Capitolo 24

EPILOGO

Ser Hightower sedeva per la prima volta sul trono di pietra della Grande Piramide di Meereen per tenere udienza. I regnanti avevano affidato a lui, coadiuvato da un molto irritato Daario Naharys, il governo della Baia in loro assenza.

Daario si contorceva le mani sull'elsa del suo pugnale a foggia di donna, il viso distorto in una smorfia di rabbia. Era sempre stato lui a comandare Meereen in assenza della regina Daenerys e non gli andava giù per nessuna ragione che qualcun altro potesse occupare il suo posto.

"Se l'è meritato" pensò Hightower. Senza la sua imprudente condotta con Nala sicuramente la situazione tra il re e la regina, nonostante la maledizione dello stregone, sarebbe stata meno ferale. Ma ci aveva messo il carico, portando a corte una donna di così malaffare.

L'ultimo di coloro che avevano chiesto udienza fece il suo ingresso in tutta fretta. Aveva il viso scottato dal sole, era accaldato e stanco tanto da accasciarsi al suolo appena entrato.

Hightower si alzò in piedi. «Dategli subito dell'acqua!»
Una delle guardie gli si avvicinò spedito con una borraccia.

Non era un povero mendicante di Meereen, né tantomeno qualche personaggio di nobile famiglia della città che si presentava per recriminare questo o quell'altro.

«Vi ringrazio ser Hightower.» Lo sconosciuto bevve l'ultimo sorso d'acqua, puntò il piede e, tremolante, si rimise in piedi.
Hightower aggrottò la fronte. «Come conoscete il mio nome.»
L'uomo si asciugò la fronte con la manica della blusa. «Vengo dall'avamposto creato da Lord Davos. Ser, mi spiace comunicarvi che... è stato distrutto.» Chinò il capo contrito.
«Cosa? E da chi?» Hightower strinse i pugni tanto da farsi dolere le carni.
«Ser... le città libere... ormai sono deserte!»
Il panico lo preso alle viscere. «Cosa vuol dire deserte!» Il messaggero fece qualche passo in avanti. «Ecco... sono rimasti solo donne vecchi e bambini. Myr, Lys Tyrosh e Qohor hanno formato un grande unico esercito che sta marciando verso Meereen. Devo parlare con il re e la regina immediatamente. Dove sono!»
Ser Humfrey ansimò. Il cuore gli batteva come un tamburo da guerra. «In questo momento non sono qui. Una questione della massima importanza li trattiene altrove.» Per gli Dei, cosa altro avrebbe potuto o dovuto rispondere. Non avrebbe mai pensato di trovarsi in una circostanza così difficile la prima volta in quel nuovo ruolo.
Ser Humfrey avvertì lo sguardo inquieto di Daaario su di sé. «Dobbiamo far rientrare i soldati, altrimenti riusciranno a prendere Meereen. Non ci sono uomini sufficienti a combattere un esercito così compatto.»
Hightower gli fece un cenno di assenso con il capo. I sovrani erano lontani ed era lui che doveva decidere e in fretta. «Che le navi tutte facciano rotta verso Meereen. Devono giungere prima dell'esercito nemico.»

Spero che la regina e il re tornino presto, che i Sette possano ascoltarmi!

***
Il capitano Morrison sollevò il viso verso il cielo. La giornata era tersa e il maestrale gonfiava le vele. Il peschereccio era colmo di pesci e mitili, un buon risultato per pochi giorni di mare.

Le onde si rifrangevano lievi contro le assi dello scafo. Eppure il suo sguardo si perdeva in lontananza, verso la terra ferma che si scorgeva appena a babordo.

Mai avvicinarsi troppo alle terre dell'antica Valyria, lo sapevano tutti e lui non faceva eccezione.

