CAPITOLO 22
MEMORIE DI UN NEGROMANTE
APPRODO DEL RE
Il sole filtrava, attraverso le finestre istoriate, in una fantasmagoria di colori, nella sala del concilio ristretto. Il primo cavaliere, ser Davos Seaworth, si portò un mano sugli occhi sbuffando. Ci volevano anche i riflessi multicolore a recargli disturbo, non bastasse la terribile situazione venutasi a creare!
Tamburellò con le dita sul tavolo scuro, spostando lo sguardo da uno all'altro dei membri del concilio accorsi di gran lena alla ferale notizia della scomparsa della principessa Rhaeanne. Il capitano della guardia reale ser Brienne teneva gli occhi bassi, le mani congiunte sulle gambe quasi fosse in punizione. Edric Dayne ed Edmure Tully bisbigliavano tra loro, Arianne Martell e Arya Stark parlottavano insieme, le lor voci si sovrapponevano, impossibile capire bene cosa stessere dicendo.
Ser Davos pestò il pugno sul grande tavolo. << Adesso basta! >>
Finalmente ci fu silenzio.
<< Ser >> intervenne la principessa Arianne Martell. << Io e lady Stark abbiamo buone nuove se... >> si sgranchì la voce << ... se così si può dire >>
Davos battè forte i palmi delle mani l'una contro l'altra. << Dunque parlate, aspettavate il mio permesso, cosa avete scoperto. >>
Arya Stark si alzò in piedi, il viso severo e preoccupato. << Io e la principessa Martell siamo riuscite a scoprire che mia nipote... cioè... voglio dire la principessa Rhaeanne è stata imbarcata su una nave diretta a Essos, a Pentos precisamente. Ad accompagnarla due persone di cui non siamo riuscite a scoprire l'identità.>>
Ser Davos si versò un bicchiere d'acqua e lo bevve avidamente. Aveva la gola arsa, la lingua impastata, il sudore gli imperlava la fronte. Lasciò cadere mollemente le braccia sul tavolo. <<Dunque bisognerà informare le loro grazie. Da Westeros nulla di particolare rilievo possiamo fare. Che sia inviato al più presto un messaggero a Meereen. Il re e la regina devono esserne edotti nel più breve tempo possibile perchè possano ritrovarla e... >> sospirò pesantemente. <<Che gli dei siano con noi >> chinò il capo.
DA QUALCHE PARTE NEL MARE STRETTO
Rhaeanne strinse i palmi delle mani l'uno contro l'altro, sfregandoli più che poté. Faceva freddo giù nella stiva!
<< Allora chi sei? Me lo dici? Perché mi hai rapita, cosa vuoi da me! >> I suoi occhi si fecero due fessure << Quando i miei genitori lo sapr__>>
<< Non ti ho rapita. Ti sto portando da loro. >>
<< Sei una bugiarda! >> Si dimenò con le braccia e le gambe ancora legati più che poté. La misteriosa donna si levò e a passo veloce la raggiunse. Le posò le mani sulle spalle, i suoi occhi scuri, alla fioca luce della candela, sembravano quasi rossi.
<< Ti sto portando da loro, non è una bugia! Ora cerca di calmarti. >>
Rhaeanne riportò il suo respiro ad un ritmo più pacato. Forse non stava mentendo. << Se è vero quello che dici perchè non l'hai chiesto a Ser Davos invece che portarmi via nel cuore della notte. >>
Si umettò le labbra sistemando le pieghe della lunga gonna rossa del suo abito. << Diciamo che al momento i tuoi genitori non sarebbero stati particolarmente lieti di ciò. >>
Rhaeanne curvò il capo fissandola in quegli impenetrabili occhi. << Quindi hai... fatto qualcosa di male. >>
Si toccò lo strano rubino incastonato nella sua collana. << Non sono stata sincera su di una cosa e ciò ha ne ha comportato un'altra molto brutta. >>
<< Cosa?>>
La sconosciuta sorrise. << Fai tante domande per essere una bimba rapita. Dovresti essere spaventata. >>
Rhaeanne sollevò il mento, le spalle dritte. << Io sono il sangue del drago, futura regina di Westeros e... non ho paura di te >> ingollò la saliva nel groppo della gola.
<< Somigli molto a tua madre, sia nell'aspetto che nel carattere. >> Sollevò un sopracciglio e si portò una ciocca di capelli neri dietro l'orecchio, distogliendo lo sguardo da lei. << Ti prometto che ti racconterò tutto quando saremo da loro. Ora, però, cerca di stare tranquilla. >>
<< Come ti chiami, almeno questo potrai dirmelo. >>
<< Il mio nome è Kinvara e sono una somma sacerdotessa dei sacro R'hollor. Ero a Roccia del Drago quando sei nata. Ho aiutato tua madre a partorirti. >>
Rhaenne sgranò gli occhi. Che stesse dicendo la verità! Per il momento non sembrava volesse farle nulla di male ma si ripropose di non abbassare mai la guardia come le aveva detto e insegnato il suo papà.
