23 - TUTTO PROCEDE AL MEGLIO ... O QUASI
Qualche giorno dopo su insistenza di Naoya, Akira dovette acconsentire ad andare a parlare con Ryoma.
L'uomo li accolse nella sua casa con un grande sorriso.
Dopo aver bevuto una tazza di tè e aver fatto le dovute presentazioni, Akira decise di affrontare l'argomento.
Non sapeva bene che parole utilizzare, e soprattutto come l'avrebbe presa, lui che era un amante delle donne.
Naoya lo guardava impaziente, sapeva che doveva essere Akira a parlare visto che era il suo tutore, ma quell'attesa lo stava innervosendo.
Fu Ryoma stesso a toglierlo dall'imbarazzo.
"Ragazzo non c'è bisogno che ti sforzi per trovare un modo per dirmi che voi due state insieme."
I due ragazzi lo guardarono sgranando gli occhi.
Akira aprì la bocca, ma non uscì nessuna parola.
Ryoma rise di fronte alle loro facce stupite "Me ne sono reso conto subito da come andate continuamente alla ricerca degli occhi dell'altro che tra voi c'è un'intimità che va ben oltre la semplice amicizia. Non per niente sono il maestro dell'amore"
Poi abbracciando Akira ancora incredulo aggiunse "Siccome mi sembrate molto svegli... mi piacerebbe se mi raccontaste un po' delle vostre performance a letto, potei ricavarne materiale prezioso per i miei libri."
Akira gli assestò un pugno in testa e se lo scrollò di dosso, mentre Naoya incrociò le braccia al petto e gli rivolse uno sguardo omicida.
Akira si fece serio "Non ti da fastidio? Non hai niente da ridire?"
Ryoma sorrise "Come potrei? Siete entrambi ormai grandi, siete in grado di fare da soli le vostre scelte e di decidere se quello che sentite è tanto importante da farvi imboccare una via difficile e ricca di ostacoli."
Naoya si sentì grato per quelle parole, per quella fiducia. Afferrò la mano di Akira e disse sicuro "Non c'è niente al mondo per cui combatterei che stare con lui."
Akira sorrise "La penso esattamente come Naoya... è la prima volta dopo anni che la mancanza si è fatta sopportabile..."
Ryoma annuì sapendo esattamente a cosa si riferiva Akira.
Naoya volle precisare "Abbiamo promesso a mio padre di aspettare che Akira sia maggiorenne per renderlo pubblico."
Ryoma concordò "Mi sembra una decisione saggia"
Quando si salutarono Ryoma volle mettere un piccolo paletto per evitare che quei sentimenti così intensi che li avevano travolti li portassero a perdere di vista che dovevano ancora costruire il loro futuro.
"Akira non dimenticarti che devi comunque mantenere fede alle tue promesse. Non voglio un baka con la testa fra le nuvole che non rispetta gli impegni presi."
Akira si sentì in imbarazzo, da quando aveva conosciuto Naoya era stato scostante sia nel lavoro che nello studio "Hai ragione. Prometto che non accadrà più."
Ryoma sorrise e gli scompigliò la zazzera bionda, come faceva quando era piccolo, facendolo sbuffare.
Quando arrivarono a casa Naoya propose a Akira di fermarsi da lui.
Dovevano festeggiare.
Tokuma e Ryoma non si erano opposti al loro rapporto, non avevano cercato di ostacolarli, cosa che Naoya pensava altamente probabile facesse suo padre.
Akira accettò più che volentieri e propose di cucinare lui per entrambi.
Naoya non ne era molto convinto, era sicuramente una fogna per quanto riguardava mangiare, ma dubitava del suo buon gusto visto le schifezze che ingurgitava.
Però guardarlo muoversi nella propria cucina gli stava trasmettendo un senso di calore sconosciuto, era quello ciò che si provava ad essere una coppia?
Dopo circa un'ora, nonostante le scarse aspettative di Naoya, Akira riuscì a presentare una cena degna di quel nome.
Akira vedendo la faccia stupita di Naoya precisò "Sapevo che non avresti apprezzato il ramen e poi non c'erano nemmeno gli ingredienti giusti."
Naoya ringraziò il cielo, ecco il vero motivo per cui aveva fortunatamente evitato quella brodaglia "Vedrò di evitare accuratamente di comprarli"
Akira mise il broncio "Non se la spesa la faccio io!"
Finito di cenare, per contraccambiare, Naoya andò a sistemare la cucina, doveva ammettere che i cibi che aveva preparato Akira erano buoni, ma aveva lasciato dietro di sé un territorio devastato dalla terza guerra mondiale.
