2 - SOLO UN BACIO
Il giorno successivo Akira chiamò Sachiko come si era ripromesso.
La ragazza appena vide il nome sul display si sentì come un'adolescente alla sua prima cotta. Si sistemò i capelli come se lui potesse vederla e poi rispose con voce innocente.
"Moshi, moshi"
"Ciao sono il ragazzo che ieri è letteralmente caduto ai tuoi piedi ..."
Sachiko sorrise "Ciao Akira"
"Sono lusingato che ti ricordi il mio nome, quindi posso sperare che mi farai compagnia anche oggi per una pausa? Sto strippando, ho avuto tre ore di giapponese antico ... il mio cervello sta chiedendo asilo politico a Toru che se ne sta tranquillamente dormendo sul banco, tanto il suo è un pezzo che ha traslocato..."
Sachiko si lasciò andare a una risata, poi rispose tutta contenta "Va bene, ci vediamo allo stesso bar di ieri fra dieci minuti?"
È fatta pensò Akira "Sei la mia salvatrice"
Naoya era seduto al tavolino interno di un bar vicino alla facoltà di medicina. Si era incontrato lì con Jun per prendere un caffè insieme, poi il suo amico era scappato per l'inizio della sua lezione mentre lui, avendo ancora un po' di tempo, ne aveva approfittato per sfogliare i quotidiani.
Mentre leggeva distrattamente le notizie la sua mente ritornò alla sera prima.
Sachiko era particolarmente su di giri, sembrava gli fosse capitato qualcosa di bello, ma lui non le aveva chiesto niente, avevano fatto sesso e poi si erano salutati. Niente di particolare in effetti, però c'era qualcosa nel suo atteggiamento che lo aveva insospettito e adesso gli ritornava stranamente in mente il suo incontro con il ragazzo biondo e le sue parole.
Che fosse così allegra per aver conosciuto quell'idiota?
Lui non l'amava, ma non avrebbe permesso a nessuno di batterlo o di sottrargli qualcosa che era suo.
Chissà se l'aveva già tradito? Le parole del biondo gli suonavano come una presa in giro, forse quel baka glielo aveva voluto far intuire perché voleva sfidarlo...
Doveva tenerlo d'occhio per capire i suoi punti deboli per poi affondare il colpo e sconfiggerlo.
Il problema era che non sapeva niente di lui a parte il nome e il suo luogo di lavoro.
Non aveva idea né della facoltà né dell'anno. Non sapeva come poterlo incontrare nuovamente, forse poteva chiedere a Sachiko. No, troppo sospetto, l'avrebbe messa in allarme ...
L'occasione giusta poteva essere la festa che si sarebbe tenuta da lì a qualche giorno per l'inizio dell'anno accademico, anche se l'anno era già iniziato da qualche mese...
Una cosa era certa non si sarebbe fatto fregare da un idiota biondo.
Sachiko si avviò al bar tutta contenta, si sentiva elettrizzata.
Akira era già lì che l'aspettava.
Si sedettero ad un tavolino all'aperto e presero a chiacchierare allegramente.
Naoya si alzò e si diresse al bancone per pagare quando, guardando attraverso il vetro, vide Sachiko seduta all'esterno con quel dannato biondo.
Aveva visto giusto.
Ghignò sarebbe andato lì e si sarebbe goduto il loro imbarazzo per essere stati beccati.
Pagò il conto, uscì e si avvicinò al loro tavolo.
Sachiko appena lo vide si sentì gelare, la sua bolla di felicità andò in frantumi. Fu invasa dal terrore che Naoya potesse lasciarla pensando che lei lo stesse tradendo con un altro.
Il suo gioco le si stava ritorcendo contro.
Cercò di dissimilare il suo terrore "Naoya ciao. Che bello incontrarti qui"
Akira sorrise "Ci incontriamo di nuovo"
L'arrivo di Naoya gli rovinava i piani, ma non aveva nessuna fretta, poteva aspettare la prossima volta per concludere.
