CAPITOLO 15

IL FUOCO CAMMINA CON LEI

Quando Benerro tornò da Daenerys la trovò quasi estraniata dalla realtà, era evidente stesse cecando di interpretare quello che il sacerdote aveva visto nelle fiamme: per comprendere la fine bisogna tornare agli origini della storia.

Le aveva portato una scodella di minestra di verdure e un bicchiere di vino. Solo dopo i rumori delle vettovaglie Dany riprese padronanza della realtà.

<< Dovreste avere fame >> Benerro abbozzò un mezzo sorriso stentato.

<< Vi ringrazio, ma il mio unico pensiero è cercare di comprendere quello che mi avete detto. >>

<< E sicurante uno stomaco vuoto non aiuta la concentrazione >> le fece notare con quella sua pacatezza e serenità che tanto Daenerys avrebbe voluto provare per sé.|

Cominciava a piacerle quell'uomo, si disse, e in un battere di ciglia consumò la minestra sorseggiando, tra un boccone e l'altro, un pò di vino.

<< Sto cercando di intendere quello che mi avete detto aver visto nelle fiamme. Ho congetturato tanto, proprio tante di quelle ipotesi per poi comprendere che la verità era sotto i miei occhi. >>

<<Cosa avete intuito, dunque? >>

Lasciò il bicchiere sul piccolo tavolo mentre ingollava l'ultimo sorso di vino. << Credo che quanto mi abbiate riferito sia più lineare di tutto ciò che avevo elucubrato. Tornare alle origini. Ci ho riflettuto tutta la notte per poi vaticinare che si trattava solo di ritornare agli albori, al primo momento in cui Jon è stato male per la prima volta. >>

Molte erano state le occasioni per cui, in passato, Daenerys si era fatta irretire da oscure profezie per poi afferrare che la loro esplicazione era la più semplice possibile. Dovette ammettere che R'hollr - era difficile per lei parlare di deietà - si divertiva a soverchiare i sensi dei prescelti per poi farli restare con un pugno di mosche morte in mano. La soluzione era quasi sempre la più comprensibile e immediata: "ma la mente dell'uomo è diversa" pensò Dany.

Ci sforziamo di parere intelligenti oltre ogni misura solo per sentirci grandi, per essere stati capaci di decifrare chissà quali verità.

Ma a sue spese aveva imparato che la semplicità spesso era la via vera di accesso, qualcosa che si scartava per orgoglio, per la smania di volere che quelle interpretazioni fossero più ostiche e che solo chi disponeva di grandi capacità cognitive potesse decifrare l'enigma, come i pezzi di un mosaico che finalmente trovavano la giusta collocazione.

<< R'hllor è stato chiaro anche se mi è servita una intera notte per capirlo. Le origini della storia sono il primo episodio il cui Jon è stato male. E' di lì che tutto è nato. >>

Si sarebbe aspettata che Benerro dicesse qualcosa, ma si limitò ad attizzare il fuoco in procinto di spegnersi.

<< Forse sto errando? >> Voleva una risposta.

<< Perchè lo chiedete a me, la visione era per voi e solo voi potete sapere di aver torto o ragione.>> Dopo si diresse verso il piccolo tavolo dove Dany era ancora seduta.

<< Dunque ditemi, quale credete sia stato questo momento? >> Tuttavia invero che fissare lei continuò a guardare le fiamme che piano avvampavano sempre di più.

Rammentò quello che era successo a Pentos. << C'è stata una notte senza il giorno e un giorno senza la notte, così è stato appellato, e durante quel fenomeno mio marito è stato malissimo, vomitando sangue quasi fosse una fontana. Poi, appena quell'evento strano è svanito, lui è tornato come nuovo, come se nulla gli fosse accaduto. Ma col passare dei giorni la sua identità è stata ormai solo un ricordo. Lui crede di essere un'altra persona.>>

Si riempì un bicchiere d'acqua e ne bevve un corposo sorso. << Sapevo che qualcuno avrebbe provato ad usare per i suoi fini l'eclisse del sole. >> Solo ora Dany aveva avuto un nome per spiegare quello che era accaduto. << Temevamo, noi sacerdoti della Luce, che qualcosa sarebbe successa; le forze del Dio Estraneo hanno avuto per quel tempo il sopravvento per soverchiare la potenza del nostro R'hllor e vostro marito è stato colui che hanno colpito. >>

<< Perchè! Perchè lui! >> Domandò incredula. << Non ha fatto nulla di male! >>

<< Era il modo più facile per atterrirvi Daenerys nata dalla tempesta. Privarvi dell'affetto più caro e... credetemi... quello che avete visto è solamente l'inizio. Hanno fatto breccia sulla sua natura spuria, metà Targaryen e metà no per colpire quello a cui avete dato vita. Chi ha fatto ciò non si rende conto del grave peccato commesso. >>

La madre dei draghi trascese, pensava che il ciclone fosse terminato ma solo ora si rese conto di trovarsi proprio nel suo occhio. << Cosa vuol dire, che peggiorerà>>

Non rispose a quella domanda, ma il suo volto tirato e preoccupato era più di una eloquente risposta.

