capitolo cinque
OLIVIA
Olivia sbadigliò, appoggiata al bancone della cucina e osservando il panorama fuori dalla finestra: altre case dominavano tutto ciò che si vedeva oltre il pannello di vetro, i tetti scuri e poi il cielo coperto con cui Parigi si era svegliata quella mattina.
Strinse la tazza con entrambe le mani, aspirando il profumo caldo e denso del caffellatte e sorseggiandolo appena: il pigiama di pile le copriva il corpo e la proteggeva in parte dal freddo, i riscaldamenti erano stati accesi ma ancora le stanze non si erano riscaldate.
"Sbrigati" tuonò la voce di suo fratello Laurent, mentre compariva nel varco della porta, vestito di tutto punto. La divisa blu della gendarmeria era in parte coperta dal giubbotto di ordinanza di una bella tonalità accesa dello stesso colore, mentre al fianco pendeva la fondina vuota.
Laurent non portava mai la pistola in casa, forse temendo che la sorellina potesse fare qualche danno, magari impazzire e andare a sparare a giro per le strade di Parigi.
Oppure avrebbe potuto andare a casa del ladro, sparargli e recuperare ciò che era suo di diritto.
Sospirò, sorseggiando il suo caffelatte, mentre il suo cervello traditore le portava alla mente il volto sorridente del ladro - Benjamin - e quelle fossette adorabili che comparivano ogni volta lui le regalava un sorriso, in pratica sempre.
Se non le avesse rubato quell'ultima copia di Spider-Man 2 le sarebbe anche piaciuto, le sarebbe piaciuto le attenzioni che lui le rivolgeva e gli avrebbe offerto volentieri quell'appuntamento che le aveva richiesto per due giorni di seguito, ai quali era sfuggita entrambe le volte.
Ma lui le aveva fatto quell'affronto e lei non era tipo da dimenticare.
"Oggi rimango a casa" decretò, quando suo fratello la esortò nuovamente a sbrigarsi.
"Stai male?"
"Ho freddo" borbottò Olivia, stringendo meglio la tazza fra le mani: non aveva il coraggio di affrontare le temperature esterne, inoltre quel giorno non aveva niente di particolare a scuola, poteva permettersi di rimanere a casa, passare la mattinata spaparanzata sul divano e poi magari uscire per comprare gli ultimi regali di Natale.
"Tu hai freddo? Tu che andrai dentro una scuola, con il riscaldamento e tutto?" suo fratello scosse il capo, indicando poi la sua divisa: "Vuoi venire con me a pattugliare le strade?"
"Sai, non sei carino quando fai così" Olvia mugugnò ogni parola da sopra il bordo della tazza, fissando male il fratello: "Ci credo che non trovi nessuna."
"Chi te lo dice?"
"Il fatto che sei sempre a casa la sera? Non ti ho mai visto andar fuori per un appuntamento da quando vivo con te."
Da quando si era trasferita in quel piccolo appartamento a Montmartre, così lontano zona dove viveva con i loro genitori, non aveva mai visto uscire Laurent di sera: rientrava all'ora di cena e rimaneva con lei per tutta la serata.
Non riceveva chiamate particolari, non lo vedeva andare a parlare in un'altra stanza per non farsi sentire da lei.
Erano tutti atteggiamenti che mal si addicevano a una persona impegnata: Laurent aveva vibes da single e le emanava a ogni passo.
"Sorellina, mai pensato che magari potrei sbatt..."
"Non voglio saperlo. Non voglio saperlo" Olivia scosse il capo, posando la tazza sul piano, portandosi entrambe le mani alle orecchie e continuando la sua cantilena, guardando il fratello scuotere il capo e poi muovere le labbra come se stesse sbuffando.
"Sbrigati" le ordinò nuovamente, puntandole il dito contro e assumendo un tono più deciso, quasi genitoriale.
