CAPITOLO 2

SETTE ANNI DI REGNO... 

Approfittò dell'assenza di Jon impegnato costantemente in sfiancanti allenamenti e nel coordinare la guardia reale circa l'arrivo dell'esercito dai baraccamenti che, in quei setti anni di regno, erano stati costruiti attorno la capitale e nei regni più vicini per ospitare ventimila soldati facenti capo unicamente alle Terre della Corona, sovvenzionati dalla banca della capitale - da loro fortemente voluta - per leggere un compendio redatto dal maestro Samwell Tarly sull'attuale situazione di Westeros e naturalmente della capitale. Età della pace dorata lo aveva intitolato e a Dany faceva piacere; le rimandava a visioni di gente gioiosa, non strattonata da guerra discordie e problemi, gente che viveva serena e non era costretta a morire di stenti. Quell'idea di lei, di quando Westeros era ancora solo un miraggio lontano, che cavalcava felice accerchiata dal suo popolo che l'amava, si era infine concretizzata.

Vestita di un candido abito di seta azzurro, trattenuto da una cintura di metallo dorato, lavorato e intarsiato a delineare la vita e i fianchi, i capelli sciolti, due trecce sui lati annodate da un fermaglio di agata rosa, si era sistemata sotto un albero di limoni, un pergolato sormontato da nivee tende di lino a ripararla dal sole, il compendio sistemato sul tavolo di fronte la sua seduta. Bevve qualche sorso di latte ghiacciato prima di iniziare la sua lettura. 

Dunque vediamo.

Spiluccò qualche acino d'uva dalla fruttiera di cristallo mentre scorreva nella lettura.

Si concentrò sulla popolazione di Approdo del Re . Era aumentata, in quei sette anni, di circa cinquantamila abitanti e non si trattava solo di gente giunta da altre città: il resoconto riguardava soprattutto le nuove nascite, segno che la gente stava bene, godeva di buona salute e poteva riuscire ad avere figli sani non destinati alla morte. E quella parte che invero proveniva da altre città del continente era un chiaro segnale della vita agiata che la capitale era in grado di offrire.

Le strade erano quasi tutte state lastricate e un complesso sistema di tubazioni permetteva che acqua potabile giungesse ovunque. Fontane di varia fattura e dimensioni, sparse per la città ad elargirla, così come un elaborato sistema di rete fognaria, aveva fatto perdere alla capitale l'appellativo di città di piscio e merda molto diffusa. Le case erano state tutte ricostruite. Sicuramene la gente più abbiente aveva provveduto a crearsi abitazioni in pietra, ma anche i quartieri più poveri, come Fondo delle Pulci, avevano finalmente una loro dignità. Le macerie di pochi anni addietro erano state smantellante e le strutture, sebbene non di fattura pregiata non rischiavano più di ricadere le une sulle altre come carte di un castello, simili ad amanti che si congiungevano per un ultimo fatale atto di addio.

Approdo del Re aveva aumentato i territori destinati a colture: patate, grano frumento e frutta, tutti alimenti fondamentali per sfamare una città in così rapida crescita, seppure in poco tempo.

Sicuramente i commerci sempre più floridi con Essos avevano di molto aiutato e il grande sforzo profuso da Ser Davos Seeworth, primo cavaliere dall'inizio del regno di Daenerys e Jon, era stato essenziale. Mai si sarebbero aspettati che la sua trasferta a Bravoos per cercare di ottenere il condono del debito reale potesse trovare vittoria. Invero così fu e senza l'assillo di quel debito i sovrani avevano potuto migliorare le condizioni dell'intera Westeros. Il resoconto allietava Daenerys prima del suo nome della gioia che la carestia antecedente la loro ascesa era stata debellata. La regina sorrise vagamente, sapeva che considerare la fame e la povertà del tutto abolite era pura, mera illusione: sempre ci sarebbero stati mendicanti, gente malata, persone che non avevano una casa, del conio, donne che non potevano sfamare i propri bambini. Ma lei e Jon avrebbero continuato incessante il loro lavoro di risanamento pe lasciare un giorni alla loro progenie un regno ricco e felice di avere la dinastia del Drago sul trono di spade, come comunque veniva ancora definito seppure di esso nulla era rimasto, complice un disperato Drogon.

