CAPITOLO 7 - FINE DELLA CACCIA
Appena Kaoru arrivò a casa dei suoi, sua madre Mikoto lo accolse a braccia aperte e lo condusse nella sala da pranzo. La tavola era già apparecchiata per tre e dopo pochi minuti arrivò anche Goro Shimizu, suo padre.
Sedendosi sua madre lo guardò tutta felice "Che bello Kaoru averti qui con noi. Di solito siamo solo io e tuo padre, naturalmente quando lui si degna di lasciare il suo studio e scendere a cena... Adesso siamo una vera famiglia, peccato non ci sia anche tuo fratello Taki..."
Disse quell'ultima frase guardando seria Goro, visto che era stato lui ad insistere perché non fosse invitato.
Suo padre strinse i pugni, ma non disse niente, avevano già discusso a sufficienza riguardo al loro figlio maggiore.
Iniziarono a mangiare in silenzio, ma dopo poco sua madre decise di romperlo, voleva veramente che quella cena fosse un vero momento in famiglia.
"Allora Kaoru sei emozionato? Io tantissimo, fra solo due giorni ti sposerai. Sembra ieri che giocavi spensierato in giardino con il tuo amico Ludovic"
Kaoru sobbalzò sentendo quel nome e fu invaso da mille immagini di loro due bambini dentro e fuori quella grande casa.
Cercò di scacciare quei ricordi per mantenere la concentrazione e non farsi prendere dalla tristezza per la sua mancanza.
Valutò che cosa rispondere a sua madre, arrivando alla conclusione che era meglio dirle subito la verità e non farla illudere, era lì proprio per quel motivo.
"Questa sera sono qui proprio per parlarvi del mio matrimonio." Si girò a guardare suo padre e poi proseguì "Io non mi sposo."
Sua madre lo guardò esterrefatta.
Suo padre batté sul tavolo il calice che aveva in mano troppo forte, rompendo lo stelo e rovesciando il suo contenuto sulla tovaglia intonsa.
"Che cosa ti salta in mente? Hai parlato con tuo fratello? Avrei dovuto stare più attento, ho sempre saputo che Taki ha una grande influenza su di te..."
Kaoru sentì la rabbia assalirlo, suo padre lo considerava ancora un ragazzino che non era capace di prendere una decisione da solo. Non era cambiato niente in tutti quegli anni.
"Taki non c'entra niente. È una mia decisione. Solo mia!"
Suo padre lo guardò scettico "Si può sapere perché a due giorni dal matrimonio avresti cambiato idea?"
Kaoru cercò di mantenere la calma "Perché mi sono reso conto che un matrimonio non può essere un contratto d'affari."
Goro sorrise "Ti sbagli. Nella storia le più grandi alleanze sono state stipulate con dei matrimoni. Il matrimonio non ha nulla a che fare con i sentimenti."
"Non a Tokyo nel 2021." Ribatté sicuro Kaoru.
Suo padre indurì lo sguardo "Non sarà che quella ragazza ha fatto qualcosa per indispettirti?"
Kaoru scosse la testa "No padre, lei non c'entra niente, è una ragazza perfetta. Sono io che non mi voglio sposare."
Goro stava perdendo la pazienza, così cercò minacciandolo di fargli capire a cosa avrebbe veramente rinunciato "Non sai quello che dici. Fino a ieri eri entusiasta del matrimonio e della prospettiva di assumere il controllo della società. Non c'è bisogno che ti dica che le due cose sono strettamente unite."
Kaoru sospirò si aspettava esattamente questo da suo padre "Lo so, non preoccuparti. Non pretendo niente. L'unica cosa che ti chiedo è di non incolpare Fumiko della mia decisione."
Suo padre stava per ribattere, ma fu anticipato da sua moglie "Tesoro non sarà che ti sei innamorato?"
Kaoru si sentì colto nel vivo, ma cercò di mantenere la sua espressione imperturbabile: non doveva pensare a Ludo visto che probabilmente non l'avrebbe rivisto mai più. "No mamma. Ma penso che non sia giusto costringere qualcuno a sposarsi e togliergli così la possibilità di essere felice."
Mikoto aveva le lacrime agli occhi di fronte alle parole del figlio "Oh tesoro sono molto felice di sentirti parlare così."
Goro per niente, batté il pugno sul tavolo "Basta! Tu domenica farai ciò che devi e poche storie. Se non vuoi che ti disconosca come tuo fratello!"
