CAPITOLO 6

NASCOSTI NEL BUIO

Daeneys Targaryen guardò uno per uno i membri del concilio ristretto.

Oltre il primo cavaliere, Ser Davos, il gran maestro Samwell Tarty e ser Brienne, gli altri tre componenti erano rientrati da poco ad Approdo del Re. Yara Greyjoy era tornata alle Isole di Ferro per accertarsi, quale maestro della flotta, che le centocinquanta navi costruite per il trasporto dell'esercito reale e degli Immacolati a Essos fossero tutte partite e in procinto di raggiungere la capitale. Dopo l'incarico conferitole al tempo della riconquista, l'ultima figlia viva di Balon Greyjoy aveva deciso di continuare a ricoprire quella carica; non si era mai sposata, ma aveva un figlio bastardo, che intendeva riconoscere e che un giorno avrebbe dominato le Isole di Ferro. La principessa di Dorne era rientrata da poco, aveva fatto ritorno nelle sue terre per una fugace visita a suo marito Gerold Dayne e per rivedere i suoi due figli, Doran e Oberyn. Naturalmente il viaggio comportava anche la raccolta di informazioni particolarmente importanti che richiedevano la sua assoluta presenza. Insieme a Arya Stark, la Martell era maestro dei sussurri per la parte sud dei territori di Westeros e a volte, per compiti più istituzionali o quantomeno dell'assoluta riservatezza, era tenuta a rientrare nella sua Dorne. Non che le dispiacesse, era la sua terra natia, dove la sua famiglia risiedeva ancora, seppure spesso presente nella Capitale.

Arya Stark era stata lontano per lo stesso motivo, aveva invero anticipato la sua partenza da Grande Inverno a causa degli ultimi spiacevoli accadimenti e la morte di sua sorella Sansa.

Il sole del mattino rischiarò con lunghe lame di luce la sala del trono, facendo risaltare la veste color oro e nero di Daenerys. Guardò suo marito affinchè prendesse la parola. Stava rivedendo i suoi appunti in merito all'arrivo dell'esercito.

<< Dunque >> iniziò il re di Westeros. << Le truppe più lontane, stanziate nell'Altopiano e nelle Terre della Tempesta saranno le prime a partire. Quelle dei fortilizi collocate all'interno le Terre della Corona per ultime, insieme a me e la regina Daenerys. >>

Ci aveva messo tanto a scaglionare gli arrivi in corrispondenza con le navi che via via sarebbero attraccate. Era stato un lavoro certosino compiuto in collaborazione con la Greyjoy, che aveva richiesto tempo ed una profusione spropositata di energie e logorio mentale . << Le navi sbarcheranno a Pentos e nei dintorni, per proseguire poi secondo le destinazioni loro assegnate. Potrete capire che tali movimenti saranno presto individuati, la notizia di uno attracco così massiccio di navi desterà presto l'attenzione di molte città. Dunque è di fondamentale importanza raggiungere Meereen al più presto, almeno per quelle imbarcazione che hanno tale finale meta. Sarà la nostra base principale, insieme ad Astapor e Yunkay. Dovremo prepararci presto ad essere presi di mira, appena le nostre intenzioni saranno palesi a tutti. La principessa Arianne e Arya Stark hanno cercato di evitare che notizie su siffatta impresa fossero diffuse dal Continente Occidentale sino ad ora e ringrazio entrambe per il loro egregio lavoro. Dunque ci auguriamo che, almeno sino allo sbarco, riusciremo a stare quantomeno tranquilli. Ma... non ne facciamo eccessivo affidamento. >> Dovette amaramente ammettere. << Le notizie viaggiano a volte più veloce del vento. Dovremo essere pronti ad ogni situazione si presenti. Inoltre i draghi potranno essere celati sino ad certo punto, ma in prossimità delle coste le navi li avvisteranno.>>

