~1st September~

Era appena suonata la sveglia, ma io ero già in piedi vestita di tutto punto. Avevo una camicia a scacchi bianca e nera con dei jeans blu chiaro strappati. Le All Star argentate davano un tocco di lucentezza al tutto. Lo ammetto, non mi so vestire, avevo preso i vestiti che reputavo abbastanza carini e li avevo mischiati insieme. Ma ritorniamo al punto.

Ero stata sveglia tutta la notte in attesa dell'inizio della scuola. Era il mio primo anno ed ero molto emozionata. Avevo praticamente studiato tutto e sapevo già fare diversi incantesimi. Sì lo so, sarete ovviamente sorpesi perché ho detto incantesimi... Vado ad Hogwarts, va bene? E sono una strega. La mia famiglia è una nobile purosangue tassorosso. Tutti ma proprio tutti sono tassorosso. E solo io mi sento diversa.... Ma ritorniamo per l'ennesima volta al punto.

Mia madre entrò in camera mia e non fu per niente sorpresa di trovarmi già pronta, lei mi conosceva molto bene, anche troppo.

- La mia piccola ha già undici anni! - disse abbracciandomi e piangendo.

- Lo so mamma... Ma ora dobbiamo andare, lo sai che voglio essere lì almeno un'ora prima e voglio conoscere gente nuova! - (nonostante mi sentissi diversa ero anche una tassorosso in fondo).

- Lo so tesoro... Ma prima saluta tuo padre e tuo fratello. - mi rispose.

Così presi il baule e scesi le scale per incontrare i due uomini di casa. Mio padre aveva le lacrime agli occhi e mi guardava dolcemente.

- Fai la brava, ragazzina...- mi disse abbracciandomi.

Mio fratello maggiore (avevamo quattordici anni di differenza, era come un secondo padre per me) non riusciva a credere che fossi così grande. Mi sussurrò:

- Ascolta, i dormitori di tassorosso si trovano vicino alle... -

- Ma scusa un attimo! Secondo te devo per forza andare a tassorosso?! - dissi sperando che mi capisse.

Lui per un po' mi guardò severo poi, come succedeva quando ero piccola, si sciolse e mi abbracciò forte.

- Nico, ti prego bada alla mamma e al papà e salutami la tua fidanzatina! - dissi soffocando una risata.

Poi mi voltai verso la mia famiglia, era strano non essere più fra le loro braccia... Ma io ero troppo curiosa del nuovo mondo che mi aspettava e corsi verso la porta.

- Aspetta! - urlò mio padre.

- Non vorrai mica andare ad Hogwarts senza il tuo animale! - disse mio fratello quasi scherzando.

Poi si voltò e scese in cantina. Ritornò con in mano un piccolo micetto bianco con una riga nera che partiva dal muso e proseguiva fino alla coda, infine il suo musino era di un rosa pallido.

- Scegli tu il nome, è un piccolo maschietto trovatello e quando l'ho visto ho pensato subito a te - disse sfoderando la bacchetta per spostarmi un ciuffo di capelli che avevo in viso.

Effettivamente era similissimo a me. Aveva gli stessi occhi neri profondi e l'aspetto molto simile, cioè io ero pallidissima ma avevo una chioma riccia nera.

Lo presi con timidezza e lo misi dentro la mia borsa praticamente vuota, se non contiamo la bacchetta e due o tre cianfrusaglie, e lui non contestò neppure (cosa molto strana per un gatto randagio).

Poi io e mia madre uscimmo dalla nostra villa e guardando tristemente la collina dove avevo passato tutta la mia infanzia, presi la mano di mia mamma e ci smaterializzammo. Strinsi forte la mia borsa perché avevo paura che il mio nuovo amico scivolasse via e in un attimo ci ritrovammo davanti alla stazione di King's Cross.

- Prima che tu vada devo dirti una cosa, piccola - mi disse mia madre, che mi aveva avvertito che doveva andare via prima e che mi avrebbe lasciato sola (cosa che mi lasciò un po' delusa, ma dato che mia madre era un'importante manager del ministero potevo capire).

"Anche se tu finissi in un'altra casata e non in tassorosso fa niente, nonostante quello che dica tuo fratello o tuo padre noi ti sosterremo comunque... E un ultimo segreto della nostra famiglia, quando il cappello si poserà sulla tua testa potrà succedere che i tuoi capelli cambino colore...

"Cosa?!" urlai io spaventata.

"Sta tranquilla, assumerà il colore della casata che appartieni e dopo scomparirà quasi del tutto... Solo una ciocca resterà con quel colore per il resto della tua vita" e allora mi mostrò la sua ciocca gialla.

