1 - UN NORMALE INCONTRO
Sachiko stava camminando fuori dalla facoltà di medicina per dirigersi alla sua successiva lezione quando sentì un urlo "Spostati!", fece appena in tempo a capire che il grido era rivolto a lei e a buttarsi a lato, così da evitare per un pelo il ragazzo biondo che arrivò come una furia dalla scalinata principale con uno skateboard.
Appena si riprese dallo spavento iniziò a inveire contro quel deficiente che per poco non l'aveva travolta.
"Imbecille! A momenti mi investi! Come ti viene in mente di fare una cosa simile!?"
Akira si alzò imprecando poi si girò verso la ragazza e con uno splendido sorrise che lasciò Sachiko disarmata le disse "Dovrai farti perdonare, per colpa tua ho appena perso la mia scommessa."
In quel momento arrivò un altro ragazzo con corti capelli castani tutto festante "Akira hai perso! Mi devi pagare da bere."
Akira sbuffò "Ho perso solo perché lei è passata proprio nel bel mezzo del mio salto."
Sachiko si rese conto di essere ancora seduta per terra. Si alzò e incrociò le braccia al petto con aria arrabbiata.
"Non sono io che sono passata quando non dovevo. Sei tu che sei un deficiente! Ti sembra da sani di mente pensare di venire giù da una scalinata come quella con uno skateboard. Cosa sei un bambino?"
L'altro ragazzo scoppiò a ridere.
Akira guardò il suo amico "Toru smetti di ridere. E dammi un'altra possibilità. I fattori esterni non erano previsti."
Poi girandosi verso Sachiko "Non volevo fare la scalinata, ma solo il corrimano centrale."
Toru scossa la testa "Adesso paghi il tuo debito. Poi se vuoi possiamo rifarla."
La scala che conduceva alla facoltà di medicina era molto ampia con un doppio corrimano centrale e Akira aveva detto al suo amico Toru che era perfetta come rampa per lo skate, Toru aveva riso e gli aveva detto che per quanto fosse bravo non sarebbe mai riuscito a farla atterrando in piedi. Akira naturalmente aveva accettato la sfida.
Sachiko rise sarcastica "Ah, allora è tutta un'altra cosa."
Akira le si avvicinò e lei poté constatare che era decisamente un bellissimo ragazzo con splendidi occhi azzurri.
Lui le sorrise "Mi farai compagnia mentre pago il mio debito? Almeno mi risolleverai un po' il morale e ti farai perdonare..."
Sachiko avrebbe dovuto correre a lezione, ma quel ragazzo l'aveva stregata, aveva voglia di passare un po' di tempo con lui. Voleva saperne di più e l'idea di salutarlo e non vederlo più non le piaceva affatto.
Con fare da lolita prese il biondino sotto braccio e ammiccando disse “Solo se paghi tu…”
Akira sorrise a quel gesto “Certo questo ed altro per una bella ragazza”.
Raccolse il suo skateboard e si incamminarono.
Toru iniziava a sentirsi di troppo, ma in quel periodo di “vacche magre” non avrebbe mai rinunciato a una bevuta gratis, così li seguì.
Si diressero ad un bar poco distante.
Akira ordinò e pagò da bere per tutti e tre.
Sachiko prese a sorseggiare la sua bibita osservando di sottecchi il biondo che stava parlando animatamente con l’altro ragazzo della loro scommessa e desiderò di essere da sola con lui per vedere quel sorriso rivolto solo a lei, desiderio che dopo poco venne ascoltato.
Toru dopo aver tracannato la sua birra si dileguò dicendo che doveva ritornare in facoltà.
Akira salutò l’amico e poi rivolgendosi a Sachiko “Ti prego non abbandonarmi anche tu … il mio cervello ha bisogno di una pausa ed è estremamente triste rimanere qui a bere da soli. E poi non capita tutti i giorni di parlare con uno splendido ragazzo come me …”
Sachiko fece finta di pensarci su, per farsi desiderare e alla fine naturalmente annuì.
Akira cercò di iniziare la loro conoscenza dalle cose principali.
