44.C'era una volta un ragazzo di nome Peter Pan
-amore- Niccolò si avvicinò a Noah, intenta a lavare i piatti, abbracciandola da dietro
-mh? - rispose distratta
-ti vedo pensierosa oggi... -
-è soltanto una tua impressione- sviò l'argomento lei alzando le spalle
-ah si? E come mai non ti credo? - domandò lui alzandole il mento in modo da poterla guardare negli occhi
-Sì, va bene stavo pensando a qualcosa..ma non ti dico cosa- gli fece la linguaccia per poi correre via
-Eddai Noah! - si lamentò lui dalla cucina per poi seguirla e bussare alla porta del bagno dove si era rinchiusa
Toc Toc Toc
Noah era poggiata con la schiena al legno della porta, con un sorriso da ebete sulle labbra
-Principessa Noah? - riconobbe la voce del suo ragazzo e decise di stare a suo gioco
-Sì, desidera? -
-Può uscire per favore? Sa... Il mio volatile ha bisogno di sfamare alcune esigenze - rispose lui smorzando una risata facendola ridere
-che tipo di esigenze? - lo prese in giro, sapendo che non era affatto quello lo scopo
-esigenze d'amore e di vita - disse le prime cose che gli vennero in mente
-non conosco questo tipo di esistenza, Monsieur -
-È diventata francese nel frattempo? - domandò divertito con la testa poggiata sulla porta
-Sono piena di sorprese io! -
-Oh non lo metto in dubbio, ma le conviene aprirmi se non vuole che butti giù la porta-
-e come ha intenzione di fare? sentiamo. Vuole soffiarci sopra come il lupo nei tre porcellini? - scherzò lei provocandolo
-E mica siete tre lì dentro! - rise lui coinvolgendola
-E che ne sa lei? - gli domandò riprendendosi dalle risate
-Mi sta per caso dicendo che è incinta di due gemelli? O per caso ha degli amanti segreti? -
-Non saprei... Lei cosa preferisce? - gli domandò mordendosi le labbra sperando dia una risposta sincera
-Gli amanti, senza alcun dubbio! - lo sentí ridere e fece una faccia sconcertata
-Niccolò! - esclamò aprendogli la porta per guardarlo in viso
Lui rise ancora, si fondò sulle sue labbra e la spinse contro il muro. Senza staccarsi dal bacio.
-Ce ne ha messo ad aprire Madame - le disse lui col fiatone dopo essersi staccato dal bacio
-Avevo anch'io le mie esigenze- gli sorrise per poi rubargli un altro bacio.
-Nic- lo chiamò poi
-Davvero preferiresti che io avessi degli amanti invece dei gemelli? O invece di un figlio? - gli chiese tornando seria
-Andiamo Noah, stavamo scherzando!-
-Ma non mi hai risposto- gli fece notare lei, mettendoglisi davanti
-Certo che sarei felice se tu fossi incinta, Noah! Credimi, sarebbe bellissimo- le rispose sinceramente orendendole il viso tra le mani
-Ma sai anche tu che tuo padre darebbe di matto se solo scoprisse una cosa del genere... - continuò poi con tono amareggiato
-Ma te lo immagini? "Ragazzo del villaggio sposa e mette incinta l'incantevole figlia del re"! - continuò per poi scuotere la testa
-"l'incantevole figlia del re" - ripeté lei a bassa voce, per poi arrossire e nascondere un sorriso
Niccolò se ne accorse e le baciò la fronte intenerito
-Più, più che incantevole- sottolineò lui sfiorandole la guancia arrossata
-Smettila Nì.. - borbottò lei coprendosi il volto con le mani e fondarsi sul suo petto
-mi fai sentire in imbarazzo- continuò a borbottare facendolo ridere
-piccola bimba- sussurrò lui per poi stringerla tra le sue braccia.
***
Intanto al castello...
Zaira faticava come una povera bestia su e giù per il castello; fortunatamente lei si occupava "solamente" del primo e del secondo piano della prima torre.
Quando finí di pulire anche l'ultimo gradino, scivolò a terra e posò esausta la schiena alla parete; sperando di non essere vista dal re.
Resisti piccolo... La mamma farà di tutto per non farti crescere qui.
Pensò mentre si accarezzava il pancione, poi guardò in alto ed in fine guardò il braccialetto che teneva al polso
Quanto vorrei tu fossi ancora qui..
