14. Un colpo al cuore
Dal capitolo precedente
-PAPÀ! - Esclamò Niccolò ancora con le spalle al muro
-Niccolò vattene! Per favore.. Almeno una volta nella vita fai come ti dico.. - lo supplicò Sandro ancora a terra, ricevendo poi un taglio in pieno petto
-Niccolò! - Adriano lo raggiunse prendendolo per il braccio facendolo allontanare
-Niccolò che è successo? Hai trovato tuo padre? - domandò Adriano vedendo che non rispondeva, aveva gli occhi puntati sulla mischia, il viso pallido e la bocca semi aperta
-Nicco, hey Nicco guardami - gli tirò qualche schiaffo leggero sulla guancia per farlo riprendere ma nulla.
Il fiato incominciò a mancargli e gli occhi a riempirsi di lacrime
-Cazzo Ní respira! Respira per favore!-
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-ma che è successo? - chiese Noah indicando i ragazzi, fermandosi dopo aver notato il corpo senza vita in mezzo al villaggio
-oddio.. -
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Dopo l'accaduto i ragazzi accompagnarono Noah al castello, e mentre commentavano quello che era successo, Niccolò li seguiva in silenzio.
Era come se con la testa si fosse disconnesso dalla realtà e vagasse in un'altra dimensione.
- Ohi Ní.. - Lo richiamò Adriano dandogli una pacca sulla spalla. Aveva il volto bianco, gli occhi ancora arrossati e le guance solcate da profonde lacrime amare. Odiava vederlo così, non se lo meritava, non di nuovo.
Il ragazzo non gli rivolse nemmeno lo sguardo, continuava a camminare con la testa bassa.
-Poi ti accompagno a casa, hai bisogno di riposo-
-No- negò solamente continuando a camminare e guardare davanti a sé
-Come no? - domandò il ragazzo confuso
-A casa non ci torno, è stata colpa mia- affermò freddo, ma la voce tremolante alla fine della frase lo tradì
-Nicco, non è stata colpa tua.. È stato colpito, è successo, non puoi farci niente- tentò di rassicurarlo Adriano guardandolo negli occhi
-no Adriá, l'ho distratto io... È colpa mia - ribatté fermandosi abbassando il capo, mentre una lacrima rigava la sua guancia destra
-Ní, smettila non è stata colpa tua- intervenne Noah, fermandosi anche lei prendendogli il viso tra le mani con dolcezza
-è capitato- continuò accarezzandogli il viso con i pollici
-è capitato, è capitato! Non doveva capitare! È capitato davanti i miei occhi e non ho fatto nulla per salvarlo! - sputò con rabbia stringendo i pugni, mentre altre lacrime scendevano impavide lungo il suo volto, ormai arrossato.
-No Nic, non potevi fare niente- cercò di rincuorarlo abbracciandolo e lui nascose la testa nell'incavo del suo collo, nel vano tentativo di nascondere le lacrime e le sue condizioni.
-Come faccio...a...a dirlo ad.. Esth.. Esther? - chiese in preda ad un pianto disperato
-Esther..? - chiese la ragazza confusa
-Sua sorella- intervenne Gianmarco. Nel frattempo i ragazzi si erano chiusi nella stalla del castello, giusto il tempo di far calmare il loro amico
-Non lo so Ní...- sussurrò lei accarezzandogli i capelli bruni, mentre lui continuava a singhiozzare. Si sentiva completamente inutile, non si era mai trovata in quella situazione e non avrebbe mai avuto trovarsi. Non sapeva come confortare le persone, soprattutto se quella persona era lui.
-Devo smetterla di fare così - decretò il ragazzo staccandosi dall'abbraccio cercando di asciugarsi le lacrime con le mani, mentre tirava su col naso.
-Ma guarda che non c'è nulla di male... Anzi è normale piangere e sfogarsi, soprattutto in queste occasioni - spiegò Adriano guardandolo con sguardo preoccupato, non capiva come mai l'amico si facesse così tanti problemi a mostrarsi fragile davanti a tutti quando ne aveva il pieno diritto.
Bussarono alla porta
I ragazzi si spaventarono ma Noah prese coraggio e dopo aver spiato da una fessura tra le travi di legno che formavano la porta, aprí.