Considerando soprattutto lo stato delle donne, anche di vita, Daenerys aveva ripristinato le corti delle donne, luoghi in cui cibo veniva distribuito ai meno abbienti e le storie di tante povere anime ascoltate. Coinvolgeva anche i suoi figli maggiori in tali avvenimenti, non dovevano mai dimenticare che il primo pensiero di un monarca era il benessere del proprio popolo e lei... purtroppo.. lo aveva duramente imparato sulla sua pelle. Sapeva cosa significasse essere gravida a soli tredici anni e si prodigò affinchè queste situazioni così gravi potessero trovare finalmente soluzione. Per legge da lei personalmente voluta, col supporto simbiotico di suo marito, non sarebbe più stato possibile celebrare matrimoni se i futuri coniugi non avessero almeno raggiunto i sedici anni di età.

Daenerys avrebbe tanto voluto che in quella legge fosse stato aggiunto qualora gli sposi consenzienti, ma mai avrebbe potuto porre fine a matrimoni combinati, orditi dai membri delle casate, per accrescere il loro potere, per la loro magnificenza. Se ne dispiacque, molte giovani donne non avrebbero mai potuto conoscere l'amore vero immutabile e sempiterno, quello che capita una sola volta, se si è fortunati, nella vita: quello che lei aveva avuto la fortuna di trovare in Jon Snow! Sorseggiò ancora del latte ghiacciato, quasi a voler far scivolare via quel dilemma che mai avrebbe potuto trovare risoluzione.

Si concentrò dunque su Westeros.

Quanto all'intero continente occidentale il resontcoo illustrava le migliorie attuate per connettere i maggiori centri abitati, dal nord sino alla punta estrema, facilitando in tal modo gli spostamenti e i commerci. Maestro Tarly rimarcava che ormai le strade dissestate erano divenute davvero una esigua minoranza. Approdo del Re era finalmente collegata in modo più che adeguato con tutti i Sette Regni. La Strada del Re fu la prima ad essere completata, seguita dalla Strada della Regina, nuovo innovativo camminamento che prolungava quella via sino alla Barriera. La buona regina Alysanne ne sarebbe stata più che lieta, si rallegrò Dany a quel pensiero. Avrebbe fatto compagnia al forte a lei dedicato alla Barriera e al castello che ancora portava il colore dorato sulle merlature in sua memoria. Dany provvedeva affinché, ogni qual volta quella tinteggiatura appassisse, fosse rinverdita. Si rivedeva e le facevano constatare quanto di Alysanne Targaryen, moglie di re Jaehaerys I, si ravvisasse nella sua persona - non senza un corposo pizzico del Conquistatore - e questo la compiaceva. Era stata una delle migliori e lungimiranti regine che la storia dell'impero del drago rammentasse, l'unica che avesse condiviso con suo marito il regno in ogni sua sfumatura.

Il compendio inoltre illustrava i grandi passi fatti nel riformare le leggi del regno. Per secoli i lord aveva legiferato autonomamente, emettendo sentenze sulla base dell'umore, dell'indole, dell'alcool o delle preferenze. Il risultato era un codice caotico, inapplicabile ed inefficace. Partendo dal lavoro egregio di Re Jaehaerys I il codice era stato ampliato e ammodernato e reso più incline ad un continente che da allora era notevolmente mutato. I precetti fondamentali, affinchè ogni lord dei sette regni fosse indottrinato, furono inviati a tutta Westeros. Nessuno avrebbe più potuto applicare provvedimenti differenti per ogni situazione, pena la possibilità di chi fosse stato diversamente trattato di rivolgersi direttamente alle loro grazie per avere giustizia. Dunque un sistema che lasciava pochi margini per poter deviare dalla retta via della legge e i draghi, quali esseri in carne e ossa nonchè carne e fuoco impastati, dissuadevano la maggior parte da avventati costumi.

In quel momento Daenerys si ritrovò a pensare al numero di draghi che oramai solcavano il cielo del continente occidentale senza che il popolo ne avesse timore. Drogon, Luxes, Veraxes e Redaros: in quei sette anni gli ultimi tre draghi avevano deposto molte altre uova. Non le serviva contarli, Dany li conosceva uno per uno. Rhaegal, Viserion, Rhaellios e Lighfire nati da Luxes, i primi due nomi omaggio agli scomparsi figli di Daenerys, nati dopo secoli in cui i draghi erano solo ricordi nei libri dei maestri, del tutti svaniti dal mondo, periti per assicurare quella pace che oggi regnava anche grazie al loro sacrificio; Rhaellios inchino triste alla madre perduta mai conosciuta. Morghul Goldream e Sunight erano i figli di Veraxes e poi i setti draghi di Redaros il re rosso: Balerion e Vaghar a completare l'omaggio ai tre draghi che per primi avevano conquistato i Sette Regni. La crescista di Balerion era impressionante per quanto Drogon continuasse, per la sua stazza prorompente e il suo selvaggio carattere, ad essere considerato il vero terrore nero reincarnato. In fondo non era un nome a farne le caratteristiche e colui che portava un appellativo così altisonante e magnifico avrebbe un giorno potuto dimostrare tutta la sua forza e la sua grandezza. Tirax,  Moonlyas,  Varrax, Dreamrose e Sungost completavano i draghi nati, Moonlyas omaggio alla madre di Jon. Quei quattordici draghi, invero, avevano a loro volta deposto altre uova nel Monte del Drago alla Rocca. "Chissà quanti altri ne sarebbero venuti" si domandò Daenerys estasiata. Il rapporto era più che soddisfacente, Dany si diresse spedita verso lo spiazzale degli allenamenti per farne partecipe Jon.

