50. Auguri Peter
Un nuovo giorno sorse nella città di Roma e gli abitanti si erano messi già all'opera nel coltivare i loro campi o prendere la loro postazione per il mercato.
Tutti tranne "il ragazzo del villaggio" che ormai aveva preso questa nomina da quando le voci del regno si erano sparse.
Egli infatti continuava a sonnecchiare nel suo comodo letto affianco alla fanciulla che aveva aperto gli occhi da poco e non di certo si era privata della maestosa vista che aveva di fianco.
Continuava ad osservare i lineamenti rilassati del moro quasi come se volesse analizzarli uno per uno, mentre con la mano si divertiva ad accarezzare la mano semi-chiusa del ragazzo dormiente per poi salire fino alla spalle e sfiorare le orride cicatrici che avevano segnato, non solo il suo corpo, ma anche la sua mente; difatti quei giorni passati rinchiuso nella "gabbia" avevano inciso nella memoria, non solo sua, ma anche della gente che gli stava accanto.
Ella lo guardava incantata e allo stesso tempo intenerita dalla sua ingenuità. Entrambi ignoranti del fatto che per il ragazzo fosse un giorno particolare.
D'improvviso la mano che poco prima era semi-chiusa inerme sul materasso, rinchiuse lentamente il dito della bionda che ricambiò la stretta con l'intera mano.
Due occhioni marroni la scrutarono attentamente facendola sentire osservata e un piccolo sbadiglio fuoriuscí dalla bocca insaziabile del moro.
-Buondí principessa, ha dormite bene questa notte? - scherzò Noah passandogli una mano nel ciuffo disordinato, del quale si era innamorata sin da subito.
-Mhmh, tu invece sembra che non dormi mai. Oppure che dormi e poi ti svegli apposta per non svegliarti dopo di me- rispose Niccolò giocherellando con i ciondoli che la ragazza portava al polso
-Può darsi, chissà... - rispose vaga prima di lasciargli un tenero bacio sulle labbra e alzarsi per poi sistemarsi i capelli in una morbida treccia che le scendeva lungo la schiena.
-come siamo belle oggi miledy - si complimentò Niccolò stringendola da dietro posando il mento sulla sua spalla.
-lei non è da meno messere- gli rispose portando una mano nei folti capelli mori e sentí un sorriso premere con le labbra sul suo candido collo.
-ti manca? - le domandò vedendola pensierosa
-cosa? -
-la tua vita da principessa; le gonne larghe, la corona, la colazione a letto, il potere sul regno... I tuoi genitori... - le chiese con sguardo preoccupato prendendole il mento tra due dita per guardarla in viso, non voleva che si sentisse obbligata a lasciare tutto per stare con lui, anche se avrebbe tanto voluto.
-l'unica cosa che mi manca del castello è il letto a tre piazze - rispose lei facendolo ridere sonoramente
-e Steve - continuò sospirando. Come aveva ammesso più di una volta, Steve non lo vedeva più, anzi, non lo aveva mai visto come un servitore del castello, lo vedeva più come un amico, un fratello.
Il ragazzo rimase in silenzio e abbassò la testa non sapendo minimamente cosa dire.
-ma daltronde... Ho te, e questo mi basta - risollevò la testa alle parole della bionda che lo guardava con un sorriso
-Noah-
-dimmi-
-ho fame- disse facendola ridere
-andiamo a fare colazione allora - rispose riprendendosi dalle risate per poi dirigersi in cucina, seguita dal ragazzo.
-Buongiorno- Esther entrò piano in cucina sbadigliando, richiamando la loro attenzione
-Ciao Pulce, dormito bene? - le chiese Niccolò prendendola in braccio e facendola sedere sulle sue gambe
-sì, auguri Orso- rispose lei prima di lasciargli un bacio sulla guancia, sotto lo sguardo confuso della fanciulla
Il ragazzo ringraziò la bimba accarezzandole la schiena per poi alzare lo sguardo verso quello confuso della bionda.