Era appena a metà del suo lavoro quando si sentì abbracciare da dietro, delle labbra calde lambirgli il collo e una mano accarezzargli l'addome per poi infilarsi dentro i suoi pantaloni.
Con difficoltà cerco di cacciare indietro il desiderio di interrompere ciò che stava facendo per lasciarsi andare a quelle carezze.
Inclinò la testa all'indietro appoggiandola sulla spalla del suo assalitore e aumentò il contatto fra il suo sedere e il bacino di Akira "Baka, devo finire ... e poi non mi sono ancora fatto il bagno ..."
Akira sorrise le sue parole non corrispondevano affatto alle sue azioni. Gli venne un'idea, un modo perfetto per festeggiare.
"D'accordo, allora vado a prepararti l'acqua"
Naoya si stupì, Akira aveva ceduto troppo facilmente, qualcosa gli diceva che non sarebbe stato un bagno tranquillo.
Quando Akira rientrò in cucina per dirgli che la vasca era pronta anche lui aveva finito di sistemare.
Naoya prese tutto il necessario ed entrò in bagno, vedendo che Akira lo aveva seguito fece lo scocciato "Baka c'è un altro bagno"
Akira mise il broncio "Non riesco a lavarmi la schiena" ma si vedere benissimo che era solo una scusa.
Così Naoya cercò di stuzzicarlo "Va bene, vengo a lavarti la schiena e poi torno qui. Andiamo" e lo afferrò per una mano.
Akira non sapeva cosa rispondere così agì.
Lo spinse contro il muro della doccia e aprì l'acqua, bagnando entrambi.
Naoya imprecò e richiuse il rubinetto. "Idiota!"
Akira sorrise soddisfatto "Ormai siamo bagnati non puoi più cacciarmi o andartene"
Si spogliò velocemente vedendo con soddisfazione Naoya, seppur sbuffando, fare altrettanto.
Quando furono completamente nudi, Akira afferrò il bagnoschiuma, se lo versò sulle mani e portandole sul torace di Naoya prese ad insaponarlo.
Naoya gli afferrò entrambe le mani per fermarlo "So lavarmi da solo"
Akira sorrise "Però non è altrettanto divertente" e si sporse verso di lui per coinvolgerlo in un bacio passionale.
Naoya rispose immediatamente, era ora di finirla con quella farsa, anche lui non vedeva l'ora di fare sesso con Akira.
Mentre continuavano a divorarsi in quel bacio, le mani vagavano sui loro corpi nudi, mai sazie di conoscere e riconoscere un corpo tanto amato e desiderato.
Akira portò le mani al sedere di Naoya stringendo forte le natiche sode, poi andò a cercare il piccolo buco che presto lo avrebbe fatto impazzire.
Naoya trattenne il fiato quando si sentì violare, ma la prima scarica di piacere non tardò ad arrivare, Akira ormai sapeva bene dove fare pressione.
Naoya portò una mano ai loro sessi bisognosi di attenzioni e afferrandoli insieme prese a masturbarli, mentre con l'altra aprì il getto dell'acqua.
L'acqua che iniziò a scorrere sui loro corpi lavò via la schiuma, ma sembrava non avere nessun effetto su di loro, troppo concentrati al piacere che stavano sentendo per percepirla.
Akira fermò la mano di Naoya "Non voglio ancora venire. Voglio spingermi dentro di te." Poi gli alzò una gamba per avere miglior accesso e inserì anche il terzo dito.
Naoya lo accontentò anche lui voleva sentirsi riempire da Akira.
Non fece in tempo a riprendere a masturbare solo il suo sesso che Akira tolse le dita da lui, chiuse l'acqua e dopo avergli dato un bacio disse "Facciamo sul serio?"
E andò a immergersi nella vasca già pronta.
Naoya ghignò "Non amo giocare"
Osservò Akira già seduto nella vasca che lo guardava come se volesse divorarlo.
Era sempre stato guardato con desiderio dalle ragazze, ma con Akira era diverso, era come se lui volesse possedere non solo il suo corpo, ma anche la sua anima.
Entrò nella vasca e si mise in piedi davanti a Akira, con i piedi ai lati delle sue gambe.
Akira lo avvicinò ancora e gli fece piegare un po' le gambe afferrandolo per i fianchi per poter leccare il suo sesso teso.
Naoya mugugnò e portò le mani ai suoi capelli, Akira lo prese completamente in bocca e tornò con le dita a penetrarlo.
