2. Una verità dura da accettare
"Buongiorno!" "Chi si rivede! Sua maestà!" "Principessa Noah! Che onore!" erano i saluti che riceveva Noah ogni volta che scendeva al villaggio da parte degli abitanti e che lei poi ricambiava con un sorriso ed un inchino.
I soliti convenevoli non l'avevano mai dispiaciuta, anzi, apprezzava la riconoscenza e la gratitudine, soprattutto la gentilezza e la calorositá che il suo popolo era disposto a darle.
Decise di dirigersi verso la piazza del villaggio, dove solitamente si teneva il mercato del paese. Le piaceva quell'ambiente,si sentiva a casa, piena di gente calorosa che le voleva bene e non un castello pieno di aria, oro, provviste e urla di schiavi affaticati e sofferenti
-Buongiorno Gaspare! - salutò la donna al venditore di stoffe, lo considerava il più bravo del villaggio nel fare quel mestiere e riteneva che le stoffe più belle provenissero da lui
-Noah! Che piacere rivederla! - Si inchinò e la salutò cordialmente
- Guardi, ieri sera mia moglie è stata sveglia fino a tardi pur di consegnarle questo vestito fatto apposta per lei -
-Gaspare ma perché! Non ce n'era bisogno.. Io.. - Noah si sentiva in imbarazzo, non era la prima volta che riceveva regali senza preavviso, ma ogni volta si sentiva in colpa nel sentirsi dire "ha lavorato sodo" "ha lavorato fino a tardi" "ho usato le risorse che meglio avevo per lei" e cose di questo genere, non voleva che la sua gente si dovesse sentire in dovere di affaticarsi per farsi piacere, non era così che doveva funzionare.
-la prego... Lo accetti... - chiese quasi come supplica, non era bello sapere che alla principessa non piaceva ciò che la sera prima o in qualche anno avevi preparato con tanto impegno. Così di solito Noah accettava sempre,ma sta volta lo convinse a darlo a qualche altra ragazza, che magari ne avrebbe avuto più bisogno.
-grazie maestà, lei è gentilissima! - ringraziò l'uomo sorridendo, grato per il semplice fatto che alla principessa il suo gesto fosse piaciuto, non curandosi del resto.
-già lei si, mica come i genitori... - borbottò un ragazzo della bancarella opposta, probabilmente il figlio del proprietario.
-Niccolò! Porta rispetto! - lo rimproverò quello che doveva essere il padre.
-le porgo le mie scuse Mia Signora, purtroppo mio figlio deve ancora capire cosa sia il rispetto- si scusò l'uomo chinando il capo, mentre i suoi occhi fulminavano il ragazzo che ancora borbottava infastidito.
- ma no si figuri, non fa niente davvero- ormai Noah si era abituata a commenti del genere e non poteva nemmeno biasimarli, essendo al corrente dei metodi severi e crudeli che suo padre imponeva alla legge.
La sua attenzione però era incentrata completamente al ragazzo di prima che pareva chiamarsi Niccolò.
Non l'aveva mai visto al villaggio e la incuriosiva parecchio.
Osservò bene tutti i suoi lineamenti e particolari: un ciuffo ribelle, un naso dolce e leggermente a patata, qualche lentiggine sparsa sugli zigomi e sul naso, occhi grandi, scuri e pieni di voglia di urlare quello che provano da chissà quanto tempo...
-ao te sei incantata? - domandò il ragazzo, ormai stufo di sentirsi gli occhi addosso. Non gli piaceva essere al centro dell'attenzione, era uno che se ne stava per le sue o magari con amici con cui aveva legato molto.
-ahm.. Nono.. Ahm.. Quindi ti chiami Niccolò, giusto? - chiese lei arrossita in volto, ignorando i modi con cui si era rivolto a lei. Non si era mai imbarazzata così tanto con un ragazzo, specialmente con uno del villaggio.
-si, così si dice... Tu devi essere la principessa di cui tutti parlano qua al villaggio - rispose lui posizionandosi di fronte alla ragazza incrociando le braccia al petto, anche lui sembrava curioso di conoscere tale figura reale.
-si sono io, piacere Noah- sorrise e gli allungò la mano, che il ragazzo presto strinse. Al contrario di lei, lui non provava alcun imbarazzo ed era capace di portare avanti la discussione senza problemi, anche se secondo Noah c'era qualcosa che lo infastidiva e voleva sapere cosa.
-scusa la domanda... - azzardò.
-dimmi-
-non ti ho mai visto qui al villaggio, o alla bancarella di tuo padre.. Non sei di qui giusto? -
-io passo tutta la giornata giù a valle con i miei amici , la notte torno qui. Peccato però che i tuoi "amici di corte" si siano portati via i miei di amici.. Hanno iniziato a darci la caccia e correrci dietro, io sono sfuggito ma loro sono stati presi.. È questo è solo colpa vostra!" terminò il ragazzo puntandole il dito contro
-oh.. Ahm.. Io.. Mi dispiace - non sapeva che dire, sapeva che la colpa fosse del padre ma non poteva farci nulla, si sentiva terribilmente in colpa e non era la prima volta che succedeva.
Il re sceglieva sempre tre persone a caso nel villaggio o nella valle e li usava come sostituti, senza discuterne con nessuno se non il giorno dopo, non avrebbe mai potuto immaginare chi sarebbero stati gli sfortunati questa volta.
-TI DISPIACE? ERANO MIEI AMICI! BRAVE PERSONE A CUI È STATA STRAPPATA VIA LA LIBERTÀ PER SODDISFARE LE VOSTRE STUPIDE ESIGENZE "REALI"- Urlò sentendosi preso in giro e la ragazza non osò contrabbattere presa dai sensi di colpa
-magari oggi, domani, dopo domani potrebbero servirvi, ma sappiamo tutti e due che quando saranno troppo vecchi o il loro corpo si ammalerá e soffriranno la fame.. Faranno la fine di tutti gli altri. Bruciati vivi. Ho ragione? - stava sfogando parte della sua rabbia che teneva dentro e gli occhi cominciavano a farsi lucidi
-Ho ragione?! - Urlò sta volta ottenendo solo un cenno di testa da parte della ragazza, sentirsi dire queste cose le faceva male, probabilmente perché era una verità dura da accettare.
-hai ragione ma tutto questo purtroppo non posso evitarlo- parlò finalmente la bionda, cercando di evitare di far notare il tremolio che il magone in gola le stava causando.
- fa tutto mio padre. Io non sono in grado di disobbedirgli e nemmeno di oppormi alle sue idee malsane. Neanche mia madre può... Ma ti assicuro che non siamo tutti come lui, devi credermi - continuò Noah, il ragazzo le faceva una certa pena e le suscitava anche simpatia, le sarebbe dispiaciuto essere vista come un mostro da parte sua, non voleva che la vedesse come veniva visto suo padre.
-... Ok, ti credo.. O almeno ci provo - rispose Niccolò tirando poi un sospiro, era preoccupato per quello che avrebbero dovuto subire i suoi amici e non poteva fare altro che sperare e confidare che, almeno in presenza di questa misteriosa fanciulla, sarebbero stati in mani più sicure.
-vacci piano con loro... D'accordo?- la pregò mettendo da parte l'orgoglio e lei abozzò un sorriso, annuendo con un piccolo cenno del capo.
-farò il possibile -
SPAZIO AUTRICE
Ma ciaoo
Ho notato che la storia vi sta piacendo, come a me sta piacendo scriverla. Riguardo il mio modo di scrivere, spero possa migliorare un giorno.. Spero anche che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate ❤️
Ciao ciao
-Fla :)
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