15 - TI FIDI ABBASTANZA DA LASCIARMELO FARE?

= CAPITOLO VERY HOT =

Anche se era domenica Akira decise di studiare, ultimamente per colpa di Naoya aveva trascurato l'università e gli esami si stavano avvicinando.
Aveva qualche giorno libero dal lavoro, perché Ryoma era fuori per partecipare ad un'importante manifestazione letteraria.
Gli aveva mandato però la bozza del nuovo capitolo da controllare.

Dopo circa un'ora che era seduto alla scrivania con la testa sui libri, Haru entrò nella sua stanza, gli si avvicinò e abbracciandolo da dietro gli baciò il collo e gli disse: "Che ne dici di una piacevole pausa?"
Akira gli bloccò le mani che si erano già intrufolate sotto la sua maglietta e buttò lì la scusa che usava sempre in quei casi
"Lo sai che i maschi non mi interessano"
Haru sorrise "Non attacca più, lo so che ultimamente ti vedi con un ragazzo"
Akira sentì il panico assalirlo all'idea di essere stato scoperto "No .... non .... chi te l'ha detto?"
Notando il suo terrore Haru volle rassicurarlo "Quando ti ho chiamato l'altro giorno ho capito che a farti una pompa era un ragazzo e deduco sia lo stesso che ti ha portato via dal club e che ti ha riportato a casa ieri... tranquillo manterrò il segreto"

Akira era troppo scioccato, non sapeva cosa dire, non se lo aspettava, non aveva mai preso in considerazione la possibilità che qualcuno potesse scoprirli.
Erano troppo presi dalla lussuria e dal desiderio per preoccuparsi veramente degli altri.
Dovevano stare più attenti, fortunatamente era successo con Haru, lui non si sarebbe certo scandalizzato e sicuramente avrebbe mantenuto il segreto.
Haru proseguì: "L'importante è non innamorarsi. L'amore è solo una cazzata. Ti rende stupido e debole."
Akira si affrettò a chiarire e minimizzare "È stato solo sesso"

Haru sorrise, portò una mano fra le gambe di Akira e disse "Se è stato solo sesso, perché non lo fai anche con me? Io ho sicuramente più esperienza con i ragazzi, saprei farti godere come nessuno..."
Akira ebbe un momento di incertezza, infondo con Naoya era solo sesso, quindi perché non provare anche con Haru per vedere se gli dava le stesse sensazioni?
E poi non si erano giurati fedeltà, Naoya se la faceva anche con Sachiko... a quel pensiero sentì l'irritazione invaderlo, ultimamente quando pensava a lei non riusciva ad impedire alla rabbia di assalirlo prepotente... che stesse cambiando qualcosa in lui?
No, non poteva essere!

Haru approfittò di quel momento di dubbio per essere più convincente.
Spostò leggermente la sedia di Akira e si inginocchiò fra le sue gambe.
Intrufolò la mano nei pantaloncini del biondo per liberare il suo sesso ancora rilassato.
Prese a massaggiarlo mentre con la lingua iniziò a dargli piccole lappate.
Akira non sapeva cosa fare, una parte di lui gli gridava di fermarlo, mentre l'altra gli sussurrava di lasciarlo continuare, così avrebbe dimostrato finalmente a se stesso che quello che c'era con Naoya non era niente di speciale.
Buttò la testa all'indietro e spense la mente.
Haru sentendo il sesso di Akira reagire passò a leccare e stuzzicare la punta, poi vedendo che l'amico non lo fermava sorrise soddisfatto, era finalmente arrivato il momento che aspettava da più di un anno.
Quando Haru lo prese in bocca, Akira sentì l'eccitazione invaderlo, senza volerlo la sua mente volò a Naoya e si immaginò fosse lui.
D'istinto abbassò lo sguardo, ma la testa rossa che si muoveva fra le sue gambe non era lui, sentì la voglia di fermarlo, così portò una mano fra i capelli di Haru per bloccarlo.
Lui però non voleva fermarsi proprio adesso, alzò la testa e guardandolo negli occhi disse "Fammi finire non ti pentirai... è solo sesso niente di più"
Akira a quella frase "è solo sesso" allontanò la mano, era quello che si dicevano sempre lui e Naoya.
Il biondo chiuse gli occhi e lasciò che Haru riprendesse il suo lavoro.
Anche questa volta però non riuscì ad impedire alla propria mente di pensare a una testa mora che divorava il suo sesso.
Quando venne nella sua mente c'era una persona sola, Naoya.