-È il tuo compleanno? Perché non me l'hai detto? - domandò stranita mettendo le mani sui fianchi
-Io...- provò a spiegarsi entrando nel pallone, in verità non c'era un vero motivo, non lo sapeva nemmeno lui perché. Ultimamente festeggiare il suo compleanno consisteva nel bere una birra con gli amici e basta, festeggiare sentendo la mancanza della madre era difficile, ora con quella del padre che lo aveva accompagnato durante la sua crescita, anche peggio.
-Dobbiamo festeggiare! - esclamò Noah facendolo tornare sul pianeta terra
-No, Noah sul serio. Non ce n'è bisogno. Preferisco passare la giornata con voi e bere una birra con i miserabili, fare qualcosa di semplice. Davvero, tranquilla- la fermò mettendo le mani in avanti vedendola sospirare
-perché? - gli chiese curiosa e al col tempo preoccupata sedendosi a tavola e mettendo la testa sul palmo della mano, ottenendo un'alzata di spalle da parte del ragazzo.
-quanti sono? -
-24- rispose Esther al suo posto
-capito, Allora... Auguri Nì - gli disse Noah per poi unire le loro labbra in un leggero bacio e fare colazione.
***
-può rispiegarmi il piano maestà?- domandò Gaston grattandosi la testa confuso
-no. Proprio non riesco a capacitarmi del fatto che sia ancora vivo. Insomma, l'ho fatto rinchiudere nella "gabbia" ed è sopravvissuto, l'ho fatto torturare ed è stato persino gettato nel fiume. Per non parlare del fatto che quando è venuto qui il giorno del banchetto gli ho fatto bere un calice di vino con dentro del cianuro... COME È POSSIBILE CHE SIA ANCORA VIVO?! - domandò spazientito il re facendo sussultare il ragazzo spaventato
- quindi sta cercando di ucciderlo? Ma non aveva detto che i piani erano cambiati e che rivoleva sua figlia al castello? -
-Oh, è così infatti. Non voglio ucciderlo, non ancora. Devo prima capire perché è disposto a restare con mia figlia pur di rischiare la morte più volte. Cosa è che vuole? La corona? La mia testa appesa ad un muro? Regnare? Farsi le servitrici, cuoche e cameriere? - ipotizò nervoso cercando di trovare una risposta, convinto che il ragazzo avesse un secondo fine nel stare con la sua Bella.
-E se l'amasse davvero? - domandò spaventato, quasi incredulo. Non gli era mai capitato un avvenimento simile.
- Secondo me non è realmente innamorato, è solo convinto di esserlo. Così come lei, e noi lo dimostreremo, io lo dimostrerò. Dimostrerò che è innamorata di me e insieme vivremo felici, contenti ma soprattutto ricchi. - intervenne Gaston mostrando un sorriso scangiante.
-A me Noah tutto sembra tranne che innamorata di te, Gaston. - fece notare il re con le braccia incrociate al petto
-Un tempo imparerà ad amarmi - rispose lentamente gesticolando con fare ovvio
-Sì e che vuoi fare? Rinchiuderla in una torre? È MIA FIGLIA GASTON!- tuonò facendolo sussultare di nuovo.
-maestà ma... - provò ad obbiettare, ma il re lo fermò
-smettila, ho detto che dovrà tornare al castello, ma questa volta... Di sua spontanea volontà. - disse con tono deciso, bevendo un sorso del suo amato vino dal calice d'oro, camminando intorno alla stanza a passo lento
-e come pensa di riuscirci? -
-non è ho idea. Ma credo comincerò col cambiarle pretendente- rispose lasciandolo di stucco
- che intende dire? -
-hai capito bene. Smamma. Ho in mente qualcuno migliore di te, che riuscirà sicuramente nel suo intento- rispose freddo guardando il contenuto del suo calice girare lentamente seguendo il movimento del suo polso.
***
-Alan! - esclamò Esther sentendo Spugna abbaiare coprendo la voce del suo amico.
Scese dalle gambe del fratello e si diresse alla porta, portando le mani in avanti per evitare di sbattere contro qualcosa, mentre Niccolò la seguí con lo sguardo per poi decidere di alzarsi
-ciao Esth - la salutò il bambino seguito dal rosso che copiò il suo gesto.
- La mamma di Alan vuole fare una passeggiata, vuoi venire con noi? - domandò Alexandro cercando di essere più gentile possibile. Gli faceva piacere che venisse anche Esther, ma avrebbe preferito giocare e divertirsi con Alan.