"Allora signorina cosa mi racconta di lei?"
Sachiko sorrise "Beh, non c'è molto da dire ... mi chiamo Sachiko Harada, sono nata qui a Tokyo, frequento il secondo anno di medicina. I miei genitori sono due medici, sono figlia unica ... e oggi per poco non vengo investita e poi rapita da un ciclone biondo..."
Non sapeva bene perché, ma evitò di dirgli che era fidanzata con Naoya Ishikawa. Solitamente era la prima notizia che dava di sé subito dopo il suo nome. Questa volta invece voleva assolutamente lasciarlo fuori da quella conversazione.
Akira scoppiò in una sonora risata per essere stato definito un "ciclone biondo".
Mentre parlava l'aveva osservata, era una bella ragazza con fisico atletico, ma poco formosa, con lunghi capelli di uno strano colore rosa, chissà qual'era il suo vero colore, e grandi occhi verdi.
Sachiko prese a giocare con i suoi capelli, era stranamente nervosa quella risata era così cristallina e bella. "Adesso tocca a te..."
Akira sorrise "Vediamo ... mi chiamo Akira Aoyama mi sono iscritto da poco a lettere e adoro fare cazzate ... e se me lo chiedi… sì sono biondi naturali e non porto lenti a contatto."
Akira non aveva detto praticamente niente di sé, Sachiko era curiosa quel ragazzo la attirava in modo incredibile. Forse perché le sorrideva in modo così sincero e spontaneo riuscendo a trasmetterle calore. L'esatto opposto di Naoya.
Ricacciò indietro quel pensiero adesso non voleva pensare a lui, in fondo non stava facendo niente di male.
Che peccato però era una matricola, quindi era più piccolo, non riuscì a non esternare il suo dispiacere "Sei più piccolo di me..."
Akira sorrise, un sorriso furbo "Non so se essere offeso o compiaciuto ..."
Sachiko cercò di scusarsi "Non sembri più piccolo… è solo che hai detto di essere una matricola ..."
"Infatti ...ma dovrei essere al secondo ... vedi il mio tutore Ryoma Oda è uno scrittore famoso e lo scorso anno per festeggiare l'incredibile successo del suo ultimo libro ci siamo presi un anno sabbatico e abbiamo girato il mondo. Ho potuto vedere posti incredibili, dal deserto australiano, alle bellezze della vecchia Europa, dalle isole incontaminate, alle grandi città americane, la terra del fuoco e il Rio delle Amazzoni, la Savana e le piramidi egizie. Ho potuto fare ciò che mi piaceva di più. Surf sulle grandi onde dell’oceano, snowboard su alti ghiacciai, conoscere gente, partecipare a feste e sc..." stava per dire e scopare bellissime ragazze, ma quello era un aneddoto adatto ai suoi amici non ad una ragazza appena conosciuta e con cui sperava di fare altrettanto. Così concluse solamente "È stato un anno fantastico."
Quando parlava del suo viaggio si esaltava sempre, era stata un'esperienza indimenticabile e adesso faticava ad adeguarsi nuovamente ad una vita tranquilla fatta di studio.
"Dovrei cercare di recuperare l'anno, ma non credo di riuscirci visto che oltre a studiare devo lavorare per quel vecchiaccio come correttore delle sue bozze. È un vero e proprio schiavista ..."
Sachiko era incantata dai suoi racconti e dai suoi occhi che brillavano di emozione, si immaginò di essere distesa su una bellissima spiaggia bianca con lui.
Sarebbe stato sicuramente uno spettacolo in costume … il fisico che si poteva immaginare sotto quella sua maglietta stretta e i pantaloni fino al ginocchio era magro e atletico con muscoli ben definiti, ancora perfettamente abbronzato.
Quel ragazzo appena conosciuto la attirava e per il momento non voleva far ritorno alla realtà.
Certo non avrebbe lasciato Naoya per nessuna ragione al mondo, era un ragazzo perfetto, il meglio che si potesse desiderare, bellissimo, ricco e serio, ma Akira con la sua allegria la stava facendo sentire viva.
