellava, non riuscì nemmeno ad alzarsi per mettersi seduto, così rimase sdraiato a fissare il soffitto per vari minuti, nella speranza che il dolore alla testa passasse.

-ma quanto cazzo ho bevuto ieri sera...- borbottò frastornato, maledicendosi di non essere rientrato prima a casa.

Sentendo i conati di vomito, si affrettò a raggiungere la finestra e rimettere l'alcol ingerito la sera prima.

-mhhh amò mi porti dell'acqua per piacere? - domandò ad alta voce sperando di essere sentito e di non averla fatta arrabbiare per averla svegliata in un modo così sgradevole.

Non ricevendo nessuna risposta, si procurò l'acqua da solo, avvicinandosi nel cortile sul retro dove c'era un piccolo pozzo da cui ogni mattina riempiva le bacinelle d'acqua per lavarsi e bere.
Porse le mani a mo' di coppa e le bagnò sotto l'acqua per poi berne quel che ne rimaneva, e ripeté lo stesso procedimento per sciacquarsi il viso.

Si guardò attorno e si preoccupò nel non vedere il ciucco "parcheggiato" al solito posto. Si precipitò quindi nella camera da letto per controllare se almeno la fanciulla si trovasse sul letto, ma si spaventò quando notò la superficie di esso ancora in ordine della mattina precedente.

Magari sarà andata a lavoro e prima di andarsene avrà rifatto il letto
Pensò provando a convincersi, ma la paura lo logorava dentro, perciò non gli restò che interrogare l'ultimo testimone rimanente di quella giornata: Spugna.

Si avvicinò al cane poco convinto che possa essergli utile, in fondo cosa mai avrebbe potuto fare un cane in quelle situazioni? Ma Niccolò in quel momento avrebbe persino chiesto aiuto al suo peggior nemico pur di ritrovare la ragazza, perciò implorò tutti i sette dei che gli sarebbe stato utile almeno per trovare il luogo dove si erano diretti il pomeriggio prima.

Il cane era già sveglio e attivo da un po' e alla vista del suo padrone scattò all'inpiedi e scodinzolò allegro vedendolo sobrio, almeno questa volta avrebbe avuto la sua attenzione.
Neanche il tempo di vederlo piegarsi sulle ginocchia, che subito corse vicino la porta cercando di arrampicarsi su di essa.

Niccolò capí le intenzioni del cane e sperò che il suo intento fosse portarlo dalla fanciulla e non solo uscire per liberarsi e fare i propri bisogni.
Fortunatamente dopo essersi liberato, Spugna cominciò a correre verso il bosco, accertandosi che il ragazzo lo stesse seguendo.
Purtroppo per quest'ultimo, non trovando l'asino fuori casa, nemmeno il carro era utilizzabile, perciò si ritrovò a fare tutta la strada a piedi e, ciò nonostante, cercò comunque di tenere il passo del cane.

Una volta giunti di fronte la schiera di alberi, il ragazzo fermò i suoi passi, facendo fermare di colpo anche il cane che lo guardò confuso piegando la testa su un lato.

-Perché mi hai portato qui? Noah doveva incontrarsi con l'altra ragazza alle mura del castello! - lo rimproverò confuso, gli sembrava tutto molto strano quella mattina.

Il cane ignorò le sue parole ed entrò nel bosco, convinto che il ragazzo l'avrebbe seguito, e così fu.
Non sapendo più dove andare, al moro non restò che seguire il cane, curioso di scoprire dove lo stesse portando.

Spugna rintracciò le tracce della sera prima e riuscì a trovare persino la fossa dove giacevano gli abiti di Noah, ma di lei nessuna traccia.

Niccolò alla vista delle vesti della ragazza rimase senza parole, mente in mente cominciavano a sorgere i primi pensieri negativi:

Perché si trovano lì? E se l'avessero stuprata? Se l'hanno uccisa? Che l'è successo? Perché mi sono fidato? Come ho potuto lasciarla andare da sola?

Osservò l'interno della fossa per un po' e scorse un bastone tra le vesti, ipotizzando che si trattasse dell'arma del colpevole, ma allora perché la ragazza non era lì?

Il ragazzo arrivò dunque a due soluzioni:
-era stata uccisa e il suo corpo l'avevano sepolto in qualche buco del terreno;
-qualcuno aveva trovato il corpo prima di lui e chissà cosa ne aveva fatto.