-Signorina tutto bene? - sentí una voce chiamare la sua attenzione, alzò lo sguardo e vide Steve inginocchiarsi preoccupato
-Sì, Steve tranquillo.. Mi stavo solo riposando un po', ora riprendo- disse cercando di alzarsi, cadde sulle ginocchia sentendosi troppo debole
-Non si preoccupi signorina, per oggi se ne occuperanno le domestiche. Non è in grado di lavorare in queste condizioni- le disse Steve prendendola sotto braccio per poi accompagnarla nella camera degli ospiti
-Può riposarsi qui, farò in modo che nessuno entri. Mi prenderò cura io di lei oggi - la aiutò a sdraiarsi per poi chiudere la porta
-grazie Steve, ma non sei obbligato a..-
-shh, stia zitta signorina. Mi sono auto-obbligato in questa "missione" perciò lei ora si riposa e lascia fare a me- la interruppe Steve. A Zaira sembrava di avere a che fare con un medico più che un messaggero
-AH! - Urlò la ragazza tenendosi la pancia e rannicchiandosi su sé stessa
-Contrazioni? Il bambino? Sta per nascere?! Oh santo padre non ero preparato! E adesso come faccio? Chi è il padre? Chi devo chiamare?- andò nel panico Steve
-Tranquillo.. Ha solo scalciato.. - cercò di tranquillizzarlo col fiato corto
-Eh calcia bello forte allora! Mi ha fatto prendere uno spavento... - disse Steve mettendo una mano sul cuore
La ragazza rise di gusto. Perlomeno ora aveva la certezza che ci sarebbe stato qualcuno in quel castello pronto ad aiutarla.
-Allora...maschietto o femminuccia? - domandò Steve curioso inginocchiandosi a terra, posando il mento sul palmo della mano e reggendosi coi gomiti ai bordi del letto
-spero nasca maschietto... - disse timidamente lei
-uh, come mai proprio maschietto? -
-lui avrebbe voluto fosse maschio...- rispose con gli occhi lucidi abbozzando un sorriso.
Steve capí e decise di far cadere il discorso. Era un uomo curioso, questo sì, ma sapeva riconoscere il limite.
-E tu invece? - richiamò la sua attenzione Zaira
-Ecco..lo so che magari non ti riguarda in prima persona ma...preferiresti che nascesse un maschietto o una femminuccia? - domandò timidamente abbassando lo sguardo. Ogni volta che provava ad approcciarsi a qualcuno finiva sempre per impacciarsi o dire tutto a bassissima voce.
-Un bimbo è sempre bello, che abbia la farfalla o l'uccello- fece spallucce lui
-STEVE!- Scoppiò a ridere lei mettendosi una mano davanti la bocca
-Che ho detto di sbagliato? - domandò quasi innocentemente, un sorrisetto divertito gli comparve però in volto
-nulla, nulla... - continuò a ridere lei
Sentito piccolo? Sei libero di nascere come vuoi, ci sarà sempre qualcuno a volerti bene... Sappi però che se nascerai maschio faresti felice papà. O meglio.. Avresti fatto felice papà.. Anzi,no.. Non è tuo papà..
***
Venne la notte e tutti gli abitanti rientrarono nelle loro case dopo una lunga giornata di lavoro.
Niccolò e Noah andarono a dormire tardi quella notte; e come di consueto si addormentarono l'uno abbracciato all'altra, nella stanze dei genitori del ragazzo.
-Nic.. - Esther entrò nella stanza del fratello tentando di svegliarlo
-Nicco.. - lo scosse leggermente da un braccio e dei mugolii uscirono dalla bocca del ragazzo
-Esther.. Dovresti essere a letto - disse socchiudendo gli occhi con voce ancora impastata dal sonno
-Non riesco a dormire.. - disse sperando di essere accolta tra le sue braccia. Le dispiaceva interrompere il suo sonno, ma le braccia di suo fratello erano il luogo più caldo e sicuro per una notte insonne.
