66. D'ora in poi, la strada sarà tutta in discesa

Se ne stava lì, in piedi davanti la carrozza, mentre osservava ogni minimo particolare dei presenti in quella folla. Si soffermava sui capelli, poi scendeva verso il viso e li guardava negli occhi, scendeva verso le mani ed in fine i piedi.
Li ispezionava uno ad uno, come se stesse cercando qualcuno in particolare e quando i suoi occhi incrociarono quelli di Noah, si decise finalmente ad avanzare, avvicinandosi a quest'ultima in totale silenzio e sotto gli occhi curiosi di tutti gli abitanti.

Noah non indietreggiò di un passo, restò lì ferma nell'attesa che ella le si avvicinasse e, quando si trovò abbastanza vicina, attese che parlasse; ma l'attesa fu invana. Continuava a fissare le labbra della bionda nella speranza che da esse uscisse qualche parola, ma niente. Alzò lo sguardo e s'imbattè nuovamente in quel sorrisino irritante e quei due occhi azzurri che non avevano mai smesso di osservarla.
Ormai stufa di quel silenzio assordante decise di farsi avanti e di parlare per prima, infondo se si era avvicinata così tanto qualcosa voleva dire.

Schiuse le labbra per proferire parola, ma le richiuse subito per poi fermarsi a riflettere: lei quella ragazza la conosceva, l'aveva già vista da qualche parte; solo molto, molto, molto tempo prima.

-ci conosciamo? - andò dritta al punto e la ragazza ignota inclinò leggermente la testa da un lato e la guardò soddisfatta

-forse- rispose solamente, poi si voltò verso Niccolò che non le aveva staccato gli occhi di dosso nemmeno per un secondo e, dopo averlo guardato a lungo e lanciato un ultimo sguardo sulla folla che l'accerchiava, se ne ritornò sulla carrozza in totale silenzio; fece un segno al cocchiere che fece schioccare le redini e così far partire i cavalli dal manto scuro, trottando verso est, diretti probabilmente verso il castello del re.

Quando la carrozza diventò un puntino lontano, la folla si smaltí e ognuno tornò al proprio lavoro borbottando tra di loro e inventando mille ipotesi su chi potesse essere quella misteriosa fanciulla.

-Noah tu la conosci? - le domandò Niccolò voltandola verso di sé dolcemente, vedendola ancora imbambolata a fissare il luogo dov'era diretta la carrozza.

-no, non lo so... Lei ha un viso familiare, ma non mi viene in mente assolutamente nessuno... - rilettè ad alta voce distogliendo lo sguardo e guardare il moro

-forse l'avrai vista durante una riunione di tuo padre o...durante uno dei viaggi o... - provò ad ipotizzare il ragazzo per aiutarla e lei lo interruppe con un cenno della testa

-sì, forse. Ma non importa da dove lei venga o dove l'abbia vista, ha un viso familiare ed è venuta qui per una ragione e io voglio sapere quale- disse decisa guardando un ultima volta la strada per poi incamminarsi verso la bottega e tornare a lavoro, non prima di aver lasciato un bacio al ragazzo e avergli augurato di passare una buona giornata.

-Nicco che è successo? - domandò Esther che per tutto il tempo era rimasta in silenzio cercando di capirci qualcosa; avvertiva un'aria di tensione e voleva saperne il motivo.

-nulla tesoro, andiamo a casa - rispose seguendo la fanciulla, la sua fanciulla.

-ti somiglia molto, sai? - si rivolse a lei con tutta l'innocenza del mondo

-è vero... Ci sommigliamo molto, troppo per i miei gusti- rispose secca fissando il basso

-scusa non volevo offenderti, era solo un mio pensiero, un... - tentò di giustificarsi gesticolando agitato, ma la ragazza gli sorrise rincuorandolo

-tranquillo, non è colpa tua. Anzi scusa, è colpa mia, non volevo essere così schietta, forse sono troppo sovrapensiero... -

-se la sua presenza ti preoccupa così tanto ti basta tornare al castello e scoprire la sua identità, no? Tanto è lì che è diretta, o sbaglio? -

-no, non sbagli. Era sicuramente diretta lì. Vorrei andare e controllare cosa vuole fare, ma no- rispose scuotendo la testa continuando a camminare

-no? - domandò confuso

-no, la mia casa è qui ora - affermò prendendogli la mano e incrociando le dita tra loro, lui strinse la presa e le lasciò un bacio sulle labbra.