Escluse subito la prima ipotesi, convinto del fatto che se si trovasse sotto terra, il cane avrebbe trovato subito il corpo, perciò non gli rimase che la seconda soluzione.

Non si sentiva di certo un ricercatore di taglie, per cui scelse di fare la prima cosa che gli venne in mente: avrebbe sporto denuncia al reame che, avendo perso la prima erede del trono, non si sarebbe mostrato di certo indifferente.

Dove sei amore?

***

Noah dormì a casa del Lord quella notte, ignara del fatto che egli non gli aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un istante.

Al suo risveglio ebbe di nuovo quella sensazione di solitudine e confusione, quella casa non la metteva a suo agio, tanto meno quel lord che si spacciava per un cavaliere.
Lo sguardo di quell'uomo le incuteva terrore sin dalla prima volta in cui l'aveva visto; eppure lei ricordava che c'era qualcuno con cui si sentiva bene, unica, amata, peccato che la sua immagine rimaneva sbiadita e offuscata nella mente e ciò la innervosiva particolarmente.

E se fosse solo una persona che fa parte della mia immaginazione?
Si chiese durante la notte.
No, impossibile. Io so che ho avuto dei momenti importanti e concreti con quella persona, devo solo scoprire e ricordarmi di chi si tratta.

-Ben svegliata mi lady- Lord Micheal fece il suo ingresso nella camera con la colazione su un vassoio che posò poi su un mobile accanto al letto, il tempo che impiegò per ordinare la colazione fu l'unico momento in cui smise di osservarla.

-Buongiorno mio signore- ricambiò il saluto la ragazza, soffermandosi su quel nomignolo che anche la sera prima gli suscitò qualcosa.

-Mio signore- richiamò l'attenzione del ragazzo che prese posto ai bordi del letto guardandola con quel suo solito sguardo malizioso -noi ci siamo mai visti prima? Intendo prima che lei mi trovasse...insomma...- chiese con un po' di imbarazzo e il ragazzo fu indeciso se risponderle in modo veritiero o inventarsi qualche menzogna.

-No mi lady, non ci siamo mai incontrati prima d'ora- rispose sinceramente

-capisco... Potrebbe farmi una cortesia?-

-tutto quello che desidera, mi lady-

Sembra che lo faccia apposta a chiamarmi così

-le dispiacerebbe chiamarmi in un altro modo? - chiese cercando di nascondere il fastidio nel tono

-oh, come preferisce che la chiami? - si finse sorpreso accigliando lo sguardo in un'espressione confusa

Lo fai apposta allora? Cosa ti aspetti? Che ti dica il mio nome?

-ahm... Noah - disse il primo nome che la sua mente le suggerì, lasciandola con un espressione di stupore in volto

Che sia forse questo il mio vero nome?

-come vuole lei, signorina Noah-

***


Al castello, quando Steve vide tornare soddisfatta Gaia quella sera, intuì subito che qualcosa non andasse e che probabilmente la prossima preda era lui.

Ora che si è sbarazzata della principessa Noah, non ci penserà due volte a fare lo stesso con me, non deve essere poi nemmeno tanto difficile dato che sono al suo servizio.

Ma non si preoccupò molto per lui in quel momento, ma per Zaira di cui al castello erano ancora convinti si trovasse nelle celle.

La ragazza aveva bisogno di protezione e e dato che delle guardie non poteva più sicuramente fidarsi, della servitù non si sentiva abbastanza sicuro, non gli restò altro che la protezione del re.
Quale uomo al mondo avrebbe osato mettersi contro il re per una donna?

Decise quindi di mostrarla al sovrano, ma prima avrebbe dovuto discuterne con la diretta interessata, la quale qualche settimana prima non si è mostrata molto d'accordo.

-Zaira ti devo parlare- iniziò il discorso prendendo fiato, sperando che questa volta la ragazza lo avesse ascoltato senza fare troppe polemiche.

-ne abbiamo già parlarto Steve, non crescerò mio figlio in una stanza in mezzo alla merda dei cavalli- rispose infastidita. Erano giorni che cercava di portare avanti quella discussione e ciò non faceva altro che opressarla.