«Aumentate l'andatura.» Urlò al secondo in comando.
Eric sollevò il braccio verso lui. «Subito capitano.»
Era un ragazzo molto sveglio e ubbidiente, non aveva mai commesso errori da quando lo aveva promosso suo secondo.
I mozzi vogarono con sempre maggiore vigore. Allontanarsi da quella zona era tutto quello che Morrison, come ogni altro capitano con un pò di sale in zucca avrebbe fatto il più velocemente possibile. E quella mattina lo era ancora di più.

La dannata gamba malandata dalla sua vecchia ferita gli doleva come nelle giornate che portavano burrasca. Eppure non vi era traccia di nuvole che avrebbero fatto presagire tempesta. Per gli inferi, cosa gli succedeva? Da quanto era diventato così apprensivo? Aveva attraversato quelle acque milioni di volte!

Rise mordendosi il labbro. «Sto invecchiando.» Era la dura verità, doveva accettarla. Non avrebbe potuto continuare così ancora a lungo. I pirati gli avevano menomato la coscia e l'avanzare dell'età stava rincarando la dose, diamine!

Si sistemò il codino che teneva insieme i pochi capelli che ancora gli erano rimasti. «Andiamo Morrison, nervi saldi ancora una volta!»
Tirò su le spalle e sollevò il mento. «Veloci fannulloni.» Gridò con tutto il fiato che quei vecchi polmoni gli consentivano.
Ebbe appena il tempo di regolarizzare il respiro che nubi si addensarono come uno stormo di uccelli neri verso il peschereccio.
Che diamine stava accadendo!

Un ruggito non di questo mondo pervase il cielo. Morrison scrutò tutto intorno, la fronte aggrottata, gli occhi sgranati come quelli di aquila in procinto di far sua la preda puntata.

I mozzi sul ponte iniziarono ad urlare. Pete puntò il dito verso l'alto. Le nuvole stavano prendendo fuoco o... il fuoco piombava dall'aria!Morrison virò il timome tutto a tribordo. «Le vele! veloci con quelle le vele! »

Il sudore gli imperlava la fronte nonostante il vento. «Dobbiamo allontanarci dall'inferno che ci viene contro.» Ululò.

L'aria diventò rovente. Qualcosa di indistinto, simile ad un demone degli inferi, piombò verso il peschereccio. Era fuoco divenuto carne.

Ali, arti e occhi rossi come il sangue si confondevano cangianti con fiamme incandescenti.

Fu l'ultima immagine di Morrison prima che il mondo attorno a lui divenisse solo urla e fiamme, fuoco... e sangue. ***
Jon sgranò gli occhi. Già, lui era morto! Ucciso da sua sorella Sansa.
Afferrò il braccio di sua moglie. «Daenerys, aspetta. Forse è il caso di ascoltare quello che ha da dire.»
«Altre menzogne, Jon. Chissà cosa vorrà ancora. Sta soltanto cercando di raggirarci.» Dany scosse il capo, gli occhi puntati come un falco contro Kinvara.

La sacerdotessa avanzò ancora. Aveva superato l'arco di pietra dell'ingresso del tempio del Rosso. Il cielo si era fatto più buio, il sole era orami un filo sullo scuro dell'orizzonte. «Non sto mentendo e dovreste comprenderlo da soli. Voi tre eravate Azor Ahai reincarnato su questa terra, ma quando Jon è morto la trinità è venuta meno perché uno dei suoi componenti non era più di questo mondo.»

Daenerys artigliò la mano di Jon. «...E dunque?»
La sacerdotessa si strinse le braccia attorno alla vita. «Azor ahai vaga tra questo mondo e l'altro, il legame non è ancora spezzato del tutto, ma è solo questione di tempo.»
Jon sospirò «Perché dovremmo crederti. E' vero...» Si schiarì la voce. «Tu mi hai riportato in vita e poi ancora una volta l'ha fatto Dany. Ma mia moglie era mossa solo dall'amore, tu da altre motivazioni che hai ben celato e ci sono costate tanto.»