Naoya boccheggiò quel doppio piacere era incredibile, prese a muovere il bacino per spingersi nella bocca di Akira e contemporaneamente andare incontro alle sue dita.
Sentì tutto il corpo fremere e tendersi, i muscoli delle gambe tremare, si appoggiò alle spalle di Akira e si riversò nella sua bocca.
Akira non gli diede il tempo di riprendersi, lo fece sedere sulle sue gambe e lo penetrò fino in fondo.
Naoya trattenne il fiato per quella intrusione, ma era ancora troppo sconvolto dall'orgasmo per dare peso al dolore.
Akira lo desiderava troppo per attendere, così lo afferrò per il bacino e complice l'acqua che rendeva il corpo dell'amante più leggero, lo alzò e affondò in lui nuovamente.
Prese a penetrarlo con ritmo sempre maggiore, Naoya portò una mano alle spalle di Akira per sorreggersi e l'altra al suo sesso che si era risvegliato grazie alle intense scariche di piacere che gli stava dando il suo amante.
Akira era completamente preda della lussuria.
Spingersi così in quel antro stretto e caldo era sempre qualcosa di indescrivibile.
Poi vedere il freddo e orgoglioso Naoya lasciarsi andare nelle sue mani, concedersi ad esaudire ogni suo desiderio ... solo a lui era permesso tanto, lo faceva sentire speciale e unico.
Era stato solo un idiota a non rendersene conto prima a credere che fosse solo sesso...
Non era mai stato solo sesso.
Akira si fermò, lo fece alzare e girare, poi si mise dietro di lui e facendogli appoggiare le mani al bordo della vasca si spinse nuovamente in lui, mentre lo penetrava con forza prese a masturbarlo. Quando sentì l'orgasmo avvicinarsi, si avvicinò al suo orecchio "Noya vieni per me" aumentando il ritmo.
Dopo poco raggiunsero entrambi l'apice.
"Driin, driin, driin"
Naoya sentendo quel suono insistente, scosse la testa.
Chi poteva essere così idiota da suonare a casa sua alle dieci della mattina? Gliene venivano in mente solo due e uno stava ancora dormendo fra le sue braccia.
Si scostò da Akira senza svegliarlo per andare a controllare che accidenti voleva suo fratello Yukio. Ci scommetteva la testa fosse lui!
Non si prese nemmeno la briga di vestirsi, si infilò una t-shirt sui boxer e andò a controllare.
Infatti come aprì la porta si ritrovò davanti Yukio con uno strano sorriso compiaciuto.
Quell'espressione fece cambiare la decisione di Naoya da "gli chiudo la porta in faccia senza neanche ascoltare cosa ha da dire" in "ascolto cosa ha da dire e poi lo caccio a calci in culo", si sposto e lo fece entrare.
Yukio si sedette comodo sul divano poi guardandolo disse "Ototo per la prima volta mi hai superato"
Naoya assottigliò lo sguardo "Che accidenti vuoi?"
Yukio sorrise "Ieri sera sono stato a cena da nostro padre per parlargli di Haru e invece lui mi ha preceduto raccontandomi di te, di lui, di tutta la storia."
"E allora?"
"Allora non ho potuto dirgli niente. Non potevo dirgli che nessuno dei suoi due figli porterà avanti il suo tanto amato cognome ..."
Naoya continuò a guardarlo male "A me dovrebbe fregare qualcosa?"
"E sì, come minimo per farti perdonare, per avermi anticipato così bassamente, senza avermi avvertito prima, dovresti farmi conoscere il nostro fratellino."
Naoya si pentì di averlo fatto entrare sentendo la gelosia assalirlo "Non è "il nostro fratellino" per te è solo Akira. E vedi di tenere le tue manacce lontane da lui."
Yukio ampliò il sorriso "Haru dice che è uno spettacolo... un vero sogno proibito"
Naoya stava per mandarlo a cagare e cacciarlo di casa quando sentì dei passi, si girò e vide arrivare Akira ancora mezzo addormentato che si grattava la zazzera bionda con solo i boxer addosso. "Noya... ho fame"
Yukio fischiò facendo prendere un colpo ad Akira che guardò i due fratelli con occhi sgranati.
Naoya sbuffò "Baka ti presento mio fratello Yukio"
Akira guardò male Naoya per averlo chiamato così, poi si avvicinò sorridendo "Ciao Yukio io sono Akira"
Yukio ricambiò il sorriso "È veramente un piacere conoscerti Akichan"
Yukio constatò con piacere che Akira era veramente un ragazzo sexy. Capiva perché Haru ne fosse così affascinato.
