Incontro

Non ci mette molto a rispondere, fortunatamente.

«Sì, pronto?» dice con una voce assonnata.

«Amore, finalmente sono riuscita a chiamarti! Il telefono non funzionava, ho dovuto aspettarne uno nuovo.» dopo aver sentito la sua voce, sto molto meglio!

«Ei Rach, piccola. Come stai? Mi sei mancata tantissimo. Stavo aspettando tue notizie da tanto tempo, troppo.»

«Tutto bene, qui è tutto un po' strano... vorrei raccontarti meglio nel complesso, ma lo farò appena arrivi qui da noi! Tu, invece, stai studiando?» so che quando nessuno lo sprona, preferisce andare a basket o con gli amici in giro.

«Strano in che senso? Sì piccola, sto studiando... e ho anche una sorpresa per te.» dice con un tono dolce.

Adoro quando mi chiama piccola.

«Una sorpresa per me? Perché me lo hai detto? Ora non riesco più a stare nella pelle!» rispondo in modo scherzoso.

Ride, la sua risata è sempre stata contagiosa.

Ricordo ancora quando in TV c'era un presentatore di basket, fece una battuta riguardo a un giocatore... io sonnecchiavo, ma la risata di Matt fece ridere anche me, non avendo capito comunque niente di quello che aveva detto. Lui lo aveva trovato buffo, io trovavo buffa la sua risata.

Continua dicendo: «Tra qualche giorno capirai!»

Sto per replicare, quando a un tratto mio fratello inizia a urlare: «Rachel, voglio parlare io con la nonna!!»

«Dio, che spavento. Non sto parlando con la nonna, adesso vai di là.» dico in modo poco garbato.

Mi lancia una smorfia e se ne va.

Metto nuovamente la cornetta all'orecchio: «Scusa amore, mio fratello è stupido... lo sai.»

Ridacchia e aggiunge: «Ma no, povero. Io adesso torno a studiare, chiamami se ti serve aiuto, o comunque per parlare un po'.»

In effetti l'esame è vicino, non posso fargli perdere del tempo! Desidererei stare ancora qualche istante ad ascoltare la sua voce, però.

«Va bene, stasera ti richiamo. Ti amo tanto, ricordatelo.»

«Ti amo anche io, Rach.»

Proprio mentre la linea si interrompe, sento una mano fredda stringermi la spalla. Mi volto di scatto.

Il suo volto è bianchissimo, alcuni capillari le coprono le guance.

Urlo, togliendole la mano dalla spalla «Cosa ci fa qui?»

Sorride e indietreggia: «Niente, sono venuta a vedere come andava con il telefono e come vi trovavate in questa casa. Non volevo spaventarti, cara.»

È Annie, mi ha fatto saltare in aria. Ha dato una stretta con la mano da far salire i brividi. Ha ancora i capelli disordinati e porta un vestito bianco, con alcuni peli di gatto attaccati.

«No, non mi sono spaventata. Col telefono va tutto bene, ora le chiamo mia mamma.»

All'improvviso mio padre spunta da dietro, non dandole neanche la possibilità di replicare:

«Signora, che piacere vederla.» dice con un tono quasi ironico.

Lui è sempre disponibile e cortese con tutti. Ha studiato per tanti anni, diventando un medico di fama nel nostro paese. Fa tranquillizzare sempre tutti: i bambini che sono sotto la sua cura lo chiamano "mago". Le sue mani grandi e la sua delicatezza nel toccare un paziente, fanno passare la paura anche ai meno coraggiosi.
Questo non successe per mia sorella Kathy. Mio padre non sapeva curare un tumore, così venne visitata e controllata da un'equipe di oncologi. Purtroppo non sono riusciti a salvarla, dai polmoni si espanse in altri organi vitali e da lì a poco scomparve nell'aria, come una farfalla. Lasciandoci qui a ricordarla, con il suo sorriso perfetto preso dalla nostra mamma.

«Fa piacere anche a me vederla, Charles. Vi serve qualcosa? Avete bisogno di verdura, lenzuola o favori? Mio marito deve andare in paese oggi.»

Mio padre le sorride, alza una mano in segno di silenzio e continua: «No, grazie Annie. Domani io e la mia famiglia andremo in macchina a fare compere, non disturbatevi.»

Dalla faccia della proprietaria noto una profonda delusione: sembra essersi dispiaciuta di non aver potuto contribuire per aiutarci.

«Va bene... allora io vado, passate una buona giornata.»

Si dirige molto velocemente fuori dalla porta di ingresso, mio padre non fa neanche in tempo ad accompagnarla.

La camminata della vecchia è molto goffa e strana, a tal punto da farmi scoppiare in una risata.

Pranziamo con alcune uova fresche e con un po' di insalata, poi andiamo in spiaggia tutti insieme. Speravo di incontrare nuovamente  il pescatore, così per farlo conoscere ai miei genitori... ma non c'è. Forse starà facendo un riposino, oppure starà mangiando un bel piatto di pesce fresco pescato questa mattina.

Mio fratello nuota come un pesciolino, mia mamma guarda il cielo, il sole è ancora alto e caldo. So a cosa sta pensando, alla fine dei conti lo stiamo pensando tutti. Senza Kathy non è più niente come prima: lei sapeva trovare la frase divertente in un momento di noia, sapeva aiutare sempre tutti con i suoi consigli. Adesso che non c'è, la mamma si è spenta e il papà anche.

Sono passate quasi due ore, finalmente ci dirigiamo verso casa, quando da lontano scorgo una sagoma. La vedo un po' sfuocata a causa della mia miopia, si sta allontanando dalla nostra porta.

Mi giro e grido: «Papà, guarda!» indico con la mano verso la casa, ma l'individuo scompare.

Sorride e mi domanda: «Che succede, tesoro?»

Lo guardo incredula, poi rispondo: «No... niente, avevo visto una persona correre via da quella parte, ma l'avrò soltanto immaginata.»

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