18 - STRAPPO

Erano ancora stesi uno sull'altro e Naoya era ancora dentro Akira, quando sentirono una voce femminile "Ragazzi non sapevo che la mia auto fosse così comoda ... dovremmo provare anche noi."
E la voce di un ragazzo alquanto scocciato "Io torno dentro."

Akira li riconobbe immediatamente: Kimiko e Tetsuya, probabilmente erano usciti per andare a casa e loro avevano scelto proprio la macchina della ragazza.

Naoya e Akira non si mossero e si guardarono allarmati non sapendo se erano stati visti chiaramente oppure no, ma c'erano poche possibilità che non avessero capito di chi si trattava, visto che avevano gridato i rispettivi nomi al momento dell'orgasmo.

Naoya si sfilò da Akira, ma rimase fermo su di lui per cercare di rimanere nascosto. Guardò in direzione della porta: Tetsuya se ne era già andato, mentre Kimiko fumava la sua sigaretta senza farsi il minimo problema, incurante di loro.
Quando finalmente la vide rientrare si alzò e passò i vestiti ad Akira che non aveva avuto ancora il coraggio di guardare verso il locale.
Si rivestirono in fretta senza dire una parola.
Erano come storditi, non riuscivano a pensare lucidamente. La possibilità di essere scoperti non li aveva mai veramente sfiorati.



Mentre si dirigeva all'uscita Sachiko vide rientrare una ragazza bionda che si fermò al bancone del bar a parlare con Tetsuya.
Forse era lei la misteriosa ragazza?
Non poteva certo andare lì e chiederglielo, soprattutto davanti a testimoni, che figura avrebbe fatto? E poi lei avrebbe potuto negare senza il minimo problema.
No, doveva affrontare prima con Naoya.
Uscì dalla porta di sicurezza e si guardò attorno.

Naoya come vide l'inconfondibile testa rosa di Sachiko spinse Akira in basso e gli disse piano "Resta nascosto" e si mosse per andarle incontro.

Il biondo non aveva visto chi fosse uscito, ma dalla faccia allarmata dell'altro capì subito di chi si trattava.
Venire visti da Kimiko e Tetsuya era un conto, loro avrebbero sicuramente mantenuto il segreto.
Kimiko rispettava le coppie gay, anche suo fratello lo era, e sapeva che non era una cosa da sbandierare ai 4 venti. Haru aveva dovuto affrontare diversi problemi nel momento in cui aveva deciso di fare "coming out".
Tetsuya era la persona più riservata e affidabile che Akira conoscesse.
Non avrebbe potuto dire la stessa cosa di nessun altro.

La tragedia più grossa sarebbe stata essere visti da Sachiko, sicuramente per vendicarsi lo avrebbe rivelato a tutti, usando parole non certo lusinghiere.
L'arrivo di Kimiko li aveva proprio salvati, se non fosse arrivata lei, Sachiko li avrebbe trovati ancora nudi stesi sul cofano.
Sentì la paura gelargli il sangue e le ossa e senza volerlo iniziò a tremare.

La paura di essere deriso e allontanato da tutti lo invase riportandogli alla mente vecchi ricordi che credeva ormai dimenticati.

Quando era piccolo, dopo la morte dei genitori, Ryoma lo aveva portato con sé in Giappone, nel luogo dove lui viveva.
Qui però Akira fu tenuto in disparte a causa del suo aspetto e del suo accento, gli stranieri in quel piccolo paesino non erano graditi.
Il bambino si sentì perso e abbandonato, in un paese che non conosceva, in una casa che non era la sua, con un uomo buono, ma che non era suo padre.
Privato dei suoi ricordi, tutto era confuso.
Non aveva più la sua mamma e il suo papà e nessun bambino con cui giocare.
Guardato da tutti con un odio e un disprezzo che non capiva, si era sentito un mostro e si era convinto fosse per quello che i suoi amati genitori se ne erano andati abbandonandolo.
A quel tempo non sapeva ancora la verità.
Ryoma vedendo che con il passare del tempo il dolore di Akira anziché attenuarsi si intensificava, rimanendo per giorni chiuso in camera senza voler nemmeno mangiare, lasciò il suo lavoro di insegnante e quel posto di bigotti e si trasferì a Tokyo, città multietnica di mentalità aperta che non vedeva nessuna differenza fra un asiatico e un occidentale.