Si precipitò verso di lui scuotendolo per le spalle. << Dovete aiutarmi o se non ne siete capace, dirmi dove posso trovare kinvara! >>

Delicatamente le cince i polsi portandoli all'altezza della vita. << Dovete mantenere la calma, l'ira non è mai buona consigliera. >>

E Daenerys Targaryen lo sapeva molto bene. Mai avrebbe dimenticato la carneficina ad Approdo seppure in tanti anni le sue opere di bene avevano spodestato quell'atroce delitto.

<< Ho bisogno del suo sangue per comprendere. >> le rispose deciso.

Daenerys si coprì il viso, sapeva che lord Syrax non avrebbe mai acconsentito. Come avrebbe mai potuto fargli una simile richiesta! << Non so cosa fare. Lui non sarà mai d'accordo!>>

Poi di colpo, quasi come un un fulmine che imbianca il cielo in tempesta, le venne in mente qualcosa più specifica dell'origine della storia. << Il mio... il mio abito! >> esclamò. << Il mio vestito è pieno del sangue che Jon ha rigettato quel giorno! Potrebbe servire. >> Daenerys sperava vivamente di sì.

<< Sicuramente>> le rispose Benerro.

Daenerys era in un momento di stallo: aiutare suo marito o dare man forte alle forze che stavano attaccando Qarth.

<< Vi prego, come l'ultima infimo essere di questo mondo! Vi chiedo di raggiungere Meereen: aiutatemi a salvare mio marito. Io... io non potrei vivere senza di lui! >>

Sorrise appena con quella bocca priva di labbra e con un cenno del capo le fece intendere che sarebbe addivenuto a quello che desiderava. Avrebbe raggiunto Meereen e insieme avrebbero compreso quello che era accaduto a Aegon Targaryen.

<< Solo di una cosa vi comando. Prima di lasciare Volantis raggiungete la biblioteca e cercate di un testo: draghi, serpenti marini e viverne: storia innaturale di Septon Barth. E' una delle poche copie ancora esistente. Dovrete superare la Muraglia Nera, ma non credo avrete problemi, chi ha sangue antico non fa fatica a farvi ingresso. Lì troverete tante risposte a domande che non vi siete ancora posta. >>

<< Essai >> fu decisa. << Farò come dite se mi promettete di avviarvi per Meereen oggi stesso. >>

<< Lo farò. Ci rivedremo presto Daenerys nata dalla tempesta e probabilmente allora, la tempesta che vi ha visto nascere albergherà anche nel vostro spirito. >>

Daenerys non comprese appieno quella affermazione, ma per ora, quello che le importava, era far sì che Benerro si recasse a Meereen. kinvara non l'aveva dimenticata, sapeva che prima o poi sarebbe giunta la resa dei conti.

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Quella notte Daenerys Targaryen dormì nella piccola stanzetta, il riposo finalmente sereno dopo tanto. Tuttavia, verso il sorgere del sole, un nuovo incubo infestò la sua mente.

Fitta era nebbia che avvolgeva ogni cosa, solo lei riusciva a vedere, la vecchia donna che aveva occupato già i suoi sogni, troppo vetusta per essere vera se non uno spirito, un'entità sconosciuta.

Cercò di farsi più vicina, ma una folata di vento le colpì il viso, piccoli granelli di sabbia le raschiarono le iridi violette. Stropicciò convulsamente gli occhi, poteva sentire il battito del suo cuore accelerato. Quando finalmente riuscì nuovamente a vedere, il volto della donna era coperto da una sofisticata maschera composta da piccoli esagoni finemente intarsiati. Riconobbe la donna che vi si celava, o quantomeno ciò la sua mente concepì, non era la prima volta che vedeva quella stupenda incisione.

<< Quaithe >> esclamò. << Siete voi! >> Un senso di timore la percorse da parte a parte, mai aveva inteso se quella donna incontrata tanto tempo fa fosse stata sua alleata o sua nemica. << Perchè siate qui, cosa volete. >>

<< Aiutarvi regina del fuoco >> si scompose un tanto a elargirle un inchino appena proferito.

