2.Manuel
Mi sveglio più stanco del solito e in camera mia non c’è nessuno.Strano.
Mi alzo e prendo i vestiti dall’armadio per poi dirigermi in bagno.Mi sciacquo il viso e mi guardo allo specchio.La distruzione di 7 mesi mi si legge in faccia.Le occhiaie sono molto accentuate e si vedono le ore di sonno arretrate,le voci mi tengono sveglio.
Mi vesto e mi dirigo nella cucina.Mentre sono in corridoio lancio un’occhiata alla camera di mia sorella,a volte credo sia nella sua stanza intenta ad ascoltare la musica a basso volume mentre studia.
In cucina vedo mia madre che sta preparando la colazione,ci sono tre posti apparecchiati,ma noi siamo due…
“Mamma,perchè ci sono tre posti?”
“Scusami,mi ero scordata che…”
“Fa nulla mamma,sparecchio io”prendo in mano il piatto di fianco a quello di mia amdre ma lei mi ferma.
“No,lascialo li,magari è qui con noi”
“Mamma…”
“Lascia stare,sparecchia pure”
Troppe speranze.
“Cosa c’è da colazione oggi?”Chiedo io per cambiare discorso
“Pancake”risponde lei
Li serve a tavola e io mi siedo nella mia sedia.Di fianco a mia sorella…
Mangio in silenzio e quando finisco pulisco tutto,poi prendo lo zaino ma prima di uscire mia madre mi ferma.
“Manu”
“Dimmi mamma”
“Stai attento a scuola,non seguirle”
“Certo mamma”
Esco di casa e la brezza mattutina mi rinfresca il viso.Mia madre non sa che sono peggiorate le voci,sa solo che ci sono e che non le devo seguire.Andare da uno psicologo non mi aiuta più di tanto,non riesco a parlare.
Cammino per il quartiere salutando tutti i vicini.Quella che mi sta più a cuore è la Signora Anastasia.E’ una delle amiche di mia madre e una delle poche che è rimasta affianco a mia madre con la perdita di mia sorella.
Lei è lì fuori che pota le rose e quando mi vede mi viene incontro.
“Manuel”
“Signora Anastasia”
“Oh ragazzo,chiamami solo Anastasia”
“Certo sign…Anastasia”
“Come va?”Mi chiede lei gentilmente
“Bene”Mento.
“Ne sono felice,senti oggi quando torni da scuola vieni a suonare che ho preparato una torta per tua madre,ma si deve ancora finire di cuocere”
“Va bene”
“Ciao Manuel”
“Arrivederci Signora Anstas…volevo dire ciao Anastasia”lei si mette a ridere e io continuo la strada per la scuola.
Mi fermo nel negozio vicino al parcheggio della mia scuola per prendere la merenda che mi sono dimenticato e quando esco mi imbatto in loro.
“Oh…Manuel vedo che hai preso la merenda”
“Samir lasciami stare”
“Come mi hai chiamato?Tu non mi chiami per nome”
“Soler lasciami in pace”
“Ora va meglio,ragazzo psicopatico”
Samir e il suo gruppo mi hanno sempre dato fastidio da quando ero alle elementari,tranne quando uscivo con mia sorella,qualcosa mi dice che Samir avesse un debole per lei.
Entro finalmente nella mia classe e mi siedo nel banco più isolato che c’è,tanto non mi considera nessuno.
Il prof entra e finalemente consegna le verifiche,tranne la mia.
“Signor Zagis dobbiamo parlare,a fine ora la voglio nel mio ufficio”
“Certo prof”
Il prof Mantra è l’unico che prova di aiutarmi e cerca sempre di darmi dei voti decenti.Seguo attentamente la lezione e alla fine dell’ora vado nel suo ufficio.
“Manuel buongiorno”mi saluta lui
“Prof Mantra buongiorno”lo saluto io
“Credo tu già sappia perchè ti ho chiamato qui”mi dice lui
“La verifica…”
“Esatto Manuel,sai che hai preso di nuovo 2”
“Si prof”
“Io so che tu ci provi,come va a casa?”Il prof Mantra sa tutto quello che è successo,è l’unico prof che mi capisce.
“Male”rivelo io
“Cosa succede?”Il prof Mantra è come uno psicologo da quando mio padre è andato via
“Mia madre si dimentica che mia sorella se ne è andata e apparecchia per lei a tavola,Soler continua a bullizzarmi e poi ci sono le voci…”
“Oh Manuel,hai valutato l’idea di fare una visita psichiatrica?”
“Prof dove li trovo i soldi?Mia madre fa un lavoro con uno stipendio minimo…”
“Non trovi allora che sia una buona idea trovarsi un amico?”
“Come?Nessuno si avvicina a me”
“Hai presente che deve arrivare una nuova ragazza?Prova con lei,anche lei ha una famiglia distastrata”
“Ci proverò ma non so come fare….”
“Ci penso io,ora puoi andare”
Mi alzo dalla sedia e saluto il prof Mantra; il corridoio è vuoto e si sente solo il riecheggiare dei miei passi,tutti sono in giardino per la pausa.
Io mi dirigo alla biblioteca e cerco un libro che possa interessarmi.
Quando la campanella suona,torno in classe ma alla mia entrata noto qualcosa di diverso.Di fianco al mio banco ne è stato messo un altro e c’è una ragazza che si sta sistemando.