Sua moglie si intromise "Caro non ti sembra di esagerare e poi Taki sarà sempre nostro figlio."
"No! Io non ho un figlio che va con gli uomini! Taki mi sta disonorando con il suo comportamento!"
Kaoru rimase sorpreso, non pensava che Taki avesse fatto outing davanti ai suoi genitori. Adesso capiva perché suo padre ce l'avesse tanto con lui.
Kaoru si alzò in piedi "Padre, io ho preso la mia decisione e niente e nessuno potrà farmi cambiare idea. Accetterò qualunque punizione tu voglia darmi, ma penso che ci sia un modo più civile per stringere accordi."
Fece un inchino e si avviò alla porta.
Goro era furioso "Aspetta dove credi di andare!? Se varchi quella porta non potrai più tornare indietro!"
Anche Mikoto si alzò e per la prima volta Kaoru la sentì alzare la voce con tono autoritario "Goro smettila di fare il tiranno. Non ti riconosco più, questo non è l'uomo che ho sposato. Devi ascoltare ciò che hanno da dirti i tuoi figli e rispettare le loro decisioni. Sono ormai due uomini."
Kaoru e Goro la guardarono stupiti.
Poi Mikoto si rivolse con tono dolce a suo figlio "Vai pure Kaoru. Ci sentiamo domani. Lascia che ci parli io con lui."
Kaoru sorrise, suo fratello aveva proprio ragione era meglio se lasciava fare a sua madre, era una donna dolce e gentile, ma quando voleva ottenere qualcosa sapeva come farsi rispettare.
Uscì dalla porta sentendo su di sé lo sguardo di disapprovazione di suo padre.
Quello che doveva fare l'aveva fatto e non gli importava molto di ciò che avrebbe deciso suo padre nei suoi confronti. Aveva vissuto 22 anni senza essere minimamente considerato da lui, non poteva peggiorare più di tanto ...
Però una differenza grossa c'era. Allora quella situazione lo opprimeva, ora invece si sentiva leggero, finalmente aveva fatto qualcosa per se stesso, fregandosene del giudizio di suo padre.
Adesso non gli restava che parlare con Fumiko, preferiva sapesse da lui dell'annullamento del matrimonio, sentendo le sue ragioni.
Le mandò un messaggio chiedendole di vedersi il giorno dopo a colazione in un ristorante in centro.
Quella notte dormì tranquillo e rilassato, per la prima volta nella sua vita aveva fatto qualcosa di giusto per il bene di qualcun altro infischiandosene delle conseguenze.
Quando arrivò al luogo dell'appuntamento vide Fumiko già seduta ad un tavolino che lo stava aspettando. Forse Heiji le aveva già parlato, perché appena lo vide gli rivolse un dolcissimo sorriso.
"Kaoru-kun ben arrivato."
"Ciao Fumiko"
Dopo aver chiamato la cameriera ed aver ordinato un caffè si sedette di fronte alla ragazza.
"Ti ho fatto venire qui perché ho bisogno di parlarti di una cosa molto importante. Non so se Heiji ti ha già detto qualcosa."
Fumiko gli fece cenno di sì "Mi ha detto che tutto si risolverà ..."
Kaoru proseguì "Ieri sera ho parlato con mio padre e gli ho detto che non ho nessuna intenzione di sposarmi."
La ragazza si mosse nervosa sulla sedia.
Lui capì immediatamente il suo timore "Tranquilla, gli ho precisato che non è affatto colpa tua. Sono io che non sono d'accordo ad un matrimonio d'affari. Quindi domani non ci sarà nessuna celebrazione. Penso che questa mattina mio padre chiamerà tuo padre e ne discuteranno. Ma niente potrà farmi cambiare idea."
Fumiko non sapeva cosa dire aveva gli occhi colmi di lacrime, questa volta però erano lacrime di gioia.
Kaoru le prese la mano "Fammi sapere se succede qualcosa. Farò di tutto per proteggerti da eventuali ritorsioni per questa mia decisione."
"Grazie infinite Kaoru-kun. E a te cosa succederà?"
Lui sorrise "Non ti preoccupare, non sono mai stato il preferito di mio padre ... e poi qualcuno mi ha già offerto un posto di lavoro."
Poi guardò la ragazza negli occhi e proseguì "Dovresti lottare per ciò che ami, altrimenti non sarai mai felice. Io per paura ho detto addio all'unica persona che abbia mai amato e adesso l'ho persa per sempre."