Dopo aver disceso l'ultima scalinata prima della meta, notò la sua mancanza sin da da lontano. Si appropinquò al comandante della guardia reale, Ser Brienne di Tarth, la prima donna nella storia di Westeros ad occupare la più alta onorificenza nell'esercito reale.

Piegò il ginocchio di fronte la regina dei sette regni il lord comandante. 'Vostra Grazia è un piacere avervi qui.'

' Jon?' Si guardò intorno sperando di trovarlo.

'Sua Grazia re Aegon è appena andato via, si recava nelle vostre camere per un refrigerante bagno a quanto mi è stato comunicato.'

Daenerys sorrise a quel donnone di Brienne quando fu attratta da un ragazzino che stava controllando la ferratura del suo cavallo.

Si levò veloce prostrandosi dinazi a lei, era la prima volta in cui aveva modo di poterla ammirare da vicino. Fu estasiato nel constatare che le voci circa la sua sovrumana bellezza non fossero solo parole di vuote canzoni. Arrossì le gote, cercando di mascherare ciò che preferiva evitare fosse palese. Desiderava divenire un futuro membro della guardia reale e a loro non era concesso avere mogli e figli. Dunque doveva allenare lo spirito a resistere di fronte alla bellezza femminile sin da subito, ma a quel che pareva chi avvampava di più, stupita, era la regina piuttosto che il ragazzino.

Lo guardò  fisso in volto mentre si prodigava in continui salamelecchi: era in fondo solo un piccolo giovane scudiero! Oh Dei! Piccolo... era davvero molto alto per l'età che dimostrava.

Daenerys pareva parecchio incuriosita da quel ragazzo. 'Come ti chiami.'

' Sebastian Rivers se compiace a vostra grazia' proferì a fil di voce, rotta dall'emozione.

Sorrise lieve sua Grazia, le mani un groviglio all'altezza del grembo. 'Sebastian... hai un bel nome, tua madre è stata molto brava nello sceglierlo.'

Il giovincello abbassò il capo. 'Non ho mai conosciuto mia madre, è morta dandomi alla luce e...'

'... e Ser Brienne si è preso cura di voi e vi ha fatto suo scudiero' sospirò, i suoi occhi violetti e indagatori che si posavano su quelli del  lord comandante. Anche Sebastian sembrava meravigliato da come la regina Daenerys avesse perfettamente narrato gli eventi principali della sua vita senza avere la sua minima conoscenza.

"Che sia un essere divino come alcuni dichiarano" pensò Sebastian Rivers, infatuato dalla bellezza e dalla gentilezza di sua grazia.

Per la prima volta da quando aveva avuto modo di conoscerla la vergine di Tarth, anche se oramai restava solo un mero appellativo, sembrava a disagio.

'Ser Brienne cosa dire...' Si accarezzò le turgide labbra, pensierosa. '... Avete uno scudiero che quando diverrà cavaliere farà impazzire tutte le giovani donzelle'.

Lo sguardo si posò ancora una volta sul ragazzo. Occhi verdi come il mare più limpido, capelli biondi come un campo di spighe dorate in fiore, c'era qualcosa in quel ragazzino... qualcosa...

'Quanti anni hai Sebastian' esordì tutto di un fiato.

Ci pensò su qualche attimo. 'Credo dieci vostra grazia.' Si portò un ciuffo di biondi capelli dietro l'orecchio, non completamente certo della sua età.

Lo guardò ancora un'ultima volta e non ebbe più dubbi. 'Brienne una parola in privato' la sollecitò.

'Certo vostra grazia.'

Si allontanarono quel tanto necessario affinché nessuno potesse sentirle.

'Avete qualcosa da dirmi Ser Brienne, qualcosa che richieda la presenza anche di re Aegon?'

Brienne curvò il capo verso il basso, gli occhi divenuti due minuscole fessure, le  rughe ancora più marcate. Ormai lo sapeva fin troppo bene, il momento era giunto!

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