C'era una questione che tuttavia gravava ancora di più. << In caso di tempeste l'ordine rimane quello di cercare di restare vicini alle navi più prossime e attraccare non isolatamente nella zona più confinante che la costa prospetti, cercando di ripiegare poi sulle destinazioni convenute o, nel caso, presso la Baia dei Draghi. Sarà un'impresa complessa, ma la principessa Rhaenys merita ogni nostro possibile sforzo. Quanto riguarda invero la guardia reale e le cappe dorate resteranno ad Approdo del Re per proteggere i principi reali e mantenere la pace, sperando non vi siano eventi sgradevoli che richiedano il loro intervento. >>

<< Ser Davos << intervenne la regina. << Inutile dirvi che spetta a voi fare le nostre veci. Saremo lontani a lungo, vano cercare di farsi troppe illusioni. Spero sarete vicino ai nostri figli, sapete quanto vi amino e vi considerino un nonno acquisito.>>

Si schiarì la voce, cercando di non indulgere troppo nel senso di inadeguatezza che sentiva nel dover rivestire un tale ruolo e per un tempo che non si sarebbe potuto dire, unito al trasporto che avvertiva per la prossima mancanza di Jon e Daenerys. Ma amava davvero i loro figli come dei veri nipoti e lo rincuorava la prospettiva di poter essere di sostegno soprattutto ai piccoli che più forte avrebbero sentito la mancanza dei genitori.

<< E' un onore per me essere considerato in siffatta maniera. Spero di essere all'altezza delle aspettative delle loro grazie.>>

<< Lo sarete di certo >> concluse con un filo di voce Jon Snow, che in quell'uomo aveva davvero rivisto un padre dopo la morte di lord Stark.

Daenerys indugiò un attimo, era lampante quanto per Jon e per lei lasciare i loro figli rappresentasse un inenarrabile dolore. Ma doveva farsi forza. Non poteva più indugiare o cambiare idea.

Se mi guardo indietro sarò perduta!

Dunque riprese il contegno che le apparteneva e cercò di porre fine a quella riunione che pareva interminabile e non più a lungo gestibile, data l'emotività che stava prendendo piede.

<< C'è un'altra questione di fondamentale importanza. Fino ad ora io e re Aegon abbiamo ricoperto le cariche di maestro del conio e delle leggi. In nostra assenza saranno necessari dei sostituti. >>

In quei sette anni, grazie alla loro avveduta gestione delle finanze e nel riformare le leggi i Sette Regni ne avevano tratto infinito beneficio. Mai avrebbe permesso che tutto il duro lavoro svolto - trascorrendo giornate se non anche notti a travagliare affinchè tutto quadrasse - andasse perduto o sprecato.

<< Abbiamo stilato una lunga lista di candidati, ma infine abbiamo optato per una conciliazione, cercando di mediare tra chi si è schierato da subito con noi e coloro che invero non lo hanno fatto, seppur irretiti da vane, assurde promesse. Le scelte fatte sono ricadute su lord Edric Dayne quale maestro delle leggi e lord Edmure Tully, colui che con ogni probabilità ricoprirà il ruolo vacante di maestro del conio. I due lord sono in arrivo ad Approdo del Re, ma dai messaggi scambiati possiamo presagire un loro positivo responso. Credo che in questo modo riusciremo a dimostrare che non ci sono pregiudizi verso nessuna delle casate del Continente. Abbiamo optato per la pace alla fine delle guerre. E' giunta l'ora di verificare che quella pace esista davvero, che anche chi in principio era giunto in queste sale incatenato, prigioniero si senta parte di una Westeros restaurata: il compendio di maestro Tarly mi ha infine fatta approdare verso tali decisioni. >> Guardò il suo Jon, che le con un cenno del capo diede ulteriore vigore alle sue parole. La scelta di un Dayne invero implicava, altresì, un silente ringraziamento per avere concesso la loro ancestrale spade, Alba, a Jon e Daeneys; una spada che, nelle loro mani, quali esseri terreni incarnanti Azor Ahai, diveniva Portatrice di Luce. Non era dato loro modo di spiegare siffatte vicende, ma quantomeno sentivano che quella poteva essere la via migliore per avvicinarli ancor di più alla corona e, per quanto auspicassero matrimoni celebrati tra i loro stessi figli, un' unione con la stirpe di Stelle al Tramonto poteva essere di notevole valore in tal senso.