Lui e suo fratello erano una coppia perfetta.
Li immaginò fare sesso, chissà chi era il seme ... stava quasi per chiederlo quando una fantasia gli invase la mente dandogli una scarica di eccitazione.
Si riscosse dai suoi pensieri sentendo la voce di Naoya "È ora che tu te ne vada."
Akira guardò Naoya stupito per la freddezza che sentì nella sua voce, ma non conoscendo niente del loro rapporto per una volta decise di usare la testa e non intromettersi.
Yukio sorrise e si alzò dal divano "Hai ragione se Haru si accorge che non sono più nel letto si infuria ... si sveglia sempre eccitato e vuole essere soddisfatto."
Akira sgranò gli occhi "Haru?"
Yukio ampliò il sorriso "Il mio caro fratellino non te lo aveva detto? Io e Haru stiamo insieme da quasi due mesi"
Akira era ancora più stupito, per Haru due mesi erano un vero record. Adesso capiva però la sua battuta ...
Guardò Naoya di traverso non amava essere lasciato all'oscuro di qualcosa.
Naoya alzò le spalle "Non l'ho reputato importante"
Akira sbuffò "Lascia decidere a me"
Yukio scoppiò a ridere "Sembrate già marito e moglie. Ma chi è la moglie?"
Parlarono contemporaneamente "Lui"
Yukio rise di nuovo "Tornerò a trovarvi con Haru e magari per fare qualcosa a quattro ..."
Naoya ringhiò capendo a cosa alludeva "Scordatelo"
Anche Akira aveva colto perfettamente, così si avvicinò a Naoya e abbracciandolo da dietro aggiunse "Mi spiace, ma la faccia di Naoya quando lo scopo la posso vedere solo io"
Naoya gli diede un pizzico sul fianco nudo "Baka!"
Yukio se ne andò con il dubbio fondato che Naoya non fosse il seme o comunque non sempre.
Akira lo guardò uscire poi rivolto a Naoya "Sai quando ero piccolo desideravo tanto un fratello, per la precisione un gemello. Lui sicuramente non avrebbe disprezzato il mio aspetto visto che sarebbe stato esattamente come me."
Naoya lo abbracciò e toccandogli il sedere sodo, ghignò "Tranquillo adesso hai chi apprezza ogni parte del tuo bel corpicino e sono pronto a dimostrartelo anche subito"
Naoya non capiva come avessero fatto a disprezzarlo, da piccolo Akira doveva assomigliare proprio ad un angelo.
Yukio rientrò nel proprio appartamento e il silenzio che regnava gli fece pensare che Haru stesse ancora dormendo.
Si diresse in camera e senza far rumore si tolse i pantaloni e la camicia e si stese di fianco a Haru, però non fece in tempo ad abbracciarlo che se lo ritrovò seduto sul bacino che gli bloccava i polsi ai lati della testa.
"Dove sei stato?"
"Dal mio fratellino"
"Non amo svegliarmi da solo"
Yukio lo sapeva bene, quando andava a lavorare doveva svegliarsi prima per avere il tempo di fare sesso ... però era una bella abitudine ... la giornata iniziava decisamente con il piede giusto.
"Ho incontrato Akira"
Haru sentendo quel nome sorrise "Allora?"
"Hai ragione ogni sua cellula esprime lussuria"
Haru si leccò le labbra "Non sai quanto mi piacerebbe essere in un letto con entrambi e essere scopato senza tregua fino a svenire"
Yukio sorrise, non era geloso perché Haru lo aveva incluso nella sua fantasia così decise di raccontargli la sua.
"Quando l'ho visto mi sono immaginato di entrare in una stanza e vederlo steso in un letto supino mentre mio fratello in ginocchio lo fotteva tenendolo per il bacino"
Haru storse il naso, lui Akira lo vedeva come seme, ma lo lasciò continuare.
Yukio proseguì "Tu ti avvicinavi al letto lentamente spogliandoti, gattonavi sul letto fino a metterti sopra Akira in un bel 69 e prendevi in bocca il suo sesso, Akira faceva altrettanto col tuo. Dopo essermi goduto la scena anch'io salivo sul letto e ti prendevo da dietro afferrandoti per i fianchi. E vi scopavamo senza tregua. Gliel'ho proposto, ma non mi sono sembrati molto d'accordo"
Haru sorrise quella fantasia gli piaceva "Sei il mio uomo ideale. Però adesso fammi godere".