I dubbi non tardarono ad arrivare.
Era appena venuto nella bocca di un altro ragazzo che non era Naoya... i suoi gusti sessuali stavano cambiando inesorabilmente?
Non ne era certo, visto che per tutto il tempo aveva pensato solo al moro...

Non sapeva se sentirsi in colpa per aver pensato ad un altro mentre Haru gli faceva la pompa o essere incazzato per come l'amico si era approfittato della sua incertezza.
Così non disse niente concentrato solo a riprendere fiato.

Haru, dopo essersi pulito la bocca con il dorso della mano, si rialzò e sfiorando le labbra con un bacio gli disse "Se vuoi continuare vieni nella mia camera", ma sapeva perfettamente che l'amico non l'avrebbe fatto, il suo sguardo sconcertato parlava per lui.
Doveva accontentarsi di quello che aveva ottenuto, cosa che fino a qualche giorno prima non aveva nemmeno creduto potesse avverarsi.
Sperava che quello stronzo che aveva la fortuna di averlo nel proprio letto sapesse bene cosa si ritrovava fra le mani ...
Lui non era innamorato di Akira, per carità, però lo eccitava da morire e questo per lui era una cosa da non sottovalutare. Come il ragazzo moro che aveva conosciuto la sera prima in un locale e che adesso non vedeva l'ora di rivedere, poteva chiamarlo e sfogarsi con lui.
Prese il cellulare e compose il numero, dopo pochi minuti era già fuori di casa.

Dopo che Haru se ne fu andato, Akira rimase qualche minuto a guardare il soffitto senza sapere cosa pensare o come interpretare ciò che era successo, aveva solo una gran voglia di vedere Naoya.
Avrebbe potuto chiamarlo, gli aveva detto che si sarebbero visti in serata.
Cosa gli avrebbe dovuto dire?
Sicuramente niente di quello che era appena successo, infondo anche lui non gli aveva mai parlato di quello che faceva con Sachiko.

Loro non stavano insieme ed erano liberi di fare ciò che volevano.


Anche Naoya era a casa a cercare di studiare, ma la sua mente continuava a tornare ad Akira e a quello che avevano fatto nella doccia il giorno prima.
Aveva voglia di rivederlo, quel biondino l'aveva fatto diventare dipendente dal sesso.
Lui che non gli aveva mai dato molta importanza, adesso non riusciva a pensare ad altro!


Cercò di concentrarsi sul suo lavoro, prese il tablet per leggere una relazione quando vide lampeggiare un messaggio, era un promemoria per un appuntamento.
Imprecò, si era completamente dimenticato della cena con suo padre. Aveva detto ad Akira che sarebbe passato da lui.
Poteva andare prima dal biondo e poi recarsi a quella noiosa cena, sperava solo che suo padre non avesse invitato anche Sachiko.
Se gli piaceva tanto, perché non se la prendeva lui come fidanzata?

Cercò di ricacciare indietro l'irritazione, ultimamente non la sopportava più! Doveva parlare con suo padre e risolvere quella situazione.
Prima però il piacere!

Mandò un messaggio al biondino "Questa sera ho un impegno. Passo da te prima"


Akira vedendo il messaggio fu invaso da sentimenti contrastanti, da un lato era felice che Naoya nonostante il suo impegno passasse da lui, ma dall'altro si sentiva terribilmente irritato perché probabilmente quell'impegno riguardava Sachiko.
Poi il ricordo di ciò che aveva fatto con Haru sovrastò tutto.
Aveva tradito Naoya? Avrebbe dovuto dirglielo?
Ma neanche per sogno! Non erano cazzi suoi!

