CAPITOLO 17
IL RITORNO DELLA REGINA
Il sole venne oscurato dalle grandi ali scure di Drogon. Meereen tutta levò gli occhi al cielo per poter vedere cosa fosse accaduto. Il nero lasciava il posto al sole dorato a seconda del movimenti di Balerion reincarnato. Daenerys era impaziente di far ritorno alla piramide, aveva l'urgente necessità di sapere in che stato fosse Jon.
Il ruggito di Drogon proveniente dai pressi della piazza che circondava la Grande Piramide fece accorrere immediati i suoi due comandanti in assenza di Verme Grigio. Ser Hightower era oltremodo felice di riveder la sua regina non potendo avere idea quanto altrettanto Daario Nahahrys l'attendesse. Il capitano tuttavia era parecchio turbato dagli ultimi avvenimenti e non sapeva bene cosa fare: suo malgrado era preda degli acuminati artigli di Nala. Se solo avesse detto anche una singola parola la donna a cui voleva infinitamente bene, Samira, sarebbe stata distrutta dal dolore, senza contare quello che sarebbe capitato ai suoi figli. Se solo fosse stato certo che Daenerys, scoprendo la verità su suo marito, lo avrebbe lasciato forse non si sarebbe fatto tanti problemi, ma perdere tutto con estrema certezza, per un giocatore come lui, non andava bene.
O Dany o Samira, non posso permettere che anche lei mi lasci!
Discese lento planando lievemente con le ali, ma nonostante tutto scompigliò i capelli dei presenti, sollevando invisibili particelle di sabbia che il sole rendeva quasi dorate.
Nella sua tenuta da volo Daenerys smontò veloce dal drago. I pantaloni di pelle erano integri cosi come la cotta di maglia che la cingeva sino ai fianchi. Solo la camicia color avorio aveva risentito maggiormente del lungo volo, ma non era certo il suo perfetto stato a preoccuparla, doveva assolutamente sapere dove era Jon, voleva vederlo.
Le domande si susseguirono frenetiche da ognuno dei suoi comandanti che, a modo loro, chiedevano se fosse andato tutto bene, se lei stesse bene.
Capiva il disagio dei suoi uomini ma a quanto pareva loro non comprendevano il suo.
Per gli Dei sono qui integra dinanzi a loro! Non ho un arto mozzato, non sono in fin di vita cosa diamine è tanto loquire sul mio stato! Cosa sta succedendo!
In fondo, tuttavia, in cuor suo sapeva. Sebbene Verme Grigio, qualora presente, sarebbe stato l'unico davvero preso da quanto accaduto a Pentos, era oltremodo certa dei sentimenti degli altri due, mossi tuttavia da ben altre motivazioni.
Il loro vociare era sguaiato, non li aveva mai visti così - Hightower in particolare - le domande erano sempre tutte le stesse, nessuno pensava di darle informazioni su ciò che più le premeva.
Infine scoppiò! << Dov'è Jon >> ogni lettera puntualmente scandita e severa visto il poco acume dei due.
Le voci si placarono, nessuno osava più parlare.
<< Ho detto dov'è Jon>> urlò evidentemente indispettita.
Ser Hightower, a testa bassa, le diede la notizia che voleva. << Al momento pare... >> si fermò un attimo avendo timore di continuare. Tutti sapevano, tranne Dany, cosa stava succedendo tra suo marito e Nala. << ... Sì, pare che sia nelle sue nuove camere. >>
<< Essia... >> ansimò. << Daario accompagnami. >>
<< Dae... nerys...>> Il comandante voleva in qualche modo fermarla, ma non sapeva come fare.
<<Daenrys cosa! >> gli ringhiò contro.
<< Io... io... >> Pareva un ebete non in grado di intendere.
Quel suo atteggiamento la irritò ancora di più. << Smettila di balbettare e vieni con me! >>
Chinò il capo contrito, altro non poteva fare o dire. << Come tu vuoi. >>
Quelle parole le raggelarono il sangue. Conosceva bene Daario ed era perfettamente in grado di intendere che fosse visibilmente turbato.
Cosa mi sta nascondendo, è chiaro che è successo qualcosa mentre ero via, qualcosa di ancora peggiore di ciò che è già accaduto.
Sopraffatta da quel sentimento di angoscia sentiva che il respiro le veniva meno, come se stesse soffocando. Cosa... cosa era mai avvenuto in quel lasso di tempo. In quel momento si maledì per aver lasciato la piramide, ma al tempo stesso si rese conto che se non fosse volata a Pentos difficilmente avrebbe avuto le informazioni che le necessitavano.