MEEREEN
Ser Hightower aveva posato lo scrigno sul tavolo del solarium. Nelle sue camere Dany, insieme a Jon, avrebbe finalmente scoperto cosa conteneva. Percorse i bordi di quella scatola con la punta delle dita, il colore scuro a tratti fiammeggiante di rosso non lasciava dubbio sul fatto che si trattasse di acciaio di Valyria. La piccola figura dorata al centro del coperchio era raccapricciante. Per quanto non ben delineata nei tratti era chiaro che raffigurasse un uomo con ali e artigli di drago. Daenerys scansò un attimo lo sguardo, le parole di Mirri Maz Duur le rimbombarono nella testa 'il bambino era mostruoso, deforme. L'ho tolto io stessa dal tuo grembo. La sua pelle era a scaglie, come quella di un rettile, era cieco con un moncherino di coda e piccole ali fibrose simile a quelle di un pipistrello. Quando l'ho toccato, la carne si è distaccata dalla scheletro e l'interno del suo corpo era pieno di vermi e del lezzo della corruzione.'
Nonostante i suoi sette figli tutti sani e in buona salute il pensiero di Rhaego, così simile a quell'effige, la face stare male. Ogni volta che la sua mente tornava a quello sfortunato esserino era come se il suo cuore fosse stretto in una morsa che le impediva persino di respirare.
Sapevo cosa sarebbe successo anche se volli convincermi che il sacrificio sarebbe stato solo il cavallo. Se non avessi voluto salvare Drogo ad ogni costo forse ora...
<< Come l'apriamo. >>
La domanda di Jon la riportò alla realtà.
<< Ero un ottimo scassinatore, se... volete il mio aiuto. >> La voce sarcastica di Daario Naharys irruppe prepotente nella stanza. Si avvicinò a passi cadenzati, la sua aria spavalda non l'aveva di sicuro abbandonato. << Ringrazio le loro magnificenze per avermi finalmente fatto liberare. >> chinò il capo, sollevando un sopracciglio.
<< Daario! >> Daenerys sospirò pesantemente. << Chiudiamo questa deprecabile storia >> fece il giro del tavolo e gli si parò di fronte, le mani intrecciate all'altezza del grembo. << Tu sai, come me, cosa avresti fatto, qualunque fossero le tue motivazioni non ha alcuna importanza. Se vuoi resta, se ritieni di dover andar via troverò qualcun altro che prenda il tuo posto. La scelta è solo tua. Ora tuttavia non è il omento di chiarimenti o recriminazioni. >>
Gli girò le spalle e tornò verso lo scrigno, posò entrambe le mani sul tavolo. << C'è qualcosa di più importante ed è qui davanti a noi. >>
Daario non rispose, ma restò lì. Per Daenerys fu il suo modo di farle intendere che aveva deciso di restare al suo servizio.
Jon le si affiancò. << Dove è stata trovata, come mai c'è voluto tanto tempo visto che era qui nella piramide? >>
Ser Hightower si grattò il capo. << Avete ragione sire, ma era ben nascosta. >>
Dany voltò il capo verso il comandate dell'esercito. << Dov'era? >>
<< In una delle camere del diciassettesimo piano, una di quelle senza finestre sepolte nel cuore della piramide, circondata solo dalle mura. >>
Aggrottò la fronte, socchiudendo gli occhi. << Proprio perchè non usate più da nessuno ormai da tempo forse sarebbero dovute essere le prime ad essere perquisite! >>
<< E così è stato vostra grazia >> ammise cupamente, le dita delle mani intrecciate tra loro. <<Ma era ben celata in una delle grate che consentono il passaggio dell'aria fin nella camera e ... purtroppo è sfuggita ai primi controlli. >>
<< L'importante ora è aprirla. >> Daenerys si rivolse a Benerro, che siano a quel momento era restato seduto al tavolo in silenzio. << Pensate sia chiusa con qualche incantesimo? >>
Gli occhi del sacerdote stavano esplorando ogni angolo di quella misteriosa scatola. << Credo di no, anzi... il semplice fatto che quell'uomo abbia albergato qui e lasciato qualcosa di così importante alla piramide mi lascia supporre che voleva la trovassimo. Il motivo, tuttavia, ignoro quale possa essere >> si grattò il cranio costellato di fiamme.