-Eccola principessa, finalmente l'ho trovata! Sapevo di trovarla qui- Steve fece il suo ingresso nella stalla salutando prima Noah e poi i ragazzi
-oh ahm.. Ciao Steve, ragazzi lui è Steve. Steve, loro sono Niccolò, Adriano e Gianmarco - fece le presentazioni Noah indicando ogni ragazzo con il proprio nome
-Aah quindi sei tu il famoso Niccolò eh? - chiese retoricamente Steve strofinando le mani tra loro con un enorme sorriso in volto, volendo sembrare simpatico e aprire una conversazione leggera, ricevendo però solo una gomitata da parte della ragazza.
Niccolò si limitò a non dire nulla e continuò a guardare il ragazzo davanti a sé con sguardo spento.
Dopo un po' decise di prendere parola e limitarsi ad un misero "ciao" detto senza nessuna emozione.
-Oh... Me lo aspettavo diverso il nostro incontro... Ma tranquillo, io so perché avete quelle facce, io sono il messaggero di corte, in primis della principessa - si presentò con tanta fierezza nella voce per poi fare una tosse finta e continuare il discorso
-ahm... Quindi so tutto... Mi dispiace caro- cincluse poi guardandolo davvero dispiaciuto mentre si torturava le dita delle mani.
-non fa niente - sospirò pesantemente cercando di mandare giù il groppo che gli si stava formando in gola, sentendo per l'ennesima volta il respiro mancargli.
-scusate ma forse è meglio che noi andiamo, così almeno lo accompagno a casa a riposarsi - prese parola Adriano notando le condizioni d'amico, mettendogli un braccio intorno alle spalle e dirigendosi verso casa sua.
-siate prudenti! - li raccomandò Noah dopo aver lanciato un'ultima occhiata al moro.
-Bene, io torno alla torre. Mio padre starà andando su tutte le furie- continuò poi, volendo spezzare l'imbarazzo che si era venuto a creare, per poi andarsene anche lei, lasciando i due ragazzi soli.
-ahm.. Ti va una partita a scacchi? - azzardò Steve guardando Gianmarco
-Ma si, però mi devi insegnare - rispose facendo spallucce
-Ok, ma sappi che sono imbattibile. Beh.. Quando gioco da solo.. Ma questo fai finta di non averlo sentito - abbassò i toni della voce suscitando una risata da parte del ragazzo
-vedremo Steve.. Vedremo- e insieme si avviarono verso la stanza da scacchi, dove di solito nessuno entrava mai
***
-Come ti senti? - domandò Adriano dopo aver fatto bere Niccolò dalla fontana ed avergli fatto sciacquare la faccia.
-Fisicamente meglio-
-hai avuto un attacco di panico davvero forte.. Non sapevo che fare, mi ero davvero spaventato- ammise il ragazzo sedendosi sul bordo della fontana.
-A proposito grazie... Non stavo capendo nulla in quel momento e se non fossi arrivato tu non so come sarebbe potuto andare a finire - sforzò un sorriso per poi tornare a sospirare con il solito sguardo malinconico.
-Ci mancherebbe, sei il mio migliore amico. Mi sono preoccupato quando non ti ho visto ritornare, ho capito che stava succedendo qualcosa-
-Adri ti devo dire una cosa- aprì un nuovo discorso, cercando di non ripensare a quella scena
-Dimmi-
-Io e Noah... Ci... Ci siamo baciati - confessò per poi guardarlo negli occhi, timoroso di una sua possibile reazione.
-Davvero? Ma dai è fantastico! - esclamò sorridendo dandogli una pacca sulla spalla -spero davvero sia quella giusta... Anche se la vedo difficile...Sai com'è...- confessò mettendolo in guardia.
-Sì, sì lo so- lo interruppe Niccolò -aveva detto così anche mio padre- sorrise con amarezza- ma il sentimento c'è, spero basti, se lo vogliamo entrambi possiamo superare qualsiasi ostacolo - spiegò convincendosi
-Sono contento per te Ní, te la meriti un po' di felicità. E se lei è in grado di renderti felice, allora probabilmente è quella giusta, ma stai attento - lo raccomandò ricevendo un'occhiolino e un sorriso da parte dell'amico
-Dai andiamo... C'è Esther che ci aspetta - disse poi Adriano alzandosi sperando di non avergli rovinato il morale.
-si.. Andiamo - sbuffò copiando il suo gesto e cominciare ad incamminarsi verso casa.
Stava per aprire la porta quando si bloccò e ritrasse la mano.