Naoya erano settimane che andava a letto con lui eppure continuava a scoparsi Sachiko, perché avrebbe dovuto sentirsi in colpa per un semplice pompino?
Anzi, ripensandoci, avrebbe dovuto fare di più, così avrebbe pareggiato un po' i conti.

Per orgoglio Naoya non aveva mai parlato con Akira del suo rapporto con Sachiko e lui per lo stesso motivo non aveva mai chiesto, perciò non sapeva che il moro dal giorno che lo aveva incontrato non aveva più fatto sesso con la sua ragazza.


Naoya arrivò a casa di Akira poco dopo avergli mandato il messaggio, così quando il biondo aprendo la porta se lo trovò davanti sorrise compiaciuto "Hai fatto presto"
Il moro cercò di minimizzare "Non avevo niente da fare e mi stavo annoiando" in verità la voglia di vederlo era tanta che non era riuscito ad attendere oltre.

Akira ringraziò il cielo che Haru fosse già uscito, non aveva voglia di parlare a Naoya di lui, o ancora peggio che i due si incontrassero dopo quello che era appena successo.

Akira lo fece entrare "Devo finire una cosa poi metto via. Puoi aspettare due minuti?"
Naoya lo guardò divertito "Allora anche un baka come te studia ogni tanto"
Akira gli fece la lingua e si diresse nella sua camera seguito dal moro.

Akira si sistemò alla scrivania per concludere il capitolo che stava studiando, Naoya cercò qualcosa da leggere in giro per la stanza.
Trovò dei fogli non rilegati, sembrava la bozza parziale di un libro, si sedette sul letto e iniziò a leggere.

Akira aveva appena finito quando sentì Naoya chiedere "Leggi questa roba?"
Si girò e vide fra le mani dell'altro la bozza che gli aveva mandato Ryoma, sorrise "Non la leggo solo, la correggo"
Naoya non capì "Cosa vorresti dire?"
"Quella "roba" è una parte del nuovo libro di Ryoma, il mio lavoro è correggere le sue bozze. E' cliente di tuo padre e tu nemmeno sai che genere di libri scrive?"
Naoya sbuffò "Io non sono interessato a certe letture..."
Il biondo sorrise furbo "Sei sicuro? Io non direi proprio... sei certo di non voler provare?"
L'altro lo guardò storto "Io non sono una donna"
Akira gli si avvicinò "Non c'è bisogno che tu sia una donna per godere."
Il moro non riuscì ad impedirsi di chiedere "Con quante l'hai fatto?"
L'altro lo fissò dritto negli occhi "Nessuna si è mai fidata tanto da lasciarmelo fare... "
"Chi ti ha detto che io lo faccia?"
Akira ghignò "Hai paura?"
Naoya si indignò "Paura? Non potrei mai avere paura di un baka come te."
Sentiva una forte eccitazione all'idea di provare quello che aveva letto, ma non voleva assolutamente ammetterlo.
Akira sorrise gli si avvicinò ancora e iniziò a slacciargli la camicia.
"Cosa fai? Non ho detto di sì."
"Nemmeno di no." E passò a sbottonargli i pantaloni.
Naoya sbuffò, ma non si oppose "Vediamo cosa sei capace di fare"
Il biondo sentì l'eccitazione percorrerlo "Lascia fare a me..."

Una volta che Naoya fu completamente nudo, Akira lo fece stendere sulla schiena.
Aprì il cassetto del comodino e tirò fuori una corda bianca.
Il moro lo guardò divertito "Cosa ci fai con una corda nel comodino?"
Akira sorrise facendosela scorrere fra le mani "Aspettavo te... dopo che mi hai ammanettato al tuo letto speravo di poter fare altrettanto"
Naoya sentì una forte eccitazione pervaderlo al pensiero che l'altro avesse questo desiderio perverso su di lui e che avesse progettato di realizzarlo comprando addirittura una corda. 