Con difficoltà Akira iniziò ad aprirsi con Ryoma e piano piano a farsi degli amici, a fidarsi nuovamente del prossimo, a sorridere, a pensare che forse non era un mostro.

Adesso non voleva assolutamente essere nuovamente allontanato da tutti e guardato con diffidenza e disprezzo.


Sachiko stava per chiamare Naoya quando lo vide avvicinarsi. Aveva i capelli spettinati e anche la camicia non era più perfetta come prima.
Il ragazzo la guardò male e con tono duro le chiese "Mi cercavi?"
Sachiko ebbe un momento di titubanza, ma poi si fece forza era ora di affrontare il problema visto che l'idea di farlo ingelosire non era servita "Sì, visto che tardavi sono venuta a vedere cosa stavi facendo"
"Te l'ho detto fumavo"
"Ma sei stato via tanto tempo... non è che c'entra la ragazza bionda che ho appena visto..."
Sachiko si riferiva a Kimiko, mentre Naoya pensò potesse aver intravisto la testa bionda di Akira.
Si sentì gelare, se lei avesse saputo di loro due lo avrebbe raccontato a tutti.
Suo padre sarebbe venuto a sapere che andava a letto con un ragazzo, lo avrebbe considerato una vergogna per la famiglia e lo avrebbe rinnegato.
Già non lo riteneva all'altezza di suo fratello e adesso lui gliene dava un motivo valido.
Anche suo fratello lo avrebbe deriso e considerato una delusione.
Non poteva permetterlo.
Sentì la rabbia mischiarsi al timore.
Così sibilò cattivo assottigliando lo sguardo "Cosa vorresti insinuare?"
Sachiko ormai era arrivata al dunque non poteva più tirarsi indietro "Non insinuo niente. So con certezza che ultimamente ti vedi con un'altra. E il tuo aspetto di adesso mi dice che non eri qui fuori a fumare. Chi è?"
Naoya non era sicuro di ciò che avrebbe dovuto o volute dire. Era solo certo di una cosa: quella situazione non poteva continuare.
Questa volta lui e Akira avevano proprio esagerato, l'attrazione che provavano l'uno per l'altro era troppo pericolosa, li portava ad agire in modo sconsiderato, a pensare solo a soddisfare i propri istinti e le proprie pulsioni.
Quello che sentivano era troppo rischioso.
Dovevano darci un taglio.

"È solo sesso"
Sachiko sgranò gli occhi, aveva ammesso ci fosse un'altra! Non riuscì a impedirsi di dire "Se mi vuoi ancora... lasciala..."
Naoya la guardò impassibile "È mio padre che ti vuole. Io non sto con nessuno."

Stava per andarsene lasciandola lì, ma si ricordò che Akira era ancora nascosto. Doveva farla ritornare all'interno del locale per evitare che lo vedesse e per permettere anche a lui di rientrare, la afferrò per un braccio e proseguì "Adesso andiamo ... mi sono rotto, voglio ritornare a casa."


Sachiko si fece condurre dentro come imbambolata. Non aveva capito il significato di quella frase.
Le stava dicendo che la lasciava o semplicemente che per lui loro due non erano mai stati insieme?
L'aveva sempre saputo che era stata un'imposizione di suo padre e lei ne aveva approfittato per poter stare con lui.
Anche ora però non riusciva a pentirsene pur rendendosi conto che Naoya non avrebbe mai potuto amare qualcuno a cui era costretto.

Appena furono rientrati Akira si alzò e cercò di darsi una sistemata, non poteva restare così, aveva bisogno di una doccia per togliersi il suo sperma e quello di Naoya dal corpo.

Aveva sentito perfettamente quello che aveva detto il moro, inizialmente si era sentito rinnegato e tradito, ma in fondo era esattamente come stavano realmente le cose.
Come aveva ribadito Naoya, loro non stavano insieme ed era meglio così, perché sarebbe stato più semplice mettere la parola fine, se non c'era niente da far finire.
Sì, perché non potevano continuare in quel modo, avevano rischiato grosso e lui non voleva assolutamente che altri venissero a sapere di loro.
Venire derisi e allontanati per qualcosa che nemmeno c'era.
Era solo sesso e avrebbe potuto benissimo farne a meno, d'altronde aveva fatto senza di lui per quasi 20 anni, fino ad un mese prima nemmeno si conoscevano.