***

-L'ha trovata principessa? - domandò il cocchiere con voce bassa e possente, senza distogliere lo sguardo dalla strada

-sì, William. L'ho trovata- rispose la fanciulla ghignando vittoriosa per poi volgere lo sguardo verso la piccola finestrella

-sa già come proseguire? -

-credimi, ho tutto sotto controllo. D'ora in poi, la strada sarà tutta in discesa - rispose convinta prima di inumidire con fare avido il labbro superiore e sorridere alla vista del possente castello che gli si mostrava davanti.

***

-Zaira ho deciso! - annunciò Steve deciso entrando come suo solito nella stanza dov'erano la ragazza e il bambino che appena lo vide sorrise contento

-che cosa hai deciso, Steve? - domandò curiosa la mora seduta a letto  alzando lo sguardo

-dirò al re la verità - rispose semplicemente facendola sbiancare

-COSA?! NONONO! NON SE NE PARLA!- urlò spaventata alzandosi di colpo. Il bambino non avendola mai sentita così agitata comincia a piangere

-hey così ci farai scoprire prima del dovuto! Non ho ancora preparato un discorso da fare!- ribattè il ragazzo, come se fosse quello il problema

-tranquillo non avrai nessun discorso da preparare -

-oh ci hai già pensato tu? - sorrise sorpreso e speranzoso

-certo che no! - esclamò ovvia prendendo in braccio il bambino cercando di farlo calmare

-preferisci improvvisare? Sai ci avevo pensato anch'io, ma credevo che ti creasse difficoltà e... - iniziò a parlare a raffica e la ragazza dovette posare momentaneamente il bambino sul letto per bloccarlo e farlo respirare

-Steve! - lo richiamò fissandolo negli occhi e prendendogli i polsi

-si? -

-che ti prende? - domandò spazientita e allo stesso tempo preoccupata

-nulla, perché? -

-non sei mai stato così ansioso di farci conoscere e sinceramente non ne vedo nemmeno il motivo! Che bisogno c'è di dirlo a tutti? Mi vuoi morta per caso?! - domandò con la voce che le tremava

-cosa? No, no, certo che no! - rispose totalmente sincero e un po' deluso dai pensieri assurdi della ragazza

-e allora perché? - domandò esasperata prendendogli il viso tra le mani e il ragazzo abbassò lo sguardo

-perché penso che sia meglio che lo vengano a sapere da noi, prima di scoprirlo da qualcun'altro- disse una mezza verità

-fin'ora non ti sei mai creato questo problema però... -

-Zaira credimi... Sarebbe peggio se lo venisse a scoprire da sé o da qualcun'altro- diventò serio

-lo so ma... Ma non sono pronta Steve- ammise guardandolo implorevole negli occhi

-hai paura, vero? - le domandò comprensivo accarezzandole la guancia

-puoi biasimarmi? - domandò sorridendo lievemente e chiudendo gli occhi rilassata dal tocco dolce del ragazzo

-assolutamente no, ma... -

-ma? - lo incitò a continuare

-non vorrei fosse troppo tardi-

-non l'ha scoperto per tutto questo tempo, non mi ha sentita nemmeno partorire, figuriamoci se lo viene a sapere proprio adesso! - cercò di rassicurarlo lei

-no Zaira, abbiamo poco tempo-

-perché? - chiese confusa inarcando il capo

-perché lei sta arrivando, mi odia e se lo scopre finiamo tutti e due in grossi guai - rispose buttando fuori un grosso sospiro

-anzi, tutti e tre- si corresse coinvolgendo anche il bambino che era rimasto sdraiato di schiena sul letto osservandoli incuriosito dalla conversazione

-Steve ma che stai dicendo? Chi è lei?-

-vorrei saperlo anch'io- rispose lasciandola confusa. Le lasciò un bacio sulla fronte e poco prima di staccarsi si udì il suono dei corni e si riuscì ad intravedere la carrozza fuori dalla finestra

-oh no... È già qui! - sussurrò preoccupato guardando fuori

-Steve che succede? - domandò preoccupata nel vederlo così agitato. Steve era il ragazzo più tranquillo e positivo che abbia mai conosciuto e vederlo così la preoccupava.