Ho fatto quello che era più giusto e saggio e se mai avessi errato lo avrei fatto nella più assoluta buona fede. Ti amo Jon e sto provando di tutto per salvarti, perdonami se le mie scelte potrebbero aver peggiorato le cose.
Il comandante Naharys riuscì a cogliere il suo malessere. Le pose un braccio lungo la spalla, sapeva che quello che avrebbe presto scoperto l'avrebbe fatta enormemente soffrire e chissà se avrebbe avuto la forza di rimettersi in piedi. Non voleva che stesse male, aborriva tale idea ma affinché lui potesse avere una possibilità lei doveva passare attraverso le tenebre.
A passi sostenuti attraversò i corridoi e si inerpicò lungo le scale che portavano verso gli alloggi privati dei residenti alla piramide. Nonostante la sua altezza la falcata e la velocità con cui procedeva lasciarono indietro il capitano Naharys. << Daenerys aspetta >> le urlò, ma lei non lo ascoltava nemmeno.
Doveva sapere!
Daario allungò il passo fino a raggiugerla, voleva esserle vicino per quando avrebbe saputo. <<Daeneys c'è qualcosa che di cui dovresti essere informata >> continuò lui.
Sollevò un sopracciglio come era solita fare << Sì, immaginavo visto lo strano comportamento tuo e di ser Humfrey. >> Tuttavia continuò imperterrita per la sua strada, era ormai quasi vicina alle porte dei nuovi alloggi di Syrax, anche se le spezzava il cuore doverlo appellare in tale maniera.
Le pose una mano sulla spalla cercando di fermarla ma era in preda ad una collera che non sentiva da tempo. Si girò di colpo.
Una leggera stria di sangue si stampò sulla volto del comandante. Si coprì la guancia, la mano leggermente imbrattata di rosso fu ciò che i suoi occhi videro. L'anello che Dany mai toglieva era stato letale. Era chiaro che non avrebbe più potuto fare nulla, solo cercare di esserle accanto.
Continuò veloce, le porte degli appartamenti di Jon erano ad un passo quando improvvisa si bloccò.
Risolini, gemiti di piacere: era impossibile non rendersi conto che Syrax era con una donna a ... La sua mente si rifiutò di concludere quella frase.
Lentamente fece qualche passo indietro. Si poggiò contro la colonna, le mani incrociate dietro le spalle; sentì il freddo del metallo della cotta cozzare con le scanalature del suo ricovero. Levò il viso verso il soffitto, ma i suoi occhi non riuscivano a focalizzare nulla.
<< Daenerys mi dispiace. >> Daario Naharys non si sentì di infierire, era evidente che stava soffrendo.
<<Già >> tre secche, singole lettere, ma in verità lei... non riusciva a sentire nulla, nessun sentimento. Si avvertiva come svuotata, come se d'improvviso la sua mente si fosse esulata dalla realtà e non riuscisse a provare niente e vagava in un vacuo vuoto, gli occhi appannati e distanti da quella dimensione terrestre che non poteva essere la sua.
Solo un pensiero infine si frappose: non poteva essere vero! O almeno era ciò che in quel luogo tra gli Inferi e i Sette Cieli in cui era persa credeva. Socchiuse gli occhi e l'amara verità le si dipinse come un quadro dalle fosche tinte, scenario di antichi spettri divenuti reali.
Lui non ha memoria di sé, perchè mi meraviglia tanto che abbia voluto una donna al suo fianco!
Pensava, eppure era come se non le riguardasse, come se stesse analizzando qualcosa accaduta ad un'altra persona non a lei, non a Jon.
<< Daenerys! >> Il capitano notò il suo sguardo vuoto, la sua assenza nonostante la sua fisica presenza.
Tuttavia lei non lo udì.
<< Daenerys ti prego! >> Il capitano era più che preoccupato. Si avvicinò qual tanto per sfiorarle una spalla. Quel gesto piccolo, quasi insignificante la riportò alla realtà, anche se era fredda, fredda come il ghiaccio dell'estremo nord, come se improvvisamente anche lei fosse un'altra persona e quell'uomo in quella stanza non la riguardasse.
<< Sì, Daario. >> adesso era lei che di parole non ne aveva davvero più.
<< Stai bene >> i suoi occhi per una volta era tristi. Non avrebbe voluto vederla soffrire, l'amava tanto, aveva atteso una vita per vedere quel momento, finalmente divisi, eppure non avrebbe mai voluto guardarla in quello stato.