Mentre faceva questi ragionamenti si sentì falso come se stesse cercando di ingannare se stesso, ma quella era l'unica scelta.

Adesso doveva andare a casa e poi gli avrebbe mandato un messaggio per troncare quella assurda relazione.


Rientrò e si diresse da Toru per avvisarlo del suo abbandono della festa. Si era dato da fare tanto non poteva andarsene senza dirgli niente.

Quando l'amico lo vide arrivare sorrise constatando lo stato dei suoi capelli e dei suoi vestiti.
"Toru io vado a casa"
L'amico ampliò il sorriso "Capisco anche a fare cosa... chi è?"
Akira non vedeva l'ora di andarsene così tagliò corto "Non la conosci"
Nanami che era seduta vicino a Toru abbassò lo sguardo.
Il biondo si rese conto di aver ferito senza volere la ragazza, ma in quel momento era troppo immerso nei suoi problemi per potersene preoccupare.
Così si avvicinò all'orecchio dell'amico e gli disse piano "Tieni compagnia a Nanami al posto mio"
Toru sorrise raggiante "Contaci"
Akira pensò che potevano essere una bella coppia.

Prima di andarsene si guardò attorno Naoya e Sachiko non c'erano, sicuramente era ritornato a casa con lei.
Alla fine Naoya aveva scelto di restare con lei, sentì una profonda tristezza, ma cercò di ignorarla in fondo aveva fatto la scelta giusta... con lui aveva chiuso.
Dovevano troncare, prima che fosse troppo tardi e glielo avrebbe detto immediatamente.


Naoya aveva detto a Sachiko che ritornava a casa e che lei poteva restare, ma lei aveva voluto seguirlo.
Quando arrivarono sotto casa della ragazza, lei non ebbe il coraggio di invitarlo a salire, il suo umore nero era evidente, non si era nemmeno girato per salutarla, guardava davanti a sé perso nei suoi pensieri, così dopo essere scesa si limitò a un semplice "Ci sentiamo domani"
Naoya si girò e la fulminò con lo sguardo "No, non ci sentiremo più. Ho chiuso con questa farsa. Domani chiamerò mio padre e gli dirò che tra noi è finita."

Sachiko temeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, non era una stupida, però ingenuamente aveva sperato che alla fine Naoya si innamorasse di lei.
Così disse con una nota di disperazione nella voce "Lo fai per lei?"
In un'altra circostanza Naoya avrebbe cercato di essere meno freddo, ma in quel momento si sentiva disperato anche se non voleva ammetterlo, perché sapeva che quella sera anche quello che c'era con Akira era finito e non sopportava che lei lo tirasse in ballo.

Così riuscì solo a dire "Non lo faccio per nessuno. Io non provo niente per te. Buonanotte"

Era certo che se voleva davvero riuscire a troncare ogni rapporto con Akira, doveva eliminare ogni cosa che glielo ricordasse e non c'era cosa che lo facesse di più di Sachiko. Era colpa sua se lo aveva conosciuto.
Ripartì lasciando la ragazza a guardare la macchina che si portava via tutti i suoi sogni d'amore.


Appena Akira arrivò a casa si fece una lunga doccia.

Quando uscì dal bagno si sedette sul letto ancora con solo un asciugamano legato in vita e i capelli completamente bagnati, afferrò il cellulare, scelse il destinatario e scrisse il messaggio, poi si fermò a guardarlo.
Sentiva freddo e non per le gocce d'acqua che dai capelli scendevano lungo la schiena, no, era un freddo che veniva da dentro, che partiva dal cuore e si allargava a tutto il corpo.
Non capiva perché si sentisse così male, infondo era stato sempre e solo sesso.
Tra lui e Naoya non c'era mai stato niente di più... aveva bisogno di convincersi adesso più che mai per riuscire a non crollare ...

Si sentiva bloccato, non riusciva a spingere il tasto per l'invio, lo stava guardando già da diversi minuti senza riuscire a fare quella piccola mossa.
Sapeva che era giusto così, che era giusto finire quella relazione pericolosa prima che fosse troppo tardi, ma non riusciva a farlo.
Era certo che di persona sarebbe stato molto peggio, sarebbero finiti a fare sesso come al solito senza riuscire nemmeno a parlarsi.

