Nozomi
Quanto tempo è passato?
Minuti, ore? Non riesco a capirlo.
La notte non se ne va e io sono ancora bloccata nel vuoto. Nessun aiuto, nessun ricordo e una strana paura all'idea di lasciare il vagone. Potrei esplorare il treno, potrei trovare qualcuno in grado di aiutarmi; ma l'istinto mi grida di non farlo, di restare dove sono. E in questo momento, il brivido di correre ulteriori rischi non mi alletta nemmeno un po'.
Pensa. Pensa. Deve esserci qualcosa che ti sfugge... rifletti!
Stingo gli occhi, mi spremo le meningi, ripercorrendo più volte le sensazioni e i pensieri che fanno baccano nella mia testa. Affondo sempre di più nella bolla di concentrazione creata intorno a me, ma è inutile. Sento che c'è qualcosa che non ho considerato, ma.. cosa?
Cosa ho fatto, cos'ho dimenticato?
Mi sono trovata in un dormiveglia agitato, le voci mi hanno gridato di svegliarmi e...
.
Un momento.
Le voci?
Spalanco gli occhi, la donna del finestrino grida "Eureka!"con lo sguardo.
Eccola. Ecco la stranezza, la nota stonata!
Non mi sono svegliata da sola. Certo, il mio desiderio inconscio si è trasformato in una voce che mi chiamava, ma... ce n'era un'altra.
Concreta. Vera.
Annebbiata dal sonno, ho fuso immaginazione e realtà mascherando quest'ultima come un abile pittore. Ma adesso, ricollegati i fili, posso dire con certezza che non sono completamente sola, su questo treno.
C'era qualcuno.. qualcuno che mi ha permesso di svegliarmi... e mi ha dato l'unica ancora di certezza, in questo oceano di solitaria follia.
Il mio nome.
Io e la donna nel finestrino ci guardiamo negli occhi. Le nostra labbra pronunciano all'unisono quell'unica, fondamentale parola.
"Nozomi."
In quel momento, la porta del vagone si apre scricchiolando.
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