Sorrise appena, un sorriso amaro, gli occhi socchiusi. Improvviso tutto il dolore del mondo discese nella sua anima e quel piccolo mondo in cui lei non sentiva nulla sparì come neve al sole. Assorbì quell'angoscia tutta in una volta, non oppose alcuna resistenza. Era lì, pronta a farla sua, a tornare alla verità che le si parava contro come un'onda gigantesca che la investiva e lei impotente che discendeva negli abissi di quel mare senza poter più parlare, soffocata dall'acqua, affogata da quell'immenso mare di angoscia.
Continuò a fissare Daario senza emettere un sol suono e lui comprese il male che stava patendo.
Non ci mise molto a comprendere che la donna insieme insieme a Jon era Nala, aveva riconosciuto perfettamente la sua voce.
Già! Aveva sempre avuto avuto ragione a non fidarsi di quella donna e ora ne aveva avuto le prove. Pensò che se davvero fosse stata sua amica avrebbe cercato di allontanare Jon sapendo del suo stato ma lei... lei no! Ne aveva approfittato magnificamente. Adesso quello che più le faceva ribrezzo era non poterla mandare via come l'ultimo dei reietti, questo avrebbe potuto comportare che Jon la seguisse e non poteva permettersi di perderlo prima che Benerro giungesse. Nonostante tutto aveva promesso di salvarlo, anche se dinanzi ad una tale verità non riusciva a figurarsi quello che sarebbe stato dopo.
Tutto quello che abbiamo costruito sta andando in pezzi! Non so se avrò la forza di ricomporre qualcosa di così rotto, che per quanto si tenti di rimettere insieme avrà sempre delle crepe.
Eppure in quel momento ripensò al pugnale nel suo petto. Lo aveva perdonato per qualcosa di ancora più terribile. Sperava in cuor suo, per quanto non ne potesse essere certa, che se tutto fosse tornato alla normalità avrebbe ancora una volta avuto la forza di assolverlo.
Lenta si distanziò quel tanto che bastava per non sentirli più ansimare. Il capitano la seguì immediato. Daenerys voltò quel tanto la testa per guardare il volto di Daario.
Cercò di portarsi una ciocca di capelli dietro le spalle, il volo li aveva scompigliati non poco. << Da quanto... da quanto sai delle loro tresca. >>
<< Solo da poco, te lo giuro sui miei figli >> blaterò a stento, preoccupato dei possibili negativi risvolti per la sua persona.
Rise sardonica. Si strofinò la punta del naso con due dita. << E da quando c'è qualcosa di sacro per te, spergiureresti qualunque cosa per i tuoi fini. >>
<< Te lo giuro sull'amore smisurato, incommensurabile che nutro per te e sai quanto sia vero e quanto mi laceri l'anima. >> Ed era l'unica cosa su cui Naharys non avrebbe mai potuto mentire.
<< Hai garantito per lei, l'hai portata qui, alla piramide, una serpe che si è insinuata nel letto di mio marito, di un uomo che non sa chi sia! Che razza di donna è! Come hai potuto credere alle sue menzogne! >> Infieriva eppure la sua voce era fioca, rassegnata.
Il capitano si asciugò la fronte madida di sudore con la manica della camicia. Cercò di trovare una scappatoia, come sempre era solito fare. << Anche tu lei hai creduto in fondo! >>
<< E' qui che ti sbagli! >> lo bloccò subito. << Non ho mai creduto ad una sola parola di quello che mi ha detto. >> Fu come se in quel momento fosse stata folgorata da un fulmine. Riprese a pensare con più lucidità. << A questo punto mi chiedo: ho lasciato il governo di Meereen, della Baia dei Draghi ad uno sprovveduto che si beve qualsiasi cosa una bella donna gli dica!>>
Naharys si sentì come dinanzi all'ascia di un boia. No! Lei non poteva dubitare di lui. << Ho governato bene e tu lo sai, altrimenti mi avresti da tempo rimosso da tale incarico. Sono stato raggirato e me ne scuso, di questo sono più che cosciente. >> Mai avrebbe detto che Nala era la sua amante dai primi tempi in cui era giunta alla piramide. In quello stato Daenerys quantomeno lo avrebbe fatto bruciare vivo all'istante.
