2.Abbie

Entriamo in casa sua e lui porta la torta in cucina,poi torna da me e mi prende il giubbino.Sembra gentile.
Non ho belle esperienze con i ragazzi.Tutti si approfittavano di me per la situazione economica della mia famiglia e quando tutto è crollato,nessuno mi considerava più.Mi hanno costretto a trasferirmi e ora mi ritrovo senza amici,c’è Manuel.Lui mi ha accolto subito e forse è stata una fortuna.Il prof Mantra mi aveva detto di mettermi di fianco a lui e io ne ero abbastanza scocciata perchè pensavo fosse uno di quei ragazzi che se ne frega,invece è il contrario.
“Quindi,che cosa studiamo?”Mi chiede lui
“Ehm…ho le materie che abbiamo fatto oggi,ma posso andare a casa a prendere le altre”
“No facciamo quelle di oggi così ci mettiamo pari almeno con quelle”lui si siede vicino ad un tavolino sul divano e io mi avvicino,lui mi fa segno di sedermi.
“Storia?”Chiedo io
“Va bene”
“Come procediamo?”Chiedo io
“Direi che possiamo iniziare con leggere e capire cosa dice,poi facciamo gli esercizi e cambiamo materia,abbiamo tre capitoli da recuperare”leggere…
“Oh…va bene”
“Puoi leggere se vuoi”
Guardo la pagina e non ci riesco,le lettere si confondono e io non riesco a leggerle.
“C’è qualcosa che non va?”Chiede lui
“E’ che…”
“Che?”
“Sono dislessica,mi si confondono le lettere”Lo dico senza potermi frenare e lui non sembra tanto sconvolto.Mio padre non lo sa e non deve saperlo,gli recherei solo un danno più grande.
“Ah,leggo io allora se vuoi”
“Si,grazie”
A poco a poco finiamo tutti e tre i capitoli e io capisco tutto.Lui mi fa degli schemi mentre spiega e la sua voce mi rilassa.Sa come esprimersi e io metto in una busta trasparente i fogli con la sua scrittura ordinata.
Alla porta bussa qualcuno e Manuel si alza per aprire.
Una donna sui quarant’anni entra dalla porta principale.Ha i capelli marroni e porta un completo da ufficio,credo sia un’impiegata.Da come Manuel la saluta,capisco che è sua madre.
“Non sapevo fossi in compagnia tesoro”
“Lei è Abbie,le do ripetizioni per recuperare il programma,è appena arrivata”
“Oh…ciao Abbie”
“Salve”la saluto io
“Mamma hai presente i nuovi vicini?”Chiede lui
“Si,il signor Sprit e la figlia,ho conosciuto lui,è molto simpatico”
“E’ lei”
“Ah,quindi sei Abbie Sprit!Scusa se non ti ho riconosciuto”
“Non fa niente,mi ha appena conosciuta ci mancherebbe”
“Bene,vi lascio studiare”
La donna si dirige in cucina e noi torniamo a studiare,è il momento di matematica.Finiamo prima del previsto e non sappiamo più cosa fare perchè non ci sono altre materie da ripassare.
“Che facciamo?”Chiedo io
“Non lo so,di solito ci metto molto più tempo”
“Stasera hai da fare?”Chiedo io
“No”
“Esci?”
“Io non esco mai,però posso chiedere a mia madre”lui si alza e capisco che sta andando a chiedere il consenso.Torna sorridendo e mi comunica che può uscire.Mi stupisce che la sera non esca,capisco che non avesse amici,ma era proprio rinchiuso in casa.E’ una cosa un pò triste.
“Passo alle 21 okay?”Chiedo io
“Si”
Saluto Manuel e torno a casa mia.Mio papà è nel salotto e sta guardando la televisione,quando entro mi sorride e mi si riscalda il cuore.
“Ciao papà”
“Ciao tesoro,dove sei stata?”
“Un amico mi aiuta con le ripetizioni per recuperare il programma”
“Amico?”Il solito iperprotettivo.
“Il figlio della vicina,non l’hai conosciuta?”
“Oh,si la Signora Zagis,siete in classe assieme?”
“Si,è l’unico che mi ha considerato”
“Vedrai che inizierai a conoscere gli altri”
Io accenno ad un lieve sorriso e mi siedo sul divano.Alla televisione viene trasmessa la partita e mio padre non ne perde neanche una.
“Ah,papà”
“Dimmi tesoro”
“Stasera posso uscire?”
“Con chi?”