Akira si stava divertendo, gli piaceva passare il tempo con le ragazze e quel nuovo incontro prometteva bene. Non gli era sfuggito il modo civettuolo con cui lo guardava.
Prima di salutarsi si scambiarono i numeri di telefono e si diedero un innocuo bacio sulla guancia.
Sachiko constatò che ormai era tardi per andare a lezione ed era ancora troppo eccitata per quell'incontro inaspettato, sentiva il bisogno di parlarne con qualcuno così prese il cellulare e inviò un messaggio alle sue amiche chiedendo loro di incontrarsi nella mensa dell'università.
Mentre Sachiko attendeva il loro arrivo ripensò al suo bellissimo assalitore, era strano come un incontro casuale potesse cambiarti la giornata.
Era stato il destino, sarebbe bastato che passasse di lì qualche minuto prima o qualche minuto dopo e non si sarebbero mai conosciuti.
C'erano talmente tanti studenti in quell'università che non era strano non incontrarsi mai negli anni di frequenza.
Quando vide arrivare le sue amiche fece cenno loro di sedersi.
Rika, una bella ragazza dai lunghi capelli biondi e fisico formoso, migliore amica di Sachiko dai tempi dell'asilo la guardò sospettosa. "Cosa c'è di tanto urgente da richiedere questa riunione d'emergenza? Per caso ti devi vantare nuovamente di quanto Naoya sia fantastico?"
Rika e Sachiko si erano contese Naoya per anni, poi quando Sachiko si era fidanzata con il moro per volere del padre del ragazzo, Rika si era sentita tradita e per un po' non si erano parlate, poi con il passare dei mesi erano tornate ad essere amiche e a condividere lo stesso appartamento.
Nanami, l'altra amica di Sachiko, ragazza timida dai lunghi capelli neri e occhi chiarissimi, sorrise "Magari questa volta è qualcosa di importante ..."
Sachiko ricambiò il sorriso "Oggi ho conosciuto un ragazzo bellissimo, simpatico e divertente."
Rika la guardò male "Più bello di Naoya?"
Sachiko sbuffò "Adesso cosa c'entra Naoya?"
"C'entra! Tu non dovresti avere il diritto di parlare o anche solo guardare i ragazzi belli. Hai già avuto più di quello che ti meriti ..."
Nanami si intromise per limitare quella discussione pericolosa "Come si chiama?"
Sachiko gliene fu grata "Akira, è biondo con degli occhi blu da fare impallidire il cielo."
Rika non voleva darle soddisfazione "Anch'io sono bionda"
Sachiko la guardò di traverso "Tu sei tinta."
Rika stava per protestare nuovamente, ma Sachiko non glielo permise riprendendo subito il suo racconto "Mi stava per venire addosso con lo skateboard e per farsi perdonare mi ha offerto da bere. È divertente stare con lui, mi sono sentita bene. Ho voglia di rivederlo."
Questa volta fu Nanami a parlare "E Naoya?"
Sachiko si sentì colpita, un conto era sentirsi accusare da Rika e uno era da Nanami, lei non lo faceva per ripicca.
"Beh, non ho nessuna intenzione di lasciarlo e neanche di tradirlo, però non voglio nemmeno impedirmi di vedere Akira. Basta che lui non lo venga a sapere."
Rika scosse la testa "Non capisco come puoi rischiare la tua storia con Naoya per uno appena conosciuto."
Rika non sapeva come stavano veramente le cose fra lei e Naoya.
Sachiko non glielo aveva mai raccontato perché voleva far credere che tutto fosse perfetto, ma Naoya non era il principe azzurro che tutti credevano, era bello da impazzire, ma altrettanto freddo e indifferente.
Si limitava a prendere parte alle cene di famiglia o alle feste in pubblico con lei, ma in privato non le aveva mai fatto un regalo o un gesto romantico, facevano sesso solo quando lui ne aveva voglia e tutto si limitava al puro atto fisico senza alcun sentimento.
Lei però non si era mai lamentata, lo amava e stare con lui era un sogno.
