Punto di non ritorno

Quella mattina ero andata a casa per fare una doccia ed ero appena entrata nella vasca da bagno quando il mio telefono iniziò a squillare insistentemente.

Risposi. La voce disperata della madre di Isabel mi invase improvvisamente e la notizia che mi diede mi fece perdere per un secondo l'equilibrio; dalla mia bocca non usciva neanche un parola, non riuscivo ad emettere un suono.

Isabel ci aveva lasciato. Purtroppo il suo corpo non ha retto è quella mattina ebbe una crisi improvvisa ed il suo cuore si fermò per sempre.

Riattaccai il telefono e scoppiai in un pianto sordo.
Dentro me sentivo un vuoto ed un senso di sconfitta immensi; non ero riuscita ad aiutarla.

Il mio stato d'animo quel giorno era un mix tra tristezza e rabbia verso me stessa per non essere arrivata prima a salvarla, non ero riuscita a riportarla alla luce. Sentivo di averla abbandonata in quel tunnel buio che io stessa ho affrontato e superato; sapevo come si sentiva è quello che provava ma non ho fatto nulla.

Feci subito un bagno caldo e mi precipitai all'ospedale. Volevo vederla. Volevo abbracciarla un ultima volta.

Arrivata in ospedale corsi subito nella sua stanza ma il letto era vuoto. La madre di Isabel si precipitò ad abbracciarmi completamente disperata e mi disse che l'avevano già portata via.

Di quei momenti ho ricordi vaghi è poco connessi tra loro; ricordo solo che scelsi per lei i vestiti che avrebbe portato per sempre e, tra la miriade di abiti che aveva, scelsi il suo preferito. Quel vestito lo avevamo comprato insieme, un tubino nero con i fiori oro. Lo metteva sempre con quelle sue scarpe con il tacco nero, adorava quell'outfit.
Decisi di regalarle per il suo ultimo viaggio la possibilità di vestirsi con ciò che più le piaceva.

Il giorno del suo funerale piansi immensamente. Mi sentivo svuotata di qualsiasi emozione positiva. Pensavo a lei. Pensavo che sarebbe potuta essere qui con me ed invece avrà per sempre 20 anni.

Mi manca. Mi manca poterla abbracciare, penderla in giro, ridere e scherzare insieme. Piangere davanti ad un film strappalacrime con una confezione di gelato davanti. Mi manca tutto di lei.

Tempo dopo presi coraggio ed iniziai a fare qualcosa per le persone che avevano avuto il nostro stesso problema. Questa cosa mi rendeva utile per tutte le persone che avevano la mia dipendenza e quella di Isabel; sentivo che dovevo fare qualcosa e stavolta volevo essere in tempo per non permettere più che questo accadesse ad altre persone.

Ho istituito un'associazione e l'ho chiamata "Isabel's life"; questa iniziativa si occupava di raccolta fondi per nuove strutture di recupero per persone affette da tossicodipendenza. Questa associazione, inoltre, promuove tante attività per queste persone e finalmente la mia vita ha uno scopo.
Le cose vanno molto bene e sono riuscita ad aiutare tante persone.

L'intervista è terminata. Saluto Laila e la accompagno alla porta ringraziandola per aver condiviso con me il suo racconto.
Adesso ho tutti gli elementi per scrivere un'articolo.

Meredith93

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top