I membri del concilio espressero una positiva responsiva sulle scelte dei sovrani. Rimaneva un'ultima questione da chiarire: i draghi.

<< Drogon, Luxes, Veraxes e Redaros ci accompagneranno in questa avventura >> sorrise un poco la regina di Westeros. << Gli altri, considerata la loro condizione non del tutto adulta, resteranno qui. Saranno comunque in grado di proteggere e aiutare in caso di malaugurata necessità. Verranno sfamati dai guardiani della Fossa del Drago e da alcuni membri designati delle cappe dorate in assenza degli Immacolati. Dunque cosa dire di più. Auspico che tutti voi darete il meglio per far sì che questa nostra assenza non pesi sul regno più del dovuto. Cercheremo di informarvi e aggiornarvi sugli sviluppi quanto più spesso ci sarà possibile, per il resto... siamo nelle mani degli Dei.

Daenerys era particolarmente rattristata all'idea di lasciare soli i suoi figli per un tempo così lungo, ma non poteva permettere che la sua primogenita, che per diritto di nascita avrebbe dovuto regnare su Westeros, restasse senza reame e senza corona solo perchè una profezia aveva decretato che, oltre lei e Jon, fosse Rhaeanne Azor Ahai sulla terra. Per quanto le costasse in indicibile modo tale separazione riteneva giusto che la sua dolce Rhaenys fosse regina e questo la spronava ancor più della tristezza nel compiere un'impresa che, se fosse riuscita, sarebbe stata di epocale importanza per tutti, non solo per sua figlia. Oltre che i Sette Regni rinati, ci sarebbe stato altresì un regno di Nuova Valyria dove la schiavitù sarebbe stata abolita in ogni città annessa, un regno che sarebbe potuto divenire prospero come il Continente Occidentale lo era allo stato attuale.

Mi duole lascarvi figli miei, ma quello che io e vostro padre ci accingiamo a compiere è per il bene vostro e di tanti innocenti che ancora soffrono sotto il giogo di padroni crudeli. Vivrete così in un mondo migliore e migliore sarete anche voi nel conoscere terre dove sarete amati e onorati, in virtù di ciò che speriamo riuscire a rendere possibile.

I membri del concilio ristretto lasciarono a gruppi sparsi la sala del trono: la principessa Arianne andò via con Arya Stark mentre il buon maestro Tarly con ser Davos. La Greyjoy fu l'unica a non appropinquarsi a nessuno degli altri.

Fuori i grandi portali di bronzo recanti lo stemma Targaryen Verme Grigio, statico e flemmatico come sua abitudine da tutta una vita, attendeva di fare la sua entrata. Con lui vi era il comandante dell'esercito reale, Ser Humfrey Hightower, il figlio più giovane di lord Leyton. Una scelta più che saggia, visto il protettorato dell'Altopiano che una delle famiglie più antiche di Westeros aveva ottenuto. L'erede di lord Leyton, ancora in vita, - quanti anni avesse difficile dirlo per davvero - Baelor, avrebbe ereditato titoli e terre. Dunque, per un figlio minore, essere a capo dell'esercito regio di Westeros rappresentava un grande onore.

I due fecero il loro ingresso proferendosi in un inchino più che impeccabile.

Era notevole ser Humfrey Hightower, ebbe modo di constatare Jon Snow, anche se aveva avuto il piacere di conoscerlo in numerose occasioni e, in quelle numerose occasioni, aveva inteso che non gli aggradava affatto. Capelli castano scuro lunghi e lisci e penetranti occhi dello stesso colore, un viso proporzionato, quasi troppo bello per i suoi gusti.

<< E' un onore per me essere di nuovo al cospetto delle loro grazie >> chinò leggermente il capo, guardando più che altro, con occhi fin troppo da pesce lesso, Daenerys. Un moto di stizza percorse Aegon VI! Non aveva motivo di dubitare dell'amore di sua moglie, ma tenuto conto che presto avrebbero rincontrato il capitano Daario Naharys, un tempo amante di Dany, non gradì molto un nuovo ammiratore - ci voleva poco ad intenderlo per un occhio allenato come il suo ai tanti spasimanti della regina- e ciò piccò i nervi di sua grazia non poco.

