70. Quell'immagine sbiadita

Spugna correva più veloce che poteva in mezzo al bosco, fiutando il terreno nella speranza di ricordare la strada di casa. Ogni tanto inciampava in qualche ramo e si graffiava le zampe, ma non fu un problema così grave, il suo obiettivo era quello di trovare aiuto.
Giunse alle mura del castello e gli unici esseri umani che si ritrovò davanti in quel momento furono le guardie.
Così cercò invano di attirare la loro attenzione e portarli nel bosco, ma queste sembrarono non capire le intenzioni dell'animale e lo ignorarono.

A Spugna non restò quindi che rifare la strada per tornare a casa dal suo padrone, nella speranza che almeno quest'ultimo gli fosse d'aiuto.

Sfortuna volle  però che il ragazzo non si trovasse a casa in quel momento, perciò il cane si accucciò alla porta nell'attesa del suo ritorno.

***

Dalle parti di Noah, invece, un cavaliere del quarto regno era di ritorno da una battuta di caccia e, mentre si girovagava in mezzo al bosco, s'imbattè nel corpo ancora svestito della fanciulla.
Sconvolto e impietosito dalle condizioni della povera donna, decise di coprire la candida pelle infreddolita con il suo prezioso mantello di seta e caricare la giovane  sul maestoso cavallo nero prima di dirigersi verso la sua reggia e offrirle un caldo riparo almeno per quella notte.

Al suo risveglio, Noah si ritrovò coperte da vesti a lei sconosciute, in un letto in cui non aveva mai dormito prima. Con la testa che ancora le doleva, si guardò attorno spaesata nella speranza di notare un qualche particolare in grado di suscitarle familiarità; ma l'unica cosa che il verde dei suoi occhi incrociò furono lo sguardo di un ragazzo dall'aria incuriosita e il torace di quest'ultimo coperto da una solida armatura.

Alla sua vista indietreggiò di colpo e lo squadrò dall'alto verso il basso con occhi sgranati. Chi era quell'uomo? E come si trovava lì? Cos'era quel posto?

-hey... Non devi avere paura di me, non ho intenzione di farti del male...- cercò di avere un approccio con la fanciulla che, al contrario, non aveva nessuna voglia di avvicinarsi a lui.

-chi...chi è lei? - borbottò spaventata

-mia signora, Lord Micheal, piacere di fare la sua conoscenza- si presentò cordialmente, azzardando un bacio a mano che la fanciulla sembrò non apprezzare dato che ritrasse immediatamente la mano.

-e lei? - le domandò il ragazzo dopo aver aspettato invano che la fanciulla di presentasse

-io? - domandò confusa

-qual è il suo nome mi lady? - domandò innocentemente il cavaliere, ignaro che quel nomignolo le aveva fatto accendere un campanellino familiare.

C'era qualcuno che mi chiamava così...

-non si ricorda?- domandò ancora e la ragazza negò confusa. Com'era possibile? Doveva pur avercelo un nome...

Si sforzò con tutta sé stessa cercando di rimurginare qualche ricordo in grado di poterla aiutare, ma niente.
Sospirò confitta e abbassò lo sguardo, cosa le era successo? Perché non ricordava nulla? Si soffermò sul nomignolo che aveva usato il ragazzo poco prima: mi lady. Perché era l'unica cosa che le suonava familiare? Era forse il suo nome? C'entrava forse qualcuno? Ma chi?

Più tentava di concentrarsi e più la sua mente non era in grandi di mettere a fuoco quell'immagine sbiadita che le si presentava in testa ogni volta che quel ragazzo le faceva una domanda.
Era un'immagine per niente nitida.
Scura, quasi grigia con la figura di qualcuno sempre più piccola e sempre più lontana. Persino quando cercava di ricordarsi il proprio nome, esso appariva piccolo, sbiadito e lontano; e più cercava di recuperarlo e più quello si allontanava.
Come avrebbe fatto dunque a ricordare e a darsi delle risposte?

Tornò a guardare la figura del ragazzo sconosciuto che sembrava chiamarsi "lord Micheal" ed ecco un'altra immagine sbiadita: "lord".
L'aveva già sentita da qualche parte, ma dove? Chi portava quel nome e perché le era familiare?
Ma soprattutto... Chi era quel lord e come si trovava lì con lei? Questo forse avrebbe potuto avere una risposta, perciò si fece coraggio e chiese:

-cosa ci fa lei qui? Perché è qui con me e dove ci troviamo? - era curiosa e vogliosa di sapere. Odiava non conoscere cosa o chi avesse davanti.

-io, come le ho detto, sono un Lord ed ero di ritorno da una battuta di caccia quando l'ho trovata stesa per terra in condizioni...pessime- spiegò il ragazzo indeciso sull'aggettivo che aveva usato. Come avrebbe dovuto definire le sue condizioni? Sporche? Penose? Innobili? Non poteva saperlo, non conosceva la sua storia e non sapeva come ci fosse finita in quelle condizioni e quindi non era nella posizione di giudicare.
Ma cosa avrebbe potuto fare allora?