Sapeva che era stato il padre di Naoya a scegliere per lui, ma lei sperava che infondo anche lui un po’ l'amasse visto che non l’aveva rifiutata.
Adesso l'incontro con Akira le aveva dato una scossa e si era sentita elettrizzata dopo tanto tempo.
"Non voglio rischiare di perderlo, voglio solo passare del tempo come amici con questo ragazzo. E voi dovrete mantenere il segreto."
Nanami guardò Rika e parlò per entrambe "Certo puoi contare su di noi"
Akira stava tornando a casa quando sentì suonare il cellulare, lesse il nome sul display e sorrise.
Toru non aveva atteso di rivederlo il giorno dopo, voleva sapere subito del suo incontro con la ragazza dagli insoliti capelli rosa.
"Moshi, moshi"
"Akira allora? Racconta..."
Akira fece finta di non capire "Toru, cosa vorresti sapere?"
Toru sbuffò "Non fare il finto tonto… della ragazza di oggi, chiaro! Ti ha già dato un appuntamento?"
Akira sorrise "No, però mi ha dato il suo numero e mi ha detto di chiamarla."
"Uffa! Sei incredibile! Mai che qualcuna ti dia un bel due di picche."
"Ancora non è detto..."
"Sì, sì è detto purtroppo … ti guardava come se volesse mangiarti ... "
Akira scoppiò in una sonora risata "Adesso ti saluto ci vediamo domani. Devo andare a lavorare altrimenti quel "pervertito" mi lascia senza paga"
"A domani e attento ai fidanzati gelosi, prima o poi te ne ritroverai uno sulla porta di casa."
Naoya aveva passato la mattinata in facoltà e adesso doveva fare un salto allo studio di suo padre. Non ne aveva nessuna voglia, non prometteva mai bene quando suo padre lo convocava. L'ultima volta gli aveva annunciato il suo fidanzamento con la ragazza che aveva scelto per lui.
Lui era un bellissimo ragazzo dai capelli neri e lisci e gli occhi altrettanto neri e profondi, dal tipico taglio orientale, pelle chiarissima e fisico statuario, non aveva certo bisogno che lui gli trovasse la fidanzata, aveva decine di ragazze che sbavavano per lui.
Suo padre però, a suo dire, voleva il meglio per lui e così aveva scelto Sachiko Harada figlia di due famosi e ricchi medici.
Lui aveva accettato per accontentarlo e aveva iniziato a frequentarla e a farsi vedere in giro con lei, ma non aveva cambiato il suo carattere o il suo modo di comportarsi per lei.
Era sempre freddo e scostante, non le faceva gesti romantici o regali, ma lei non sembrava lamentarsi.
Lei era contenta di esibirlo come un trofeo e di quel rapporto finto.
E lui aveva una ragazza con cui sfogare i suoi bisogni fisici senza necessità di cercare in giro.
Mai una volta però aveva sentito qualcosa per lei, era solo sesso senza nessun sentimento.
Naoya aveva sempre considerato l’amore una cosa inutile, lui aveva i suoi progetti da portare avanti e non aveva bisogno di stupidi sentimenti che gli annebbiassero il cervello e lo rendessero stupido, sarebbero stati solo un intralcio.
Quando arrivò allo studio suo padre gli comunicò che aveva semplicemente bisogno che consegnasse dei documenti per lui ad un cliente.
Naoya rimase sorpreso per quella richiesta, ma suo padre si affrettò a spiegare "È un cliente molto importante, dovevo andare io di persona a consegnarglieli, ma ho avuto un imprevisto e tuo fratello è fuori. Non potevo certo mandargli una semplice segretaria. Tu sei mio figlio e mi farai da sostituto. Attenderai che te li abbia firmati e poi me li riconsegnerai. Mi raccomando sì cortese e professionale, tieni alto il nome del nostro studio."
Naoya si rilassò, non era niente di complicato, poteva farlo senza problemi, aveva immaginato qualcosa di molto peggiore. "Certo padre conta su di me"
Tokuma sorrise compiaciuto. Gli diede una busta bianca sigillata e l'indirizzo al quale recapitarli.