Naoya rivolse a Sachiko un sguardo indecifrabile "Ciao Sachiko." Poi si girò verso Akira e proseguì "È un tuo amico?"
La ragazza cercò di togliere importanza al loro rapporto "Ci siamo conosciuti ieri. Akira per poco mi investiva con lo skateboard."
Akira rise e decise di assecondarla, non aveva senso far arrabbiare il suo fidanzato "Sì, e per colpa sua ho perso la mia scommessa."
Sachiko lo ringraziò mentalmente per non aver detto niente di compromettente e sperò che continuasse a reggerle il gioco "Pochi minuti fa ci siamo incontrati qui davanti per caso e ci siamo fermati per fare due chiacchiere."
Naoya non credeva alla fatalità dell'incontro, però non fece una piega.
Per il momento poteva bastare, aveva fatto capire loro che lui sapeva e Sachiko sembrava essersi presa un bello spavento. Decise di buttare lì l'esca
"Io adesso devo andare, spero di rivederti domani sera alla festa dell'università. Mi farebbe piacere conoscerti meglio."
Akira gli regalò un magnifico sorriso anche se non credeva minimamente a quello che aveva appena detto.
Il giorno prima avevano avuto la possibilità di parlare e lui aveva mostrato chiaramente di non gradire la conversazione, ma si limitò a un diplomatico "Ci sarò. Contaci"
Voleva vedere dove voleva arrivare, probabilmente voleva studiarlo e capire cosa ci faceva con la sua ragazza o in che rapporti erano.
Per fortuna o purtroppo, lui non aveva niente da nascondere.
Non si erano dati nemmeno un bacio.
Dopo quell'incontro Sachiko era rimasta silenziosa e preoccupata così Akira valutò che non era più divertente rimanere lì, così trovò una scusa per tornarsene a casa.
Akira abitava da qualche mese in un appartamento vicinissimo all'università. Si era trasferito lì perché la casa in cui aveva vissuto per anni insieme a Ryoma era troppo distante e scomoda.
Il suo tutore glielo aveva concesso anche se non aveva ancora 20 anni, purché continuasse ad aiutarlo nel suo lavoro. Era naturalmente un modo per tenerlo sotto controllo.
Inizialmente avrebbe dovuto condividere l'appartamento con il suo amico Haru, ma da qualche tempo lui conviveva con il suo nuovo fidanzato e Akira si era ritrovato a vivere da solo, non che la cosa gli dispiacesse, aveva la possibilità di invitare chi voleva senza doversi preoccupare di niente.
La sera della festa arrivò velocemente e seppur per Akira fosse la prima volta che vi prendeva parte sapeva che era un'ottima occasione per conoscere gente. Ed era quello che più amava.
Soprattutto conoscere ragazze nuove, non si aspettava di incontrare l'amore della sua vita, per carità, il più delle volte erano da "una botta e via". Ma chi era lui per lamentarsi?
Aveva saputo che la festa era organizzata dai club sportivi e culturali per dare il benvenuto alle matricole e dopo un primo momento di presentazioni, l'alcool avrebbe iniziato a correre a fiumi e la musica a martellare pesante.
Sicuramente alla festa avrebbe incontrato anche Sachiko e il suo fidanzato, ma la cosa non lo preoccupava affatto. Si sarebbe limitato a salutarli. Non voleva certo fare il cascamorto con lei sotto lo sguardo di lui e ancora meno diventare amico del fidanzato di una possibile scopata.
Si preparò con calma, si fece una lunga doccia poi scelse con cura cosa mettersi, non voleva precludersi nessuna possibilità, così si infilò degli attillati boxer bianchi comprati quel pomeriggio per l'occasione che mettessero in evidenza la sua pelle ancora abbronzata. Una maglietta a maniche corte sempre bianca e altrettanto stretta, pantaloni leggeri beige e una camicia a maniche corte verde scura lasciata aperta. Si pettinò sparando in alto i suoi capelli biondi. Si guardò allo specchio: perfetto, era pronto.