-Vieni qui- disse infatti sollevando la coperta e aprendo le braccia facendo attenzione a non svegliare Noah
Esther con un po' di fatica salì sul letto per poi intrufolarsi tra le braccia e nascondere la testa sul suo petto, il suo fiato gli arriva dritto sul collo e non c'era cosa più rilassante
-Allora, come mai non riesci a dormire? - domandò poi lui portando una mano tra i lunghi capelli mori della bambina
-ho avuto un incubo - disse stringendosi di più al suo petto, rare volte lo raggiungeva in camera e se lo faceva allora l'incubo era davvero pesante
-posso raccontartelo? - aggiunse poi alzando lo sguardo
-andiamo in camera tua prima, non vorrei svegliare Noah- la prese per mano e la accompagnò in camera, per poi metterla a letto e stendersi al suo fianco
-avevo riacquisito la vista - a quelle parole Niccolò ascoltò attento
- avevo visto la tua faccia, quella di papà, e persino quella di mamma... - rieccolo il vuoto che si presentava ogni volta che si toccava quell'argomento
-poi qualcuno ha spento la luce, ed io non ho visto più nulla - parlò con gli occhi lucidi e tirò su col naso
Niccolò la strinse più forte e le baciò la testa, mentre delle lacrime le rigavano la faccia
-Però.. Ero felice.. Ho visto la tua faccia - accarezzò il viso del giovane
-ed ero bello? - domandò per sdrammatizzare
-si.. La parte brutta è stata quando ho realizzato che era solo un sogno però..- rispose mentre un'altra lacrima solcava la sua guancia che subito Niccolò asciugò
-dai piccola non ci pensare adesso, era solo un sogno- le sussurrò continuando ad accarezzarle i capelli
-appunto! - esclamò lei senza rendersene conto
Niccolò soffocò una risata.
-mi racconti una storia? - gli chiese lei dopo essersi ripresa
-che tipo di storia? -
-qualsiasi - rispose mettendosi comoda con la testa sul cuscino
-Allora vediamo.. C'era una volta un ragazzo di nome Peter Pan - iniziò il racconto sdraiandosi su un fianco
-Peter non era un ragazzo come gli altri, sognava di essere libero, spensierato, felice.. Insomma un eterno bambino. -
-sembri tu- si lasciò sfuggire questo commento la piccola, Niccolò sorrise e continuò a narrare la storia
-Si sentiva oppresso dal mondo.. Voleva andarsene, scappare lontano -
-quanto lontano? - domandò la piccola incuriosita
-molto, molto lontano. In un luogo dove non c'era gente a dargli ordini o a rovinare le cose belle che gli capitavano- il volto del re si materializzò nella sua mente, cercò di scacciare via quell'immagine e proseguí col racconto
-e dove? - domandò lei
-sull'isola che non c'è - il nome che si era inventato quasi quasi gli piaceva, e da come poteva vedere dallo sguardo sorpreso della sorella, piaceva anche a lei.
-ma non lo avrebbe fatto da solo, aveva bisogno di una compagna di viaggio, una persona che non lo avrebbe mai fatto sentire solo, una ragazza che era disposta a stargli accanto per quel che era- continuò immaginandosi il volto di Noah
-Wendy. Una bambina dolce e gentile, sempre preoccupata e attenta alle sue responsabilità - sarebbe stato inutile descriverle l'aspetto fisico di ognuno dei personaggi, perciò tagliò corto e continuò
-Solo che Wendy era.. Come dire.. Rinchiusa nella realtà, non riusciva ad immaginarsi una vita allegra e spensierata, ormai era prigioniera dei grandi-
-I grandi? -
-coloro che comandano tutto e vivono la vita pensando al domani -
-menomale che c'era la sua Trilly, una piccola fatina disposta sempre ad aiutarlo e restargli accanto. Certo era un po' imbranata e goffa nei movimenti ma faceva sempre in modo che tutto andasse bene - senza volerlo pensò alla goffaggine di Zaira quando parlava e alla tenerezza che mostrava ogni volta
-che carina.. - commentò lei sorridendo appena
-già.. - ricambiò il sorriso - peccato che Peter non si è mai accorto dell'affetto che provava Trilly nei suoi confronti, la vedeva solo.. come un'amica, un'aiutante -
-nella sua testa, come nel suo cuore, c'era inciso il nome di una sola persona: Wendy- si fermò quando vide che Esther si era addormentata.
Le accarezzò la fronte e con cautela si alzò dal letto per poi tornare in camera in totale silenzio.
***
-Dai Peter svegliati! Andiamo sull'isola che non c'è!- esclamò saltellando la bambina mentre cercava di svegliare il fratello.
Noah si era alzata poco prima ed era uscita un attimo in piazza per fare la spesa, non prima di aver salutato il ragazzo con un bacio sulle labbra.