-perché mi hai portata qui? -

-non potevo certo lasciare una povera ragazza nuda in mezzo al bosco- rispose facendole accigliare lo sguardo. "nuda", ora si spiegano le vesti sconosciute, probabilmente sono le sue.

-sono povera quindi? - domandò cercando di ottenere qualche informazione su di sé, ma il ragazzo alzò le spalle

-probabilmente sì - rispose non del tutto convinto. Non poteva saperlo, ma infondo...a lui cosa importava? La ragazza non si ricordava nulla e lui avrebbe potuto approfittarne cambiandole la storia a suo piacimento, magari traendone qualche vantaggio.

-come faccio a sapere che quello che mi stai dicendo è vero? - domandò distaccata e le labbra del ragazzo si curvarono in un sorrisetto divertito.

-guardi lei stessa e tragga da sola le proprie considerazioni. Chi sa di più tra i due? Chi tra i due è in grandi di fornire delle rispose? Chi dei due è sicuro di quel che è e di quel che fa?- domandò retoricamente in risposta e la fanciulla abbassò lo sguardo sentendo gli occhi farsi lucidi, si sentiva così dannatamente inutile e vuota in quel momento...

-oh...- sussurrò delusa, non si aspettava di essere una principessa o una donna nobile, ma non immaginava di appartenere a una categoria così bassa.

-non sai nient'altro di me?- domandò alzando il capo e guardandolo negli occhi, sperando di ricevere altre informazioni mentre sul volto del cavaliere si dipinse l'espressione di chi crede di avere tutto in pugno.

***

Erano le due di notte e Niccolò fece finalmente ritorno a casa, non si accorse nemmeno del cane ai suoi piedi data la stanchezza e la mente annebbiata dall'alcol.

Barcollò fino alla porta e, tra qualche risata e qualche melodia priva di senso intonata sul momento, entrò in casa seguito dal cane che, preoccupato e intimorito dalle sue condizioni, cercava comunque di portarlo nel posto dove aveva lasciato la fanciulla.

Capendo che però il ragazzo non era in condizioni, andò a svegliare la "piccola padrona" che, nonostante la giovane età e l'orario fuori, probabilmente era l'unica che poteva dargli una mano.

Entrò nella camera della bambina e si intrufolò sotto le coperte cominciando a leccarle il viso.
Esther mugolò qualcosa, aveva aperto gli occhi quando aveva udito la porta sbattere per via di suo fratello, ma li richiuse subito sconfitta dalla stanchezza.

-Spugna... Eddai non ho voglia di giocare adesso... - mugolò premendo la faccia sul cuscino cercando di sopprimere i rumori provenienti dalla cucina

-ma che ha Nicco? - domandò a cane che stava cercando in tutti i modi di tirarla fuori dal letto.

-ma non puoi chiamare Noah? - domandò stropicciandosi gli occhi con le mani

-va bene, va bene mi alzo- disse arresa quando sentí spugna mordere la coperta con l'intenzione di scoprirla.
Si alzò col busto e facendo attenzione mise i piedi per terra.
Si appoggiò al busto del cane e si diresse nel salone dove suo fratello era appena inciampato sui suoi piedi.

-Nicco... - lo chiamò intimorita entrando nella stanza e avvicinandosi piano piano a lui. Solitamente non ne aveva paura, ma era la prima volta che lo sentiva in quello stato e non sapeva come comportarsi.

-oh Esther! Sei ancora sveglia! - biascicò sorpreso alzando la voce facendola sobbalzare senza volerlo.

-che hai fatto? - domandò preoccupata   mantenendo le distanze

-credo di aver esagerato col vino- rispose liberando una risata coinvolgendo la bambina in un lieve sorriso

-ti sei fatto male? - chiese poi alludendo al fatto che poco prima fosse caduto per terra

-mh un po'- rispose cercando di alzarsi e tornare in piedi per poi massaggiarsi il punto dolorante

-dai, andiamo a letto che è tardi- ordinò poi afferrandole la mano sotto lo sguardo attento di Spugna e barcollare fino alla stanza della bambina, ma riuscì solamente ad arrivare vicino al divano prima di crollare e addormentarsi immediatamente.

Esther sorrise divertita dalla situazione e si sdraiò al suo fianco, portando il braccio del fratello sulla sua vita in modo da sentirsi stretta e protetta.

-credo che dovremmo aspettare domani per parlargli- sussurrò al cane poco prima di chiudere gli occhi e cadere anche lei in un sonno profondo.

Spugna si ritrovò quindi a sbuffare e accuciarsi ai piedi del divano, nella speranza che la fanciulla stesse bene e al sicuro.
Sbadigliò esausto, posò il muso sulle proprie zampe e si addormentò anche lui, accompagnato dai pensieri della figura della fanciulla sconosciuta che non gli dava pace.

Perché mi è sembrata una puntata di "leone il cane fifone"?
Ok no piango che ricordi.
Capitolo inutile tutto per voi 💁🏻‍♀️

Ciao ciao ❤️
-Fla:)

(lui dovrebbe essere il Lord, naturalmente con l'armatura addosso in quel momento :))

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