-Nicco, posso andare con loro? - domandò Esther sperando di essere arrivata alle orecchie di del fratello e che avesse assistito a tutta la conversazione
Niccolò allungò lo sguardo dietro i bambini e sospirò nel vedere le madri dei due.
-Va bene, ma state attenti. Signora la affido a voi- avvisò rivolgendosi alla signora Borghi che sorrise cercando di tranquillizzarlo
-Stia tranquillo, la teniamo d'occhio noi. Buona giornata! - salutò per poi allontanarsi con la donna e i tre bambini lungo il villaggio.
- Quindi ora abbiamo la giornata libera - disse Noah affiancando il ragazzo rimasto sull'uscio della porta.
-Non direi, devo andare a lavoro - le rispose frettolosamente
-Dai amore, ma è il tuo compleanno! Puoi stare a casa con la tua dolce donzella - esclamò Noah facendo gli occhi dolci facendolo sorridere divertito
-Va bene, solo per non lasciarti sola oh mia dolce donzella! - rispose Niccolò usando un tono fiero e gonfiando il petto in avanti.
-oh ma che dolce il mio principe - ironizzò lei dandogli corda
-da messere a principe? Wow che passi in avanti! - esclamò il ragazzo prendendola dai fianchi
-visto? - rispose provocatoria per poi mordergli il labbro
-Nel pomeriggio dovrebbero venire i ragazzi, Adriano probabilmente avviserà loro che ci sarai anche tu questa volta e magari porteranno le loro ragazze, così non ti sentirai a disagio- le disse Niccolò dopo averle stampato un bacio sulle labbra
-Grazie, ma è la tua festa, l'importante è che ti diverti tu- lo ringraziò con un sorriso per poi posare la testa sul suo petto.
***
-Ciao Nì, auguri! - Adriano entrò a casa dell'amico salutandolo con una pacca sulla spalla e lo stesso fecero gli altri, per poi salutare Noah.
-Ciao ragazzi, grazie - li accolse facendoli entrare per poi chiudere la porta.
-Noah di solito noi andiamo fuori, lì vicino al fiume più o meno e poi restiamo a dormire lì, quindi portati un telo o un cuscino se vuoi stare comoda... Non so, solitamente nessuno riesce a restare lucido a lungo quindi è anche per questo- spiegò Niccolò smorzando una risata verso l'ultima frase.
-Ah...va bene allora, usciamo pure - rispose alzando le spalle e andando a prendere un cuscino e una coperta dalla camera.
-Avete portato le birre?- domandò uno di loro
-Sì, da mangiare? - domandò un altro
-c'è tutto, possiamo andare - rispose l'ultimo per poi uscire assieme agli altri aspettando che uscissero anche Niccolò e Noah
-quella a che ti serve? - domandò la fanciulla curiosa vedendo il ragazzo prendere una chitarra
-lo scoprirai - rispose per poi invitarla ad uscire.
Spugna si avvicinò alla porta pregando di uscire con loro per far runa delle solite passeggiate
-scusa Spugna, oggi dovrai rimanere qui. Fai la guardia alla casa, d'accordo? - gli disse Niccolò a bassa voce rasciandogli una piccola carezza sul muso e uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.
-Nic- lo chiamò la ragazza mentre camminavano verso la meta
-dimmi- la affiancò lui mettendole un braccio sulle spalle
-non avete paura che qualcuno vi derubi? - domandò timorosa
-sta' tranquilla, dove andiamo noi è un posto tranquillo e poi nessuno di noi porta denaro o averi importanti con sé, quindi semmai dovessero prenderci qualcosa prenderebbero i vestiti e la dignità - scherzò Niccolò, scoppiando a ridere vedendola fare un'espressione stranita
-Oh allora puoi stare tranquillo, quella non l'hai mai avuta- lo prese in giro lei facendogli la linguaccia
-scema! - rise lui spingendola scherzosamente.
***
La serata passò tranquilla tra risate e battute varie. I ragazzi dopo aver mangiato e bevuto qualcosa si sedettero in cerchio aspettando che Niccolò prendesse in mano lo strumento che si era portato per poi iniziare a cantare con lui.