<< Facciamola finita. >> Jon estrasse il pugnale dalla fondina di cuoio adornata da ghirigori dorati. Infilò la punta della lama tra la linea continua che sembrava separare la parte superiore da quella di sotto.
Un piccolo cigolio e fu aperta. Era stato fin troppo facile!
Daenerys posò veloce la mano sopra quella di Jon prima che spalancasse il coperchio. << Aspetta, non sappiamo cosa ci sia dentro. >>
Tutti i presenti si irrigidirono stringendo d'istinto il pomolo delle spade, Benerro si alzò in piedi. Jon continuò a fissarla. Aspettava che lei decidesse.
<< Va bene... aprila, ma... lentamente >> e spostò la mano da quella di lui.
Suo marito afferrò il coperchio, il suo sollevarsi fu accompagnato da un cigolio stridulo, come non fosse stato aperto da chissà quanto tempo. Doveva essere molto antica quella cosa. Dany fu la prima, insieme a Jon e Benerro, a vederne il contenuto. Si trattava di un libro, le rilegature dorate sui bordi della copertina di pelle scura erano intaccate dalla ruggine. Non vi era scritto nulla sopra, per sapere cosa fosse bisognava leggerne il contenuto.
Jon lo estrasse con estrema cautela, doveva trattarsi di un vecchio libro e le pergamene costituenti le pagine sicuramente parecchio fragili.
Daenerys si rivolse a Hightower e Daario. << Vi ringrazio, ora potete andare, vi faremo sapere di cosa si tratta al più presto. >>
Naharys girò i tacchi senza farselo ripeterselo. I giorni in gattabuia quantomeno lo avevano rimesso in riga. Hightower fece un lieve inchino e si congedò.
Daenerys di sedette di fronte a quel tomo. Jon restò in piedi, alle sue spalle, le mani poggiate sui bordi intagliati della sedia.
Sollevò la coperta di cuoio, sulla prima pagina non c'era scritto nulla. Sulla seconda vi erano parole in una lingua che non era alto valyriano, Dany non sapeva cosa significassero. Continuò a sfogliare e quella lingua sconosciuta perpetrò a macchiare le pergamene ingiallite. Solo dopo parecchie pagine riconobbe qualcosa di familiare: era la lingua della sua Valyria.
<< Sembra un grimorio, le memorie di qualcuno. >>
Dany guardò Benerro, Jon le si sedette di fianco e posò la mano sulla pagina. << Non ci resta che leggere cosa contiene a questo punto. >>
Il sacerdote annuì, anche lui pareva d'accordo.
Si portò i capelli dietro le spalle. << Bene dunque, cominciamo. >>
Non so quando tutto questo ebbe inizio. So solo che quello che conosco mi è stato tramandato da mio padre e a lui dal suo. Io ho fatto di mio figlio il prossimo stregone che un giorno prenderà il mio posto come custode e governatore di una delle Quattordici Fiamme.
Daenerys interruppe la lettura. << Sono delle memorie e probabilmente quelle pagine indecifrabili incantesimi antichi quanto, se non più di Valyria. >>
Nessuno disse nulla, si limitarono a fissarla. Era evidente la curiosità, mista all'apprensione, che si poteva leggere sui loro volti. Volevano conoscere il seguito.
Dany abbassò gli occhi sul libro e girò la pagina.
Un altro di noi è stato ucciso. Il vortice di conflitti e di inganni tra le grandi casate sta divenendo un problema sempre più serio. Il sangue di drago sembra non bastare più a soddisfare la loro brama di potere e di dominio sui draghi. Le loro preoccupazioni e frustrazioni sono sempre maggiori: non sanno quanto i draghi vivano, perchè a volte non depongano uova o queste ultime non si schiudano. Le richieste che stanno avanzando sono sempre più inaudite!
Daenerys sgranò gli occhi. << Cosa vuol dire? >> Un brivido di freddo le percorse la schiena. Guardò Jon frastornata.
<< Prova ad andare avanti di qualche pagina. >> le suggerì.
Non se lo fece ripetere. Girò pagine e pagine fino a chè qualcosa non la colpì.
Il sangue di drago viene prelevato dai piccoli nati da poco. E' più facile gestirli mentre viene loro praticato un taglio per conservare quella linfa rovente. Tale rituale, tuttavia, non viene quasi più utilizzato: tutti i valyriani ormai hanno sangue di drago mischiato al loro e l'incesto conserva questa loro caratteristica immutata.