"Wow! Che figata!"

"I toni!" mi urlò lei.

"Ok, mamma" dissi seccata.

"Guardami dritto negli occhi" mi disse poi e così io feci.

"Sei l'unica femmina della famiglia cara mia, cerca di comportarti da vera e propria Tassorosso che sei, anche se non lo sarai. Intesi?"

"Certamente!" dissi decisa, trattenendo una risata.

"Va bene, dai" poi mi baciò in fronte e con le lacrime che ormai fuoriscivano dal corpo mi disse:

"Fai la brava Anna Tassorosso, onora la tua più grande antenata. "

...
Si sono l'antenata di Tosca Tassorosso ok? Non volevo dirlo subito mi fa sentire più importante di quello che sono, ma ritorniamo per la seicentesima volta al punto.
...

"Lo farò mamma.."
Poi lei mi diede un ultimo abbraccio, mi guardò severa e mi disse:

"E fatti un fidanzato che questa bellezza non va sprecata!"

La guardai imbarazzata e per fortuna poi scomparve perché ero sul punto di esplodere...

Mi voltai e ammirai il treno in tutto il suo splendore. Feci un bel respiro ed entrai.

~Dopo pochi minuti~

Stavo sistemando il mio baule in uno scompartimento vuoto. Una volta che mi misi seduta aprii la borsa dove stava il mio piccolo amico, ma appena tirai la zip che chiudeva la borsa lui sgusciò fuori e scappò fuori dal treno.

"Ma un gufo non me lo potevano regalare, dico io?!" borbottai tra me e me.

Così scendendo dal treno e rincorrendo il gatto andai per poco a sbattere su un gruppo di ragazzetti.

"Ma stai attenta! Ma non guardi dove metti i piedi quando cammini?!" sbraitó una ragazza della mia età.

"Scusate, stavo rincorrendo il mio gatto. Comunque mi fa piacere conosc..."

"Sai... non ti ho mai visto. Magari sei una sanguesporco, la faccia carina ed ingenua ce l'hai dopotutto. O forse mi sbaglio?" disse con aria strafottente. Poi ci furono diverse risate da tutte le parti.

Allora io alzai lo sguardo. Era una di quelle ragazze che mio padre mi aveva detto di stare alla larga. Come osava dirmi una simile parola?! Ero l'antenata di Tosca Tassorosso, cavolo! Ma, ovviamente, la mia indole ad essere buona prevaleva.

"No. Io non so nata babbana e neanche nata da un solo mago" (odiavo usare termini come mezzosangue o sanguesporco).

"Faccio parte di una famiglia purosangue." (cosa che non era proprio vera ma in quel caso dovevo mentire).

"E quale, sentiamo?"

"I Tassorosso." A quel punto tutti si ammutolirono.

Lei scoppiò a ridere, ma fu l'unica, perché molti sembravano essere spaventati (forse perché avevano insultato una parente di Tosca Tassorosso).

"Tu? Tassorosso? divertente!"

"È vero!" ribattei io.

"Ma... Anche se lo fosse" pensò un attimo cosa dire e poi aggiunse: "avete proprio una bella casa di sfigati!" lei rise ma tutti la guardavano male.

A quel punto arrivò suo padre che da lontano aveva assistito tutta la scena.

"Se scusate un attimo prendo mia figlia" disse con voce acuta.

Li sentii parlottare tra loro sentendo solo parole come "potenti", "ricchi", "importanti". E poi vidi il mio gattino che intanto era tornato. Si stava sfrusciando sulle mie gambe, così lo presi in braccio e mi voltai. Poi improvvisamente sentii una voce acuta provenire dalla mia destra.
"Che brava che sei stata!" disse una ragazzina bionda con gli occhi castani che aveva assistito a tutta la scena.

"Sicura di te stessa, senza abbassare lo sguardo! Veramente, wow!"

"In realtà io non ho fatto proprio niente."

"Ma cosa dici?! Hai completamente zittito quella bulletta!" disse emozionata "E poi a vederti, senza offesa, sembri una piccola ragazza gracile e insicura, ma quando gli hai detto da che famiglia provenivi hai usato un tono sicurissimo e fermo. Davvero brava!"

"Se lo dici tu... Comunque io sono Anna" dissi presentandomi.

"Anna Tassorosso" concluse lei. Poi fece una specie di inchino e cadde a terra a gambe all'aria.

Così tutte e due scoppiammo a ridere. Sapevo che quella sarebbe stata un'amicizia fantastica...

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