-Dai Esther.. - borbottò quest'ultimo ancora in uno stato di dormiveglia, mentre si rigirava dall'altro lato del letto
-Esther? Chi è Esther? Io sono Trilly! - esclamò la piccola incrociando le braccia al petto
-Sparisci pulce ho sonno.. - la sviò lui con la mano, sorridendo di nascosto parole della piccola
-Ma guarda che stanno rapendo Weddy! - enfatizzò lei
-chi? - domandò lui trattenendo delle risate e socchiudendo gli occhi
-Weddy.. Wen.. - tentò di ricordarsi il nome, ma invano
-Intendi Wendy? - l'aiutò lui
-Si! Wendy! -
-Mhmh.. E chi la sta rapendo? - gli resse il gioco, arrendendosi all'istinto da bimbo che da sempre dominava in lui
-Non ne ho idea- fece spallucce -tu non mi hai detto chi era il cattivo! - lo indicò mettendo il broncio, provando a mettersi sulla difensiva
-Io?! Ma guarda che sei tu che ti sei addormentata! -
-bugia -
-va bene, allora ti ricorderai di quando nella storia ad un certo punto arriva Capitan Uncino e rapisce Wendy e i suoi fratelli - la stuzzicò Niccolò incrociando le braccia al petto
-Certo! - rispose convinta facendolo ridere
-Beh mi spiace pulce ma questa parte della storia l'ho inventata sul momento! -
-Sei uno stupido! - borbottò lei prendendo il cuscino e cercando di tirarglielo in testa
-Però almeno ti ho detto chi era il cattivo- cercò di difendersi Niccolò parandosi la testa dalle cuscinate
-allora zitto e racconta - ordinò lei posando il cuscino e sedendosi sulle sue gambe
-Ma se sto zitto come faccio a raccontare? - domandò confuso con un sorriso divertito in volto
-Madò Niccooo! - si lamentò lei sbuffando
-E va bene, va bene. Non ti arrabbiare. Allora dicevo.. Capitan Uncino era il cattivo, atterrò sull'isola che non c'è a bordo della sua enorme nave.. -
-Ma hai detto che le navi non possono volare - lo interruppe lei
-sì, ma nella storia possono. Tutto è permesso sull'isola che non c'è-
-Bellooo! E quando ci andiamo? - domandò curiosa
-Dove? -
-Sull'isola che non c'è! - esclamò ovvia
-Non possiamo, decide Peter Pan chi portare sull'isola - cercò un modo alternativo per spiegargli che era praticamente impossibile
-Ma Capitan Uncino non è stato scelto da lui- lo contrastò non capendo
-Perchè lui è cattivo e ha una nave magica, il suo obbiettivo era proprio quello di appropriarsi dell'isola -
-Perché? -
-Perchè era cattivo, ora taci e ascolta - tagliò corto per non complicarsi la storia
-Dicevo... Voleva appropriarsi dell'isola e come Peter Pan, anche lui aveva il suo "aiutante personale" diciamo, oltre a tutto l'equipaggio-
-era uno schiavo? - domandò curiosa
-No, non era uno schiavo. Era.. Il marinaio su cui faceva più riferimento ecco. Solo che era diverso da lui; non era cattivo, anzi, era buono e simpatico; ma doveva ubbidire ai suoi ordini -
-Come Steve? - domandò ancora
-Esatto! Un po' come Steve- gli sembrava assurdo. Senza volerlo la sua storia inventata la viveva ogni giorno nella realtà.
-E Capitan Uncino voleva uccidere Peter? -
-Sì, ma aveva i suoi buoni motivi; tipo che Peter gli ha staccato una mano e l'ha data in pasto ai coccodrilli, ecco perché si chiama Capitan Uncino, perché al posto della mano ha un uncino- le spiegò.
Fortunatamente non trovò nessun paragone con la realtà questa volta, Gualtiero non aveva nessun motivo per odiarlo.
-Ma povero Capitano! - esclamò la bimba
-Sì, ma forse ucciderlo è un po' esagerato - provò a farla ragionare
-forse, ma alla fine la conquista l'isola? -
-No, Peter salva tutti i bambini sperduti e la sua Wendy, sconfigge Capitan Uncino e si tiene l'isola -
-E Trilly? - domandò quasi dispiaciuta
-E Trilly... Trilly si spegne, per salvare Peter, avrebbe fatto di tutto pur di proteggerlo-
-e lui? -
-Beh.. Lui ha scelto Wendy - si sentiva quasi in colpa dopo aver detto questa frase; eppure non sentiva quel senso di protezione da parte di Zaira, la vedeva solo come un'amica
Mi sto facendo troppi complessi
Ciao bimbii! Volevo fare un capitolo a tema natalizio, peccato che quell'idea mi è venuta a metà capitolo per cui ho lasciato perdere (se fate i bravi e la mia mente è d'accordo potrei portarvelo in questi giorni, non fidatevi troppo)
Spero che in qualche modo questo capitolo vi sia piaciuto, passate delle buone feste <3
Ciao ciao ❤️
-Fla :)
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