Daenerys irrigidì le spalle, ogni muscolo del suo corpo era contratto. Levò lo sguardo verso Jon, anche lui pareva una statua di pietra. << Dunque... abbi...amo sangue di drago, vero sangue di drago in corpo>> biascicò a stento suo marito.
Dany si portò le mani sul viso. << Se quello che c'è scritto è vero a... quanto pare sì. E sarebbe la ragione per cui solo i valyriani possono domare i draghi. >> Socchiuse gli occhi mordendosi il labbro. << Ogni volta che ho ripetuto io sono il sangue del drago per darmi forza credevo fosse un'iperbole, ma... a quanto pare no!>>
Nessuno parlò più per lunghi interminabili attimi. Dany sentiva la testa vorticale, gli occhi erano appannati, temeva di poter svenire da un momento all'altro. Discendeva da generazioni di incesti e il sangue di drago che scorreva nelle sue vene doveva essere davvero tanto.
<< Forse dovrei andare via, magari preferite restare soli >> disse Benerro.
<< No, restate. Non sappiamo cosa ci sia scritto dopo, la vostra presenza potrebbe essere utile.>> Dany afferrò la caraffa e si riempì un bicchiere di vino. Aveva bisogno di bere, di scansare per un attimo dalla mente qualcosa che probabilmente aveva sempre saputo, da quando i suoi tre figli erano nati, ma che non aveva mai preso in considerazione. Perchè chiederselo in fondo! Nulla sarebbe cambiato, ma ora aveva la certezza che quella fosse la verità e quella verità, non se aspettava, la scosse. Posò le mani sulle pagine del libro, la schiena dritta e gli occhi ben aperti: era pronta ad affrontare quello che sarebbe seguito. << Andiamo avanti! >> assentì.
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Le Quattordici Fiamme diventano sempre più indomabili. I sacrifici umani e gli incantesimi per placarle sono sempre più frequenti, siamo sfiniti, i più anziani tra noi sono allo stremo.
<< Anche i sacrifici! >> sbraitò Jon. << Schiavitù, stregoneria, uomini uccisi per placare i vulcani... cos'altro ci aspetta! non so se voglio saperlo >> chinò il capo.
Per Dany era chiaro quanto fosse disgustato. << Ti capisco >> gli carezzò la mano. << Ma in questo libro ci può essere la spiegazione dei terremoti che si stanno susseguendo sempre più spesso e più forti, di cosa quel maledetto stregone volesse intendere quando disse che ho compiuto la scelta sbagliata. Dobbiamo continuare, Jon. Anche io non sono fiera di quello che sto leggendo >> si stropicciò l'occhio. << Ma non possiamo più tirarci indietro. >>
<< Lo so >> ammise dolente. << Ma è davvero dura proseguire dopo quello che ho già sentito.>> Alzò gli occhi verso il soffitto istoriato. << Ho sempre voluto conoscere le mie origini, ma questo me lo sarei volentieri risparmiato. Sento il peso di tutto quello che ho ascoltato scendermi dentro come un macigno. >>
Dany sorrise a stento. << Ti capisco e non potrei essere più d'accordo, ma noi non siamo i nostri antenati, siamo qui per distruggere tutto quello che l'antica Valyria rappresentava, per fare di Essos un posto migliore. >>
Jon inspirò profondamente, la mascella stretta in una morsa. << Va bene vai avanti. >>
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La paranoia delle famiglie più potenti è giunta al culmine dell'inverosimile, non so quanto potrò ancora andare avanti. Il timore di perdere i draghi, che possano estinguersi li sta dilaniando. Vogliono qualcosa di assurdo: draghi più potenti, più grandi, che depongano sicuramente delle uova. Ne vogliono una nuova specie nata dal grembo di una donna, che possa avere quattro arti anziché due. E' follia! Ma la minaccia per noi è ancora più grande. Se non addiverremo a quello che vogliono ci uccideranno tutti e così anche le nostre famiglie. Non si rendono conto che senza stregoni le Quattordici Fiamme saranno incontrollabili. Sarà un disastro senza eguali!
Daenerys crollò con il viso verso il libro quasi a sfiorarlo, perle di sale discesero lungo le guance. Era troppo, davvero troppo!
<< Dany>> sussurrò Jon. << mi dispiace, non... non pensavo...io___>>
<< Jon ti prego >> si portò una mano sulla bocca. Levò le lacrime dagli occhi e rialzò il capo. << Ti prego non dire niente! Devo... devo sapere se lo hanno fatto. >>
Girò alcune pagine in tutte fretta leggendo il più veloce possibile quello che poteva interessarle. Poi di colpo si fermò.