Arrivato all'indirizzo indicato, a circa un’ora di macchina dal centro, Naoya si trovò davanti una bella villa in perfetto stile tradizionale giapponese, circondata da un grande giardino.
Gli venne ad aprire un ragazzo biondo apparentemente della sua stessa età, chiaramente troppo giovane per essere il famoso scrittore.
"Devo consegnare dei documenti importanti al signor Oda-Sama"
"Mi dispiace, è uscito, però puoi lasciarli a me"
Chi si credeva di essere questo ragazzo per usare con lui un tono così confidenziale?
"No non posso, devo darglieli personalmente"
Akira alzò le spalle "Fa come vuoi"
Naoya lo seguì all'interno della casa senza aggiungere altro.
Akira si rimise seduto al tavolo basso per riprendere la correzione delle bozze. Naoya si sedette su uno dei cuscini nell'angolo opposto.
Akira si ricordò di non essersi ancora presentato "Io mi chiamo Akira"
Naoya non era interessato alle presentazioni, ma non poteva essere scortese visto che era lì al posto di suo padre "Naoya Ishikawa"
Akira stava per aggiungere altro quando il telefono di Naoya squillò.
Naoya rispose senza dare alcuna importanza al ragazzo che aveva di fronte
“Sachiko dimmi”
“Ciao Naoya volevo avvisarti che questa sera sono libera se vuoi posso passare da te …”
“Fa come vuoi”
“Ok allora ci vediamo più tardi”
Sachiko dopo aver parlato con le sue amiche si era ancora più esaltata per quello che le stava accadendo, si sentiva estremamente fortunata per quello che la vita le aveva regalato.
Aveva un ragazzo magnifico e un nuovo amico altrettanto bello.
Aveva sentito il desiderio di vedere Naoya, di passare una serata con lui, di appagarsi ancora di più con la sua presenza e magari concludere quella splendida giornata facendo dell’ottimo sesso.
La risposta fredda di Naoya non l’aveva minimamente demoralizzata, ormai era abituata ai suoi modi.
La cosa che la rendeva felice era che non le aveva detto di no.
Akira sentendo quel nome alzò la testa dal suo lavoro e guardò il moro. Possibile che la ragazza che aveva conosciuto quella mattina fosse la stessa Sachiko? Non era certo l’unica ragazza con quel nome, però sarebbe stata una bella coincidenza.
In fondo però a lui cosa cambiava se era fidanzata?
Era lei che tradiva il fidanzato non lui.
Il giorno dopo l’avrebbe chiamata e se avesse rifiutato di vederlo tanti saluti, se invece avesse accettato tanto meglio una bella scopata non si rifiutava mai.
Però nonostante le sue intenzioni, non resistette alla curiosità.
Appena Naoya chiuse la telefonata gli chiese “Sachiko è il nome della tua ragazza?”
Naoya lo guardò scocciato, che accidenti voleva questo ficcanaso? Così si limitò a guardarlo male.
Akira davanti alla sua faccia scocciata decise di stuzzicarlo “E’ curioso questa mattina all’università ho conosciuto una ragazza con lo stesso nome con degli strani capelli rosa.”
Il sorrisino di Akira fece stringere i denti a Naoya, che accidenti voleva fargli intendere quel deficiente?
La loro discussione fu interrotta sul nascere dall’arrivo di Ryoma.
Naoya lo seguì nel suo studio, gli diede i documenti e attese che glieli riconsegnasse firmati, ascoltando con scarso interesse quello che quell’uomo esuberante, vestito con un abito tradizionale giapponese e con lunghi capelli bianchi, gli stava raccontando su una ragazza appena conosciuta al bar, poi li infilò nuovamente nella busta.
Uscendo rivolse uno sguardo di superiorità ad Akira e se ne andò senza nemmeno salutarlo.
Akira sorrise ripensando alla faccia tirata del moro, Sachiko era veramente la sua ragazza, sarebbe stato divertente portargliela via da sotto il naso.
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