-no, non ne abbiamo parlato come si deve! E scusami non sapevo preferissi crescere tuo figlio nell'ombra del castello, cosa farai quando dovrà uscire allo scoperto? Eh? Non puoi nasconderlo sempre sotto la gonna! - rispose il ragazzo sulla difensiva, ormai stanco anche lui di tutta questa situazione

-ma se andiamo davanti al re lo farà decapitare! - urlò avvicinandosi rabbiosa al viso del moro

-non pensarla così! - la bloccò accigliato- io lo faccio anche per te, quella lì ti manderà a rogo! - provò a farla ragionare, riferendosi alla fanciulla sospetta

-cosa vuoi che mi importi della mia vita adesso?! - esclamò lasciandolo senza parole

-davvero non ti importa? E a tuo figlio non ci pensi che crescerebbe senza madre? A me non ci pensi? Alla tua famiglia non ci pensi? - domandò Steve gestucolando in aria con le mani

-famiglia? Io non ho più una famiglia e anche se ce l'avessi non gli importerebbe più di tanto- rispose secca incrociando le braccia al petto e distogliendo lo sguardo

-ti prego Zaira ragiona, se non vuoi farlo per gli altri o per te stessa, almeno fallo per me- la supplicò prendendole il viso tra le mani e guardandola negli occhi

-e cosa proponi di fare?- domandò arrendendosi al suo sguardo implorevole

-ti farò assumere come cuoca o come serva e farai parte della servitú di corte, bada alle mie parole, non sarai una schiava o una prigioniera, ma una serva- spiegò cercando di scindere le due differenze

-davvero? Mi faranno puttana di corte, dovrò soddisfare tutti i loro bisogni persino a letto e dovrei esserne felice?- domandò retorica e il ragazzo alzò gli occhi al cielo

-ti prometto che non ti torceranno un capello, né a te e né al bambino-

-una puttana dall'accento straniero e che proviene dall'India, sì l'ho già sentita- continuò indignata, convinta della sua idea

-non sarai la puttana di nessuno! - esclamò Steve non capendo tutta questa convinzione da parte della ragazza

-ah no? È già successo sai? Secondo te perché mi hanno buttata lì sotto? - gli domandò con tono di sfida

-sei stata carcerata per prostituzione? - borbottò sorpreso e lei annuì con gli occhi lucidi

-il bambino che ho avuto con la guardia... Secondo te perché?- domandò ancora sentendosi le lacrime agli occhi

-perché non me l'hai detto? -

-perché me ne vergogno! - esclamò stringendo i pugni, mentre una lacrima le rigava la guancia

-me ne vergogno amaramente e non è stata nemmeno una mia scelta- continuò asciugandosi il viso

-che intendi? -

-dopo la morte del mio ragazzo avevo bisogno di denaro, Steve. Solo che sono una zingara proveniente da un paese straniero, cosa mi aspettavo? Che mi dessero lavoro? Oh certo che no! - esclamò retorica abbassando la voce per non svegliare il bambino

-ho iniziato a rubare per un certo periodo, ma mi sentivo tremendamente sporca...ho continuato per tanto tempo ed ero anche piuttosto brava, fino a quando uno di loro non mi catturò e mi invogliò alla prostituzione. Da quel giorno capii che guadagnare così era molto più semplice e anche se a volte era doloroso e stancante, per non dire tremendamente imbarazzante, non avevo altra scelta- spiegò tutto d'un fiato, preoccupata per la reazione del ragazzo che però non arrivò

-ti prego Steve ti giuro che ho smesso, non ho mai voluto intraprendere questa strada e il mio scopo con te non è assolutamente quello, io... - iniziò a parlare nel panico con le lacrime agli occhi, mentre lui se ne stava in silenzio

-lo so- la interruppe poi

-cosa? -

-lo so, lo so che hai smesso e che il tuo scopo non è mai stato quello. Ora andiamo dal re? - rispose tranquillizzandola usando tutta la calma del mondo

-davvero? Dopo tutto quello che... -

-si, anzi io mi aspettavo avessi fatto di peggio. Tranquilla, ora posso salvarti la vita? - domandò ancora facendola sorridere spontaneamente.

-ah e te l'ho mai detto che il tuo accento straniero mi fa rizzare persino le punte dei capelli? - continuò facendola ridere di gusto.

-Steve! - esclamò mentre le sue gote si coloravano di rosso.

E da lì, finirono per togliersi i vestiti l'un l'altro in una delle stanze remote del castello, con solo il silenzio e l'amore che li circondava.

Ciao ciao ❤️
-Fla :)

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