<< Regina del fuoco? >> Daenerys era interdetta. << Cosa volete dire non ciò, non comprendo. >>

<< Oh! >> Esclamò con una soave voce rassicurante. << Non è importante, tempo al tempo e avrete modo di capirlo, ora dovete solo tornare alle origini della storia. >>

Una nuova folata di vento scompigliò i lunghi capelli di Daenerys, si coprì gli occhi infastidita dai granelli di polvere e dall'ennesimo ritorno di quello che pareva essere un arcano da svelare ancora o... forse un tranello. << Perchè anche voi, cosa volete dirmi che io già non sappia? >>

< Oh regina della luce, comprendo il vostro malessere, ma c'è qualcosa che tuttavia vi sfugge. L'origine della storia. >> E mentre lo diceva un'ombra ammantata di rosso, quasi evanescente, riuscì a scorgere in lontananza.

<< Chi siete! chi siete! >> urlò e quell'immagine sfuocata quasi fosse più veloce del vento le si materializzò così vicina tanto da trapassarle il corpo. Sentì una rabbia, un odio inauditi attraversarle lo spirito e provenivamo da quell'ectoplasma.

Gridò per il dolore e quando tutto iniziò a vorticarle intorno finalmente riaprì gli occhi. Si risvegliò nella camera di Benerro madida di sudore, le lenzuola di lino attorcigliate alle gambe quasi ad impedirle i movimenti.

Si mise a sedere, cercando di portare i capelli su di un lato delle spalle. " Perchè ancora le origini della storia" si domandò. Pensava di aver risolto quell'enigma. Pentos era la risposta.

Si portò una mano sulle labbra. << Quaithe mi ha detto che qualcosa mi era sfuggita >> e in quel momento ripensò a quello spirito vestito di rosso.

Sganò gli occhi, pensò di avere inteso. Le origini della storia non erano solo un luogo, ma anche un chi e quel terrificante personaggio doveva essere la risposta.

Dunque Pentos è dove potrò finalmente capire chi ha scatenato tutto ciò, chi è all'origine della storia e che mi ha provocato questa immane sofferenza. E' questo che non avevo compreso!

Per quanto avrebbe voluto restare lì ancora, in un luogo lontano da tutto quello che le stava capitando, non poteva. Già una volta, quando rinacque in quello stesso tempio, aveva pensato di non voler più andar via, ma allora come adesso si disse che lei era il sangue del drago e che anche stavolta avrebbe trovato la forza e il coraggio di rimettersi in piedi.

Avrebbe raggiunto Pentos, dove forse maggiori risposte ai suoi enigmi ci sarebbero state, ma prima della sua partenza doveva visitare la grande biblioteca nella città antica di Volantis, come Benerro le aveva chiesto di fare.

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Vecchia Volantis, la città nella città: un immenso labirinto di antichi palazzi, cortili, torri e templi, chiostri ponti e sotterranei, tutte contenute all'interno del grande ovale della Muraglia Nera, eretta dalla Libera Fortezza nella prima ondata della sua espansione. Alte duecento piedi, quelle mura ininterrotte di pietra del drago nera, più dure dell'acciaio e del diamante, offrivano una muta testimonianza delle origini di Volantis cone avamposto militare. Solo a coloro il cui lignaggio risaliva all'antica Valyria era consentito l'ingresso.

Dopo essersi risvegliata e vestita, camuffata sempre con quello scuro colore di capelli e un manto grigio, aveva incontrato di nuovo Benerro. Sapeva che entrare nella vecchia città non sarebbe stato facile. Volantis era sua nemica e per quanto le sue origine le dessero pieno accesso, le guardie avrebbero potuto diversamente pensarla. Quando gli fu vicino vide una dolce bambina al suo fianco.

<< Ben svegliata Daenerys nata dalla tempesta. >>

Sorrise appena, il suo sguardo era rivolto alla bimba vicino il gran sacerdote.

<< Varcherai le soglie della Muraglia Nera insieme a lei. Prendi la sua mano e nessuno oserà impedirti di entrare.>> Benerro ne era certo.

La bimba sorrise teneramente. Era piccina avrebbe potuto avere al massimo sei anni.

<< Sii comunque prudente. Io ti ho riconosciuto regina del fuoco, potrebbero riuscirci anche altri. >>

Regina del fuoco: era la seconda volta che veniva così appellata, anche nel suo sogno Quaithe o chiunque in verità fosse stata quella visione, aveva pronunciato le stesse parole. Non volle indagare su quella particolare espressione più del dovuto, la testa le martellava furente. Ciò che più desiderava era adempiere al compito datole da Benerro con la promessa che sarebbero tutti usciti dal tempio diretti in due direzioni diverse: lui verso Meereen e lei verso la biblioteca in cerca del tomo di cui le aveva parlato.