Poteva concedergli di concretizzarlo.

Naoya si rese conto che in realtà erano 3 corde lunghe più o meno 1 metro e mezzo, forse due.
Lasciò che il biondo gli legasse i polsi insieme, che glieli portasse sopra la testa e li fissasse alla testiera del letto.
Poi gli fece piegare una gambe portando il piede vicino al sedere e con un'altra corda lo bloccò in quella posizione, legandogli la caviglia alla coscia all'altezza dell'inguine e poi fece la stessa cosa con l'altra.

Naoya non era più tanto sicuro di aver fatto bene a concedergli tutta quella libertà. Sentiva una sorta di timore misto ad eccitazione percorrergli la schiena. Era praticamente immobilizzato.

Akira non poteva credere di avere il moro nel proprio letto completamente alla sua mercé. Prese una bandana e gliela legò sopra gli occhi per precludergli la vista.
"Che accidenti fai?"
"Tranquillo vedrai che ti piacerà"
Akira si fermò ad ammirarlo, Naoya era una visione, la cosa più eccitante che avesse mai visto... se avesse potuto vedersi chissà cosa avrebbe pensato...
Un'idea gli balenò in testa, si avvicinò alla scrivania e posizionò meglio il portatile.

"Baka dove sei finito?!"
Quell'attesa stava facendo impazzire Naoya, così legato e senza la possibilità di vedere.
Akira ritornò al letto e gattonò fino ad arrivare sopra di lui, senza sfiorarlo si avvicinò al suo orecchio "Il gioco inizia. E' vietato parlare" poi glielo leccò facendogli provare mille brividi.


Akira fece correre leggere le sue dita lungo le braccia nude di Naoya, poi proseguì tracciando il contorno dei capezzoli e infine sul suo addome, girando attorno l'ombelico, vedendolo tendersi per quei tocchi.
Akira fu attento a non toccare con nessuna altra parte del corpo, voleva che l'attenzione del moro fosse concentrata solo su ciò che veniva sfiorato dalle sue dita.

Naoya si sentiva fremere per quei contatti leggeri, il fatto di non poter vedere rendeva tutto più intenso.
Era costretto a percepire ogni cosa attraverso gli altri sensi rendendolo più sensibile a tutto.
Sentiva chiaramente l'odore inebriante dell'amante, il suo respiro caldo quando si avvicinava un po' di più.

Akira seguì il contorno delle sue labbra con le dita, Naoya le dischiuse e tirando fuori la lingua le leccò.
Akira si abbassò e fece altrettanto.
Le loro lingue leccarono le dita del biondo incontrandosi e scontrandosi in quel gioco erotico, appena Akira le tolse divenne un bacio famelico, invadendo immediatamente la bocca dell'altro, succhiando e leccando, toccandosi e scontrandosi finché non ebbero entrambi il fiato corto.

Quel gioco era qualcosa di estremamente eccitante e Akira sentiva il desiderio di prenderlo subito, ma lo ricacciò indietro, voleva donare a Naoya piacere e sensazioni indimenticabili.

Si ricordò della candela che aveva comprato negli Stati Uniti adatta allo scopo... era appoggiata sul suo comodino, si allungò e la accese.

Naoya sentì l'odore diffondersi nell'aria, Akira aveva acceso qualcosa di profumato?
Non gli sembrava un'occasione romantica per fare una cosa del genere, ma non se ne preoccupò più di tanto visto che era tornato ad occuparsi di lui e la sua mente aveva altro a cui pensare.

