~Si svela tutto, si entra nei casini~

- Allora... È una lunga storia. Però prima devi sapere una cosa. Io sono una specie di mezzosangue. Ossia: mia mamma è una maga nata babbana. Mio papà invece fa parte di una nobilissima stirpe bulgara. I miei genitori hanno divorziato quando ero piccolissimo, perché i miei nonni paterni non accettavano il fatto che mio padre avesse sposato una nata babbana. Avevano deciso che io sarei stato nelle mani di mia madre fino ai undici anni e che dai dodici sarei stato con mio padre.
Mia mamma voleva mandarmi ad Hogwarts e mio padre a Durmstrang e il giorno stesso dello Smistamento era il mio compleanno (scusa se non te l'ho detto), così a mezzanotte in punto di quel giorno fui prelevato e spedito direttamente a Durmstrang. Odiavo quella scuola il primo anno. La detestavo, specialmente perché al confronto di Hogwarts è orribile e rozza. E poi non conoscevo la loro lingua. E mi mancavi. Eccome se mi mancavi. Poi però feci molte amicizie lì. Molti amici fedeli e sinceri, che mi ricordavano te e Stella. Volevo scriverti, ma da noi le regole sono severissime: possiamo scrivere solo ai nostri familiari.

- Okey, ora capisco. Dimmi altro...

- Sono diventato molto popolare... Molte ragazzine mi vengono dietro dicendomi che sono "gentile e diverso dagli altri, dolce". Sono stato fidanzato diverse volte, ma tutte le ragazze con cui stavo mi ricordavano te. E io non ne potevo più. Ti odiavo semplicemente per il fatto che mi avevi stregato. Poi ti ho superato, sono riuscito a cacciarti dai miei pensieri, circa un anno fa. MA OVVIAMENTE QUEST'ANNO CI DICONO CHE DOBBIAMO ANDARE AD HOGWARTS! Ma posso essere così sfigato?

- Direi che ci sta proprio un bel "Mai 'na gioia" qua.

- Che?

- Niente... Cose babbane che mi insegna Stella.

- A proposito di Stella... - chiese poi lui. - Ha scoperto chi erano i suoi genitori maghi?

- No... Nemmeno la McGranitt lo sa. Quella lettera era stata scritta tempo prima da Albus Silente, il preside famoso della guerra con Voldemort ecc...

- Sì, sì. So chi è.

- Ecco, e stavo dicendo che fu scritta molto tempo prima. Forse anche prima che fosse nata lei. E quindi la McGranitt non sa niente. Lei continua a vivere la sua vita con i genitori babbani ma non si capisce veramente niente sulle sue origini.

- Ah, brutta roba. Meglio non parlarne con lei no?

- Sì, assolutamente.

- Che ore sono? - mi chiese.

- Le sei di sera. - dissi guardando il mio orologio babbano che mi aveva regalato Stella per il mio compleanno.

- Direi che possiamo andare. Ciao Anna, mi ha fatto piacere chiarire le cose. Ci sentiamo!

- Ciao Stef... - stavo per finire la frase ed abbracciarlo quando però inciampai sul tappeto. Gli caddi letteralmente addosso e ruzzolammo fuori dalla stanza assieme. Quando ci guardammo scoppiammo a ridere come due matti, forse anche per sgonfiare la tensione che si era creata. Passammo circa cinque buoni minuti a ridere, poi ci calmammo. Lui mi guardò intensamente. Era lo stesso sguardo che era avvenuto sei anni prima. Peccato che adesso eravamo a circa venti centimetri di distanza e le nostre mani si toccavano. Io mi avvicinai, sentivo il suo respiro sulle mie labbra.

Poi però distolse lo sguardo e si ritrasse, io ne rimasi molto delusa.

- Allora... Ciao Stefan. - dissi fredda.

Presi e me ne andai, abbastanza incavolata. Perché no? Tanto poi poteva dirmi che era stato un errore. Perché non mi aveva baciata?

Ero sconfortatissima. Così andai nel mio posto preferito, la guferia. Mi sedetti su una sporgenza e chiamai un gufo della scuola. Presi una pergamena e una penna d'oca che stava sempre lì per chi doveva mandare lettere e scrissi una lettera ai miei genitori.