Sachiko passò un'ora davanti allo specchio per decidere cosa mettere. Voleva essere irresistibile, non poteva sfigurare di fronte alle altre ragazze, per due motivi molto importanti: voleva che Naoya vedendola pensasse di essere fortunato ad averla come fidanzata e secondo sapeva che alla festa ci sarebbe stato anche Akira e, anche se non poteva parlargli liberamente dopo che il suo ragazzo li aveva visti insieme, voleva ugualmente fare colpo su di lui, avere il suo sguardo addosso.
Optò per un vestito lungo che lasciava la schiena scoperta, non aveva tette da mostrare come le sue due amiche però aveva un fisico atletico invidiabile.
Naoya normalmente non era uno che si preoccupava del giudizio degli altri o di come appariva. Certo, per uno con il suo aspetto era facile, non aveva bisogno di tanti accorgimenti per essere ammirato e desiderato, anche se la cosa sembrava lasciarlo sempre indifferente.
Quella sera però si preparò con maggiore attenzione, non sapeva perché, ma sentiva una sorta di rivalità, di sfida rivolta a quel biondino che non voleva lasciarsi sfuggire.
Forse perché seppur a lui i ragazzi non piacevano e non li aveva mai guardati, non poteva non ammettere che fosse decisamente uno che non passava inosservato con quei suoi tratti non orientali.
Avrebbe voluto mettersi un paio di jeans, ma Sachiko lo aveva appena chiamato per comunicargli che lei avrebbe indossato un vestito elegante e gli aveva chiesto se anche lui poteva vestirsi in modo simile.
Voleva che fossero una perfetta coppia da copertina.
Naoya sbuffò, poi decise di accontentarla almeno per una volta.
Optò per un completo scuro con camicia chiara.
Era decisamente impeccabile forse anche troppo per quella festa troppo alcolica e troppo rumorosa, che sarebbe finita per degenerare come l'anno precedente.
Però forse così quell'idiota avrebbe capito di non avere chance contro di lui.
Non che gli interessasse particolarmente tenersi Sachiko, la riteneva irritante ed appiccicosa, poi era stato suo padre a sceglierla per lui, ma per nessuna ragione al mondo avrebbe perso contro qualcuno, anche se si trattava di una sfida poco allettante e con in premio qualcosa che avrebbe preferito perdere.
Dopo una prima parte "istituzionale", in cui i vari club presentarono le loro attività cercando di attirare nuovi iscritti, la festa entrò nel vivo e come aveva previsto Naoya l'alcool iniziò a correre a fiumi e la musica divenne martellante.
Akira era perfettamente a suo agio in mezzo ai suoi vecchi amici e alle ragazze che sembravano gradire molto la sua compagnia. Amava ballare ed essere al centro dell'attenzione. Non era mai stato una persona timida e l'alcol che aveva iniziato a scorrere nelle sue vene non favoriva il suo autocontrollo.
Toru gli aveva proposto anche una gara di "shottini" a base di tequila che chiaramente aveva accettato e che alla fine aveva vinto. Dopo aver saputo da una ragazza che era il suo compleanno aveva anche improvvisato uno spogliarello come regalo, regalo che lei naturalmente aveva gradito.
Sachiko aveva seguito con lo sguardo per tutta la serata Akira, ma aveva potuto scambiare solo alcune chiacchiere fugaci come con un semplice conoscente. Avrebbe voluto passare più tempo con lui, ma quella sera c'era Naoya e tutti i loro amici e non poteva esporsi troppo.
Akira inizialmente aveva cercato il momento migliore per parlare con Sachiko, ma poi si era limitato a piccoli scambi di battute e ad osservarla da lontano per non indispettire il suo ragazzo che sembrava particolarmente teso.
All'insaputa della ragazza anche Naoya aveva osservato per tutta la sera Akira trovandolo decisamente irritante, troppo esuberante, troppo sopra le righe. Tutto era partito dall'idea che per sconfiggere il nemico prima devi conoscerlo e poi sbattergli in faccia la sua inadeguatezza. Così era finito con il non perderlo di vista nemmeno per un secondo cercando il momento buono per parlargli e fargli sapere che era un illuso se pensava di vincere contro di lui. Davanti al suo spogliarello aveva sbuffato considerandolo un vero e proprio esibizionista. Lui non si sarebbe mai abbassato a fare una cosa simile.