Si rese conto che il suo tono di voce era diventato triste e carico di amarezza.
Anche Fumiko se ne accorse e gli strinse maggiormente le mani, soprattutto perché aveva capito perfettamente di chi stesse parlando.
Anche lei l'aveva perso, ma lui non era mai stato suo.
"Sono sicura che Ludo ti ama ancora. Non ha mai smesso, anche quando stavamo insieme sentivo che il suo cuore non mi apparteneva. Non si può dimenticare un amore così grande. Non devi perdere la speranza..."
Dalla dolcezza con cui parlava di Ludovic e dal sentimento che traspariva dalle sue parole si capiva che stava parlando anche del suo amore per il biondo. Anche se si era arresa non avrebbe mai smesso di amarlo.
Kaoru era sorpreso, ma forse neanche più di tanto, Fumiko era una persona molto sensibile e attenta agli altri, era sempre stato così anche in passato. Così senza volerlo le rispose sinceramente "Se n'è andato per sempre e non so dove ..."
Lei gli sorrise "Siete uniti dal filo rosso del destino e sono certa che prima o poi vi incontrerete di nuovo."
Kaoru la guardò negli occhi e non resistette, le diede un bacio su una guancia e le disse solamente "Grazie" le sue parole avevano alleviato un po' la sua sofferenza.
Dopo qualche giorno di putiferio causato dal dover disdire tutto e dal clamore della notizia, piano piano la vita di Kaoru riprese a scorrere tranquillamente.
Anche se grazie all'intervento di Mikoto suo padre non l'aveva diseredato pubblicamente, ancora non si erano parlati e Kaoru aveva preferito assumersi la responsabilità della sua decisione e non pretendere niente da lui.
Aveva deciso di accettare l'offerta di suo fratello di entrare come socio nello studio che condivideva con quei pazzi dei suoi amici e del suo attuale ragazzo, che non faceva niente per nascondere la loro relazione.
Diverse volte Kaoru li aveva sorpresi in atteggiamenti non proprio professionali e ogni tanto veniva coinvolto suo malgrado nelle loro vicende amorose.
Un giorno Dayu si era presentato nell'ufficio di Kaoru con un lungo impermeabile e aprendolo gli aveva mostrato di indossare solo una "guepiere" nera con annesse calze. Gli aveva candidamente chiesto "Pensi che a Taki possa piacere il mio regalo?"
Kaoru dopo un primo momento di sconcerto gli aveva tirato il telefono in testa.
Un'altra mattina lo aveva trovato sulla fotocopiatrice intento a scannerizzarsi le chiappe per mandarle via mail a suo fratello. Kaoru aveva preferito fare finta di non aver visto niente.
Il momento peggiore fu quando lo aveva trovato sotto la scrivania intento a fare un lavorino a Taki perché quell'idiota di suo fratello non aveva nemmeno chiuso la porta a chiave. Quando era entrato non aveva notato la presenza di Dayu e cosa stesse facendo, Taki aveva cercato di restare impassibile, ma dopo poco Kaoru si era accorto dalla sua espressione che qualcosa non andava. Era andato via urlandogli contro "Siete due deficiente! Che cazzo ci faccio io qui con voi?!".
Da quel giorno aveva preso l'abitudine di farsi annunciare dalla segretaria prima di entrare nell'ufficio di Taki, anche se le sorprese non erano finite. Aveva persino trovato Dayu piegato a novanta sulla scrivania mentre Taki lo possedeva, il biondo lo aveva guardato e gli aveva detto "Vuoi favorire?"
Dayu era un vero esibizionista e a suo fratello non dispiaceva affatto.
A parte questi inconvenienti, a Kaoru piaceva molto il suo nuovo lavoro e vi si era tuffato anima e corpo per evitare di pensare, ma la sera quando si ritrovava da solo la sua mente correva sempre da Ludovic.
Kaoru aveva provato ad avere anche diverse relazioni, ma nessuna era durata più di qualche giorno. Si era reso conto, non senza sgomento, che nelle sue partner ricercava sempre qualche caratteristica che gli ricordasse Ludovic, i capelli biondi, gli occhi azzurri, ma nessuna ragazza reggeva il confronto.
Quando poi faceva sesso nessuna sensazione era paragonabile a quello che aveva provato con lui.
L'amore era il fattore in più che rendeva tutto diverso.