Daenerys, splendente nel suo abito minuziosamente lavorato con pietre color oro e nero, sorrise al comandante. << Siamo lieti di riavervi qui alla Fortezza Rossa. >>

<< Sì! Sua grazia la regina ha perfettamente ragione>> abbozzò appena Jon Snow, continuando a squadrare con fare un tanto di minaccioso il comandante Humfrey.

Un altro comandante, come se non ne bastasse già uno a Meerreen!

<< Dovremo discutere ancore di questioni logistiche, per cui lasciamo pure che la regina si senta libera di poter tornare nelle sue stanze. >>

Dany guardò torvo suo marito.

Come gli viene in mente di congedarmi in siffatta maniera!

Le bastò scrutare gli occhi piccoli piccoli di Jon che penetravano ser Humfrey per comprendere.

E' geloso! Dei, quando capirà che amo solo e solamente lui!

Sorrise, un sorriso che non passò inosservato ai presenti, ma preferì non mettere Jon in cattiva luce, per cui decise di raggiungere le sue camere. Avrebbe avuto sicuramente modo di conferire con il lord comandante dell'esercito in un altro momento. Tuttavia non ci fu nemmeno il tempo di attendere. Il capitano chiese subito un'udienza privata con la regina. Jon era sul punto di esprimersi ancora una volta al posto di Dany, ma stavolta lei non gliene diede il tempo.

<< Concesso. A dopo ser Hightower >> e si allontanò in una profusione si strascichi e crinoline che lievi vibrarono sul marmo della sala del concilio, senza degnare nemmeno di uno sguardo suo marito.

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Jon snow stava percorrendo il corridoio che portava alle camere reali quando vide il comandante Humfrey lasciare gli appartamenti suoi e di Dany. Imboccò la direzione opposta a quella da cui lui proveniva, dunque non ebbero modo di incontrarsi.

Quando fece il suo ingresso Daenerys era dietro un elaborato divisorio intarsiato nelle fattezze tipiche dorniane, una fine ed intricata lavorazione in legno che si arrotondava sui lati in ghirigori e fronzoli a spirale: stava indossando una veste più comoda.

Jon continuava a girare e rigirare in cerchio nell'attesa che sua moglie abbandonasse quel minuto, delizioso ricovero.

Non dovevo intervenire in quel modo.

Si rese conto che il suo sproloquiare in vece di sua moglie era stato del tutto inappropriato.

Lo trovò che pareva scavasse un piccolo fossato a ruotare indefesso sempre sullo stesso posto. Si fermò solo quando la vide emergere da dietro quel pannello, abbigliata di una tenue, trasparente veste in seta color ambra.

Pose le mani sui fianchi, inarcò un sopracciglio come era solita fare quando era nervosa. << Cosa ti è saltato in mente Jon Snow!>> Inveì. << Sono la regina di Westeros e nessuno, nemmeno tu, mi mette in difficoltà dinanzi un ospite congedandomi quasi fossi una donna da letto di Lys! >>

Si fermò contratto, rendendosi conto di aver palesemente sbagliato, ma come Dany, anche lui non avrebbe abbandonato quella schermaglia amorosa così presto.

<< Ed io! Cosa dovrei pensare! >> Sproloquiò accompagnato da un vistoso movimento delle braccia. <<Tu che convochi quell'Hightower nel nostro solarium completamente sola. Cosa mai voleva!>>

Scrollò il capo incapace di capire cosa raziocinasse in quel momento nella testa di suo marito. <<Cosa pensi volesse! Semplicemente discutere com me quello che riguarda lo spostamento logistico dell'esercito, i piani di azione. >>