Non sapeva perché, ma quella sera si era sentito irritato da tutta quella baldoria ed euforia, finendo anche lui per bere, cosa che non faceva mai, stupendo anche Sachiko. La ragazza notando il suo umore nero aveva deciso di trascorrere la serata con le sue amiche dopo aver passato con lui il tempo necessario affinché tutti sapessero che Naoya Ishikawa era il suo fidanzato.
Naoya pienamente felice per quell'abbandono era andato a parlare con i suoi amici continuando ad osservare Akira da lontano. Uno di loro, Jun, gli aveva chiesto se qualcosa non andava, ma di fronte al suo sguardo truce aveva lasciato perdere, era inutile cercare di capire cosa passasse per la testa del moro.
Verso la fine della serata quando Naoya vide Akira uscire da solo nel giardino, decise di seguirlo e cogliere l'occasione per portare a termine il suo piano.
Akira sentiva un gran caldo e aveva bisogno di una boccata d'aria. Senza dire niente a i suoi amici era uscito in giardino e si era disteso nel prato. Aveva chiuso gli occhi per godersi quella sensazione di pace, ascoltando attenuata la musica proveniente dall'interno.
Naoya vedendolo disteso sull'erba sbuffò, era proprio un idiota con tutte le panchine lui andava a sdraiarsi per terra. Si avvicinò piano e lo osservò per decidere quale approccio tenere. Con suo grande stupore lo trovò decisamente bello, i suoi capelli biondi sparsi sul terreno, le sue labbra carnose dischiuse in un sorriso... Si chiese se Sachiko le avesse già baciate e sentì forte l'impulso di assaggiarle...
Akira sentendo qualcuno avvicinarsi spalancò gli occhi, due occhi incredibilmente blu che ebbero il potere di catturare ancora di più Naoya che si piegò su di lui con il desiderio di baciarlo.
Fortunatamente Akira parlò rompendo quell'incantesimo che aveva stregato l'altro.
"Noya cosa ci fai qui?"
Naoya si riscosse non capendo bene cosa stava per fare, storse il naso di fronte a quella storpiatura del suo nome e si sedette di fianco a lui "Non prenderti certe libertà baka"
L'altro scoppiò a ridere, era troppo l'alcol in circolo per permettergli di offendersi, così si limitò a sbuffare "Baka tua mamma"
Il moro sbuffò, non era decisamente il momento migliore per parlare con lui.
Akira lo guardò per un lungo momento poi disse "Lo sai? Credo che tu sia decisamente troppo bello... per quanto stronzo."
Naoya scosse la testa. Sì, era decisamente ubriaco. Però sentì forte la voglia di giocarci e di prenderlo in giro. "Vorresti dire che ti piaccio?"
Il biondo rise di nuovo, un suono cristallino che incantò nuovamente l'altro "No per carità ... io non sono gay. Mi piace troppo scopare le belle ragazze... constatavo solo..."
Naoya decise di prendere la palla al balzo per affrontare il tema Sachiko "Anche Sachiko?"
Akira si sentì colto in fallo e cercò di negare "E' solo un'amica... e poi è già impegnata."
Il moro sorrise interiormente, aveva colto perfettamente la sua titubanza "Non ci credo, se lei ti dicesse di sì tu ti tireresti indietro solo perché è impegnata?"
Akira non si sentiva lucido per quella conversazione, era sicuro che si sarebbe fregato con le sue stesse mani, meglio cambiare strategia "Cos'è vuoi propormi una cosa a tre? Oppure sei di quelli che amano guardare la propria ragazza che viene scopata da un altro?"
Naoya rimase stupito da quella uscita "No, grazie. Io preferisco agire e poi non credo che con un ragazzo mi si alzerebbe mai."