“Con il figlio della vicina”
“Si,vai pure”
Io festeggio e poi salgo nella mia camera.Inizio a prepararmi perchè spesso faccio ritardo,non voglio dare brutte impressioni.Metto la musica e sulle note della voce di Taylor Swift mi scateno.
Apro le ante dell’armadio e guardo cosa mettere.E’ ottobre,non c’è ne caldo ne freddo.
Decido di prendere dei jeans cargo,una maglietta corta e una felpa con la cerniera.Pettino i capelli e metto il mio immancabile profumo,è quello della mamma.Mi metto sul mio letto a scorrere qualche video finchè non arrivano le 21 e scendo le scale.
“Papà io vado”
“Va bene tesoro”
Esco dalla porta e cammino nel vialetto della casa di Manuel.Suono il campanello e alla porta arriva la madre.
“Abbie!Chiamo Manuel”Vedo che lei sale le scale e poco dopo scendo con Manu.
“Ciao Abbie”mi saluta
“Ciao Manuel”
“Mamma ci vediamo dopo”chiudiamo la porta e iniziamo a camminare.
“Puoi chiamarmi Manu comunque o come ti pare,non serve che dici il mio nome per intero”
“Oh…okay”non me lo aspettavo.
Arriviamo in un parchetto e vedo che sono alcune panchine,la luce del sole si sta affievolendo pian piano e gli alberi mi ricordano l’Austria.
“Che ne dici?”Mi chiede lui
“E’ molto carino”
“Ci mettiamo su una delle panchine?Di solito a quest’ora non c’è nessuno”
“Va bene”
Ci sediamo sulle panchine e c’è un silenzio imbarazzante.Vedo che lui mi guarda incuriosito e non capisco cosa voglia.
“Cosa c’è?”Chiedo io
“No è che ho tante domande che vorrei farti”
“Su cosa?”
“Sulla tua vita,su cosa ti abbia portato a venire a Copenaghen e il tuo passato”non mi aspettavo che qualcuno potesse interessarsi così a me e alla mia vita.
“Puoi farmele,a patto che tu risponda alle mie”dico io
“Va bene,beh,una direi che te l’ho già fatta.Perchè ti sei trasferita?”
“La mia situazione familiare ed economica è crollata di punto in bianco e ci siamo dovuti trasferire,ora dimmi…perchè non hai amici?”
“Mi considerano strano ma non sanno del mio passato”capisco che quella domanda debba aver toccato un tasto dolente della sua vita perchè non parla più.
“Che ne dici di un gelato?Conosco una gelateria qui che è spettacolare e ha i tavolini,così possiano sederci”
“Va bene”mi sembra una buona idea.
Ci alziamo e lui mi fa strada spiegandomi anche la città.Capisco che sa molto della cultura del suo paese,ed è una bella cosa.
Arriviamo in questo piccolo locale.Le pareti sono completamente bianche e ci sono alcuni poster.C’è un bancone enorme pieno di gusti di gelato e alcuni tavolini.Ci sediamo in uno di questi e ordiniamo.
“Vado in bagno,arrivo”rimango da sola al tavolo e arriva una delle poche persone che non volevo incontrare,Samir.So,che tratta male Manuel e non mi piace che trattino male i miei amici.Lui si avvicina a me.
“Abbie!Come siamo belle oggi,per chi ci siamo preparate oggi?”la sua voce mi da sui nervi.
“Sicuramente non per te”vedo che butta un occhio alla sedia e che vede la giacca di Manuel.
“Da chi siamo accompagnate?Dal tuo fidanzatino?Un giorno e già esci con qualcuno?Siamo ambiziose qui”
“Vai via”
“Calmati,volevo solo parlarti,comunque chiamami una di queste sere al posto che uscire con nessuno,si vede che quella è la tua giacca”poco dopo questa provocazione arriva Manuel.
“Ah quindi esci con quello strano!”
“Samir sta zitto!”Non urlo perchè sono in un luogo pubblico,ma vorrei tanto insultarlo.
“Io almeno posso darti qualcosa,questo qui ti porterà solo problemi”
“Preferisco i problemi dei veri amici a tutte le tue promesse”credo si sia offeso perchè si allontana e ci lascia stare tutto il tempo.Solo ora noto che Manuel è vestito benissimo,porta dei jeans e una maglietta non troppo larga ma che gli sta divinamente.La giacca forse gli dona quell’eleganza in più che non mi sarei immaginata.Mi sono ripromessa che dopo Daniel non avrei più guardato nessuno e non mi sarebbe piaciuto più nessuno,ma Manuel mi attrae.Però nasconde qualcosa per forza è tutto troppo perfetto….

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