<< ... E aveva bisogno di parlarne da solo... in privato con te!>> Sbraitò irritato. << Gli è stato mai riferito che qualsiasi parola da me espressa è stata prima concordata con te! Che non ci sono segreti tra noi due, nemmeno riguardo i piani di guerra! Dany! >> Si fermò un attimo, portandosi una mano a ramazzare tra i suoi riccioli ribelli. << Vedo come ti guardano gli uomini, darebbero la mano della spada pur di stare con te! >>

Sorrise appena sua moglie. << E tu! Credi di essere l'unico! Non pensi che pure io riesca a percepire l'ardore con cui le donne di tutta la corte ti ammirano, che vorrebbero un solo cenno dal loro bellissimo re! Ti basterebbe schioccare le dita e sarebbero nel tuo letto! >>

Arrossì un poco il riservato sovrano di Westeros, non abituato a siffatti discernimenti. << Così come per te! >> Aggiunse, piegando leggermente il capo.

Si ritrovarono a ridere come due sciocchi.

<< Perche sei così preoccupato, sai che amo solo te >> gli disse guardandolo con occhi languidi sua moglie.

<< E io solo e solamente te, da quando ti vidi la prima volta a Roccia a del Drago >> increspò gli occhi un attimo. << Credo di essermi innamorato al primo sguardo: così bella e così altera, così sicura di sè! Ero già tuo anche se non volevo ammetterlo. >>

<< Parevo sicura >> il viso ad illuminarsi mentre muoveva qualche passo verso lui. << In realtà non lo ero veramente. Era la facciata costruita, da donna saggia e avveduta che non doveva lasciare posto ai sentimenti. Una regina è del suo popolo, regnare è un dovere. Questo pensavo allora e ritengo ancor oggi, seppure mai avrei potuto credere che anche l'amore mi avrebbe arriso in una maniera così unica e irripetibile. Cosa potevo saperne io, dopo aver perso due mariti e un figlio. Mai , nemmeno miei sogni più fausti, avrei potuto ipotizzare un destino tanto benevolo per me. Una famiglia, dei figli, una casa. Tu! la mia vera casa! Dunque di cosa stiamo parlando, dimmi! E' per Daario, vero. >>

Infine Jon Snow capitolò! Non amava neppure un poco l'idea che il capitano del Secondi Figli, comandante di Meereen in assenza di Daenerys, fosse di nuovo vicino sua moglie. Lo irritava profondamente, anche se era certo dei sentimenti della sua sposa.

<< Non hai motivo di essere geloso né di ser Hightower né di qualsiasi altro uomo del mondo, Daario compreso. >>

<< E così tu! Sei l'unica donna che ho amato davvero, ma a volte, soprattutto a far capo da questo estenuante periodo prima della partenza, sono spesso irascibile. Perdonami. >>

Si avvicinò languida, abbracciò Jon con fare suadente. Poggiò i suoi sodi seni contro in farsetto di lui e lo baciò, un bacio lungo e ardito, che sconquassò i sensi del re di Westeros. Le strappò quella veste da notte in un unico letale movimento, mentre i bottoni di oro dell'agghindo di lui ricadevano in terra uno dopo l'altro, mostrando un torso scultoreo e possente, le cicatrici che prepotenti balzavano all'occhio nonostante tanti anni insieme.

<< Starai attento.>>

<< Certo mia regina >> le morse vorace l'incavo del collo.

Pochi attimi e si ritrovarono nudi, i corpi avvinghiati l'uno contro l'altro. E fu amore senza riverse.

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Un'ombra rossa e tante scure, uomini coperti da mantelli neri, senza alcun simbolo, tranne uno che portava una lunga cappa con cappuccio purpureo. Si incontrarono nella quiete di un sotterraneo, tra rastrelliere di lance, faretre di dardi e pareti coperte da trofei di battaglie dimenticate.

Erano seduti intorno ad un lungo tavolo ovale, legno pregiato, solo un poco intaccato dal trascorrere del tempo. Nessuno poteva vedere il volto dell'altro, ma ognuno conosceva perfettamente chi fosse seduto a quel segreto convivio.

L'uomo di nero vestito al capo del tavolo cercò di placare il brusio tra i presenti e si accinse a parlare.