Girò e rigirò la testa guardando Daario da ogni angolazione, come se volesse penetrargli il cervello. << Spero sia davvero così, che tu sia in buona fede, perché se altrimenti fosse le cose non si metterebbero bene per te! >>
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Si sedette sul grande letto a baldacchino, le nivee tende di seta ondeggiano al lieve riverbero del vento. Pensò ancora a quei rochi suoni che solo lei sino a quel momento aveva potuto udire ed essere parte in causa di quell'atto frutto del loro grande amore. Sapeva che Jon non era in sé, ma non riusciva a credere, a farsi ragione di ciò che aveva fatto. Cercò di mettere a fuoco le cose, di fare un paragone tra colui che le aveva conficcato un pugnale nel cuore con la convinzione di fermare la sua furia, la sua follia e il Jon che l'aveva tradita anche se inconsapevole. In fondo si disse che, per quanto nessuno poteva essere condannato per crimini non ancora commessi, in quel momento lui sentiva di aver fatto la cosa giusto, nello stato in cui era a quel tempo doveva ammettere che nemmeno lei avrebbe potuto sapere cosa avrebbe fatto davvero. Tuttavia erano discorsi triti e ritriti per cui si erano perdonati, ma ora... ora non sapeva cosa fare, cosa pensare di lui. Aveva l'acume per comprendere che non poteva fargliene una colpa, ma la donna no! Lei non riusciva a perdonarlo, anche se non avrebbe mai smesso di provare a salvarlo. Di questo ne era più che certa. L'unica speranza che aveva era che Benerro giungesse presto. Aveva bisogno di qualcuno vicino e quell'uomo l'aveva fatta sentire dopo tanto tempo al sicuro, come non lo era più dal giorno in aveva visto gli occhi di Jon iniettati di sangue. Sperava che insieme avrebbero potuto scoprire dove quel maledetto stregone si nascondesse e perchè si era così tanto accanito contro di loro.
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Era nella vasca da bagno dei suoi alloggi. Guardava le bolle che gli olii di lavanda limone e vaniglia producevano, la distraevano dalle amare verità venute a galla. Posò il collo sul bordo, i capelli mollemente intinti in quell'acqua calda e profumata. Lentamente fece scivolare la schiena sino a quando si ritrovò sott'acqua. Era così ovattata quella sensazione, lì niente avrebbe potuto turbarla. Ci restò sino a quando il bisogno impellente di aria non la riportò su, tirò un lungo respiro di sollievo ma quel senso di pace durò poco. Quella sera lord Syrax aveva organizzato un banchetto in onore del ritorno della regina e se c'era qualcosa che Dany proprio non voleva fare era parteciparvi.
Tuttavia si disse che, vista l'impossibilità di mancare, se ci fosse andata lo avrebbe fatto a modo suo.
Si levò veloce dalla vasca, l'acqua che scendeva dal corpo e dai capelli divenne una scia del suo percorso verso le armadiature dei suoi appartamenti. Le aprì tutte quante, quello che cercava era molto particolare. Scorse i suoi abiti uno ad uno sino a quando qualcosa non catturò la sua attenzione.
Sì, è quello giusto.
Tirò fuori l'abbiglio scelto e lo adagiò morbidamente sul letto. Sentì bussare, l'ancella che aveva chiamato era giunta e fu proprio Daenerys ad impartire precise istruzioni su ciò che voleva per quella sera.
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Restarono tutti senza fiato, scattarono in piedi porgendo i doverosi omaggi all'ingresso della regina nella sala del banchetto.
Aveva proibito di usare i suoi giardini privati per allestirlo, non voleva che quella donna mettesse più piede nelle sue camere, non si fidava assolutamente di lei e detestava il solo pensiero di permetterle di far ritorno in uno dei pochi posti dove trovava un po' di pace quando si sentiva sola.
E' passato così tanto tempo da quando i miei ingressi erano solenni ma solitari. In questi anni Jon è stato sempre al mio fianco, nel bene e nel male, ed ora è li seduto vicino un'altra donna, come se tutto l'amore che ci ha unito non fosse mai esistito.
Mentre percorreva il tappeto rosso sino al tavolo poteva avvertire gli sguardi di tutti puntati sulla sua persona ed erano sguardi di totale ammirazione se si escludeva il volto irritato di Nala. In confronto a Daenerys pareva una umile servetta nel suo abito di seta blu e viola.
Era impareggiabile abbigliata in quella splendida veste di seta bianca così delicata e velata da poter intravedere il suo perfetto corpo. Il corsetto scollato sino alla vita metteva in evidenza i suoi perfetti seni per poi stringersi in vita e lasciare che quelle sete vibrassero candide sul marmo viola mentre sicura e determinata procedeva. Le mani guantate di splendidi pizzi di Myr ricamati magistralmente di argento e diamanti permettevano alle maniche aperte di lasciarle scoperte parte delle braccia e le spalle splendevano ornate da suadenti e morbidi bretelline identiche ai ricami che le cingevano i polsi .