Cari mamma e papà,
come va? Io abbastanza bene. Lo so che sono solo passati due giorni da quando ci siamo visti ma devo dirvi una cosa troppo bella... la McGranitt in persona mi ha chiesto se mi iscrivevo al Torneo! E ovviamente l'ho fatto. Voi cosa ne pensate? Dicono i risultati domani... Se vengo scelta spero che non siate troppo in ansia per me. Come sta Nico? Si sposa? Io voglio ASSOLUTAMENTE che si sposi! E niente... Come secondo giorno di scuola va abbastanza bene.
A presto,
Anna.

Finii di scrivere la lettera e la diedi ad un gufo di passaggio. Poi mi sedetti a "contemplare" la vita. Quasi mi ero dimenticata di Stefan. Sentii dei passi dietro di me.

- Anche l'anno scorso venivi spesso qua, Tassa. - Era Luke, che con mio grande imbarazzo si era seduto a fianco a me.

- Mi stalkeri per caso?

- Abbastanza, sei una ragazza interessante.

- Grazie per il complimento.

- Senti Tassa, devo chiederti una cosa per le ripetizioni del Sabato.

- Dai... Non chiamarle ripetizioni. Sono diciamo "aiuti".

- Sì certo. Pensala come vuoi. Comunque... Dove le facciamo?

- Credo in aula di difese dalle arti oscure, tanto è sempre vuota il sabato.

- Okeeey capo. Sei carina lo sai? -mi disse come se niente fosse.

- Uffa! Perché voi uomini siete sempre così... così... Complicati?!- Gli sbraitai io.

- Parla quella che mi ha appena urlato contro dopo un complimento - Sembrava arrabbiato, ma sotto il naso nascondeva un ghigno che era troppo divertente.

Così scoppiai a ridere.

- Perché ridi Tassa? - mi chiese quasi serio.

- Perché sei troppo fuori di testa-

- E poi sono io quello complicato. Comunque... - disse mentre faceva scintillare i suoi occhi verdi. - Dimmi un po', qual è il tuo Patronus?

- E a te che interessa? Lo scoprirai sabato.

- Ma mancano - fece un veloce calcolo - Quattro giorni!

- Cavoli tuoi! - dissi scherzando. Mi alzai e me ne andai, era bello lasciarlo in sospeso. Poi però mentre mi stavo allontanando mi prese per un polso e mi fece voltare. E nel giro di due secondi mi baciò.

- Dopo questo non puoi non dirmi qual è il tuo patronus, Tassa. - mi sussurrò all' orecchio.

- Ma allora sei proprio fissato! - lo guardai dolcemente, poi mi voltai e mi posizionai bene. Pensai all'energia che mi aveva dato il bacio di prima. Pensai alla felicità che mi aveva creato. E in semplici parole dissi:

- Expecto Patronum! - La mia bacchetta vibrò fortissimamente. Uscì una luce intensa bianca, che pian piano si formò in un'aquila gigantesca. Volò insieme ai gufi in cerchio e poi si posò sulla mia spalla.

- Sei fantastica. - disse Luke senza parole.

- Lo so! - lo baciai sulla guancia e me ne andai.  L'aquila che avevo in spalla prese il volo e scomparve.

Ma cosa stava succedendo?
Luke? Quello che neanche mi guardava? Si era... fidanzato con me?

"Aspetta... Ma noi siamo fidanzati?" pensai.

E così corsi indietro per chiederglielo. Lui era lì che scriveva una lettera.

- Non riesci a resistermi per poco più di un minuto Tassa? -

- Ma quindi... Tu mi ami?

- Esattamente, grande deduzione Sherlock.

- Ma da quando?

- Da ehm....
Poi arrivò Stella di corsa dentro la guferia.

- Glie l'hai detto finalmente Luke?-

- Sì... - disse lui imbarazzato.

- Alleluia! Non ne potevo più...

- Ma cos... - tentai di dire io

- A tavola! Si mangia!!! -

- Stel...

- Te lo spiego dopo. Ora andiamo.

Buonsalve miei adoratissimi pandacorni! Come butta?! Oggi sono molto fashon e trendy. Per me comunque adesso è tardissimo (sto scrivendo alle 22 di sera) perché di solito schiatto dopo le 21:30... Vi sembra possibile?!
Avviso importantissimo:
VI LOVVO
*gente stupita che applaudisce
*giudici che valutano il mio talento
*il mio cervello che fa l'ahola.
Sto impazzendo salvatemi.
Ma adesso vi saluto.
Ciauuuuuuuuu 💜💜💜
Anna
Ps: Ginny o Luna?
Pps: perché devo sempre fare sti titoli del genitale maschile?!

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