Il biondo sorrise e si alzò su un braccio per guardare più da vicino il suo interlocutore "Anch'io l'ho sempre pensato, però ho un amico che sostiene il contrario. Dice che nessuno resiste ad un bacio ben fatto e ancora meno ad un pompino... mi ha anche proposto di provare, però fin'ora ho sempre rifiutato..."
Akira in quel momento si sentiva terribilmente attratto da quel ragazzo tanto bello quanto enigmatico e quando si sentiva attratto da una ragazza si lasciava sempre andare e seguiva il suo istinto, in quel momento nella sua mente annebbiata non ci vide nessuna differenza. Il fatto che fosse un ragazzo non gli sembrò importante, così si avvicinò al viso dell'altro e lo baciò. Un bacio leggero, inizialmente solo un contatto, poi però Akira tracciò il contorno della bocca di Naoya con la lingua e afferrando fra i denti il labbro inferiore lo succhiò e lo morse in una chiara richiesta di approfondire che però rimase inascoltata.
Quando Akira si staccò, Naoya lo guardò frastornato, era rimasto troppo scioccato per fare alcunché, disse solo "Sei pazzo!?"
Il biondo rise "No, sono ubriaco!"
Naoya sentiva ancora le labbra bollenti e il desiderio di un nuovo contatto lo invase prepotente. Si rendeva conto solo che quel bacio gli era piaciuto e aveva voglia di assaporare ancora quella bocca calda e morbida. Gli occhi di Akira brillavano e sembravano volerlo catturare, così si lasciò andare e dicendo semplicemente "Anch'io" si abbassò su di lui per riprendere il bacio.
Akira si stese nuovamente sul prato portando con sé l'altro. Il bacio questa volta divenne subito passionale, le lingue uscirono vogliose di conoscere e assaporare la bocca dell'altro, di seguire i movimenti di una danza sconosciuta dove per la prima volta entrambi volevano dominare. Non c'erano ruoli prestabiliti, era uno scoprirsi, un conoscersi per dettare quelle nuove regole.
Akira infilò le mani fra i capelli neri di Naoya per non dargli la possibilità di sottrarsi. Il moro non ne aveva nessuna intenzione, portò le sue mani sotto la maglietta dell'altro sentendolo tendersi per quel contatto.
Naoya si stese completamente su Akira, mentre lui allargava le gambe per fargli posto. Sentirono una potente scossa attraversarli quando i loro bacini si toccarono e avvertirono chiaramente l'eccitazione dell'altro a contatto con la propria.
Erano completamente presi da quello che stavano facendo quando sentirono Tetsuya chiamare Akira.
Si staccarono ansimanti e si guardarono negli occhi scioccati per quello che avevano appena fatto e ancora peggio per quello che sarebbero arrivati a fare se non li avesse interrotti. Però fu un momento, perché erano entrambi troppo ubriachi per soffermarsi a pensare alle loro azioni o per preoccuparsi del loro significato. Avevano avuto voglia di baciarsi e lo avevano fatto, i dubbi sicuramente sarebbero arrivati il giorno dopo insieme alla ritrovata lucidità.
Naoya si rimise a sedere e Akira sentendo nuovamente Tetsuya chiamare "Akira dove sei? Ti lascio a piedi!" Disse semplicemente "Devo andare ..." poi aggiunse "Dovrò dire a Haru che aveva ragione" e se ne andò lasciando il moro ancora seduto a terra per evitare di essere visto.
Quando Tetsuya lo vide sbuffò "Siete due scocciature. Tu sparisci, Toru è collassato. La prossima volta venite a casa da soli" Akira sorrise, l'amico si lamentava sempre, ma poi non li abbandonava mai qualunque fossero le loro condizioni.
Dopo alcuni minuti, quando gli altri se ne furono andati, Naoya rientrò nel locale trovando Sachiko che lo cercava. "Dove sei stato? Ti ho cercato ovunque". Avrebbe voluto dirle "dove avresti voluto essere tu" ma fortunatamente gli era rimasto ancora un briciolo di buon senso, così si limitò a dirle "Andiamo".
Quella notte Naoya sognò due occhi blu come il cielo che gli promettevano piaceri proibiti.
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