Erano tutti un po' brilli, le ragazze di meno e Noah ne aveva approfittato per fare amicizia e parlare con loro.
Non appena Niccolò sfiorò le corde della chitarra tutti ammutolirono, le ragazze presero posto affianco ai propri ragazzi, e così fece anche Noah, andandosi a sedere di fianco al moro.
Rimase incantata dalla sua voce e dalle parole che essa faceva uscire.
Riconobbe subito il testo della prima canzone che aveva avuto già la fortuna di ascoltare in passato sottoforma di frase: "E quando ti senti sola riempi la mente alza gli occhi nel cielo, rinchiuditi sempre... Tra l'eleganza delle stelle"
Ora aveva capito da dove avesse preso spunto e ascoltò attenta, curiosa di sentire il testo completo di quella che le sembrava una poesia
"Che poi se si potesse resetterei il cuore
Parlando un'altra lingua sarei un colore
E poi se si potesse ti porterei altrove
Dove questi palazzi diventano un fiore
Che poi se si potesse dipingerei il cielo
Rinascerei perché non meriti quello che ero
E poi se si capisse ti parlerei a gesti
Perché ogni mia parola è già detta tra i versi
Ti costruirei un mondo da metterti in tasca
Così potrei scappare se un giorno ti stanca
Non posso darti più quello che chiedi
Ti dedico un sogno ma tu non lo vedi
L'amore non esiste ma è quello in cui credi
E quando ti senti sola riempi la mente
Alza gli occhi nel cielo, rinchiuditi sempre
Tra l'eleganza delle stelle
Che poi se non ci fossero dovrei inventarle
Delle barche che volano su nuvole bianche
Saresti la risorsa per ogni sorriso
Sarebbe la tua vita il tuo film preferito
E poi se mi credessi ti porterei in salvo
Dallo smog, dagli spari di un mondo violento
Non posso darti più quello che chiedi
Ti dedico un sogno ma tu non lo vedi
L'amore non esiste ma è quello in cui credi
E quando ti senti sola riempi la mente
Alza gli occhi nel cielo, rinchiuditi sempre
Tra l'eleganza delle stelle
Tra l'eleganza delle stelle"
Finí con gli occhi chiusi per poi voltarsi verso la ragazza che gli occhi invece li aveva lucidi.
-piaciuta? - le chiese con un sorriso da ebete sul volto
-bellissima - sussurrò per poi posare la testa sulla sua spalla
Continuarono a bere, ridere e parlare, fino a quando non divennero tutti completamente ubriachi.
Alcuni barcollarono lontano a limonarsi le proprie ragazze, altri a fumare, altri per vomitare e altri ancora per cercare di calmare il mal di testa.
Alcuni invece rimasero lì a dormire coperti dalle stelle del cielo di Gennaio.
Noah preferí rimanere lì con loro e far stendere Niccolò sulla coperta per evitare si facesse male in qualche modo
Egli posò la testa sul suo petto e portò lo sguardo verso il cielo
-hai visto quanto sono belle? - domandò con innocenza, biascicando un po' e alzando un dito verso il cielo indicando quei puntini luminosi dai quale era affascinato
La ragazza sorrise intenerita e prese ad accarezzargli i capelli.
-Molto belle, ti sei divertito oggi? - chiese dolcemente e lui annuì per poi stringere la sua mano a quella della ragazza
-Noah - si voltò goffamente per guardarla negli occhi ma tenere comunque la testa poggiata sul suo petto
-dimmi amore -
-Sono ubriaco? -
-direi di sì -
-oggi sono ubriaco e tu sei bellissima. Domani invece sarò lucido, ma tu sarai comunque bellissima - le disse spostandole una ciocca bionda dal viso ormai paonazzo.
-Niccolò... - sussurrò sorpresa mentre un lieve sorriso le si dipingeva sulle labbra
-ti amo - disse solamente per poi vederlo chiudere gli occhi
-anch'io - sussurrò piano prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
- tanti auguri Peter-
Oggi il nano compie 24 anni aaaw🥺
E pensare che ne dimostra a malapena 2🤧 *tosse*
Spero che questo capitolo improvvisato vi sia piaciuto.
Ciao ciao ❤️
-Fla :)
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