capitolo sette

OLIVIA


"Ciao!"

Olivia fissò a bocca aperta Benjamin che, con tutta tranquillità del mondo la stava aspettando davanti l'ingresso della sua scuola: le mani in tasca, il berretto ben calato sulla testa e il sorriso con fossette annesse sul volto: "Che ci fai qui?" gli domandò, prendendolo per una manica e trascinandolo via, sperando che nessuno li vedesse.

Era stata pura fortuna il fatto che Marie l'avesse portata di urgenza nel bagno scolastico, mostrandole con il volto rigato dalle lacrime, le poche righe con cui veniva lasciata dal ragazzo che frequentava da un paio di mesi.

Lasciata con un messaggio e qualche settimana prima di Natale...

Marie era esplosa in un pianto disperato e solo la promessa di una serata dove inveivano contro il genere maschile aveva messo fine a tutto quello: "Ti aspettavo per darti questi?" le chiese Benjamin, impuntandosi e costringendola a fermarsi, mostrandole il sacchetto di plastica trasparente, con i pan di zenzero al suo interno.

Olivia lo prese, aprendolo e fissando i piccoli omini che sembravano usciti da una panetteria: le sembrava strano che fossero stati fatti da quel ragazzo.

"Ma perché davanti la mia scuola?" gli domandò, prendendone uno e guardandolo più da vicino: adesso notava qualche imperfezione qua e là, segno che erano frutto di un lavoro casalingo.

"Non sapevo dove aspettarti e stavi ignorando tutti i messaggi che ti ho mandato" bofonchiò Benjamin e Olivia storse il naso, aveva ignorato i messaggi che le erano arrivati mentre passava a Marie i fazzoletti per soffiarsi il naso e, poi, non pensava assolutamente che potessero provenire da Benjamin. Si era anche dimenticata, fino a quel momento, di avergli dato il suo numero il giorno: "Senti, possiamo andare in un posto con una temperatura da esseri umani? Mi sono congelato mentre ti aspettavo. Perché ci hai messo così tanto?" le domandò lui, incassando la testa dentro il bavero del giubbotto e fissandola, in attesa di una risposta.

"Urgenza."

"Ovvero?"

"Amica. Bagno. Crisi isterica perchè il ragazzo l'ha lasciata prima di Natale..."

"Ah. Che cosa brutta" mormorò Benjamin, mentre cominciavano ad avviarsi lungo il marciapiede, raggiungendo una delle vie più grandi. Superarono la fermata della metropolitana: in un giorno normale, Olivia sarebbe scesa per le scale e preso il treno che l'avrebbe condotta a casa: "Dopo la piazza lì c'è uno Starbucks, mi pare" la informò Benjamin, indicando un punto più avanti della strada.

Olivia annuì, conoscendo bene quella sede del noto marchio: alle volte ci andava con Marie, altre da sola per studiare prima di andare a casa...

Prese uno dei pan di zenzero, guardandolo e poi staccandogli la testa con un morso, assaporando il sapore ricco e speziato: "Che buoni. Li hai davvero fatti tu?" gli domandò, voltandosi verso Benjamin e trovandolo che la fissava con la bocca aperta.

Lo vide annuire appena, prima di lasciare andare un sospiro: "E tu hai davvero decapitato un omino con un morso?" le domandò, scuotendo appena la testa: "Assassina."

"Disse il ladro"

"Tregua, per favore" Olivia sorrise al tono esasperato e vedendolo alzare il volto verso il cielo; anche quel giorno le nuvole minacciavano pioggia se non addirittura neve: "Se volevi tanto giocarci, potevi prenderlo subito invece di aspettare..."

"Non era per me, ma per Laurent."

"Il tuo ragazzo?"

"Mio fratello" gli rispose Olivia, scuotendo la testa e finendo l'omino che aveva decapitato con pochi morsi: "Glielo volevo prendere come regalo di Natale e come ringraziamento per avermi accolta in casa sua."

"I tuoi ti hanno abbandonata?"

"No" borbottò Olivia, fissandolo con lo sguardo assottigliato, prima di prendere un secondo omino e ripetere l'operazione di decapitazione: "Si sono solo trasferiti e non volevo cambiare completamente anche io: qui ho le mie amicizie, i miei luoghi..."

Si fermarono davanti le vetrate di Starbucks e Olivia finì velocemente il secondo biscotto, mettendo gli altri al sicuro all'interno del suo zaino, entrando poi dentro il locale dopo Benjamin: "Oh sì. Temperatura decente" lo sentì sospirare, facendola ridacchiare.

Quel ragazzo aveva proprio freddo, non stava scherzando o esagerando.

"Non sopporti proprio il freddo, eh?"

"Non sopporto le temperature estreme: quando fa troppo caldo o troppo freddo, io sono da temperatura mite. Mia madre dice che sono una rottura di scatole in ogni stagione" le spiegò, voltandosi poi verso il ragazzo al di là del bancone e facendo la sua ordinazione; Olivia lo imitò, pagando per entrambi come segno di ringraziamento per i biscotti e poi si misero in coda, attendendo che i loro latte - uno allo zenzero e uno al caramello - venissero preparati.

Quel giorno, il locale era pieno e Olivia dubitava avrebbero trovato posto a sedere.

"Che cosa regalerai a tuo fratello?" le domandò Benjamin, appoggiandosi contro il muro e prendendola per un manica, impedendo così che un tipo le andasse a sbattere contro con il suo bicchiere stretto fra le mani.

"Ho ripiegato su Lies of P."

"Bello, ottima scelta. Secondo me merita molto più di Spider-Man" dichiarò Benjamin, sorridendole maggiormente e accentuando le fossette ai lati della bocca.

Olivia storse la bocca, lasciando andare un sospiro: "Ce l'ho ancora con te" dichiarò, punzecchiandogli la spalla con il dito indice e vedendolo sorridere maggiormente.

"Mi farò perdonare."

"Lo spero per te."


a/n: un po' in ritardo, ma anche oggi ce l'abbiamo fatta!

Beh, il ritardo è stato dovuto per il fatto di aver postato il primo capitolo de La vie en rose - parte 2. Comunque eccoci di nuovo qua: nuovo giorno, nuovo capitolo. Come sempre.

Passo subito ai discorsi di rito: scusate per gli errori, ormai sto letteralmente scrivendo e postando.

Grazie per tutto il supporto (stelline, letture e  commenti) e noi ci vediamo domani con un nuovo capitolo!

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