-nulla. Sa...sai che c'è? Cambio di piani, voi due restate qui al sicuro e non vi fate vedere da nessuno, e sottolineo nessuno, per nessun motivo al mondo. Va bene? - balbettò frettolosamente mentre raggiungeva velocemente la porta

-Steve... Steve aspetta! - lo chiamò la mora ma invano, il ragazzo era già sulle scale che si affacciavano alla grande porta e quando la vide perse un battito.

Raggiunse a mala voglia il suo posto, poco più distante dal re e la regina che erano sorpresi della visita della ragazza più o meno quanto lui.

-non sei la benvenuta qui, lo dovresti sapere- le disse il re subito dopo averle aperto la porta, e questa volta Steve si ritrovò a concordare con lui ma rimase in silenzio.

-lo so bene, ma mio padre mi ha mandata qui- rispose con un'alzata di spalle, del tutto indifferente alle parole del re

-tuo padre? E cosa c'entra tuo padre con me?! - domandò cominciando ad agitarsi e questa sua agitazione non passò di certo inosservata agli occhi della regina

-ma come? Non ti è arrivata la lettera?- domandò la ragazza fingendo stupore e il sovrano dovette stringere i denti

-beh già che sei qui... Accomodati- improvvisò Sarabi non sapendo come spezzare quella tensione che si era creata

-la ringrazio maestà- finse un inchino e proseguí, avvicinandosi a Steve che la fissava inerme

-oh ma guarda qui chi c'è, è un piacere rivederti- gli disse mantenendo il suo solito ghigno strafottente

-mi piacerebbe dire lo stesso - quasi le sussurrò quelle parole e si affrettò a distogliere lo sguardo prima di poterle permettere di ribattere.

-anche tu qui - borbottò Gualtiero con disprezzo osservando il cocchiere fare il suo ingresso nel lussuoso castello

-con vostro permesso maestà- finse un tono cortese e raggiunse la fanciulla che si trovava già nel centro sala

-allora? Dove metto la mia roba? - domandò la bionda con fare presuntuoso

Ti prego non nella sala ovest, non nella stanza ovest, non nella stanza ovest
Steve pregò con tutto sé stesso affinché non le capitasse la stessa stanza dove a loro insaputa alloggiava  la ragazza, se così fosse stato, ci sarebbe stato un bel problema.

-a me poco importa e Sarabi sicuramente non avrà idee migliori delle mie per cui: Steve a te il comando per quanto riguarda le stanze e starai al suo servizio fin quando non se ne andrà- ordinò tutto d'un fiato prima di lasciare la stanza.

-cosa..? No, no aspetti maestà! - provò a fermarlo, ma ormai era troppo tardi.

-Steve- gli si avvicinò la regina per poi chiedergli di parlare in disparte e, naturalmente, il ragazzo non obiettò

-miraccomando, trattala bene. So, anzi sappiamo, che ha un carattere...complicato, ma sappiamo anche che suo padre è capace di tutto quindi... Cerca di non farla agitare troppo, d'accordo? - usò un tono pacato e comprensivo; e Steve lo apprezzò molto, ma sapeva non era lui il problema.

-farò il possibile maestà- sforzò un sorriso e si avvicinò alla bionda che lo aspettava impaziente

-allora? - sbuffò spazientita passandosi una mano tra i capelli

-mi segua signorina-

-aspetta, innanzi tutto prendi questi- ordinò la ragazza lanciandogli i bagagli e le valigie, le altre le portava il cocchiere

-sono un messaggero di corte, non il tuo servo- si rifiutò il ragazzo dopo essersi assicurato che la regina se ne fosse andata

-dov'è finito il "lei"? - lo riprese la ragazza e lui serrò la mascella e si diresse verso le stanze con un grosso punto interrogativo nella testa: e mo dove la metto a questa?