Akira seguì con la lingua la linea della mandibola, mordicchiandola, poi proseguì baciandogli il collo e succhiando un punto alla base che divenne subito rosso.
Naoya era in completa balia dell'amante e questo lo stava facendo impazzire, sentiva mille emozioni invaderlo e confondergli la mente.
Quando la bocca di Akira prese a succhiare e mordere il suo capezzolo non riuscì a non gemere.
Il biondo sorrise soddisfatto e passò a stuzzicare anche l'altro, questa volta lo strinse forte fra i denti vedendo Naoya mordersi il labbro per non lamentarsi.

Akira non si era mai sentito così coinvolto in un gioco erotico, aveva paura di non reggere fino alla fine.
Riprese la sua lenta discesa verso il basso.
Baciò l'addome e tracciò il contorno dell'ombelico con la lingua e poi la infilò dentro, anche qui gli diede un piccolo morso per continuare questo contrasto di piacere e dolore.
Naoya fremeva nell'attesa, quelle piacevoli sensazioni amplificate dal fatto di non poter vedere e soprattutto non sapere in anticipo cosa Akira avrebbe fatto prima di sentire il contatto con la sua pelle lo stava facendo impazzire.
Akira si posizionò fra le gambe del moro, gli baciò l'interno coscia dal ginocchio fino all'inguine dove gli lasciò un evidente succhiotto.
Fece la stessa cosa anche all'altra gamba finendo però con un morso.
Naoya aveva voglia di prendergli la testa e spingergliela lì dove il suo sesso pulsante chiedeva attenzioni, ma era legato e non poteva fare niente.
Strattonò le corde e allargò le gambe, unico movimento che gli era consentito.
Akira lo guardò e sorrise era ora di dargli ciò che chiedeva oppure no?

Gli strinse le gambe e gliele avvicinò al petto per mettere in bella mostra il suo buchino, si abbassò nuovamente e iniziò a leccare la sua apertura spingendo per cercare di violarla.
Naoya non riuscì a trattenere un forte gemito, sentire quel muscolo caldo cercare di entrare era eccitante a tal punto da farlo tremare.
Nella sua mente prese forma l'immagine di Akira fra le sue gambe che leccava il suo orifizio, cosa c'era di più erotico e perverso. Peccato non poterlo vedere.

Akira prese il lubrificante e lo fece scivolare fra le gambe dell'altro che si tese per il contatto con quel liquido freddo. Poi si bagnò le dita e ne usò uno per entrare dentro di lui. Naoya lo sentì perfettamente farsi strada provocandogli dolore e desiderio di avere di più.

Il suo sesso reclamava attenzioni e invece Akira aveva preso a spingere dandogli piccole scariche di piacere che lo facevano sentire ancora più bisognoso di venire. Dopo aver aggiunto anche il secondo dito e aver fatto gemere Naoya in risposta alla sua dolce tortura, le tolse e le passò sulla punta del sesso del moro, facendolo mugugnare di frustrazione. Quel contatto non gli dava nessuna soddisfazione ...

Akira vide Naoya tirare le corde e tendersi dal desiderio di fargli toccare maggiormente il suo sesso, ma lui voleva giocare ancora, un'occasione del genere non gli si sarebbe più ripresentata.

Guardò la candela e sorrise, era pronta ...
Gli fece riabbassare le gambe e si sporse ad afferrarla.
La inclinò e fece cadere un po' di cera calda lungo la parte interna del braccio del moro strappandogli un gemito misto di frustrazione e di piacere.

Naoya si aspettava che finalmente Akira andasse ad occuparsi del suo sesso e invece quando aveva sentito qualcosa corrergli lungo il braccio le emozioni era state contrastanti, insoddisfazione, ma anche una nuova eccitazione per quella nuova tortura che non poteva vedere, ma solo sentire, quel liquido caldo al limite fra il piacere e il dolore che segnava la sua pelle già bollette...
Akira fece lo stesso sull'altro braccio, in modo molto lento, godendosi le reazioni di Naoya che si tendeva in attesa.
Quando si spostò sul torace lo vide mordersi il labbro per non emettere versi.
Il biondo ghignò, fece colare la cera sui capezzoli e poi scese piano lungo l'addome riempiendo l'ombelico.
Akira non lo stava toccando, ma la cera indurendosi segnava in modo tangibile il suo passaggio, era come sentire solidificare il suo sguardo, come se quel liquido bollente fosse il desiderio dell'amante che lo percorreva e lo bruciava.

