Una vera famiglia


I diritti dei personaggi vanno a Rick Riordan!

Pov's Percy

No! Perché sono di nuovo qui!

Basta! Vi prego basta!

Perché continuo a sognarlo.

D'un tratto mi sveglio.

Ho il respiro irregolare e le lacrime che mi scorrono sulle guance silenziose.

Mi metto a sedere con calma cercando di regolarizzare il respiro.

Mi guardo in torno cercando di calmarmi.

Per fortuna davanti a me c'è solo la mia camera da letto.

La mia tranquilla stanza nell'appartamento di mia madre e Paul.

"Non sono più lì, non sono più lì" mi ripeto cercando di restare calmo.

Ma non ci riesco.

Il tartaro.

Ancora lui.

Sono passati tre mesi da quando sono sopravvissuto a quell'inferno insieme ad Annabeth.

Purtroppo alcune notti lo sogno ancora.

Non ho neanche Annabeth accanto a me perciò faccio più fatica a calmarmi.

In questo momento non c'è nessuno a consolarmi.

Esattamente nella stanza accanto Paul stava dormendo.
Mia mamma era da una sua amica.

Non si vedevano da tempo così ha deciso restare da lei.

Una parte di me spera che stia ancora dormendo e l'altra che venga qui ad aiutarmi.

Ma perché ho lasciato Bob e Damaseno laggiù.

Dovevo restarci io non loro!

È tutta colpa mia se non potrà mai più vedere le stelle e il sole!

E con le arai.

Tutte quelle maledizioni me le meritavo.

Infindo è colpa mia se tutte quelle persone sono morte.

Bianca.

Zoe.

Luke.

Michael.

Leo.

Charles.

Silena.

E tanti altri che nemmeno conoscevo o solo di vista.

Non mi ero neanche reso conto di aver ricominciato a piangere.

Le lacrime mi offuscavano la vista e il respiro si faceva sempre più irregolare.

Tentando di calmarmi mi sono alzato per risciacquarmi la faccia.

Con gli occhi pieni di lacrime non sono andato molto lontano.

Cercando di andare verso la porta sono inciampato in una cosa che molto probabilmente era una maglietta.

Sono caduto con un tonfo sordo a terra.

Sentivo un grande dolore al petto che continuava ad aumentare.

Senza neanche rendermene conto ho cominciato a singhizzare.

Non riuscivo a smettere.

Mi sono rannicchiato contro il mobile della mia camera.

Davanti agli occhi vedo tutte le immagini delle loro morti e non riesco a fermarle.

Mi prendo la testa tra le mani cercando di farle smettere.

-"Basta! Per favore basta!"supplico a non si sa chi.

Quando sono sul punto di cedere sento la porta aprirsi di scatto e sento qualcuno e prendermi dalle spalle e scuotermi.

Alzo lo sguardo per guardare negli occhi la persona che mi è davanti.

Era Paul.

Pov's Paul

Sono nella mia camera da letto.

Questa sera Sally era rimasta da una sua amica.

Ne sono molto felice perché lei si impegna sempre tanto nel suo lavoro e merita di riposarsi e stare con le sue amiche.

Dopo un po' mi addormento tra i miei pensieri.

Mi sveglio sentendo un forte rumore.

Rimango in ascolto per qualche minuto.

Silenzio.

Ma. Sarà stata la mia immaginazione.

Sto per riaddormentarmi quando ne sento un altro.

Questo è diverso però.

È più debole e continuo.

Il rumore diventa sempre più forte.

Mi alzo per sentire meglio e capisco che qualcuno sta piangendo.

Oh no.

Sally me lo aveva detto che poteva succedere.

Mi ha detto che i semidei molte volte hanno degli incubi.

Mi alzo in fretta e vado fuori dalla stanza.

Entro in quella di Percy e lo vedo rannicchiato contro un mobile con la testa tra le mani.

Mi inginocchio davanti a lui e gli prendo le spalle per fargli capire che sono lì con lui.

Percy alza lo squardo.

Quei suoi occhi verde mare sono spenti.

Colmi di lacrime ed arrossati.

Ha il respiro irregolare e da come si comporta direi che ha un attacco di panico.

-"Percy ehy Percy" lo chiamo dolcemente ma deciso.

-"adesso devi ascoltarmi ok? Hai un attacco di panico ma devi stare tranquillo. Ora guardami bene e segui il mio respiro"

Lui annuisce e mi guarda.

Faccio dei respiri lenti e regolari mentre lui cerca di imitarmi.

Ci vogliono un bel po' di minuti ma alla fine si calma.

Ormai ha smesso anche di singhiozzare.

Gli asciugo con la mano le lacrime dalle guance mentre gli sorrido.

-"vieni ti aiuto a salire sul letto". Gli dico indicando l'oggetto in questione.

Lui annuisce e si alza inespicando un po'.

Lo faccio sedere e lui si sdraia.

Vado verso la scrivania e prendo la sedia per poi mettermi accanto al suo letto.

Restiamo per qualche tempo in silenzio che viene interrotto da Percy.

-"Grazie Paul. Ti ringrazio veramente tanto per avermi aiutato".

"non ti preoccupare infondo sei figliastro. Voglio che tu sia felice e per questo ti aiuto quando non lo sei".

Lui mi sorride.

-"Hai voglia di raccontarmi quello che hai sognato?" gli chiedo.

Ci mette un po' a rispondere ma alla fine acconsente.

-"Questa cosa non l'ho mai detta neanche alla mamma perciò non glielo dire. Lo dirò io quando mi sentirò pronto".

-"va bene non le dirò niente".

-"tre mesi fa ero in Italia con i miei amici per un'impresa.
Annabeth era appena riuscita a recuperare un oggetto molto importante.
Poi, all'improvviso, l'ho vista cadere in un enorme baratro". Dice con voce tremante.

-"io sono subito corsa da lei e le ho afferrato la mano"

-"siamo caduti entrambi".

-"purtroppo quello non era un semplice baratro..... Quello era il tartaro".

Wow non pensavo che avesse subito così tanto.

Da quando ho scoperto che è un semidio ho cominciato ad informarmi sulla mitologia e sull'antica Grecia.

Non posso neanche immaginare cosa abbia passato lì dentro questo povero ragazzo.

Per incoraggiarlo ad andare avanti mi sono chinato su di lui e ho cominciato ad accarezzarlo la testa.

Lui ha buttato fuori tutto quello che gli era successo e sinceramente non so come abbia fatto a sopportare questo peso.

Sono meravigliato dal suo coraggio e dalla sua lealtà verso chi ama.

Inoltre sono molto orgoglioso di lui.

-"grazie per avermi ascoltato pap... Hem Paul grazie mille".

Detto questo chiude gli occhi e poco dopo si addormenta.

Non ci credo.

Mi stava per chiamare papà.

È stata un'emozione bellissima anche se è durata solo per qualche secondo.

Certo gli ci vorrà del tempo ma ho il presentimento che prima o poi riuscirà a chiamarmi così.

Ed io non vedo l'ora di chiamarlo figlio.

Me ne torno in camera con questi pensieri e alla fine mi addormento.

Entrambi quella notte prima di addormentarsi avevano pensato alla stessa cosa.

Il loro rapporto era e sarebbe migliorato da quel giorno.

Paul, Sally e Percy erano diventati un'unica grande vera famiglia.

Fine.

Spazio autrice

Salve a tutte/i!
Spero che questa one-shot vi sia piaciuta.
Questo è un film mentale che mi sono fatta un po' di tempo fa e ho deciso di scriverlo per renderlo più reale.
Spero vi abbia fatto piacere!

Ciaoooo















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