I lunghi capelli argentei erano stati lisciati alla perfezione, lucenti ancor più del solito con il lucore delle fiamme che illuminavano la sala e un nuovo diadema con cinque magnifiche pietre contornate da piccoli diamanti le incorniciava il viso. Raggiunse il suo posto, guardò alla sua destra e un attimo di malinconia la colse. Lo scranno accanto al suo quella sera sarebbe restato vuoto per la prima volta dopo anni.
Dovette scansare immediato quel sentimento, doveva essere perfetta. Quella malvagia creatura non avrebbe avuto il piacere di vederla triste o abbattuta.
<< Prego sedetevi. >> Guardò uno per uno i presenti al tavolo. Daario e ser Hightawer erano del tutto persi, l'ultimo mostrante gote leggermente arrossate; ma ciò che più la meravigliò fu vedere lo sguardo ammirato e forse, anche un po' rapito, di lord Syrax, cosa che indispettì non poco Nala.
L'atmosfera sognante fu interrotta dall'entrata dei servitori pronti a mescere del pregiato rosso di Arbor nelle coppe dei commensali.
In quel momento Daenerys guardò ancora quella sedia vuota accanto alla sua per poi volgere un furtivo sguardo a quello che un tempo era suo marito.
Quasi senza pensarci si alzò in piedi seguita immediatamente da tutti i presenti.
<< Levo il calice per ricordare un uomo buono, integerrimo, un padre affettuoso un marito impareggiabile... un grande re. Ovunque tu sia spero che un giorno, vicino o lontano, ci ritroveremo ancora una volta per non lasciarci mai più. A Aegon Targaryen! >>
A Aegon Targaryen fu la risposta immediata dei commensali, persino Nala dovette sottostare a quello che le regole imponevano.
Daenerys notò un attimo di smarrimento nel volto di Syrax. Poteva anche aver dimenticato chi fosse, ma in quel momento a lei parve di rivedere lo sguardo del suo Jon.
Forse era la sua mancanza, forse solo un'impressione, ma il suo cuore volle credere che invece fosse tutto vero e che prima o poi lo avrebbe riportato indietro.
In quel momento altri servitori entrarono con la prima portata. Nala ne approfittò per sussurrare qualcosa a Syrax. Lui la guardò qualche attimo e Dany potè sentire ciò che le diceva: non credo sia il momento adatto. La regina piange ancora suo marito.
Non sapeva cosa quella donnaccia gli avesse detto, ma sicuramente lui non le aveva dato la risposta che si aspettava e il suo volto manifestò perfettamente tutto il disappunto provato.
Quello che sarebbe dovuto essere il suo più grande trionfo si era curiosamente tramutato nel suo più clamoroso tonfo!
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Quella sera Nala non raggiunse Syrax nelle sue camere. L'aveva indispettita non poco il auo agire riguardo a ciò che avevano deciso di rendere pubblico durante quel banchetto. Avrebbero dovuto mettere al corrente i presenti e soprattutto la regina circa la loro relazione, ma lui si era tirato indietro perchè Daenerys sembrava ancora provata dalla perdita del marito. Si chiese come mai, se non ricordava chi fosse, tanta apprensione per lo stato di sua grazia: che in qualche remoto angolo della sua mente ci fosse qualcosa per cui la morte del re e i sentimenti della vedova affranta gli scatenassero un comportamento che difficilmente aveva visto in lui quando erano insieme. Per qualche attimo era parso un uomo diverso, non il Syrax poco sensibile che spesso si dimostrava nei suoi confronti. Non poteva rischiare! La loro storia doveva essere resa pubblica, sarebbe stata l'ennesima batosta per sua moglie.
Se lui è così restio solo a parlare di ciò come farò a convincerlo a fissare una data per le nozze! E la questione presenta un ulteriore complicazione!
Si mordicchiò nevrotica l'unghia dell'indice.
Per quanto non ricordi chi è, comunque è sposato con quella donna: il nostro matrimonio non sarebbe legittimo. Devo... devo liberarmi di lei. Ma come!
Si martoriò ancora le mani alla ricerca di una soluzione e fu in quel momento che pensò cosa avrebbe potuto fare.
Tieni tanto, mio lord, a scoprire chi ha ucciso Aegon Targaryen.
Sorrise, il suo sguardo vagò a lungo, i suoi occhi esprimevano chiaramente quello che stava pensando e quanto male avrebbe causato, certo non a lei se tutto fosse andato secondo i suoi piani.
Ebbene presto saprai chi è stato ad assassinarlo.
E si lasciò andare sul suo morbido letto ridendo di gusto.
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