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Presero due differenti strade, Benerro verso est diretto a Meereen e lei, accompagnata dalla ferma mano di quella bambina si diresse verso la biblioteca di Vecchia Volantis. Si incamminarono tra le strade ricolme di gente. "Quanti schiavi vi sono!" pensò Daenerys Targaryen e ognuno di loro era marchiato secondo la propria mansione affinchè continuassero a portare il fardello del passato persino nel caso venissero liberati. Vide faccia con striature di tigre di colore verde a denotare gli schiavi soldati, donne con una lacrime sotto l'occhio destro come marchio per le prostitute, uomini col tatuaggio della mosca per coloro che raccoglievano il letame di cavalli ed elefanti e un tatuaggio multicolore per i guitti e i giullari. Rabbrividì nel constatare quanta gente era stata privata della sua libertà e dignità e per quanto Volantis fosse una delle più forti tra città libere, difficilmente associabile ad altre, si disse che tutto ciò prima o poi sarebbe stato solo un ricordo: il regno di Rhaenys sarebbe stato composto solo da uomini liberi, costasse quel che sarebbe costato.

Daenerys teneva salda la mano di Lora, la bimba dagli scuri capelli ricci e gli occhi color del mare che l'accompagnava. Giunsero infine all'entrata della muraglia nera e, come Benerro aveva detto, nessuno le fermò. La condusse sino all'ingresso della grande biblioteca, dopo cercò di farla giungere al suo livello tirandole il mantello. Quando le fu vicino Lora le carezzò una guancia con un sorriso radioso che a Dany ricordò tanto quello dei suoi figli. Quanto gli mancavano! Dopo le lasciò la mano e corse via continuando a sorriderle finchè il suo volto potè incontrare quello di lei.

Sola, era restata sola. Per un attimo ebbe paura: era sola, sola più di tante altre volte nella sua vita. Aveva sempre avuto qualcuno vicino, ma questa volta doveva cavarsela senza nessuno. Rimembrò ancora una volta quello che sempre si diceva nelle difficoltà, che il sangue dell'antica Valyria scorreva in lei e finalmente trovò la forza per entrare in quella enorme biblioteca.

Restò quasi senza fiato quando, appena fatto ingresso, potè scorgere la volta a cupola istoriata con rappresentazioni completamente di oro. Era uno spettacolo che lasciava senza fiato il marmo che si alternava in piccoli mattoni quadrati con quei perfetti ghirigori dorati. Vi era una infinità di scaffali tutti ricolmi di tomi. Daenerys non aveva mai visto tanti libri in vita sua. Forse la Cittadella avrebbe potuto competere, ma in tale situazione non era una gara quella che le interessava. Doveva trovare il libro che Benerro, chissà per quale ragione, le aveva suggerito di leggere. Notò dei giovani ragazzi con una tunica grigia ed un cilicio intorno la vita che spostavano libri rimettendoli al loro posto. Pensò che la maniera più facile per trovare un testo in una tale immensità di testi era chiedere ad uno di quegli adepti. Era disposta a tutto, persino a corromperli.

Portava un piccolo carretto pieno di libri, aveva il volto smilzo e biancastro e i capelli sottili e castani, Dany si pose dinanzi quel piccolo mezzo di trasporto. Il giovane arrossì guardandola in viso, in fondo era difficile che una donna tanto bella, seppure con i capelli scuriti non suscitasse attenzione. << Ho bisogno del tuo aiuto >> esordì spontanea.

<< Ditemi mia signora >> arrancò appena con una voce dimessa, l'inserviente.

<< Sto cercando un libro, un libro molto particolare >> Dany si accostò suadente all'orecchio del giovane, sempre più nervoso. Gli porse un sacchetto che il ragazzo comprese subito essere colmo di monete.

Ingoiò visibilmente della saliva per il disagio. << Cosa cercate mia signora >> barbugliò.

<< Un testo di septon Barth: draghi, serpenti marini e viverne: storia innaturale >> sussurrò appena per non farsi udire da alcune persone che stavano passando in quel momento.

Il ragazzo impallidì. << E' un testo molto raro, forse ce ne sarà una sola copia >> ammise nervosamente guardandosi intorno guardingo. << Nel continente occidentale è stato del tutto bandito dai maestri della Cittadella. >>

Daenerys lo scrutò a lungo con i suoi profondi occhi viola mentre il chierico si faceva piccolo piccolo.