<< Dunque dicci! >> Si riferì all'uomo vestito di rosso. << Sei davvero colui che sostieni di essere, sei davvero in grado di liberarci dalla minaccia, dalla piaga purulenta della stirpe del drago che si accinge a piombare su di noi? >>

Si sistemò il cappuccio a celare ancora di più il suo volto. << Sono figlio dei figli di Valyria, di coloro che un tempo hanno domato le Quattordici Fiamme con fuoco e sangue e magia. Sono colui che vi permetterà di restare sui vostri troni! Presto Daenerys e Aegon Targaryen saranno solo un ricordo lontano che per poco vi ha tediato. >>

Risero quasi tutti in coro ma fu ancora l'uomo a capo del tavolo a parlare.

<< E come potrai mai liberarci dalla dinastia del drago che arriva con uomini e bestie fatte di carne e fuoco? >>

L'uomo vestito di rosso sorrise appena, anche se nessuno ebbe modo di vedere.

<< La stirpe del drago non è così pura. Io sono discendente dell'antica Valyria, conosco la magia del sangue, conosco i misteri del Dio Estraneo che ha infestato Westeros. Luce ed ombra, giaccio e fuoco: posso usare la spuria natura del re affinché vi liberiate anche di coloro che conservano intatto il sangue del drago. >>

<< Come? >> Intervenne l'uomo all'altro capo del tavolo.

<< Magia! Non una farsa da guitti, ma la vera magia che ha forgiato la Libera Fortezza, che ha domato i draghi. Io posso usarla contro di loro. Presto... ci sarà un giorno senza la notte e una notte senza il giorno, dove la malia della luce sarà affievolita. In quel mentre colpirò con il mio malefico intervento e allora, sola allora, Daenerys Targaryen comprenderà che il suo regno è finito ancor prima di cominciare. E sarà solo l'iniziò. Sarà disposta a scegliere tra lei e tutto ciò che ha creato nel continente occidentale? Sarà disposta a rinunciare all'amore della sua vita, sarà disposta a ripudiare l'impero che brama di creare per salvare quantomeno sé stessa e la sua progenie? >>

<< Pare che sappiate il fatto vostro >> sentenziò il capo, coperto dalle brame nere. << Staremo a vedere. Sappiamo che presto giungeranno, le voci sono arrivate anche se speravano di mantenere segrete le loro intenzioni sino al loro attraccare nelle terre di Essos. Almeno così auspicavano. Ma le parole sono vento e il vento è più veloce di qualsiasi altro elemento. Daenerys Targaryen e Aegon Targaryen malediranno il giorno in cui hanno deciso di rimettere piede nel continente orientale per conquistarlo. Ammesso che restino vivi abbastanza per poter proferire tali parole. >> Sogghignò quell'uomo scuro. << Quando penseranno di essere al sicuro, di aver vinto la prima battaglia, potranno amaramente constare che Essos non si piega facilmente. Quella donna ha già conquistato la Baia degli Schiavisti tempo addietro, troppo tempo per noi! Ora conoscerà l'ira di chi allora non ha potuto opporvisi, comprenderà che noi non ci inginocchiamo ai draghi, che fuoco e sangue non lustrano solo il nome della sua nobile casata, fuoco e sangue e ciò che riavrà contro e rimpiangerà la follia che l'ha spinta a mirare così lontano con immane, dissoluto orgoglio. Del resto, come si è sempre detto, gli Dei lanciano una moneta quando un nuovo Targaryen nasce. Se darete prova delle vostre abilità la follia tornerà a regnare impetuosa contro chi ha pensato di poter cancellare l'onta di una tale nomea errata con un regno a Occidente ormai consolidato. Noi riporteremo dramma, scompiglio e orrore nella casa del rosso drago a tre teste ammantato di nero.

Il brusio si levò di nuovo. L'uomo con il manto rosso si alzò in piedi, chinò il capo verso gli altri dirigendosi verso una porta che conduceva a delle logore scale di legno intaccate dal tempo e dai tarli. Finalmente i suoi antenati avrebbero avuto giustizia per il sangue che gli antichi signori di Valyria avevano fatto loro versare.

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