-Non ce la faccio Adriá...- ammise sconsolato scuotendo la testa
-Ma sì che ce la fai! Con calma Ní...Prima o poi lo dovrà pur sapere - provò a dargli la giusta motivazione
-Non ce la faccio a guardarla negli occhi e dirglielo direttamente...- esitò ancora il moro
-Ma tanto non ti vede - rispose beccandosi un'occhiataccia da parte sua
-okok scusa... Mi è scappato - alzò le mani colpevole cercando di nascondere un sorrisetto divertito che gli stava uscendo
-E se glielo dicessi tu? - domandò speranzoso Niccolò guardando l'amico che scosse la testa con un espressione seria in viso
-Non se ne parla, Niccolò devi dirglielo tu! Ora apri questa porta altrimenti lo faccio io. Tranquillo, Io sarò qui fuori, ok?- gli mise le mani sulle spalle per dargli forza e Niccolò dopo vari sospiri si decise ad aprire la porta.
-Esther? Esth sono a casa - la chiamò non vedendola in cucina
-Sono in camera! - la vocina delicata ed innocente della piccola lo fece risollevare e poco dopo la raggiunse in camera, mentre Adriano entrò in cucina
-Ciao! - Lo salutò felice sporgendo la testa per ricevere un bacio sulla guancia e lui la accontentò.
-Che fai? - chiese Niccolò con dolcezza, decidendo di non dirglielo direttamente, dato sarebbe stato un duro colpo da superare.
-Disegnavo, o almeno ci provavo...Ti piace? - rispose mostrandogli il foglio pieno di colori confusi e inchiostro, creati da miscele di terre ed erbe.
Il disegno aveva un non so ché di artistico e spontaneo, a Niccolò piacque molto e credeva che la sorella avesse un vero talento in materia.
-È bellissimo, sei brava pulce! - rispose rovinandole i capelli e suscitandole una lieve ma bella risata
-Grazie orso- per lei Niccolò era un enorme orso, un orso bisognoso di coccole, che se trattato con amore e affetto era pronto ad accoglierti tra le sue enormi braccia e proteggerti dai cacciatori. Se provocato, era capace di sbranarti.
-Hai trovato papà? - una misera domanda fu capace di rovinare quel clima di spensieratezza che si era creato, formando un nodo in gola a Niccolò e varie fitte allo stomaco
-Ahm...Si... L'ho trovato. Tesoro purtroppo lui non tornerà a casa stasera...- rispose consapevole di starla per distruggere poco a poco
-Ma perché deve finire di combattere per la guerra... Vero? Come mi hai spiegato tu l'altra volta...- domandò la piccola con paura nella voce e gli occhi che iniziavano a pizzicare
-Quel giorno ti dissi che se non tornava per cena c'erano due motivi.. Ti ricordi? - tentò di dirglielo senza essere troppo brusco o diretto, Esther aveva solo 4 anni.. Sarebbe stato un colpo al cuore sentirselo dire.
-uno era che se non tornava.. Era perché doveva finire la lotta... - continuò mentre la voce gli tremava
-e l'altro.. - si fermò non riuscendo più a continuare, mentre con una mano si asciugò una lacrima che minacciava di uscire
-No. No. Nonononono... - ripeté scuotendo la testa mentre si sforzava di non piangere
-SEI UN BUGIARDO! - Delle lacrime le rigarono il viso e Niccolò la strinse forte a sé, mentre altre lacrime solcavano il suo viso
-NON È VERO.. SEI UN BUGIARDO.. NON È VEro...- la voce le si abbassò mentre tirava dei pugni sul petto del fratello, per poi arrendersi e scoppiare in un pianto disperato
-mi dispiace Esth.. Mi dispiace.. - disse lui mentre dei singhiozzi uscirono dalla sua bocca
Adriano nel frattempo si era affacciato alla porta e aveva assistito a tutta la scena, dire che il suo cuore si era sciolto, era poco.
-È morto davanti a me... Ed io non ho fatto nulla... Scusa- si scusò mentre le accarezzava i capelli
-Ch.. Chi.. Chi è stato? - domandò Esther provando a riprendersi dai singhiozzi, ancora con la faccia contro il petto del fratello
-non lo so. Un cavaliere a cavallo.. -
-mortacci sua - sussurrò lei provocando una lieve risata ad entrambi
-Esth! - la richiamò lui staccandosi dall'abbraccio ridendo tra le lacrime
-Anche tu lo dici - si difese lei facendo spallucce per poi buttarsi tra le braccia del fratello.