La sua mente andava completamente in tilt e riusciva solo a pensare a quanto lo desiderasse ed era proprio quello il motivo per cui dovevano troncare.
Prima o poi avrebbero finito per farlo davanti a tutti, questa volta ci erano andati molto vicino... non si erano preoccupati minimamente di nascondersi ed infatti erano stati visti... e gli era andata fin troppo bene...
Avrebbe dovuto parlare con Tetsuya e Kimiko... e anche con Haru... anche se era certo che non ne avrebbero parlato con nessuno, non voleva che si facessero un'idea sbagliata.
Haru sicuramente se l'era già fatta visto cosa gli aveva permesso di fare...

Doveva farlo, doveva troncare, era la cosa giusta...
e poi se non l'avesse fatto lui ci avrebbe pensato Naoya, l'aveva visto, se ne era andato con Sachiko dopo averlo rinnegato... in fondo non l'aveva mai lasciata...

Sì, doveva farlo prima che lo facesse lui...
non sapeva perché, ma non voleva sentirselo dire da Naoya...
faceva già terribilmente male così...
ma almeno avrebbe potuto dire che era stata una sua decisione...

Prese un profondo respiro, chiuse gli occhi e inviò il messaggio.
Iniziò a tremare e sentì delle amare lacrime rigargli il volto, non capiva il significato di tutto quel dolore, di tutto quel gelo che lo stava soffocando...
forse non era mai stato solo sesso... 

in ogni caso non avrebbe potuto fare diversamente...

non c'era futuro per due ragazzi...

Si sentì ad un tratto solo come dopo la morte dei suoi genitori.

Non ebbe nemmeno la forza di vestirsi, si lasciò cadere sul letto sperando di prendere sonno subito e soprattutto che il giorno dopo tutto sarebbe stato nuovamente normale, senza quel forte dolore al petto che non lo faceva respirare.



Naoya aveva appena fatto la doccia e si stava rivestendo con calma, cercando di decidere cosa era meglio fare.
Aveva bisogno di parlare con Akira, però non sapeva come, se chiamarlo o se andare a casa sua. Sicuramente anche lui aveva già lasciato la festa, non poteva certo restare nel locale in quelle condizioni, senza farsi una doccia.

Aveva una gran voglia di vederlo, ma così, ne era certo, non sarebbe mai riuscito nel suo intento, avrebbe finito come sempre per farci sesso.
Doveva troncare quella relazione pericolosa subito, prima che suo padre o suo fratello ne venissero a conoscenza.
Se era un uomo doveva riuscire a farlo, in fondo era solo sesso, doveva andare da lui e mettere ben in chiaro le cose senza farsi prendere dagli impulsi sessuali... da domani avrebbe dovuto fare senza... per sempre...

In quel momento sentì lo squillo del suo cellulare, lo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni e lesse il messaggio. Era di Akira e diceva semplicemente "E' finita. Addio"

Naoya si sedette sul letto stordito da quelle poche parole.
In fondo era ciò che voleva, ma finora era solo un possibilità, adesso invece era diventato terribilmente reale.
Adesso tutto era finito!
Non capiva perché si sentisse così male... era solo sesso e lo avrebbe potuto fare con qualunque ragazza... erano sempre tutte pronte a dirgli "sì".
Perché allora si sentiva così vuoto? Come se qualcosa o qualcuno gli avesse portato via l'anima?
Era dalla scomparsa di sua madre che non sentiva più quel dolore sordo... come se tutto di lui fosse morto e che niente avesse più senso...
Forse non era solo sesso... ragione in più per troncare subito...

Lui doveva sposare una ragazza e avere dei figli per continuare il nome Ishikawa; suo padre glielo ripeteva in continuazione e con un ragazzo tutto questo non era possibile!

Si stese meglio nel letto sperando di chiudere gli occhi e riuscire a non pensare più ad Akira e soprattutto di sopravvivere a quel dolore che si stava diffondendo dal suo cuore e che aumentava di minuto in minuto insieme alla consapevolezza di ciò che aveva perso per sempre.

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