Per gli antichi Dei, stavolta non sarebbe stato così preoccupato di fare la cosa giusta, di compiere il proprio dovere, tanto da non comprendere che quella donna stava nascondendo qualcosa. Lo doveva a Dany che aveva perso un altro figlio e tanto aveva dovuto patire negli ultimi tempi a causa sua e chissà se mai l'avrebbe perdonato.

La sacerdotessa chinò il viso, i lunghi boccoli rossi le ricaddero lungo le braccia. Li scostò con un movimento pacato, fissando con la coda dell'occhio la piccola Rhaeny. «Ho portato qui vostra figlia per dimostrarvi che non avete niente da temere.» Sollevò il mento con aria di sfida. «È stata trattata benissimo, non le è stato torto un solo capello e potrà confermarvelo lei stessa.»
Jon carezzò il capo della figlia. «È vero tesoro.»
I suoi occhi lillà si strinsero in due magnetiche fessure. Dei, quanto somigliava a Daenerys!
«Si è vero, papà, non ha mentito su questo.» Si strinse a Jon in un tenero abbraccio.
Daenerys avanzò di qualche passo verso Kinvara. «Ammesso che ti crediamo, cosa dovremmo fare stavolta.»
«Nella lettera avevo scritto che quando l'avreste ricevuta non sarei più stata di questo mondo, ma le fiamme mi hanno impedito di compiere quello che volevo. Sapevo che Jon era morto e Hazor ahai doveva trovare la sua nuova reincarnazione.»
Jon strinse ancora di più Rhaeny. «Non hai risposto alla domanda di Daenerys. Cosa dovremmo fare e soprattutto, nostra figlia quanto sarà implicata in ciò.»
Dany assentì col capo. Jon era certo che anche lei fosse preoccupata per Rhaeanne più che per se stessa.
«Dalla progenie di Rhaeanne e suo marito nascerà il nuovo Azor Ahai quando voi due non sarete più di questo mondo. Lei è la principessa che fu promessa, colei che perpetuerà quello che la profezia ha sempre sostenuto. Il vero problema... siete voi»
Jon avanzò di qualche passo. «Noi! cosa vuol dire?»
Lo sguardo di kinvara si spostò su una delle fiaccole all'entrata del tempio.
Chissà cosa stava meditando, Dei! C'era poco da fidarsi quando diventava più cupa di quanto fosse solita e Jon avesse avuto modo di conoscerla in passato.
A passi misurati e lievi si diresse verso quella fiamma come una falena attratta irrimediabilmente. Avvicinò la mano a quelle lingue cangiante e moventisi come fantasmi dalle tinte sgargianti, poi si voltò verso di loro. «Adesso che la triade si è sciolta con la vostra morte, Jon, Rhaeanne è la principessa che fu promessa. Dunque solo uno di voi è Azor Ahai e l'altro è la sua Portatrice di Luce e Lui non può combattere il male, l'oscurità senza la sua Lightbringer. Così come la spada di Luce non può essere impugnata se non da Azor Ahai. Dovrete venire a patti con questo nuova prospettiva e ritrovare quello che avete perduto, altrimenti saremo tutti finiti.»
Lo sguardo di Daenerys saettò fulmineo sul Kinvara. «Cosa avremmo perso.» «Quello che avete sempre avuto di più grande e prezioso, la vostra unione il vostro amore.»
Jon chinò il capo. Erano giunti ad un altro punto cruciale della loro vita. Dal loro ritrovarsi dipendevano le sorti di Essos e sicuramente, anche di Westeros poi.


Nota: E' un epilogo che lascia aperto tutto! La storia non finisce qui. Continuerà con la seconda parte. Non dovrete cercare un nuovo titolo. La seconda parte continuerà qui, su questa stessa storia, con il CAPITOLO 1. Cercherò di scrivere più spesso perchè, per quanto ci siano tante cose che mi portano via da questa storia, voglio finirla per rispetto di chi ha iniziato a leggerla.

Grazie e buona lettura.️❤️❤️

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