"Allora piccolo dimmi cosa preferisci ... sono a tua completa disposizione"
Haru sorrise si mise in ginocchio a gambe larghe ai lati della testa del moro "mangiami"
Yukio sorrise, alzò la testa e afferrando con le mani le sue natiche lo avvicinò alle labbra, prese a leccare con dedizione il suo sesso per poi prenderlo completamente in bocca, contemporaneamente iniziò a violare la sua apertura.
Haru si appoggiò con entrambe le mani al muro per inclinarsi maggiormente in avanti, quel doppio piacere era qualcosa di incredibile.
Yukio si muoveva veloce e con precisione, dandogli scariche di piacere che lo facevano tremare.
Quando Yukio sentì che l'orgasmo per Haru era vicino si fermò e spostandosi gli afferrò il sesso in modo da impedirgli di venire "Non così in fretta piccolo"
Haru si morse il labbro per la voglia di godere.
Yukio lo afferrò e ribaltò le posizioni, Haru si ritrovò con la schiena sul materasso.
Il moro si mise in ginocchio e afferrando il più piccolo per il bacino lo alzò fino al proprio sesso pulsante e lo penetrò con una unica potente spinta.
Haru boccheggiò e gemette forte "Voglio sentirti tutto"
Yukio prese a spingere tenendolo così sollevato.
Haru urlò di piacere "Così! Ancora! Più forte!"
Yukio adorava quel ragazzo, adorava spingersi in lui in modo così rude. Con le ragazze non era mai stato così coinvolgente e istintivo.
Haru portò la sua mano al suo sesso e prese a masturbarsi, stava per venire, ma Yukio gli bloccò la mano "Non puoi ancora venire"
Uscì da lui e lo girò di peso, lo fece mettere in ginocchio con la testa affondata nel cuscino e mentre con una mano gli teneva le braccia bloccate dietro la schiena, con l'altra sollevandogli bene il sedere rientrò in lui con forza, poi riuscì completamente e rientrò, lo fece varie volte con sempre maggiore forza.
Quando lo sentì implorare "Voglio venire" gli liberò le braccia e portò una mano al sua sesso ormai gocciolante e prese a masturbarlo, mentre aumentava anche il ritmo delle spinte.
Haru gemette di soddisfazione e dopo poco si riversò nella mano del moro.
"Resisti ancora un po' piccolo". Lo mise sul fianco e riprese a spingersi in lui alzandogli una gamba.
Dopo poco anche Yukio venne con un grido liberatorio.
Una settimana dopo Tokuma doveva essere via per un viaggio di lavoro che avrebbe dovuto tenerlo lontano da Tokyo circa dieci giorni, invece a causa di un cliente importante che aveva richiesto una sua consulenza urgente dovette fare ritorno prima.
Come arrivò in città si fiondò in ufficio senza avvisare nessuno del suo ritorno anticipato, doveva assolutamente parlare di quella emergenza con Yukio.
La segretaria personale di suo figlio cercò di dirgli che Yukio aveva detto espressamente che non voleva essere disturbato per nessun motivo, ma come si faceva ad impedire al capo di entrare?
Yukio come sentì aprire la porta imprecò "Avevo chiesto di non essere disturbato"
Suo padre entrò senza fare una piega "E' urgente devo parlarti ..."
Yukio sgranò gli occhi e deglutì a vuoto, però cercò di cacciare indietro quello che stava provando e parlare normalmente "Padre non eri fuori?"
Tokuma stava per dirgli il motivo che l'aveva costretto a rientrare prima, quando vide sbucare da sotto la scrivania un ragazzo con i capelli rossi che lo guardava divertito leccandosi le labbra.
L'uomo sbiancò "Non voglio sapere cosa ci fa questo ragazzo sotto la tua scrivania ..."
Yukio non riuscì a dire niente Tokuma si era già girato e aveva aperto la porta per andarsene, prima di chiudersela alle spalle aggiunse "Torno dopo, fatti trovare solo"
Haru stava per scoppiare a ridere, ma Yukio gli chiuse la bocca con una mano "Se ridi ti fotto a sangue"
Il rosso cercò di trattenersi e si limitò a sorridere "Non sapevi quando dirglielo... problema risolto"
"Sei un piccolo demone ... e adesso finisci quello che stavi facendo... mi sa che mi aspetta una lunga chiacchierata"
"Con immenso piacere"
Tokuma andò nel suo ufficio per cercare di riprendersi dallo choc di quella scoperta, non poteva essere vero... doveva aver sbagliato qualcosa con quei ragazzi.
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