I due infusori erano pronti, le ampolle erano piene di sangue di drago. Erano state collegate ai tubi di acciaio di Valyria e al cilindro cavo con sette aghi. Il rito era complesso, ma non potevamo esimerci. Nemmeno io, nonostante la donna prescelta fosse mia figlia vergine di soli quindici anni. Avrebbe giaciuto lì, dinanzi a noi quattordici, con il figlio di uno degli altri negromanti, quell'aggeggio che iniettava ad entrambi sangue divino durante l'atto e noi dannati che avremmo praticato il rituale nonostante tutto. Non ho mai provato un tale disgusto per me stesso per quante siano state le malvagità compiute in nome della Libera Fortezza. Solo ora me ne rendo conto! Non posso credere di avere accettato tutto questo! Ma la posta in gioco era troppo alta: lo sterminio delle nostre famiglie.
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E' morta! Mia figlia è morta! Quella bestia le ha squarciato il ventre. L'ha dilaniata come fosse un animale da macello! Non potrò mai perdonarmi per questo. Ucciderò quella creatura, fosse l'ultima azione che compio, glielo devo. Che gli Inferi si prendano Valyria, non mi importa di morire, la mia bambina sarà vendicata. Che muoia tutta la genia di questa folle terra!
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Quella bestia cresce ad un ritmo vertiginoso. In pochi giorni ha assunto le dimensioni di una pecora. Il viso è sempre più simile a quello di un drago e braccia e gambe si stanno riempiendo di scaglie. Gli artigli diventano ogni giorno più affilati, molti di noi sono stati feriti.
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Ho convinto una parte dei negromanti a rinchiudere con un incantesimo quella creatura nei meandri più remoti sotto le Quattordici Fiamme prima che sia troppo tardi. Se questo grimorio giungerà ai posteri vuol dire che siamo riusciti nell'impresa. Se l'ultimo mio discendete perirà di morte naturale, senza che il suo sangue venga versato quel mostro, se è sopravvissuto al trascorrere dei secoli data la magia da cui è stato generato, non potrà mai abbandonare Valyria.
<< E' questo il mio errore >> urlò Daenerys. << Ho ucciso quello stregone per salvarti e ora quella creatura è libera di distruggere il mondo! >> Scosse il capo, le labbra e gli occhi le tremavano, calde lacrime le ghermivano il viso.
<< Dany tu non potevi saperlo! >> Jon tentò di calmarla. << Lo hai fatto per salvarmi. Quel bastardo aveva previsto tutto, voleva che lo uccidessi, vuole la distruzione di chiunque porti il nostro sangue, anche a scapito di coloro che nulla hanno a che fare con la Libera Fortezza e il nostro retaggio! >>
Il viso di Jon era una maschera di sofferenza. Lo conosceva bene, lei, e sentirsi impotente di fronte a tali eventi lo aveva annichilito.
<< In ogni caso qualcosa deve essere andato storto, non credete >> domandò Benerro.
Quasi come una falena attirata dal lumeggiare di una fiamma lo sguardo di Dany si fissò sul sacerdote. << Cosa volete dire. >>
<< Beh >> Benerro si sgranchì la voce. << Quella creatura è viva non ci sono dubbi, non è un caso che i terremoti siano iniziati dopo la morte di quell'uomo. Tuttavia non ha ancora trovato la via d'accesso per liberarsi e questo è un bene, ma vuol dire anche che il disastro di Valyria non è stato causato da quest'essere. >>
<< Gli stregoni! >> Jon sgranò gli occhi quasi avesse avuto un'epifania. << Alcuni erano d'accordo, altri no: probabilmente si saranno dati battaglia e senza nessuno a presidiare le Quattordici fiamme__>>
<< C'è stato il cataclisma! >> Daenerys distolse lo sguardo. I caldi raggi del sole diedero un pò di sollievo al suo viso, per una volta freddo, come mai lo era stato.
<< Quel mostro è sopravvissuto al disastro, non oso immaginare quanto possa essere forte. >> Benerro parve preoccupato, lui che aveva sempre avuto un temperamento ieratico, sereno, mai scomposto, era allarmato. Daenerys non lo aveva mai visto così disorientato.
Jon si alzò in piedi, la sedia quasi ricadde per quanto fu impetuoso. << Dobbiamo prendere le città prima che quel drago o cosa diamine sia si liberi, non possiamo affrontare entrambi queste situazioni al medesimo tempo. >>
<< Sì>> Dany assentì appena. << Il dilemma più grande è capire come combatterlo. Come faremo a distruggere una creatura così potente sopravvissuta per secoli nelle rovine dannate di Valyria!>>
Nessuno le rispose, quel silenzio tombale pareva l'inizio preannunciato della fine.
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