Quando Naoya avvertì il liquido caldo lambire il suo basso ventre non riuscì a trattenere un gemito.
La sentiva colare a lato del suo sesso senza toccarlo, scendere lungo l'interno coscia, lasciandolo nuovamente insoddisfatto.

Essere così completamente nelle mani di Akira unito alla voglia di avere finalmente soddisfazione gli stava facendo perdere la testa, si sentiva come strafatto, ubriaco da tutte quelle sensazioni che gli stava facendo provare.
Quell'attesa condita di piacere e dolore era troppo per resistere ancora.

Adesso era veramente arrivato al limite, così non riuscì ad impedirsi di supplicarlo "Akira..."

Akira sentendo il proprio nome pronunciato in quel modo non riuscì a resistere oltre... era ora di concludere quel gioco.
Appoggiò la candela e prese nuovamente il lubrificante, se lo spalmò sulle dita, poi si abbassò e afferrando il sesso di Naoya turgido e teso lo leccò varie volta soffermandosi sul glande.

Naoya ansimò e cercò di andare incontro alla bocca dell'altro puntellando con forza i piedi, ma il movimento fu minimo con le gambe legate a quel modo.
Voleva che lo prendesse finalmente in bocca e che lo facesse venire.

Quando Akira lo accontentò spingendosi il suo sesso fino in gola e prese a muoversi, si lasciò andare a gemiti liberatori.

Anche il biondo era ormai al limite, lo voleva, voleva spingersi finalmente in lui, però prima doveva prepararlo ancora un po' se non voleva spaccarlo in due.

Senza smettere di muovere la bocca prese a violarlo nuovamente con le dita andando subito alla ricerca del punto per farlo godere maggiormente.
Naoya fu invaso da scosse di piacere, si contorse ansimando forte.

Voleva portare le mani fra i capelli di Akira per spingergli il suo sesso ancora più in giù, voleva vedere quella visione impagabile, la bocca di Akira che lo divorava vogliosa.
Ma non poteva e quella restrizione lo stava facendo impazzire di desiderio.

Non potendo vedere, sentiva ciò che stava accadendo solo grazie al senso del tatto e questo amplificava le sensazioni rendendole irresistibili.
Anche le dita di Akira che si muovevano in lui allargando i suoi muscoli e affondando sempre con la stessa angolazione togliendogli il fiato, le sentiva con una chiarezza mai provata.

Akira era eccitatissimo, lo voleva, voleva farlo finalmente suo, voleva invadere quell'antro caldo e stretto. Sentire per la prima volta Naoya gemere in modo così lascivo lo stava provocando.


Dopo poco Naoya venne e si riversò completamente nella bocca dell'altro.
Akira si rialzò e baciandolo gli fece sentire il suo stesso sapore, poi si riabbassò fra le sue gambe e riprese a leccare la sua apertura ormai pronta. La sua lingua non ebbe problemi ad entrare, gli leccò i testicoli e nuovamente la sua asta.
Naoya ancora intento a riprendere fiato, sotto quelle sollecitazioni sentì l'eccitazione risvegliarsi.
Avrebbe potuto continuare a fare sesso con Akira per giorni interi senza averne mai abbastanza.
Sarebbe ritornato in tiro con un suo solo sguardo, figuriamoci se si metteva a leccarlo nuovamente.
Sapeva che fra pochi attimi lo avrebbe fatto suo. Il dolore e poi il piacere intenso.
Era pronto, lo voleva, lo desiderava con tutto se stesso, ma non glielo avrebbe mai confessato, anche se era certo non ce ne fosse bisogno, il suo corpo parlava per lui.