Dopo i primi giorni di incertezza si era deciso a cercarlo con tutti i mezzi a sua disposizione, ma inutilmente. Gli sembrava impossibile non riuscire a trovarlo, ma il mondo era grande, non sapeva nemmeno se avesse lasciato il Giappone oppure no. Probabilmente aveva anche cambiato nome.
Con il passare dei mesi la sua speranza si stava affievolendo e la mancanza farsi sempre più insopportabile, finché una sera tornando a casa dal lavoro un maxi cartellone attirò la sua attenzione, riportava l'immagine di un ragazzo biondo a torso nudo che pubblicizzava una famosa marca di jeans.
Fermò la macchina per guardarlo meglio.
Il ragazzo era di schiena ed era visibile solo una piccola parte del suo viso, ma Kaoru non aveva nessun dubbio, era Ludovic.
Aveva avuto successo quel baka.
Proseguendo la strada vide altre foto della stessa campagna pubblicitaria, alcune anche frontali.
Ludo era diventato ancora più bello, o forse era la lontananza e l'impossibilità di averlo a renderlo così irresistibile.
Kaoru non sapeva cosa fare era impossibile non pensare a lui, quei manifesti erano ovunque, per non parlare dello spot televisivo: Ludo era splendido, aveva addosso solo dei jeans bassi, una ragazza lo toccava e lo baciava poi scendeva con la mano a sbottonargli i pantaloni, ma lui gliela afferrava fermandola.
Kaoru si immaginava ogni volta di essere al posto della ragazza e di non fermarsi affatto...
Una cosa positiva però c'era: adesso aveva una pista.
Con tutte le sue conoscenze, attraverso l'agenzia che aveva realizzato la campagna pubblicitaria, poteva finalmente arrivare a lui.
Si sentì sollevato, quella nuova speranza aveva finalmente sgretolato il macigno che si sentiva sul cuore, però al contempo una nuova paura iniziò a prendere forma: e se dopo averlo trovato non avesse voluto vederlo? E se considerasse la loro storia ormai chiusa e nel frattempo avesse trovato qualcun altro da amare?
Non importava, doveva parlargli e accettare qualunque sua risposta.
Doveva risolvere in un modo o nell'altro quella situazione, non poteva restare per sempre con il dubbio.
Se gli avesse chiesto di non cercarlo più perché non lo amava e non voleva stare con lui, non avrebbe insistito, ma doveva essere veramente ciò che desiderava, senza dubbi, sensi di colpa o strane vendette.
Non gli ci volle molto a rintracciare l'agenzia ed avere informazioni riguardo al suo biondino.
Effettivamente aveva cambiato nome e si trovava spesso all'estero per i suoi molti impegni lavorativi.
Adesso si faceva chiamare Jody e fortunatamente in quei giorni si trovava in Giappone, ad Okinawa, per una nuova pubblicità, così avrebbe potuto raggiungerlo facilmente.
Non riuscì però ad ottenere l'indirizzo del suo albergo, dovette accontentarsi di sapere quando si sarebbe svolto il suo prossimo servizio fotografico.
Trovò una scusa con suo fratello per assentarsi qualche giorno dal lavoro, per il momento preferiva non dirgli la verità, perché se il suo incontro non fosse andato come sperava avrebbe preferito non dovergli raccontare tutto, sarebbe stato troppo doloroso.
Taki non gli fece domande intuendo però dalla sua faccia preoccupata che doveva trattarsi di Ludovic, era l'unico che riusciva a scalfire la sua corazza e fargli perdere la sua impassibilità rendendolo più umano.
Kaoru prenotò il volo e l'albergo e partì immediatamente.
Arrivato ad Okinawa, dopo aver sistemato le sue cose in albergo e aver valutato cosa era meglio fare, decise di incontrarlo al termine del suo lavoro, così avrebbero avuto più tempo per parlare.
Andò ad aspettarlo fuori dal set fotografico, sedendosi a un tavolino di un bar proprio lì di fronte.
Dopo poco lo vide arrivare, lo avrebbe riconosciuto tra mille, rischiò di scaraventare la tazzina del caffè per terra notando che non era solo, ma in compagnia di quel dannato rossino. A quanto pareva aveva tagliato i ponti solo con lui, l'altro se l'era portato dietro sicuramente per scoparselo.
Sentì la gelosia assalirlo, si alzò e con passo svelto gli andò incontro.
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