Niccolò lanciò un'occhiata alla porta, vedendo Adriano sorridergli lievemente e fargli il pollice in su. Ricambiò il sorriso per poi vederlo allontanarsi dalla camera, probabilmente stava ritornando a casa.
***
Intanto al castello, Gianmarco ha battuto Steve per la decima volta di fila, e quando ormai le speranze dell'avversario stavano sparendo, una luce si accende in lontananza, e Steve con una veloce mossa fu finalmente libero di dire "scacco matto".
Noah aveva raggiunto la camera dei suoi e dopo essersi presa una ramanzina per non essere rimasta a casa e aver risposto a tutte le domande che le venivano poste, si andò a coricare con un solo pensiero nella testa: Niccolò.
Chissà se sarà riuscito a prendere sonno.. Ne dubito dato quello che è successo nelle ultime 24h.
Chissà a cosa starà pensando..poverino vorrei tanto averlo qui al mio fianco in questo momento..
Chissà se è riuscito a confessarlo alla sorella..
Chissà lei come l'ha presa..
Chissà se ha avuto anche lei un attacco di panico come il fratello.. Non penso.. Una volta Niccolò mi disse di essere l'unico in famiglia a soffrirne..
È l'unica cosa che so del suo passato, ogni volta che affrontiamo quell'argomento fa sempre il vago..
Forse non gli piace parlarne..vorrei tanto sapere perché.
Forse è successo qualcosa di grave che l'ha scosso a tal punto da chiudere tutto in un angolo remoto della sua testa e gettare via la chiave.. Vorrei tanto sapere cosa.
Chissà se un giorno riuscirà ad aprirsi con me, a sfogarsi.. Mi piacerebbe molto, vorrei tanto rivedere quel suo bellissimo sorriso che mi spinge ad alzarmi ogni mattina.
Vorrei svegliarmi la mattina e ritrovarmelo accanto che dorme beatamente, senza pensieri o problemi, con una faccia da bimbo innocente..
Perchè sì, ai miei occhi Niccolò sembra un grande bimbo, che ha bisogno di qualcuno che lo ascolti, che creda in lui, e soprattutto ha bisogno di certezze.
Ed io sono pronta a dargliele.
Con questi pensieri Noah cadde in un dolce sonno, mentre invece a casa di Niccolò non si prendeva sonno così facilmente.
Niccolò cucinò solo per Esther che si mangiò tutto con gusto, mentre lui non aveva fame, era come se il suo stomaco si rifiutasse di assumere cibo ora come ora.
Dopo cena andarono a letto, ma non ognuno nel proprio.
Entrambi si stesero nel grande lettone matrimoniale, dove di solito prendevano posto i loro genitori.
Niccolò si mise dalla parte dove dormiva il padre, Esther al suo fianco, nella parte della madre.
Sulle lenzuola c'era ancora il suo profumo, e Niccolò si strinse ancora di più al cuscino.
Peccato però che di dormire, il suo corpo proprio non ne voleva sapere, si girò verso la finestra, ed iniziò a perdersi nei mille pensieri che lo opprimevano da tutto il giorno
Chissà cosa avrà provato quel cavaliere quando ha atterrato mio padre, fierezza per aver atterrato un avversario, o vergogna per aver ucciso un povero essere umano?
Chissà quanto dolore gli avrà provocato.. Chissà quanto avrà sofferto.. Non se lo meritava
Papà e ora che anche tu non sei più qui con me, chi mi spronerá a dare sempre il meglio in ogni cosa? Chi baderá ad Esther mentre io non ci sono? E il mercato? Devo forse fare tutto io papà? Come pensi potrei riuscirci? Non sono paziente e lavorativo come lo eri tu.. La mia vita senza di voi sarà un disastro.. Scusa papà se non ti ho salvato quando quel tipo ti ha buttato a terra, scusa se ero troppo spaventato per fare qualcosa.. Scusa se magari non ti ho reso fiero del figlio che sono stato.. Scusa papà ma ora non riesco più a stare sveglio
Solo dopo questi pensieri si accorse di star nuovamente piangendo, questa volta in silenzio.
Si asciugò le lacrime e gli occhi gli si chiusero pesantemente, facendolo cadere in un sonno profondo.
Esther si strinse al petto del fratello, che socchiuse gli occhi mettendole il braccio intorno alla vita e la tirò a sé.
-Mi resti solo tu- sussurrò ricadendo poi in un sonno profondo, svegliandosi solo il giorno dopo.
Ciao ciao ❤️
-Fla :)
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