Akira si tirò su e si posizionò, si spalmò il lubrificante sul sesso e dopo avergli allargato le gambe spingendole verso il torace iniziò a penetrarlo poco alla volta.
Naoya trattenne il fiato per il dolore che lo invase, aspettando che l'amante arrivasse a riempirlo fino in fondo.


Akira lo aveva desiderato talmente tanto che, sentirsi stringere e divorare, affondato dentro Naoya così legato e succube, non riuscì ad aspettare.
Iniziò a muoversi subito, uscendo e rientrando tenendo fermo l'amante per i fianchi per imprimere più forza, facendo stringere a Naoya il labbro fra i denti per resistere.
Dopo poco però il dolore fu surclassato dal piacere che lo invase nuovamente ubriacandolo; si sentiva completamente nelle mani del suo amante e la cosa lo eccitava ancora di più.

Akira girò Naoya sul fianco e allargandogli le gambe continuò ad affondare in lui senza tregua. Il moro non poteva vedere cosa faceva l'altro, ma lo sentiva sbattere contro il proprio sedere e il suo sesso invaderlo in profondità. Akira prese a masturbarlo per portarlo nuovamente all'apice.

Quando il biondo sentì avvicinarsi l'orgasmo girò nuovamente l'amante sulla schiena e aumentò il ritmo degli affondi e della mano trovare l'appagamento insieme.


Quel doppio piacere fece raggiungere nuovamente l'orgasmo a Naoya e Akira sentendo i suoi muscoli contrarsi attorno al suo sesso già al limite lo seguì immediatamente.

A Naoya quella sensazione di essere riempito, mai così chiara lo fece sentire stranamente felice.


Akira si accasciò sull'amante e gli disse "È stato meglio di quello che mi ero immaginato"
Naoya cercò di trattenere un sorriso che voleva fare capolino sulle sue labbra sempre imbronciate "Sì, sei stato abbastanza bravo"

Il biondo si alzò, gli tolse la benda e lo guardò negli occhi indignato "Ma sei hai urlato di piacere tutto il tempo. Se non lo ammetti che hai goduto non ti libero"
Naoya cercò di mettere finalmente a fuoco il viso dell'amante "Idiota liberami non posso stare qui tutto il tempo ... cazzo! La cena!"
Si era completamente dimenticato del suo impegno, non aveva idea di che ora fosse, il tempo per lui si era fermato e al tempo stesso era scivolato via velocissimo.
Akira vedendo la sua faccia allarmata decise di accontentarlo. Slegò prima le due gambe e poi le braccia.
Naoya si toccò i polsi, erano rossi e gli facevano male, così come le caviglie. Durante il rapporto in preda al piacere non si era reso conto di strattonare con forza le corde.

Poi guardò il suo corpo, era ricoperto dal leggero strato di cera nera, sembrava un disegno, non si era accorto che Akira stava giocando a disegnare il suo corpo, lui era troppo preso dalle sensazioni che gli stava dando per rendersene conto.
Toccò la cera ancora morbida, non era sicuramente una candela normale, non lo aveva bruciato.
"Dove hai preso quella candela?"
Akira sorrise "È bellissimo il disegno vero?"
"Non ti ho chiesto del disegno"
Il biondo sbuffò "L'ho comprata in un sexy shop a New York, volevo qualcosa che mi ricordasse la mia città natale. Cosa meglio di una candela erotica? Si scioglie a una temperatura più bassa e tarda a solidificarsi. Se vuoi provare ne ho anche una per i massaggi che non si solidifica affatto."
Naoya scosse la testa "Tu sei fuori!"

In ogni posto in cui si era fermato durante il loro viaggio con Ryoma, Akira aveva preso qualcosa come ricordo.
Sicuramente non avrebbe detto a Naoya perché aveva scelto una candela, non era una cosa che si raccontava a uno con cui si scopa solo, non lo aveva detto nemmeno al suo tutore.