<< Credo che il contenuto di quel sacchetto valga questa informazione e quantomeno altre dieci del genere >> lo riprese.

Arrossì ancora evidentemente a disagio. << Ne sono certa, mia signora, ma io non ho ancora detto se accetto la vostra più che generosa offerta. >>

A quel punto Dany capì che doveva muovere altri fili. << Aiutatemi e aiuterete l'intero continente orientale a liberarsi finalmente dalla schiavitù e da altre orride pratiche >> fu ferma e decisa.

Quasi sussultò il giovane adepto, chinando il capo: era evidente stesse pensando poi, quasi inaspettata, ebbe una sferzata d'orgoglio. << Essia... seguitemi. >> Pareva aver trovato una baldanza che Dany non gli aveva visto in nessun momento della conversazione. "Forse ha parenti schivi" pensò prima che i suoi pensieri fossero interrotti. << Vi condurrò a quello che cercate.>>

Lasciò il piccolo carrellino e s'inalberò, tallonato da lei, su scale a chiocciola di delicato marmo bianco, fino quasi a raggiungere quella spettacolare volta che aveva impressionato Daenerys. Nell'angolo più remoto di quella cittadella dalle forme tondeggianti vi era quello che lei cercava. Il chierico glielo prose e poi scappò via in tutta fretta come timoroso che qualcuno avesse potuto vedere quello che aveva fatto.

<< Per gli Dei cosa mai vi è in tale testo >> si lambiccò Dany.

Trovò posto in un piccolo tavolo tondo dal colore dorato così come la sedia. Posò il tomo e finalmente ebbe modo di capire cosa c'era di così terribile in quel testo. Sfogliò pagina per pagina quel libro senza trovare nulla che potesse avere che fare con lei sino a quando il titolo degli ultimi capitoli la colpì come una staffilata al cuore.

Si intitolava nascita dei draghi e connessione con i signori di Valyria. Aveva facilmente compreso che ciò per cui Benerro l'aveva lì inviata era scoprire le origini della sua storia. Quanti significati aveva quel sogno ora che i tasselli si incastravano sempre di più!

Se non ci fosse stato quel sacerdote probabilmente ora non sarei dinanzi a tale volume.

Cominciò a leggere attentamente riga per riga la prima pagina. L'origine dei draghi risaliva all'età dell'Alba, un'età così lontana che non era possibile fare congetture più appropriate riguardo al luogo da cui quegli esseri sovrannaturali provenissero. Un concetto, dunque, non meglio definito, ma quello che attirò la sua attenzione fu che i signori di Valyria erano stati in grado, unici e soli, grazie agli stregoni preposti alle Quattordici Fiamme... Voltò la pagina, ma subitamente si rese conto che le altre successive era state strappate, da chi non poteva saperlo o intuirlo. Ma quello che vi era scritto era qualcosa di importante per Daenerys: lo sentiva lo avvertiva. Dunque doveva trovare un modo per dare un seguito a quello che aveva letto. Non sarebbe stato facile, ma comprese che la via su cui Benerro l'aveva indirizzata era per scoprire qualcosa di molto importante sulle origini di Valyria e del rapporto che la sua casata aveva con i draghi.

Ancora una volta ripensò a quel dilemma "ritornare alle origini della storia". In quel momento la fulminò un'idea: e se coloro che avevano ordito quanto accaduto a Pentos potessero darle informazioni su ciò di cui abbisognava? Era certa che la combutta fosse partita di lì. Ma... lei e Jon avevano sterminato i magistri di quella città, forse gli unici che potevano sapere la verità. Fu colta da un momento di tristezza, non avrebbe mai potuto pensare che quegli uomini tanto vili avrebbero, invero, potuto esserle d'aiuto. Meritavano di morire per ciò che avevano fatto. Tuttavia non si sentì di non provarci. Avrebbe raggiunto Pentos nella speranza che i famigliari dei magistri potessero aiutarla. Sarebbe stato arduo, chi mai avrebbe aiutato la donna che aveva rigettato fuoco e sangue sui loro parenti, ma non aveva altra scelta.

Lasciò la biblioteca in tutto fretta, sorpassò la Muraglia Nera spintonata dalla gente che si accalcava sempre più. Poi raggiunse il tempio dove il suo pezzato era stato rifocillato per tutto il tempo. Ora doveva ritrovare Drogon e raggiungere quella città che l'aveva privata dell'affetto di Illyrio, ma mai... mai e poi mai avrebbe accettato di perdere anche suo marito, a costo di radere al suolo quel posto!

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