"Lo guardò, piegando le labbra in un broncio e rimase a fissarlo, sperando di smuovere la pietà dentro di lui: Ti prego. Solo per oggi" pigolò, allungando una mano nella sua direzione e muovendo le dita come a invitarlo a stringere le sue.
"Papà mi ha detto..."
"Sto male" lo interruppe lei: se stava male non poteva andare a scuola.
"Al culo stai male" le disse il fratello, assottigliando lo sguardo: "Hai cinque minuti" continuò, portandosi le mani ai fianchi, appena sopra la cintura.
La stessa posa che assumeva il loro padre quando voleva essere obbedito: Laurent ne era diventato una versione più giovane.
"Mi fa male la pancia" borbottò Olivia, mentre il suo cervello trovava la scusa perfetta: "Ho le mie cose."
Suo fratello non le avrebbe chiesto assolutamente niente.
Lo vide sospirare, portarsi una mano alla fronte e massaggiarla, passandosi poi una mano fra i capelli rossi: Laurent aveva una tonalità più scura di rosso, rispetto a lei, e gliela invidiava.
"Che cosa hai oggi?"
Olivia sorrise, gongolando dentro di sé per la vittoria ottenuta: "Lezioni normali, una supplenza perché la professoressa Bacri ha una visita di controllo..." si fermò, dondolando appena la testa, cercando di ricordare cos'altro aveva quel giorno: "Nulla di importante, a conti fatti."
Con le vacanze natalizie praticamente dietro l'angolo - mancavano ancora due settimane, erano dietro l'angolo - i professori si erano un po' rilassati e anche le lezioni avevano seguito quell'andamento.
Era inutile introdurre argomenti nuovi, quando ci sarebbe stato un blocco di lì a poco e i compiti e i test in classe erano tutti organizzati per le settimane successive.
"Solo per oggi" le intimò Laurent, allacciandosi il giaccone blu e guardandola torvo.
"Te l'ho detto che sei il mio fratello preferito?"
"Forse perché non ne hai altri?" le disse Laurent, grondando sarcasmo da ogni parola, fissandola poi in volto: "Oli, se scopro che hai saltato un compito..."
"Puoi chiedere a Marie."
"Quella ti coprirebbe anche nel caso di omicidio" Laurent sospirò, infilandosi i guanti di ordinanza e scuotendo appena la testa.
Sì, in effetti Marie, la sua migliore amica, sarebbe stata capace di dichiarare la sua innocenza sempre e comunque. Stessa cosa lei.
Magari avrebbe potuto aiutarla a vendicarsi del ladro - Benjamin -, avrebbero potuto escogitare un piano dove si riprendevano Spider-Man 2 e gliela facevano pagare...
"Ci sarà un motivo se è la mia migliore amica" commentò Olivia, con la dolcezza nella voce e sorridendo al fratello: "Ci vediamo stasera! Proteggi questa città!"
"Io ti spedisco da papà e mamma."
"Provaci, se ne hai il coraggio" gli disse di rimando Olivia, sistemandosi meglio al bancone e osservandolo, mentre si avviava verso l'ingresso di casa.
"Non sfidarmi, Oli" decretò suo fratello, con la mano sulla maniglia del portone, ancora girato verso di lei: "A stasera" le disse, prima di uscire e lasciarla completamente sola.
Sola, in una casa riscaldata e con l'intera giornata davanti a sé.
a/n: ed eccoci qua, con un nuovo capitolo. Leggermente in ritardo, rispetto al mio solito, ma oggi è stata dura tenere la concentrazione sul capitolo...
Sopratutto con la pancia piena di sushi e la voglia di dormire che si era impossessata del mio corpo.
Comunque eccoci qua, Olivia e Laurent in una tranquilla scena mattutina, e Benjamin presente nei pensieri di lei.
Come andrà avanti? Chi lo sa!
Io vi do appuntamento a domani con un nuovo capitolo.
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