Perché una candela? La candela una volta usata scompare e non rimane niente e a lui di New York, di quando ci viveva con i suoi genitori, non gli era rimasto niente, i suoi ricordi erano bruciati in una notte come una candela.
Perché una candela per fare sesso? Perché figurativamente voleva fottersi quella New York che gli aveva portato via le uniche persone che amava.

Akira si riscosse dai suoi pensieri sentendo Naoya imprecare "Cazzo è tardi!"


Naoya guardò l'orologio allarmato, doveva assolutamente andare.
Si alzò dal letto sentendo un forte dolore al fondoschiena, Akira ci era andato giù pesante, però non gli importava, se non avesse dovuto andare via gli avrebbe permesso di rifarlo ancora per tutta la notte, a costo di non poter camminare il giorno dopo.
Disse solo "Devo andare"

Akira si sentì stranamente triste e arrabbiato, ma non ne capì il motivo, o meglio preferì non capirlo ... così disse acido "Salutami Sachiko"
Naoya lo guardò perplesso "Vado a cena con mio padre."
Vide Akira rilassare le spalle, così non gli disse niente del suo dubbio.
Non sapeva se ci sarebbe stata anche lei, lui sperava proprio di no, perché non avrebbe resistito a fare il bravo fidanzatino davanti a suo padre dopo quello che aveva appena fatto con Akira.

Naoya fu il primo a farsi una doccia, non poteva certo andare da suo padre con il corpo ricoperto di sperma e di cera!

Mentre la lavava via, ripensò alle parole di Akira, non sapeva che era nato a New York, effettivamente non sapeva niente del suo passato, ma non era necessario per due che scopavano solo!

Avvertiva però una strana sensazione, una sorta di tristezza ogni volta che lo pensava, come se iniziasse a mancargli qualcosa. 

Ricacciò indietro quel pensiero e riprese a ripulirsi, doveva fare in fretta.  Dopo essersi lavato, si rivestì, fortunatamente Akira lo aveva spogliato subito, così i suoi vestiti erano ancora perfetti. 

Akira decise di accompagnarlo alla porta avrebbe fatto la doccia subito dopo la sua partenza. 

Prima di andarsene Naoya vide nell'ingresso un paio di scarpe di un numero troppo piccolo per essere del biondo, in casa con lui c'era qualcun'altro.

Akira seguì il suo sguardo e intuì la sua domanda "È rientrato il mio coinquilino"

Naoya assottigliò gli occhi "E da quando hai un coinquilino?"

L'altro alzò le spalle "Da qualche settimana"

"E chi sarebbe?"

"Haru, l'hai conosciuto per telefono"

Naoya sentendo quel nome si arrabbiò, invaso da una forte gelosia. Akira viveva giorno e notte sotto lo stesso tetto con un ragazzo che non voleva far altro che scoparselo! Quel cretino non pensava mai prima di agire? 

Akira pensando di sapere quale fosse il problema che affliggeva l'altro disse "Tranquillo, anche se ha scoperto di noi due, ti posso assicurare che lui manterrà il segreto. Me l'ha promesso." 

Naoya era stranamente contento che Haru sapesse di loro. Avrebbe dovuto essere spaventato e invece l'idea di fargli sapere che Akira faceva sesso con lui lo esaltava. Avrebbe capito che non doveva più girargli attorno. 

Su assalito da una consapevolezza che lo fece ghignare, probabilmente Haru era arrivato prima che loro raggiungessero l'orgasmo e sicuramente aveva sentito e soprattutto capito cosa stavano facendo, non erano stati proprio silenziosi. 

Si salutarono e Naoya aggiunse "Se parla lo uccido con le mie mani" avrebbe voluto dire "Se ti tocca ...", ma era meglio così.




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N/A: Ciao a tutti.

Il capitolo è stato lungo e impegnativo. Spero vi sia piaciuto.

Alla prossima!

J.


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