La portò al piano di sopra, ma la ragazza si fermò subito dopo aver fatto soli due gradini

-aspetta! - il ragazzo non rispose e si limitò a fermarsi e a voltarsi per guardarla e sospirare

-non la voglio la stanza di sopra, non ho intenzione di scendere le scale ogni giorno! - si lamentò incrociando le braccia al petto

-suvvia sarà solo per pochi giorni... - la rassicurò, ma così cercava solo di rassicurare sé stesso

-oh non credo proprio- ribatté lei e quasi lui non si strozzò con la saliva

-cosa?-

-mi tratterò qualche settimana- rispose con no-chalance ghignando per la faccia sconvolta del ragazzo

-oh è.... È fantastico, ma torniamo alle stanze. Allora... Ha detto che di sopra non ci vuole stare, quindi... Che ne dice di.... - cercò di cambiare argomento e di proporre qualcosa, ma lei lo precedette

-voglio la camera della principessa-

-non penso si possa fare e anche se fosse i sovrani non sarebbero mai d'accordo- rispose Steve usando stranamente un tono spavaldo

-che ne dice della stanza infondo alla sala? - propose speranzoso. Stava cercando con tutto sé stesso di farle trovare una camera molto lontana dalla sua, ma gli risultava molto difficile date le esigenze della ragazza.

-ho già detto quello che voglio- ribadí lei fermandosi in mezzo al corridoio con le mani sui fianchi, qualche metro dietro di lui

-mi spiace deluderla signorina ma questo non è il suo regno dove è abituata a dare ordini a bacchetta, non tutto le spetta e la pregherei gentilmente di non essere troppo esigente - cercò di dirglielo in modo pacato e gentile, come suo solito fare, ma quella ragazza lo metteva a dura prova sin dai tempi della gioventù.

-come vuoi, ho saputo che la principessa Noah al momento è fuori chissà dove e a mio padre non piacerà l'idea di me rinchiusa in una stanza piccola e scomoda quando ce n'è una grande e luminosa, libera, nel castello, chissà cosa dirà quando gli dirò che... - cominciò a parlare portandosi un dito sul mento fingendosi pensierosa, ma il ragazzo la bloccò sospirando

-e va bene, mi segua. Dormirà nella stanza della principessa, ma la prego faccia attenzione e non tocchi niente- sospirò pesantemente e la accompagnò alla porta della grande stanza che, per sua immensa sfortuna, si trovava proprio di fronte alla sua.

Come avrebbe fatto a nascondere Zaira e il bambino ora che la fanciulla aloggiava di fianco? Come avrebbe fatto se durante la notte se il bambino si sarebbe messo a piangere?

I suoi pensieri vennero interrotti dal movimento brusco della fanciulla che gli sbattè prepotentemente la porta sul naso, provocando oltre a un forte rumore, anche un forte dolore al naso del ragazzo.

Non ci diede peso ed entrò subito nella sua stanza, dove ad accoglierlo c'erano le braccia della ragazza pronte a stringerlo e a dargli conforto.

-Steve che è successo di sotto? Che hai sul naso? - domandò stranita sfiorando la parte arrossata, facendogli arricciare il naso

-dovete andarvene di qui - rispose lui unendo la fronte con quella della mora che continuava a fissarlo intensamente negli occhi

-cosa? E....e dove dovremmo stare? -

-non lo so... Ti va di ritornare nella grotta del bambinello? - domandò speranzoso, consapevole che era una richiesta folle

-vuoi farmi crescere un bambino nella stalla? - domandò confusa sgrandando gli occhi

-Maria ci è riuscita benissimo, puoi farcela anche tu - rispose ovvio

-ma Steve... -

-ascolta, lo so che non è il massimo, lo so che avete bisogno del sole, di aria pulita...di libertà! Ma non posso, non ora. Dovevano decidere prima, ora lei aloggia nella camera di fronte e se viene a sapere di voi potrebbe creare un casino- spiegò con tono serio, troppo serio.

-va bene... Tranquillo, lo so che lo fai per noi- gli sorrise e posò la testa sul suo petto.
Non sapeva di chi stesse parlando il ragazzo, non sapeva chi fosse quella ragazza che lui tanto temeva, ma una cosa era certa per entrambi:ad attenderli ci sarebbero state delle lunghe settimane.

Ciao ciao ❤️
-Fla :)

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