Io mi avvicino al mio posto e la ragazza alza lo sguardo verso di me sorridendo.
“Ciao,tu sei Manuel?”Mi chiede,la sua voce è delicata
“Si,tu saresti?”
“Oh,scusami…sono Abbie Sprit,la ragazza nuova”poi realizzo,il Prof Mantra l’ha fatta mettere nel posto affianco al mio.
“Saremo compagni di banco quest’anno,spero non ti dispiaccia"mi spiega lei
“Oh va bene,tanto non si avvicina nessuno a me”dicoio sedendomi sulla mia sedia.Lei non mi chiede chiarimenti ma si siede affianco a me e iniziamo a parlare.
“Da dove vieni?”Le chiedo io
“Vengo dall’Austria,ma mi sono dovuta trasferire”non voglio invadere il suo spazio personale quindi non le chiedo il perchè.
“Bella l’Austria,mi piacerebbe visitarla”dico io
“E’ veramente bellissima,mi è dispiaciuto lasciarla,quanti anni hai detto di avere?”Mi chiede lei
“Ho diciotto anni”rispondo
“Io li faccio tra qualche mese,spero che diventeremo amici,ho conosciuto gli altri e non me ne sta simpatico neanche uno”mi rivela io
“Non dirlo a me,non fare amicizia con Samir Soler”l’avverto io
“Mi è sembrato gentile quando mi sono presentata”
“Si anche con me,ora mi bullizza per la mia situazione familiare e,solo per avvertirti,è gentile perchè sei bella”credo non si aspettasse un complimento così perchè arrossisce nel giro di due secondi.
“Oh,allora è una brutta persona”
“Già….”
“Senti,io dovrei mettermi a pari con il programma,riesci ad aiutarmi?L’ho chiesto anche agli altri ma mi hanno detto che sono troppo occupati”
“Certo,perchè no?Dove?”
“Casa mia è ancora in disordine con il trasferimento…”
“Ho capito,casa mia quindi?”Chiedo io
“Se vuoi…”
“Se è per aiutare un amica va bene”neanche questa volta se lo aspettava perchè arrossisce di nuovo.
I miei compagni entrano in classe e mi guardano malissimo,i ragazzi mi squadrano e hanno gli occhi increduli.Si,sto parlando con una ragazza,e quindi?
L’ora di storia la passiamo annoiandoci a morte,Abbie continua a rigirarsi e arricciarsi i capelli tra le dita della mano sinistra mentre prende appunti.Io invece provo ad ascoltare qualcosa ma viene veramente difficile.
Finalmente la campanella suona e posso rilassarmi leggendo il libro preso dalla biblioteca.
“Leggi?”Mi chiede Abbie
“Si,è una delle mie più grandi passioni”
“E’ anche una delle mie passioni”
“Che bello!”esclamo io
“Quindi oggi a che ora devo arrivare da te?”Mi chiede
“Se vuoi possiamo andare subito appena usciamo,mia madre ha lasciato il pranzo preparato e ho le chiavi per entrare”
“Va bene”
Lei continua a guardarmi e secondo me crede che io non la veda.
“Perchè continui a guardarmi?”Le chiedo io
“Scusa non volevo…”
“Tranquilla non fa niente,non mi guarda mai nessuno”
“Non lo sapevo,comunque se vuoi saperlo,sei molto carino”Stavolta sono io quello che arrosisco
“Gr…grazie”dico io
Le lezioni finalmente finiscono e ci prepariamo per uscire.Lei fa il suo zaino e se lo mette sulle spalle;io mi alzo e prendo su una spalla lo zaino.
“Andiamo?”Chiedo io
“Si”
Usciamo dalla classe e mentre passiamo tutti mi guardano come se fossi io quello appena arrivato.Forse non mi hanno mai visto con qualcuno,o non mi hanno mai visto con una ragazza che mi sta vicina di sua spontanea volontà.
“Perchè ci guardano tutti?”Mi chiede lei
“Diciamo che io sono sempre da solo,quindi vedermi con qualcuno che apprezza starmi vicino non è solito”
“Non hai molti amici…”
“Non ho amici…”
“Ci sono io”
Camminiamo fino all’uscita,lei mi sta al lato destro e arriviamo alla casa della Signor Anastasia.
“Abbie,devo andarea prendere una cosa dalla vicina,vieni o ti porto a casa mia?”
“Tranquillo vengo”
Busso alla porta della vicina e lei mi apre sorpresa.
Abbie rimane all’ingresso e io seguo Anastasia in cucina per prendere la torta.
“Chi è la ragazza?”Mi chiede sottovoce
“Un’amica,l’ho conosciuta oggi e la devo aiutare per recuperare il programma,si è appena traferita”
“Amica…”
“Non insinuare nulla Anastasia”
“Se lo dici tu Manuel”
Torno alla porta con la torta e Abbie mi sorride,quando usciamo la Signora Anastasia viene ad aprirci la porta e mi fa l’occhiolino.
“Questa è casa mia”Le dico io
“Oh,ma quella è casa mia”dice indicando la casa che fino a pochi giorni prima era in vendita.E’ di fronte a casa mia.
“Beh,saremo vicini amici”
“Direi”
Entriamo e lei cautamente si toglie il giubbotto; io porto la torta in cucina e poi torno da lei.
“Quindi,che coasa studiamo?”
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